"L’Africa si presenta come un arcobaleno cromatico multiculturale e multireligioso”. Così mons. Gianfranco Ravasi (nella foto con Benedetto XVI), presidente del Pontificio Consiglio della cultura, ha descritto questa mattina il continente africano ai Padri Sinodali, durante l'undicesima Congregazione generale. “Solo per proporre un esempio – ha proseguito il prelato – l’Unesco nel Camerun ha censito almeno 250 idioni differenti, mentre le lingue bantù sono così ideologicamente sofisticate da usare ben 24 classificazioni grammaticali delle diverse qualità delle varie realtà”. Siamo quindi di fronte ad uno “scrigno di tesori culturali e spirituali, fatto di tradizioni popolar e familiari, di simboli e riti religiosi, di sapienza, memoria, folclore”. Da qui un auspicio: “che il Sinodo – ha detto Ravasi – stimoli in molte forme l’Africa a custodire la propria identità culturale e spirituale, impedendo che essa si dissolva sotto il vento della secolarizzazione e della globalizzazione che soffia con forza sulle 53 nazioni africane”. Il secondo auspicio è rivolto all’Occidente, perché – ha detto il cardinale – si istauri quel “partenariato non solo delle materie prime ma anche delle materie grigie, ossia dei valori, creando spazi di comprensione e comunione e non di colonizzazione o al contrario di rigetto reciproco”.