È la porpora, bellezza. Il fascino del cardinalato da sempre conquista ecclesiastici, osservatori e persino l’opinione pubblica perché tra i ruoli più importanti degli eminentissimi porporati c’è quello di essere elettori del Papa. Grandi manovre a corte fanno ipotizzare che Benedetto XVI convocherà nel 2013, forse già a febbraio, il quinto concistoro del suo pontificato per la creazione di nuovi cardinali.
Nell’episcopato italiano c’è fermento perché, nell’Anno della fede che il Papa aprirà l’11 ottobre prossimo, è in gioco il futuro di quattro diocesi cardinalizie della Penisola. Se Benedetto XVI dovesse decidere di imporre nuove berrette rosse nei prossimi mesi a riceverle sarebbero sarebbero sicuramente l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, e il Patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia. Il primo presule è stato escluso dalla lista dei nuovi porporati sia nel concistoro del 2010 sia in quello che si è svolto quest’anno.
La decisione è stata motivata dal fatto che il suo predecessore nella guida della diocesi torinese, Severino Poletto, non aveva ancora compiuto gli ottant’anni e quindi, in caso di conclave, con Nosiglia cardinale sarebbero entrati entrambi in conclave. Poletto compirà ottant’anni il prossimo 18 marzo perdendo il ruolo di elettore del Papa e così Nosiglia potrà finalmente ricevere la porpora. Per mons. Moraglia lo scenario è diverso. Il suo diretto predecessore, il cardinale Angelo Scola, da un anno è alla guida dell’Arcidiocesi di Milano. Per il Patriarca di Venezia, quindi, non ci dovrebbe essere nessun impedimento e il suo nome, salvo sorprese, dovrebbe essere nella lista dei nuovi porporati.
Ma in Italia sono sotto osservazione altre due diocesi cardinalizie: Palermo e Bologna. Il 20 febbraio prossimo Paolo Romeo compirà settantacinque anni e, così come previsto dal primo paragrafo del canone 401 del Codice di Diritto Canonico, presenterà al Papa le sue dimissioni dalla guida dell’arcidiocesi di Palermo. Stessa cosa avverrà il 1° giugno prossimo per l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra. Benedetto XVI dovrà decidere se accettare subito le loro dimissioni e provvedere in tempi rapidi alla nomina dei loro successori oppure se concedere loro una proroga così come è avvenuto per i cardinali Severino Poletto a Torino e Dionigi Tettamanzi a Milano che rimasero alla guida delle loro diocesi ancora per un biennio dopo il compimento dei settantacinque anni.
Nei casi di Palermo e Bologna, al momento, sembra più credibile l’ipotesi che il Papa accetti le loro dimissioni e scelga rapidamente i loro successori che comunque non entreranno nella lista dei nuovi cardinali del prossimo Concistoro ratzingeriano. Sempre che esso si svolga nell’Anno della fede.
Francesco Grana, Orticalab
Francesco Grana, Orticalab