"Durante quest’Anno
della fede tutti noi abbiamo di fronte
due domande che Gesù chiese ai
suoi discepoli. La prima, alla quale
è più semplice rispondere: 'Chi dice
la gente che io sia?”. Ma la cosa più
importante che loro chiesero - e
che ci viene chiesto - è 'Voi chi dite
che io sia'? È vitale che noi rispondiamo
a questa domanda in
modo da stabilire o rinnovare un
rapporto con il Cristo, Figlio del
Dio vivente". È quanto ha affermato
il card. Seán Baptist Brady,
arcivescovo di Armagh, che ha concelebrato
giovedì scorso, insieme
con l’arcivescovo di Dublino, mons.
Diarmuid Martin, al vescovo
di Killaloe, mons. Kieran
O’Reilly, e numerosi vescovi e sacerdoti
di tutto il mondo, la Messa presieduta
da Benedetto XVI in occasione
dell’inaugurazione dell’Anno della
fede.
"È stata un’occasione gioiosa. Il
Papa nella sua recente lettera 'Porta
fidei' ha ricordato a tutti noi che la
porta della fede è sempre aperta per
noi, non è mai chiusa. Passare attraverso
quella porta - ha sottolineato
il porporato - significa intraprendere
un viaggio che dura una vita. È
un cammino che inizia con il battesimo
e si conclude con il passaggio
attraverso la morte per raggiungere
la vita eterna. Il Papa ha costantemente
ricordato la necessità di riscoprire
l’importante viaggio in modo da sperimentare la gioia e l’entusiasmo
di incontrare Cristo, il Cristo
che conduce la gente fuori del deserto
verso la pienezza di vita. 'Porta
fidei' - ha proseguito l’arcivescovo di
Armagh - ci spiega che l’Anno della
fede celebrerà il cinquantesimo
anniversario dell’apertura del Concilio
Vaticano II. E Benedetto XVI,
durante la celebrazione liturgica, ci
ha ricordato come Papa Giovanni
XXIII, il Beato Giovanni, nel suo discorso
di apertura cinquant’anni fa,
aveva presentato lo scopo principale
del concilio Vaticano II: 'Questo
massimamente riguarda il concilio
ecumenico: che il sacro deposito
della dottrina cristiana sia custodito
e insegnato in forma più efficace...Lo scopo principale di questo
concilio non è, quindi, la discussione
di questo o quel tema della dottrina...Per questo non occorreva un
Concilio...È necessario che questa
dottrina certa ed immutabile, che
deve essere fedelmente rispettata, sia
approfondita e presentata in modo
che risponda alle esigenze del nostro
tempo'".
Il card. Brady, quindi, ribadisce
ancora una volta che "l’Anno
della fede ci offre l’opportunità unica
di ritornare a quel Concilio e studiare,
leggere o rileggere i sedici documenti
nelle sue costituzioni, decreti
e dichiarazioni. Papa Benedetto
XVI ha sottolineato che questi testi
non hanno perso nulla del loro
valore o acume. In effetti possiamo
scoprire che rimane ancora molto da
fare".
Infine, l’arcivescovo di Armagh
ha voluto ricordare che "è anche il
ventesimo anniversario della pubblicazione
del Catechismo della Chiesa
Cattolica e il Catechismo ci offre anche
un’occasione unica per riappropriarci
della potenza e della bellezza
della nostra fede. Che tutti noi, in
quest’Anno della fede - ha concluso
il porporato - possiamo cogliere
l’opportunità di acquisire una nuova
comprensione e un rinnovamento di
tale fede. Possa essa contribuire a
una rinnovata conversione a Gesù, il
Signore".
L'Osservatore Romano
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