Radio Vaticana
mercoledì 7 ottobre 2009
Il Papa in Portogallo. I vescovi: con Benedetto XVI la Chiesa si fa pellegrina a Fatima, dove è vivo e attuale il messaggio di Maria
"Gioia e giubilo" sono i sentimenti espressi dalla Conferenza Episcopale del Portogallo in una dichiarazione sul pellegrinaggio del Papa a Fatima nel maggio 2010. Un viaggio “da pellegrino”, scrivono i vescovi, che avviene in occasione del decimo anniversario della beatificazione dei pastorelli, Francesco e Giacinta, e in occasione delle celebrazioni per il centenario dalla nascita di Giacinta. Pellegrina si fa la Chiesa con Benedetto XVI per questo viaggio che riveste “un grande significato pastorale, dottrinale e spirituale”. Ricordando quanto detto da Giovanni Paolo II che parlava di Fatima come del luogo dal quale “si irradia un messaggio di conversione e speranza", i vescovi hanno definito il pellegrinaggio del Santo Padre “una sfida per tutti noi”. “Il Santuario di Fatima, dove diventa vivo e attuale il messaggio della Madonna, – si legge nella nota dell’episcopato portoghese – è un elemento importante per l’evangelizzazione e l’edificazione della Chiesa del nostro Paese”. “Maria, Stella dell’evangelizzazione” ma anche “Stella del Mare”, come l’ha definita il Papa, “che accompagna il viaggio di ciascuno di noi e di tutta la Chiesa – scrivono i presuli – nel mare della vita e della storia, con il suo amore vigile e attento di una madre che ama i propri figli e e desidera la loro felicità”. “Nel viaggio – aggiungono – indica la luce vera che è Gesù ”. Maria è pure “Stella della Speranza” perché indica continuamente la meta, “il porto sicuro e felice, in eterna comunione con Dio e con tutti gli uomini”. “La visita del Papa – concludono i vescovi – intende incoraggiare l’impegno costante e generoso nell’opera di evangelizzazione, per aiutarci a passare da una religiosità tradizionale ad una fede adulta e consapevole, capace di renderci testimoni in modo coraggioso nel pubblico e nel privato, e che sappia affrontare le sfide del secolarismo e del relativismo dottrinale ed etico, tipico del nostro tempo”.