venerdì 19 novembre 2010

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Il card. Scola: visita destinata a tutti gli abitanti di queste terre. Un dono che suscita una risposta grata

Si intitola ''Tu conferma la nostra fede'' la Lettera pastorale, la prima dei suoi anni di episcopato veneziano, scritta dal Patriarca card. Angelo Scola e rivolta ai fedeli e agli abitanti della diocesi veneziana in preparazione della prossima visita di Papa Benedetto XVI ad Aquileia e a Venezia, il 7 e 8 maggio 2011. In occasione delle celebrazioni per la festa della Madonna della Salute di sabato e domenica prossima, la lettera sarà offerta a tutti i fedeli che si recheranno, come di consueto, a migliaia in pellegrinaggio presso la Basilica veneziana, la chiesa di Mestre e di Catene intitolate, appunto, alla Madonna della Salute. La Lettera si articola in tre punti: nel primo il Patriarca risponde alla domanda “Perché il Santo Padre viene a farci visita?”; nel secondo parla della “passione per tutto l’umano” che anima e conduce la vita dei cristiani; nel terzo offre alcune linee di preparazione all’incontro con il Papa, in particolare “la preghiera assidua e l’approfondimento del Magistero di Benedetto XVI”. La Lettera contiene a questo scopo anche una proposta di preghiera, appositamente preparata per la venuta del Papa. ''Il desiderio che arde nel nostro cuore - scrive il Patriarca nella Lettera - è di essere confermati nella certezza che Gesù Cristo è vivo ed è a noi contemporaneo. AmarLo e seguirLo ci rende pienamente uomini. La fede è ''conveniente'' per gli uomini e le donne di oggi, perchè investe in ogni istante affetti, lavoro e riposo. Nulla resta fuori. Benedetto XVI lo sta documentando con la sua preghiera, con la sua testimonianza, con il suo insegnamento e coi suoi viaggi. Qui sta la sostanza del dono che il Papa intende fare, visitandole, alle Chiese e alle popolazioni del Nordest''. Il card. Scola sottolinea che la visita del Santo Padre è ''destinata a tutti gli abitanti di queste nostre terre'' ed osserva: ''Seguire Cristo consente di vivere in pienezza. Questo non coincide automaticamente con il superamento delle nostre contraddizioni o incoerenze nè tantomeno significa che i cristiani siano migliori di coloro che pensano o dicono di non credere. Vuol dire unicamente che per grazia di Dio abbiamo ricevuto questa possibilità che vogliamo condividere con tutti. Infatti, per ogni uomo ed ogni donna è naturale comunicare ogni giorno spontaneamente, in tutti gli ambienti che frequenta, ciò a cui uno tiene più di ogni altra cosa. Appartenere al Signore nella sua Chiesa genera un'inarrestabile passione per l'umano che si traduce nella ricerca di un'apertura al confronto con tutti''. “La visita del Santo Padre – conclude il card. Scola – è un dono che, come ogni dono, suscita una risposta grata. Una risposta che chiede responsabilità. Al senso di responsabilità di ciascuno, di tutte le comunità cristiane, di tutte le associazioni ecclesiali e civili, di tutte le istituzioni mi affido perché questa straordinaria occasione sia preparata fin nei minimi particolari. Il Papa ci trova in cammino e, ne sono certo, ci lascerà in eredità nuove possibilità di crescita personale, ecclesiale, civile”.

Angelo Scola.it