L'incontro fra il segretario generale del Comitato centrale del Partito comunista e Benedetto XVI, avvenuto il 22 gennaio in Vaticano, ha suscitato reazioni contrastanti fra i cattolici del Paese asiatico, mentre la stampa ufficiale ha censurato l'evento. Il Papa ha ricevuto Nguyên Phu Trong, da più parti definito il "vero centro del potere", del governo comunista con un protocollo di riguardo, in una giornata di rado dedicata ad appuntamenti ufficiali. Analisti stranieri ed esperti di affari riguardanti la Santa Sede hanno giudicato il faccia a faccia un altro "importante passo verso la 'normalizzazione' dei rapporti". Tuttavia, non mancano critiche e dubbi fra i fedeli vietnamiti, secondo cui i dirigenti di Hanoi "sfruttano" il prestigio papale per compiacere l'opinione pubblica internazionale.
L'incontro fra il Pontefice e una delle figure chiave della leadership di Hanoi avviene in un momento di tensione fra Chiesa e autorità politiche, a causa della condanna a pesanti pene detentive di 13 cattolici e dalla distruzione del convento delle carmelitane a Hanoi. I fatti di cronaca delle ultime settimane hanno gettato sconforto in seno alla comunità cattolica, come emerge da alcuni resoconti pubblicati da Vietcatholics News e da Vrn, il sito dei Redentoristi del Vietnam.
Commentatori e lettori accusano i dirigenti comunisti di "usare la buona volontà e il prestigio della Santa Sede" per nascondere agli occhi della comunità internazionale "le mancanze in materia di rispetto dei diritti dell'uomo e di libertà religiosa". Essi, infatti, ricordano come esempio due eventi del passato: la visita del 25 gennaio 2007 dell'allora premier Nguyén Tan Dung, cui è seguito l'arresto di padre Nguyen Van Ly; e ancora, la visita a Roma del capo di Stato Ngueyn Minh Triet l'11 dicembre 2009, con la distruzione un mese più tardi della croce della parrocchia di Dong Chiem. Di contro, i giornali ufficiali non hanno fatto menzione del faccia a faccia fra il Papa e Nguyên Phu Trong, pur avendo dato ampio risalto alla tappa italiana del tour europeo degli alti dirigenti comunisti.
Secondo i fedeli, il nodo dei rapporto fra Santa Sede e Hanoi, che ha per obiettivo la nascita di piene relazioni diplomatiche, non può far però dimenticare le vessazioni contro la Chiesa e i cattolici in Vietnam, così come il recente decreto, in vigore da inizio anno, che aumenta i controlli sulle religioni. In merito alla presentazione del nuovo dispositivo voluto dalle autorità comuniste, in questi giorni è emerso che l'arcivescovo di Ho Chi Minh City ha rifiutato l'invito ufficiale di partecipazione. L'ufficio degli Affari religiosi a dicembre aveva invitato i rappresentanti dell'arcidiocesi di Saigon a presenziare all'evento in programma il 24 dicembre. Tuttavia, il card. Pham Minh Man ha declinato l'offerta, spiegando che la vigilia di Natale vi erano troppe cerimonie da seguire e, in aggiunta, ha ritenuto "inutile" la presenza di sacerdoti a "cerimonie di questo tipo", organizzate del governo.
AsiaNews
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