
Come Pietro, vorremmo restare tutti sul Tabor a gustare pezzetti di Paradiso in terra. Vorremmo seguire noi stessi, chiusi nel nostro egoismo, ma la strada che indica Gesù è un’altra: "Qui è il punto cruciale: la trasfigurazione è anticipo della risurrezione, ma questa presuppone la morte. Gesù manifesta agli Apostoli la sua gloria, perché abbiano la forza di affrontare lo scandalo della croce, e comprendano che occorre passare attraverso molte tribolazioni per giungere al Regno di Dio” (Angelus, 17 febbraio 2008).
“La Trasfigurazione – ricorda il Papa - è un avvenimento di preghiera: pregando Gesù si immerge in Dio … e così la luce lo invade”: ma “non esce dalla storia, non sfugge alla missione per la quale è venuto nel mondo”.
“Per un cristiano...pregare non è evadere dalla realtà e dalle responsabilità che essa comporta, ma assumerle fino in fondo, confidando nell’amore fedele e inesauribile del Signore” (Angelus, 4 marzo 2007).
Nella Trasfigurazione di Gesù compare una nube luminosa: c’è buio e c’è luce, il buio della nostra comprensione e la luce interiore del cuore aperto alla voce del Padre che invita ad ascoltare il Figlio. Ascoltarlo come ha fatto Maria: “Ascoltarlo nella sua Parola, custodita nella Sacra Scrittura. Ascoltarlo negli eventi stessi della nostra vita cercando di leggere in essi i messaggi della Provvidenza. Ascoltarlo, infine, nei fratelli, specialmente nei piccoli e nei poveri, in cui Gesù stesso domanda il nostro amore concreto. Ascoltare Cristo e ubbidire alla sua voce: è questa la via maestra, l'unica, che conduce alla pienezza della gioia e dell'amore” (Angelus, 12 febbraio 2006).
Radio Vaticana