I pellegrini dell’Anno della fede
stanno arrivando in Piazza San
Pietro. Il primo e più numeroso
gruppo, 1.200 persone, ad
aprire questa particolare stagione
di pellegrinaggi all’Udienza
generale di questa mattina è giunto dalla regione
tedesca di Borken-Steinfurt, nella
diocesi di Münster. A guidarlo il
vescovo ausiliare Christoph
Hegge. Accanto ai fedeli venuti
dalla Germania, i ragazzi della
diocesi di Faenza-Modigliana che
hanno ricevuto la cresima,
accompagnati dal loro vescovo
Claudio Stagni. Sempre per
l’Anno della fede erano presenti
all’Udienza anche ottanta cattolici
nigeriani.
E l’Anno della fede interpella
direttamente anche i responsabili
dei santuari che, in questi giorni,
stanno dando vita all’annuale
convegno dell’asso ciazione
nazionale che collega appunto i
santuari italiani. In Piazza San
Pietro in duecento, tra
sacerdoti, religiose e collaboratori
laici, hanno presentato al Papa
"la realtà dei santuari che stanno
registrando un aumento di
pellegrini e visitatori".
L’associazione, nata cinquant’anni
fa, lavora in stretto contatto con
la Congregazione per il Clero e
offre ai rettori un sostegno
teologico, spirituale e pastorale
che assume un particolare valore
proprio nell’ambito delle
iniziative per l’Anno della fede.
Particolarmente significativa,
inoltre, la presenza di
settantacinque rappresentanti
della Jewish Federation of North
America, venuti a Roma "per
esprimere al Papa gratitudine per
la sua amicizia con il popolo
ebraico, a quarantasette anni
dalla dichiarazione 'Nostra aetate'
del Concilio Vaticano II". Sono
state due donne a salutare il
Pontefice a nome del gruppo. Un
contributo al dialogo tra le
religioni è venuto anche dalla
testimonianza del gruppo
composto da cattolici e
musulmani australiani di Broken
Bay. Tra i presenti, inoltre, i
componenti della scuola di danza
tradizionale hawaiana KeakìIkà
Apunihonua Kèena A’O Hula, a
Roma per partecipare alla
cerimonia di canonizzazione di
domenica prossima; e
l’associazione dei parrucchieri e
delle estetiste, a cinquant’anni
dalla canonizzazione del loro
patrono san Martino de Porres.
L'Osservatore Romano
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