Il 28 agosto del 430 moriva a Ippona, nell’odierna Algeria, il vescovo Agostino. Oggi se ne fa memoria come Padre della Chiesa, teologo e filosofo. È nota la passione di Benedetto XVI per questo Padre della Chiesa, considerato dal Papa un maestro e “compagno di viaggio” della vita. Prestigio, carriera, possesso delle cose, delle persone, una voglia irrefrenabile di ghermire la felicità e in qualche modo mettersela in tasca, meglio averla sempre con sé, piantata nel cuore. È questa, ha spiegato due anni fa Benedetto XVI, la filiera dei valori del giovane Agostino. Una scala i cui primi pioli sono i beni tangibili e sui quali quel giovane intelligente e pieno di vita si arrampica per vedere se, oltre il crinale della soddisfazione epidermica, essi svelino qualcosa che appaghi più in profondità.
“Spesso si preferisce vivere solo l’attimo fuggente, illudendosi che porti felicità duratura; si preferisce vivere - perché sembra più facile - con superficialità, senza pensare; anzi, si ha paura di cercare la Verità o forse si ha paura che la Verità ci trovi, ci afferri e cambi la vita, come è avvenuto per Sant’Agostino”.
Agostino non si ferma a quei pioli, li sale e la scala punta sempre più verso l’alto, il cielo. Il futuro Santo, spiega Benedetto XVI, non sa accontentarsi del “barlume di luce” trovato qui e là. E non si lascia scoraggiare dagli errori che si accorge di aver commesso o dagli insuccessi collezionati, finché non si accorge, dice il Papa, “che quella Verità, quel Dio che cercava con le sue forze era più intimo a sé di se stesso, gli era stato sempre accanto”. Una grande lezione per chi oggi cerca Dio e si trova spesso a navigare tra i flutti di un'indifferenza che tutto relativizza.
“Cari fratelli e sorelle, vorrei dire a tutti, anche a chi è in un momento di difficoltà nel suo cammino di fede, o anche a chi partecipa poco alla vita della Chiesa o a chi vive ‘come se Dio non esistesse’, di non avere paura della Verità, di non interrompere mai il cammino verso di essa, di non cessare mai di ricercare la verità profonda su se stessi e sulle cose con l’occhio interiore del cuore. Dio non mancherà di donare Luce per far vedere e Calore per far sentire al cuore che ci ama e che desidera essere amato”.
Radio Vaticana
Udienza generale, 25 agosto 2010