mercoledì 29 febbraio 2012

Il Papa in Messico e a Cuba. Perez: porti sull’isola la carità intesa come virtù teologale dell’amore cristiano per favorire pace e riconciliazione

Appuntamento a Plaza de la Revolución. Dove 14 anni fa i cubani hanno salutato Giovanni Paolo II e dove il prossimo 28 marzo Benedetto XVI concluderà il suo viaggio apostolico. "Tutti i cubani attendono con ansia l’omelia e le parole del Santo Padre" racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre mons. José Félix Pérez Riera, segretario aggiunto della Conferenza Episcopale cubana. Il presule spiega che Papa Ratzinger arriva a Cuba in un "momento di grazia", nel quattrocentesimo anniversario della prima apparizione della Vergine della Carità. Secondo la leggenda, infatti, l’immagine de la Virgen è stata avvistata per la prima volta in mare nel 1612. E da allora Cachita, come è affettuosamente chiamata, è rimasta nel cuore dei cubani. "A Cuba e in tutta l’America Latina – continua monsignor Pérez – la Madonna è la stella dell’Evangelizzazione, capace di aprire i cuori e le menti a Cristo prima ancora del Vangelo". Per questo, il motto dell’Anno giubilare mariano convocato dalla Conferenza Episcopale, comprende il noto detto popolare "A Jesus por Maria", a Gesù attraverso Maria. Non sarà però solo la Caridad della Patrona di Cuba a caratterizzare il viaggio di Benedetto XVI. "La nostra speranza – dice il presule – è che il Papa porti sull’isola quella carità intesa come virtù teologale dell’amore cristiano, capace di favorire la pace e la riconciliazione tra i tutti i cubani". A 14 anni dalla celebre esortazione di Wojtyla a L’Avana, mons. Pérez racconta come Cuba si sia sì aperta al mondo, "ma non abbastanza, anche verso gli stessi cubani". Oggi il Paese ha una nuova guida, Raul Castro, ma continua a soffrire per le serie difficoltà economiche, aggravate dalla crisi globale. L’embargo, definito più volte "inaccettabile" dall’episcopato locale, rimane un ostacolo insormontabile e "i salari non permettono ai lavoratori di far fronte ai bisogni quotidiani". E la Chiesa cubana deve combattere la grave crisi dei valori causata dall’influenza negativa di una società "fortemente atea e materialista". Dopo il viaggio, mons. Pérez non si aspetta immediati riflessi sulle relazioni tra Cuba e la Santa Sede, ma è certo che questo viaggio "contribuirà a migliorare i rapporti tra le autorità civili cubane e i pastori della Chiesa locale". E non esclude del tutto il tanto discusso incontro tra Papa Ratzinger e Fidel: "Il programma non lo prevede. Tuttavia nel Palazzo della Rivoluzione, il Papa incontrerà la famiglia del capo di Stato…".

Zenit