Questa mattina, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza Reinhard Schweppe (foto), ambasciatore della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede, in occasione della presentazione delle Lettere Credenziali.
Nella viaggio in Germania, abbiamo tutti potuto vedere che la gente è “alla ricerca della verità”, ha sottolineato Benedetto XVI nel suo discorso. Il Papa ha ribadito, dunque, che i cristiani sono chiamati a dare testimonianza alla verità nella vita personale, familiare e comunitaria. “Un gruppo di credenti caratterizza, attraverso il proprio comportamento, determinate forme della vita sociale che poi vengono riprese da altre persone e quindi conferiscono alla società un carattere specifico”, ha spiegato Benedetto XVI, precisando però che “questa concezione non è sbagliata, ma non completa”. “È indubbio – le parole del Santo Padre – che la Chiesa rappresenti anche una comunità culturale”, ma “è convinta di non avere soltanto formato comunità culturali, in diverse forme, nei Paesi, ma di essere stata formata, di rimando, anche dalle tradizioni dei singoli Paesi. Inoltre, essa ha la consapevolezza di conoscere, attraverso la sua fede, la verità sull’uomo e di essere, conseguentemente, tenuta ad impegnarsi per quei valori che sono validi per l’uomo in quanto tale, a prescindere dalle singole culture”. In questa prospettiva, la Chiesa Cattolica “fa un distinguo tra la specificità della sua fede e le verità della ragione, alle quali la fede apre lo sguardo e che sono accessibili all’uomo in quanto uomo indipendentemente da questa stessa fede”. "Fortunatamente”, la constatazione del Papa, “una parte fondamentale di valori umani generali sono diventati diritto positivo nella nostra Costituzione del 1949 e nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo dopo la seconda guerra mondiale, perché dopo gli orrori della dittatura gli uomini hanno riconosciuto la valenza generale di questi valori che si fondano sulla verità antropologica e ne hanno fatto un diritto acquisito”, grazie anche all’“influenza” del cristianesimo, “ma anche di altre religioni, nell’imprimere alla società una determinata cultura”. “Oggi - ha affermato Benedetto XVI – alcuni valori fondamentali dell’esistenza umana sono nuovamente messi in discussione, valori che difendono la dignità dell’uomo come tale. Qui la Chiesa considera suo dovere difendere, nella totalità della nostra società, le verità e i valori, nei quali è in gioco la dignità dell'uomo in quanto tale". "non abbiamo diritto di giudicare se un individuo è ‘già persona’ o ‘ancora persona’, e ancor meno ci compete il diritto di manipolare l’uomo e – per così dire – di volere fare l’uomo”. “Solo una società che rispetti e difenda incondizionatamente la dignità di ogni persona, dal concepimento fino alla morte naturale – è il monito del Pontefice – può dirsi una società umana”. Se una società, ha affermato il Papa, “volesse decidere di selezionare i suoi membri maggiormente bisognosi di tutela, di voler escludere le persone dall’essere persona, si comporterebbe in modo profondamente inumano e anche non credibile di fronte all’uguaglianza della dignità di tutte le persone in ogni stadio della vita, evidente per ogni persona di buona volontà”. ''Se la Santa Sede interviene nel processo legislativo su questioni fondamentali che riguardano la dignità dell'uomo che oggi si pongono in molti ambiti dell'esistenza prenatale, essa non lo fa per imporre indirettamente la sua fede ad altri, bensì per difendere valori che sono fondamentalmente evidenti per tutti in quanto verità sull'essere persona, anche se interessi di diverso genere sembrano oscurare in molti modi questa evidenza''. Il Santo Padre ha citato “un aspetto critico che, attraverso tendenze materialistiche ed edonistiche, sembra farsi spazio soprattutto nei Paesi del cosiddetto mondo occidentale, e cioè la discriminazione di genere delle donne”. “Ogni persona, sia uomo o donna, è destinato ad esserci per l’altro. Un rapporto che non tenga in conto il fatto che l'uomo e la donna hanno la stessa dignità, rappresenta una grave mancanza nei riguardi dell'umanità. E' giunto il momento di fermare energicamente la prostituzione come anche la vasta diffusione di materiale a contenuto erotico e pornografico, anche e proprio tramite internet''. ''La Santa Sede - ha concluso - si impegnerà affinchè il necessario intervento da parte della Chiesa Cattolica in Germania contro queste genere di abusi avvenga in maniera più decisa e chiara''. Infine, il Papa ha espresso gratitudine alle istituzioni tedesche per i buoni rapporti con la Santa Sede e la possibilità per la Chiesa cattolica di annunciare liberamente il Vangelo e aiutare le persone bisognose attraverso le sue istituzioni caritative. Tra i “molti aspetti di una lodevole collaborazione positiva tra lo Stato e la Chiesa Cattolica in Germania”, il Papa ha citato “la tutela del diritto ecclesiastico al lavoro per mezzo del diritto dello Stato” e il “sostegno alla scuola cattolica e alle istituzioni ecclesiastiche in ambito caritativo”.
Radio Vaticana, SIR, Asca
All'ambasciatore della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede - il testo integrale del discorso del Papa