Dopo già averlo chiamato nel 2007, quando era ancora semplice sacerdote, a scrivere le meditazioni per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo, Benedetto XVI ha ora scelto Gianfranco Ravasi, divenuto cardinale presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, come predicatore degli Esercizi spirituali al Papa e alla Curia romana all'inizio della prossima Quaresima.
Finora questa doppia chiamata era toccata solo ad altri due ecclesiastici: il card. Angelo Comastri, che predicò gli Esercizi nel 2003 e scrisse le meditazioni nel 2006, e lo stesso Joseph Ratzinger, che Giovanni Paolo II chiamò a predicare gli Esercizi nel 1983 e a comporre le meditazioni della Via Crucis nel 2005, pochi mesi prima di essere eletto al soglio di Pietro come Benedetto XVI.
Questo raro privilegio, che associa la figura di Ravasi a quella di Ratzinger, probabilmente aumenterà il suo punteggio di “papabile” nel circo mediatico, più che nel Collegio cardinalizio.
Ma nel frattempo, la notizia offre l’occasione per gettare uno sguardo retrospettivo sull’istituto stesso delle prediche quaresimali in Curia, che ormai sono una tradizione, anche se non molto antica.
La loro istituzione come appuntamento fisso risale al 1929. Pur esistendo dal XVI secolo la figura del predicatore apostolico, oggi chiamato predicatore della Casa pontificia, incarico che dal 1743 è riservato all'ordine dei francescani cappuccini, è solo con Pio XI che in Vaticano cominciano ad essere predicati degli Esercizi spirituali secondo lo stile ignaziano.
Papa Achille Ratti era un convinto ammiratore di Sant'Ignazio di Loyola tanto che nel luglio 1922, pochi mesi dopo la sua elezione, lo proclamò "patrono degli Esercizi spirituali e di tutte le istituzioni che in qualunque modo vi prestano la loro opera".
Il 20 dicembre 1929 Pio XI pubblicò un'Enciclica dedicata agli esercizi spirituali, la "Mens nostra", nella quale, tra l'altro, comunicò "urbi et orbi" la sua decisione di tenere in Vaticano ogni anno un corso di Esercizi.
In precedenza il Pontefice milanese aveva già promosso corsi di esercizi nel Palazzo Apostolico, nel 1925 e nel 1928 ad esempio, ma fu solo con la "Mens nostra" che gli Esercizi spirituali diventarono un appuntamento fisso per il Papa e i suoi più stretti collaboratori.
Un appuntamento, inizialmente stabilito nella prima settimana di Avvento, che è venuto meno pochissime volte, per motivi ben determinati.
Nel 1950 Pio XII li rinviò all'inizio dell'anno seguente per non interrompere le manifestazioni e le udienze, praticamente quotidiane, previste per l'Anno Santo in corso. E così nel 1951 gli Esercizi furono predicati due volte: in gennaio, quelli rinviati l'anno prima, e in dicembre.
Nel 1962 Giovanni XXIII li sostituì con un ritiro personale di una settimana nella Torre di San Giovanni, in preparazione dell'imminente Concilio ecumenico.
E anche nel 1963 essi non ebbero luogo perché Paolo VI, eletto nel giugno di quell'anno, li ritenne un impedimento alla celebrazione della seconda sessione del Concilio e decise di trasferirli al febbraio successivo, all'inizio della Quaresima.
Lo stesso avvenne per le sessioni conciliari del 1964 e 1965. E così da temporaneo questo spostamento divenne definitivo. Dal 1964 gli Esercizi vengono abitualmente celebrati in Vaticano non più in Avvento ma nella prima settimana di Quaresima.
Ma chi sono stati in questi ottant'anni e più gli uomini scelti dal Papa a predicare gli esercizi alla Curia? Il registro è tenuto dalla Prefettura della Casa Pontificia, che ne ha pubblicato un elenco quasi completo.
Con Pio XI i prescelti sono soprattutto gesuiti (i padri Galileo Venturini, Giovanni Oldrà, Alessio Magni, Giuseppe Filograssi, Agostino Garagnani, Giuseppe Golia, Antonio Savani, Ottavio Marchetti, Pietro Righini, Giuseppe Maria de Giovanni), ma anche oblati di Rho (il vescovo di Ascoli Piceno Ludovico Cattaneo e padre Giustino Borgonovo), cappuccini (il vescovo Luca Ermenegildo Pasetto e padre Leone da Caluso) e redentoristi (il vescovo di Aversa Carmine Cesarano e padre Michele Mazzei).
Pio XII concentra la scelta sui gesuiti (i padri Filograssi, Giuseppe Messina, Paolo Dezza, futuro cardinale, Ambrogio Fiocchi, Venturini, Giuseppe Massaruti, Vittorio Genovesi, Luigi de Poletti, Righini, Luigi Celebrini, de Giovanni, Antonio Tucci, Luigi Ambruzzi, Maurice Flick, Giorgio Lojacono, Anselmo Arù), con la sola eccezione del 1941 quando chiama un oblato di Rho (padre Borgonovo).
Giovanni XXIII nel 1958 sceglie un gesuita (padre Carlo Messori Roncaglia), nel 1959 il vescovo di Casale Monferrato Giovanni Angrisani, nel 1960 il parroco romano monsignor Pirro Scavizzi (di cui è in corso la causa di beatificazione) e nel 1961 il predicatore apostolico padre Ilarino da Milano.
Paolo VI inaugura le sue scelte, nel 1964, con il padre redentorista tedesco Bernard Häring, rompendo così la consuetudine di chiamare solo ecclesiastici italiani. Ed è sempre Papa Giovanni Battista Montini a chiamare per la prima volta un cardinale a predicare gli esercizi. Il prescelto, nel 1976, è Karol Wojtyla che due anni dopo sarà eletto Papa.
A parte il caso eclatante appena citato, più volte, a partire dal 1973, è capitato che alla predicazione degli esercizi spirituali sia seguito un avanzamento nel "cursus honorum" ecclesiastico.
Basta scorrere gli elenchi dei predicatori riprodotti più sotto per verificarlo.
Molti dei predicatori sono poi diventati cardinali: Dezza, Javierre Ortas, Pironio, Anastasio Ballestrero, Carlo Maria Martini, Lucas Moreira Neves, James A. Hickey, Georges M. Cottier, Ersilio Tonini, Jorge A. Medina Estevez, Tomas Spidlik, Christoph Schonborn, Francois-Xavier Nguyen van Thuan, Angelo Comastri.
Altri, in tempi brevissimi, sono stati elevati all’episcopato, come Mariano Magrassi con Paolo VI, Bruno Forte con Giovanni Paolo II ed Enrico dal Covolo con Benedetto XVI.
All'inizio del suo Pontificato, Benedetto XVI ha chiamato a predicare gi esercizi dei cardinali a fine carriera: Marco Cè, emerito di Venezia, nel 2006, Giacomo Biffi, emerito di Bologna, nel 2007, il gesuita ultraottantenne Albert Vanhoye nel 2008, e Francis Arinze, prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino, nel 2009. Poi però ha cambiato criteri di scelta.
Sono pochi coloro che hanno avuto il privilegio di predicare gli Esercizi più di una volta. Tra questi spiccano i nomi del gesuita Dezza (nel 1942 con Pio XII e nel 1967 con Paolo VI) e del card. Biffi (scelto anche nel 1989 con Giovanni Paolo II).
Una curiosità riguarda l'attuale Pontefice. In una intervista al mensile 30 Giorni dell'agosto del 2003, l'allora card. Ratzinger ha rivelato che alcuni anni prima della sua nomina nel 1977 ad arcivescovo di Monaco e Frisinga, "forse nel 1975", Paolo VI lo aveva invitato a predicare gli Esercizi spirituali in Vaticano. "Ma non mi sentivo sufficientemente sicuro né del mio italiano né del mio francese per preparare e osare una tale avventura, e così avevo detto di no".
Si trattò comunque di un "no" provvisorio. Nel 1983 infatti, meno di due anni dopo essere stato chiamato a Roma da Giovanni Paolo II a presiedere la Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. Ratzinger viene chiamato a predicare gli Esercizi.
Come già detto, Ratzinger è stato anche l’autore delle meditazioni dell’ultima Via Crucis di Giovanni Paolo II al Colosseo, quella del 2005, passata alla storia per il riferimento alla "sporcizia nella Chiesa".
La tradizione di assegnare le meditazioni della Via Crucis a personalità esterne è piuttosto recente, essendo stata introdotta da Giovanni Paolo II nel 1985.
Ma mentre le prediche quaresimali sono state sempre tenute da chierici, le meditazioni sono state affidate anche a laici, compresi un gruppo di giornalisti e una coppia di coniugi focolarini, e a rappresentanti di altre confessioni cristiane, come il patriarca ortodosso Bartolomeo I o la monaca protestante Minke de Vries.
Oltre al teologo Hans Urs von Balthasar, l’unico altro caso di promozione susseguente alla scrittura delle meditazioni è quello che riguarda Ravasi, che pochi mesi dopo, da prefetto qual era della Biblioteca Ambrosiana di Milano, fu chiamato a Roma come arcivescovo e presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Per il prossimo 29 marzo, Venerdì Santo, il compito di scrivere le meditazioni per la Via Crucis al Colosseo è stato affidato ad alcuni giovani libanesi che parteciparono alla veglia di preghiera celebrata a Beirut durante il viaggio di Benedetto XVI in Libano dello scorso settembre.
Sandro Magister, www. chiesa
Diario Vaticano. Quelli che fanno la predica al Papa
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