A vent'anni dalla ''caduta dei regimi totalitari in Europa Centrale ed Orientale, e della 'Rivoluzione di Velluto' che ripristinò la democrazia'' nella Repubblica Ceca, ''oggi, specialmente fra i giovani, emerge di nuovo la domanda sulla natura della libertà conquistata''. E' quanto rileva Papa Benedetto XVI, nel discorso pronunciato nella Sala Spagnola del Castello di Praga, alla presenza del presidente Vaclav Klaus, delle autorità politiche e civili, del Corpo Diplomatico, del mondo accademico, della società civile, del mondo imprenditoriale e culturale del Paese. "La storia ha ampiamente dimostrato - ha detto il Papa - che la verità può essere tradita e manipolata a servizio di false ideologie, dell'oppressione e dell'ingiustizia. Tuttavia le sfide che deve affrontare la famiglia umana - ha aggiunto - non ci chiamano forse a guardare oltre a quei pericoli? Alla fine, cosa è più disumano e distruttivo del cinismo che vorrebbe negare la grandezza della nostra ricerca per la verità e del relativismo che corrode i valori stessi che sostengono la costruzione di un mondo unito e fraterno? Noi - ha concluso il Papa - dobbiamo riacquistare fiducia nella nobilità e grandezza dello spirito umano per la sua capacità di raggiungere la verità". Il Pontefice, nella sua riflessione, si è poi soffermato sulla parabola dei Paesi dell'Europa Orientale nei due decenni seguiti alla caduta dei regimi filosovietici. La iniziale ''euforia'', ricorda, ''fu espressa in termini di libertà''. ''A due decenni di distanza dai profondi cambiamenti politici che trasformarono questo continente - ha proseguito -, il processo di risanamento e ricostruzione continua, ora all'interno del più ampio contesto dell'unificazione europea e di un mondo sempre più globalizzato''.
Nel corso di questi anni, ''le aspirazioni dei cittadini e le aspettative riposte nei governi reclamavano nuovi modelli nella vita pubblica e di solidarietà tra nazioni e popoli, senza i quali il futuro di giustizia, di pace e di prosperità, a lungo atteso, sarebbe rimasto senza risposta. Tali desideri continuano ad evolversi''. ''Oggi - ha osservato il Papa -, specialmente fra i giovani, emerge di nuovo la domanda sulla natura della liberta' conquistata. Per quale scopo si vive in libertà? Quali sono i suoi autentici tratti distintivi?''. Come già altre volte in passato, il Pontefice ha collegato la ''ricerca della verità'' alla ''ricerca del vero bene''. E se da una parte, allo Stato e alla società spetta il ''dovere di rafforzare le 'strutture di libertà', che e' ''fondamentale'', questo ''non è mai sufficiente''. ''Le aspirazioni umane - ha osservato infatti Papa Ratzinger - si elevano al di là di se stessi, al di là di ciò che qualsiasi autorità politica od economica possa offrire''. L'Europa è ''più che un continente'', è una ''casa'', una ''patria spirituale'' dove il cristianesimo gioca un ruolo ''insostituibile'' per ''la formazione della coscienza di ogni generazione e per la promozione di un consenso etico di fondo, al servizio di ogni persona''. ''L'Europa, fedele alle sue radici cristiane, - ha osservato il Pontefice - ha una particolare vocazione'' a sostenere una ''visione trascendente nelle sue iniziative al servizio del bene comune di individui, comunità e nazioni''. La ricerca della libertà ha segnato la storia recente del Continente, soprattutto dopo la caduta dei regimi comunisti e, oggi, questa libertà in Europa ''trova il suo significato più profondo proprio nell'essere una patria spirituale''.
Per questo, ha osservato Papa Ratzinger, ''nel pieno rispetto della distinzione tra la sfera politica e quella religiosa - distinzione che garantisce la libertà dei cittadini di esprimere il proprio credo religioso e di vivere in sintonia con esso - desidero rimarcare l'insostituibile ruolo''. ''In questo spirito - ha poi proseguito il Pontefice -, rendo atto alla voce di quanti oggi, in questo Paese e in Europa, cercano di applicare la propria fede, in modo rispettoso ma determinato, nell'arena pubblica, nell'aspettativa che le norme sociali e le linee politiche siano ispirate al desiderio di vivere secondo la verità che rende libero ogni uomo e donna''. Nel suo discorso, il Papa ha poi rievocato il ''ruolo decisivo nel plasmare l'eredità spirituale e culturale'' della Repubblica Ceca giocato dalla ''fede cristiana''. ''Deve essere lo stesso - ha aggiunto - nel presente e per il futuro'', perchè ''il ricco patrimonio di valori spirituali e culturali, che si esprimono gli uni attraverso gli altri, non solo ha dato forma all'identità di questa nazione, ma l'ha anche dotata della prospettiva necessaria ad esercitare un ruolo di coesione al cuore dell'Europa''. ''Per secoli - ha proseguito il Pontefice - questa terra è stata un punto d'incontro tra popoli, tradizioni e culture diverse. Come ben sappiamo, essa ha conosciuto capitoli dolorosi e porta le cicatrici dei tragici avvenimenti causati dall'incomprensione, dalla guerra e dalla persecuzione. E tuttavia è anche vero che le sue radici cristiane hanno favorito la crescita di un considerevole spirito di perdono, di riconciliazione e di collaborazione, che ha reso la gente di queste terre capace di ritrovare la libertà e di inaugurare una nuova era, una nuova sintesi, una rinnovata speranza''. ''Non è proprio di questo spirito - si è chiesto il Papa in conclusione - che ha bisogno l'Europa di oggi?''.
Apcom, Asca
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NELLA REPUBBLICA CECA (26-28 SETTEMBRE 2009) (IV) - il testo integrale del discorso del Papa