Il pericolo dei “colpi di stato” in Africa “non è affatto scomparso. Piuttosto ha cambiato aspetto e modus operandi”. L’allarme è stato lanciato dal card. Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban (Sudafrica), intervenendo questa mattina durante l'undicesima Congregazione generale Sinodo dei vescovi per l'Afria. Il pericolo – secondo l’arcivescovo – non è più rappresentato dai vecchi dittatori che si auto-proclamavano “presidenti a vita” ma da “partiti politici” che ne prendono oggi il posto. L’arcivescovo ha parlato espressamente di Botswana, Angola, Zimbabwe e Mozambico. “Naturalmente – ha aggiunto – non vi è nulla di sbagliato in questo, se l’elettorato conferisce loro il mandato liberamente”. Alcuni “segni” però destano preoccupazione. E ciò avviene quando si “afferma di essere l’unico a sapere ciò che la gente desidera o d cui ha bisogno”; quando “impone politiche che sono palesemente contro la volontà manifesta della gente”; quando il partito “si dichiara pro-poveri” ma poi “si arricchisce vergognosamente con tanta ingordigia” L’arcivescovo conclude con una invocazione e un appello: “E’ necessario pregare e operare per un miracolo che porti a una liberazione autentica e sostenibile”. Per questo, viene ribadita l’urgenza di riforme per un sistema di giustizia equo, perché il “buon governo” non è solo una priorità, ma una necessità. E in quest’ambito, la Chiesa ha il diritto di far sentire la propria voce: non si tratta di interferenza nel campo politico, dicono i Padri Sinodali, perché la Chiesa parla in difesa dei diritti degli uomini, figli di Dio. I pastori non vogliono prendere il posto degli economisti o dei politici, ma solo aiutare tutti i fedeli a vivere una vita più autenticamente cristiana.