“Perché i cristiani dell’Occidente, docili all’azione dello Spirito Santo, ritrovino la freschezza e l’entusiasmo della loro fede”: è questa l’intenzione missionaria di preghiera del Papa per il mese di agosto. Un tema, quello della nuova evangelizzazione dell’Occidente, particolarmente caro a Benedetto XVI che proprio per affrontare questa sfida dei nostri tempi ha voluto istituire un nuovo dicastero vaticano. In Occidente, c’è bisogno di nuovi evangelizzatori che diano rinnovato vigore all’annuncio del Vangelo: è l’esortazione più volte ripetuta in questi anni da Papa Ratzinger, che fin da quando era cardinale ha messo l’accento sul pericolo dell’oscuramento di Dio dalle società di antica tradizione cristiana: “La crisi che si sperimenta porta con sé i tratti dell’esclusione di Dio dalla vita delle persone, di una generalizzata indifferenza nei confronti della stessa fede cristiana, fino al tentativo di marginalizzarla dalla vita pubblica” (Al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, 30 maggio 2011).
“Non è forse vero – ha avvertito il Papa – che l’Occidente, i Paesi centrali del cristianesimo sono stanchi della loro fede”, “non vogliono più conoscere la fede in Gesù Cristo”?: “Abbiamo motivo di gridare in quest'ora a Dio: 'Non permettere che diventiamo un non-popolo! Fa' che ti riconosciamo di nuovo! Infatti, ci hai unti con il tuo amore, hai posto il tuo Spirito Santo su di noi. Fa' che la forza del tuo Spirito diventi nuovamente efficace in noi, affinché con gioia testimoniamo il tuo messaggio!'” (21 aprile 2011, Santa Messa del Crisma).
All’Università di Ratisbona, al Collège des Bernardins di Parigi, ancora a Westminster Hall a Londra, il Pontefice ha incoraggiato l’Europa e l’Occidente a non disperdere la ricchezza del suo patrimonio cristiano. Il Papa ripete con forza che, pur se i tempi sono cambiati radicalmente dagli albori del cristianesimo, la missione che fu degli Apostoli non è cambiata: “La missione non è mutata, così come non devono mutare l’entusiasmo e il coraggio che mossero gli Apostoli e i primi discepoli. Lo Spirito Santo che li spinse ad aprire le porte del cenacolo, costituendoli evangelizzatori, è lo stesso Spirito che muove oggi la Chiesa per un rinnovato annuncio di speranza agli uomini del nostro tempo” (Al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, 30 maggio 2011).
Un appello che il Papa ha rinnovato, da ultimo, anche nel suo viaggio apostolico in Croazia, lo scorso giugno, quando alla società civile del Paese, prossimo all’ingresso nell’Unione europea, ha rammentato che, per sperare nel futuro, l’Europa non deve porre ai margini la fede e la coscienza morale, tra loro intrinsecamente legate: “Se la coscienza, secondo il prevalente pensiero moderno, viene ridotta all’ambito del soggettivo, in cui si relegano la religione e la morale, la crisi dell’occidente non ha rimedio e l’Europa è destinata all’involuzione. Se invece la coscienza viene riscoperta quale luogo dell’ascolto della verità e del bene, luogo della responsabilità davanti a Dio e ai fratelli in umanità – che è la forza contro ogni dittatura – allora c’è speranza per il futuro” (Incontro nel Teatro Nazionale Croato di Zagreb, 4 giugno 2011).
Radio Vaticana