martedì 28 aprile 2009
Il vescovo de L'Aquila al Papa: attraverso lei il Signore ci fa sentire la sua carezza di Padre. Preghi per noi perché la nostra città risorga
“Beatissimo Padre, sappiamo che Lei è venuto per pregare insieme a noi; per pregare per i nostri morti perché il Signore li accolga nella vita vera; per pregare per i parenti di tutte queste vittime perché il Signore doni loro il conforto e la speranza che solo Lui può dare; per pregare per tutta la nostra gente che ha ancora paura, che attende di poter vedere risolti i problemi più immediati. Le chiediamo di pregare insieme a noi, oggi, soprattutto perché la nostra città possa risorgere presto da queste macerie”. Con queste parole mons. Giuseppe Molinari (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo de L’Aquila, ha salutato il Papa nel piazzale della Caserma di Coppitto, ultima tappa del della sua visita nelle zone terremotate dell'Abruzzo. “Siamo immensamente grati – ha detto l’arcivescovo – per la vicinanza che ci ha mostrata. Crediamo con tutto il cuore che la Sua venuta tra noi, questo Suo sostare in mezzo alle nostre ferite e al nostro dolore, sia un passaggio benedetto dal Signore, del quale il Signore si serve per portare conforto, speranza, aiuto. Ed anche guarigione”. Soprattutto, ha proseguito l’arcivescovo, “la guarigione da ogni tentazione contro la fede e da ogni crisi della nostra speranza. Possa veramente il Signore, attraverso la sua visita, farci sentire la sua carezza di Padre, la Sua presenza apportatrice di speranza e di tanta voglia di rinascere dalla nostra tragedia”. “Sono venuti tanti fratelli e sorelle tra noi, in questi giorni – ha detto mons. Molinari, nel suo saluto al Papa –. E non li ringrazieremo mai abbastanza per la loro incredibile e commovente solidarietà. Sono venuti anche rappresentanti delle istituzioni e della politica. E ci hanno mostrato tanta solidarietà e ci hanno fatto tante promesse. Beatissimo Padre, noi vorremmo che Lei pregasse insieme a noi, oggi, perché questa solidarietà continui nel tempo e le promesse vengano mantenute. Vorremmo pregare insieme a Lei perché questa solidarietà non s’infranga in poveri interessi di parte”, perché “in questi momenti non si cerchino solo le responsabilità del passato ma, soprattutto, si susciti tanta responsabilità per il presente. La ricostruzione de L’Aquila o ci sarà subito o non ci sarà. E sarebbe la nostra morte, più brutta di quella, già tanto tragica, causata dal terremoto”. L’arcivescovo ha poi aggiunto: “Preghi per noi, perché la nostra città risorga presto. Ogni ostacolo alla rinascita del mondo del lavoro, alla costruzione di nuove case, alla rinascita della nostra università sarebbe un delitto infame, che gli aquilani non perdoneranno mai. Chieda al Signore per noi – ha concluso l’arcivescovo – questo miracolo di una pronta e coraggiosa ricostruzione”.