mercoledì 7 ottobre 2009
Il card. Kasper: fondamentale per la Chiesa in Africa impegnarsi nel dialogo con gli ortodossi. Sul successo delle sette dobbiamo fare autocritica
“Mentre la Chiesa Cattolica in Africa tradizionalmente ha mantenuto un dialogo costante con le tradizioni protestanti storiche e oggi anche con quelle più giovani, la recente rapida diffusione dell’ortodossia nel continente rende fondamentale, per la Chiesa Cattolica in Africa, impegnarsi in un dialogo e in rapporti positivi anche con i nostri fratelli e le nostre sorelle ortodossi”. Lo ha detto il card. Walter Kasper (foto), presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei cristiani, intervenendo ieri pomeriggio alla quarta Congregazione generale del Sinodo per l’Africa. La Chiesa Cattolica in Africa, per il porporato, “deve dare slancio alle Relazioni ecumeniche con i movimenti evangelici, carismatici e pentecostali nel continente africano, anche per la rilevanza delle loro espressioni indigene e della loro affinità con la visione del mondo culturale tradizionale africana”.L’impegno ecumenico, infatti, “esige una fedeltà ispirata ai principi della Chiesa sull’ecumenismo da una parte, e una comprensione specifica delle espressioni culturali africane, dall’altra. Il dialogo e la ricerca dell’unità devono pertanto tener conto del contesto delle radici culturali africane”. Il card. Kasper ha poi sostenuto che la Chiesa deve fare "autocritica" di fronte al successo delle sette in Africa. Il responsabile della Santa Sede per l'ecumenismo ha rilevato che in quel continente c'è una "frammentazione sempre più grande tra i cristiani", ed "è troppo facile ritenere che tali divisioni derivino dall'eredità del cristianesimo diviso che l'Africa ha ricevuto, poiché in Africa vi sono anche numerose nuove divisioni - basti pensare più di recente alle comunità carismatiche e pentecostali, alle chiese cosiddette indipendenti e alle sette". Il porporato tedesco ha poi messo in evidenza che "attualmente è in corso, ad un certo livello, un dialogo attraverso il Global Christian Forum, che si è di recente riunito a Nairobi. Ad altri livelli - ha però sottolineato Kasper - il dialogo con questi gruppi non è facile e spesso è del tutto impossibile a causa del loro comportamento aggressivo e - per non dire altro - per il loro basso standard teologico. Dobbiamo affrontare questa sfida urgente - ha detto il cardinale - con un atteggiamento di autocritica. Infatti, non basta dire che cosa è sbagliato in loro, dobbiamo domandarci che cosa è sbagliato o che cosa manca nel nostro lavoro pastorale. Perché tanti cristiani abbandonano la nostra Chiesa? Che cosa manca loro da noi e che cosa cercano altrove?".