Benedetto XVI ha auspicato quindi che "L'Aquila e l'Abruzzo risorgano presto dalle macerie del terremoto". "Desidero sottolineare - ha affermato - il valore e l'importanza della solidarietà che, sebbene si manifesti particolarmente in momenti di crisi, è come un fuoco nascosto sotto la cenere". ''Nec recisa recidit'', il motto della Guardia di Finanza, inciso sulla facciata della caserma, è per Papa Benedetto XVI il ''simbolo della vostra volontà tenace di non cedere allo scoraggiamento''. ''Questo luogo, consacrato dalla preghiera e dal pianto per le vittime, costituisce come il simbolo della vostra volontà tenace di non cedere allo scoraggiamento'', ha detto il Pontefice. Il motto della Guardia di Finanza, ha proseguito, ''sembra bene esprimere quella che il Sindaco ha definito la ferma intenzione di ricostruire la città con la costanza caratteristica di voi abruzzesi''. ''Questo ampio piazzale - ha proseguito - che ha ospitato le salme delle tante vittime per la celebrazione delle esequie presiedute dal Cardinale Tarcisio Bertone, mio Segretario di Stato, raccoglie quest'oggi le forze impegnate ad aiutare L'Aquila e l'Abruzzo a risorgere presto dalle macerie del terremoto. Come ha ricordato l'Arcivescovo, la mia visita in mezzo a voi, da me desiderata sin dal primo momento, vuole essere un segno della mia vicinanza a ciascuno di voi e della fraterna solidarietà di tutta la Chiesa''. ''Il tragico evento del terremoto invita la Comunità civile e la Chiesa ad una profonda riflessione - ha detto il Pontefice -. Come cristiani dobbiamo chiederci: 'Che cosa vuole dirci il Signore attraverso questo triste evento?'".
"Abbiamo vissuto la Pasqua confrontandoci con questo trauma, interrogando la Parola di Dio e ricevendone nuova luce. Abbiamo celebrato la morte e la risurrezione di Cristo portando nella mente e nel cuore il vostro dolore, pregando perchè non venisse meno nelle persone colpite la fiducia in Dio e la speranza''. ''Ma anche come Comunità civile - ha aggiunto - occorre fare un serio esame di coscienza, affinchè il livello delle responsabilità, in ogni momento, mai venga meno. A questa condizione, L'Aquila, anche se ferita, potrà tornare a volare''. Al termine del discorso rivolto alle istituzioni e alle organizzazioni impegnate nelle operazioni di soccorso, Papa Benedetto XVI ha recitato una preghiera alla Madonna di Roio, tradizionalmente venerata all'Aquila. Il Pontefice ha quindi guidato la recita del Regina Caeli con i fedeli e ha infine deposto una rosa d'oro ai piedi della statua lignea della Madonna di Roio. Non l'ha indossato per entrare nella Basilica di Collemaggio pericolante, ma alla fine il Papa ha messo l'elmetto bianco e giallo dei Vigili del Fuoco. Dopo la recita della preghiera mariana del tempo pasquale, Papa Ratzinger ha salutato le autorità e una rappresentanza di militari impegnati nell'area del terremoto. Un vigile del fuoco gli ha consegnato l'elmetto e il Papa l'ha messo in testa. Poi Benedetto XVI ha lasciato l'Aquila in automobile alla volta del Vaticano. Il Pontefice è ripartito con circa un'ora e mezza di ritardo rispetto al programma ed ha viaggiato in macchina e non in elicottero come programmato a causa del maltempo che ha colpito oggi l'Abruzzo. Proprio mentre il Pontefice lasciava la caserma della Guardia di Finanza di Coppito, si sono avvertite due leggere scosse di terremoto.
VISITA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI ALLE ZONE TERREMOTATE DELL’ABRUZZO - I testi integrali dei discorsi del Papa