venerdì 19 ottobre 2012

Ministero della Giustizia: la Santa Sede ha risposto a tutte le rogatorie sul crack del banco Ambrosiano e la morte di Roberto Calvi. Una di essa si era 'persa' non in Vaticano ma in Italia

Il Vaticano ha risposto a tutte le rogatorie sul caso Calvi-Ambrosiano. L’ultima risposta è stata inoltrata al Ministero degli Esteri il 2 agosto scorso e consegnata alla Procura di Roma il 10 agosto 2012 che aveva richiesto la rogatoria il 4 aprile 2012, cioè appena quattro mesi prima. E’ quanto ha scritto il Ministero della Giustizia italiano rispondendo in Commissione a tre interrogazioni parlamentari del deputato radicale Maurizio Turco. La scorsa primavera, il pm titolare dell'inchiesta romana sul caso banco Ambrosiano-Calvi, Luca Tescaroli, aveva denunciato in televisione che tre rogatorie al Vaticano, che miravano anche a ricostruire i flussi di denaro transitati in passato dallo Ior, non avevano avuto risposta. La Santa Sede aveva confutato queste affermazioni dichiarando inoltre, in una nota, che una delle istanze, formulata nel 2002, non era mai pervenuta Oltretevere. Ora il documento del ministero della Giustizia, certifica che la rogatoria risalente a dieci anni fa, si era "persa" non in Vaticano ma in Italia, forse nella stessa Procura di Roma perché essa non risulta mai essere arrivata al ministero della Giustizia e quindi mai neppure pervenuta all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede e quindi mai neppure inoltrata Oltretevere. Tanto che il 4 aprile scorso la Procura romana ha dovuto inviare una nuova istanza, che ricalca la precedente, "integrata dagli elementi acquisiti successivamente alla stesura iniziale". Il 14 giugno di quest'anno la Segreteria di Stato vaticana ha comunicato l'inoltro della rogatoria all'Autorità giudiziaria vaticana per gli opportuni adempimenti. E quindi tutto l’iter è stato completato con la consegna della risposta vaticana e l’inoltro alla Procura di Roma il 10 agosto. Quindi, se "giallo" c’è stato, questo si è consumato in Italia. E le altre due rogatorie sul caso Calvi? Esito "negativo" per la prima e "positivo" per la seconda, riassume il ministero. Alla prima, richiesta nel 2004, il Vaticano, documenta il ministero, rispose "di non potere aderire alla richiesta di informativa" perchè‚ erano passati più di 20 anni dei fatti (il crack del banco Ambrosiano e la morte di Roberto Calvi datano 1982) mentre i documenti bancari sono conservati per un periodo non superiore ai dieci anni. La rogatoria 2008 puntava a verificare se le due lettere inviate da Calvi al Papa e al card. Palazzini fossero state ricevute: il riscontro da Oltretevere è arrivato pochi mesi fa, il 3 aprile 2012. Più di recente, nel 2010, i magistrati romani hanno aperto una nuova inchiesta sull'Istituto, con l'ipotesi che siano state violate le normative antiriciclaggio. Per questo Turco ha chiesto una serie di chiarimenti nelle sue interrogazioni per accertare se il Vaticano stesse collaborando con l'autorità giudiziaria italiana. Nei confronti dello Ior c’è‚ stato "pienamente l'impegno delle Autorità italiane per verificare che vi sia un effettivo rispetto agli i obblighi assunti in materia di antiriciclaggio" dopo la valutazione del Comitato Moneyval, ha documentato il ministero, citando anche le iniziative prese dalla Banca d'Italia.

Maria Antonietta Calabrò, Corriere della Sera.it