Gli stupri di massa, la "cosificazione" delle donne e la caccia alle presunte streghe ancora invalsa in Africa è stata denunciata questa mattina dai vescovi durante l'undicesima Congregazione generale del Sinodo speciale in corso in Vaticano. "I conflitti e le guerre hanno condotto, particolarmente in Repubblica democratica del Congo, alla vittimizzazione e alla 'cosificazione' della donna", ha denunciato mons. Theophile Kaboy Ruboneka, vescovo coadiutore di Goma. "Su migliaia di donne sono state perpetrate, da parte di tutti i gruppi armati, violenze sessuali di massa, come arma di guerra, in flagrante violazione delle disposizioni giuridiche internazionali", ha detto il presule, il quale, oltre alla necessità di coinvolgere le donne nella vita della Chiesa e della società, ha sottolineato come, a monte, "le guerre, i saccheggi e lo sfruttamento anarchico delle risorse, la circolazione di armi, la presenza di milizie e l'assenza di un forte esercito repubblicano" siano la causa ultime delle violenze sulle donne. Il vescovo nigeriano Augutine Obiora Akubeze, da parte sua, ha denunciato la pratica della caccia alle 'streghe'. "Diversamente dagli altri esseri umani, le streghe concepiscono e provocano le più orribili disgrazie alle loro famiglie e comunità", ha spiegato, sottolineando che "le presunte streghe vengono abbandonate, isolate, discriminate e ostracizzate dalla comunità. Talvolta vengono portate nelle foreste e massacrate o svergognate pubblicamente e uccise. Alcune sospette streghe vengono immerse nell'acido o avvelenate a morte. Vi sono stati casi - ha detto il vescovo nigeriano - in cui sono state avvelenate e sepolte vive. Alcune Chiese non aiutano a superare i pregiudizi - è la denuncia di mons. Akubeze - e si sono verificati casi di pentecostali che hanno incatenato e torturato sospette streghe perché confessassero".