Sono raddoppiate nel Regno Unito le denunce di abusi sessuali compiuti in passato dai sacerdoti, dopo il viaggio apostolico compiuto dal Papa lo scorso settembre. Lo rende noto la National Catholic Safeguarding Commission, organismo anti-pedofilia creato nel 2008 dalla Conferenza Episcopale d'Inghilterra e Galles. Le denunce di abusi nel 2010 riguardano 103 vittime, mentre nel 2009 hanno riguardato 52 vittime. Solo 18 vittime hanno riferito di essere state abusate nello stesso 2010, mentre per la maggior parte si tratta di fatti relativi agli anni e ai decenni passati. Secondo la baronessa Patricia Scotland, che presiede la commissione, Benedetto XVI, che durante il suo viaggio ha incontrato un gruppo di vittime dei preti pedofili ed ha affrontato lo scandalo pedofilia con parole di forte denuncia, sono tra i motivi che hanno spinto un maggior numero di persone a venire allo scoperto con le denunce. Dal 2001, informa la Commissione, 37 preti sono stati ridotti allo stato laicale. Per la baronessa Scotland "il nostro Papa Benedetto ha avuto l'opportunità di ascoltare e di aprire un dialogo. Questo atteggiamento è particolarmente piaciuto ai nostri fedeli che lo hanno recepito in modo palpabile e genuino". Sempre in riferimento al recente viaggio apostolico di Benedetto XVI, la presidente dell'Ncsc ha affermato che il Papa ha mostrato una grande autorevolezza e un forte sentimento di umanità nella cura pastorale dei fedeli. Molti di loro hanno colto questa sensibilità e ora ritengono che la Chiesa è pronta a dare ogni supporto necessario per affrontare con maggiore serenità il tema degli abusi. "Questo rinnovato sentimento di fiducia - ha sottolineato la baronessa - è particolarmente necessario all'attività dell'Ncsc che lavora per dare alle vittime degli abusi un contesto di sicurezza necessario per farli uscire dal loro senso d'isolamento". Illustrando i risultati del rapporto, la direttrice dell'organizzazione ha affermato che "si sono registrati molti sviluppi positivi nell'ambito della sicurezza per la missione evangelizzatrice della Chiesa d'Inghilterra e del Galles". "Tuttavia - ha aggiunto - siamo tutti consapevoli che non dobbiamo cedere all'autocompiacimento perché ancora molto lavoro resta da fare". Durante l'anno passato, la Commissione ha lavorato su tre priorità strategiche: sviluppare una comunicazione più appropriata verso le vittime; controllare le procedure di maggiore sicurezza per mezzo di un sistema di rilevamento nazionale; organizzare la Conferenza sulla sicurezza che si è tenuta a Roma lo scorso giugno con la partecipazione dei cattolici di area anglofona. Nella riunione avvenuta nei giorni scorsi la presidente dell'Ncsc ha affermato che gli attuali sistemi di selezione e di sicurezza ora in uso nei seminari sono decisamente migliori rispetto a quelli del passato. La baronessa Scotland ha sottolineato che secondo i risultati del rapporto "più dell'83% dei casi di abuso sono stati registrati nel periodo antecedente agli anni Settanta". Nella relazione presentata dalla responsabile della Commissione si afferma che c'è ancora un forte bisogno di rendere maggiormente consapevoli i membri della Chiesa su come affrontare e considerare i casi di abuso nel più vasto ambito sociale. Riferendosi all'incontro di Roma dello scorso giugno, la baronessa Scotland ha sottolineato che "molti vescovi sono rimasti profondamente colpiti quando sono state illustrate le cifre degli abusi nell'ambito sociale che includevano anche quelle dei casi di violenza domestica". Sulla violenza che avviene nell'ambiente della casa, nel rapporto si afferma che "essa non può essere tollerata perché la dignità di ciascuna persona è radicata nella natura stessa dell'individuo. Per i credenti, ogni essere umano è creato a immagine e somiglianza di Dio. Questa immagine e somiglianza deve perciò essere rispettata e salvaguardata anche sulla base di una convinzione religiosa".
TMNews, L'Osservatore Romano