Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, alla presenza dei Padri sinodali, il Santo Padre Benedetto XVI ha conferito a due personalità il "Premio Ratzinger" istituito dalla "Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI".
I premiati di quest’anno sono Rémi Brague, francese, laico, studioso di Filosofia delle religioni e Brian E. Daley, padre gesuita, statunitense, storico di Teologia patristica.
“Mi congratulo vivamente con il padre Daley e il prof. Brague, che con la loro personalità illustrano questa iniziativa nella sua seconda edizione. E intendo ‘personalità’ in senso pieno: il profilo della ricerca e di tutto il lavoro scientifico; il prezioso servizio dell’insegnamento, che entrambi svolgono da lunghi anni; ma anche il loro essere, naturalmente in modi diversi – uno è un gesuita, l’altro un laico sposato – impegnati nella Chiesa, attivi nell’offrire il loro contributo qualificato alla presenza della Chiesa nel mondo di oggi”. Lo ha detto il Papa nel suo discorso. “I due premiati di quest’anno – ha evidenziato il Papa - sono competenti e impegnati in due aspetti decisivi per la Chiesa nei nostri tempi: mi riferisco all’ecumenismo e al confronto con le altre religioni. Il padre Daley, studiando a fondo i Padri della Chiesa, si è posto nella migliore scuola per conoscere e amare la Chiesa una e indivisa, pur nella ricchezza delle sue diverse tradizioni; per questo egli svolge anche un servizio di responsabilità nei rapporti con le Chiese ortodosse. E il prof. Brague è un grande studioso della filosofia delle religioni, in particolare di quelle ebraica e islamica nel medioevo”. Perciò, al Pontefice, a 50 anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, “piacerebbe rileggere insieme con loro due documenti conciliari: la Dichiarazione Nostra aetate sulle religioni non cristiane e il Decreto Unitatis redintegratio sull’ecumenismo, a cui aggiungerei però un altro documento che si è rivelato di straordinaria importanza: la dichiarazione 'Dignitatis humanae' sulla libertà religiosa”.
“Sicuramente – ha osservato il Santo Padre - sarebbe molto interessante, caro padre e caro professore, ascoltare le vostre riflessioni e anche le vostre esperienze in questi campi, dove si gioca una parte rilevante del dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo”. “Questo ideale incontro e confronto – ha affermato Benedetto XVI - già avviene leggendo le loro pubblicazioni, che in parte sono disponibili in diverse lingue. Sento di dover esprimere particolare apprezzamento e gratitudine per questa fatica del comunicare i frutti di tali ricerche. Un impegno, questo, che è gravoso ma prezioso per la Chiesa e per quanti operano in ambito accademico e culturale”. Il Papa ha sottolineato, poi, che entrambi i premiati sono professori universitari: “Questo aspetto merita di essere messo in rilievo, perché mostra un aspetto di coerenza nell’attività della Fondazione, che, oltre al Premio, promuove borse di studio per dottorandi in Teologia e anche convegni di studio a livello universitario, come quello che si è tenuto quest’anno in Polonia, e quello che avrà luogo fra tre settimane a Rio de Janeiro”. Personalità come Daley e Brague sono “esemplari per la trasmissione di un sapere che unisce scienza e sapienza, rigore scientifico e passione per l’uomo, perché possa scoprire l’‘arte del vivere’”. Per il Pontefice, “è proprio di persone che, attraverso una fede illuminata e vissuta rendano Dio vicino e credibile all’uomo d’oggi, ciò di cui abbiamo bisogno; uomini che tengano lo sguardo fisso verso Dio attingendo da questa sorgente la vera umanità per aiutare chi il Signore mette sul nostro cammino a comprendere che è Cristo la strada della vita; uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio, perché possano parlare anche alla mente e al cuore degli altri”. “Operare nella vigna del Signore, dove ci chiama – ha aggiunto -, perché gli uomini e le donne del nostro tempo possano scoprire e riscoprire la vera ‘arte del vivere’: questa è stata anche una grande passione del Concilio Vaticano II, più che mai attuale nell’impegno della nuova evangelizzazione”.
SIR
CONFERIMENTO DEL "PREMIO RATZINGER" 2012 - il testo integrale del discorso del Papa
“Mi congratulo vivamente con il padre Daley e il prof. Brague, che con la loro personalità illustrano questa iniziativa nella sua seconda edizione. E intendo ‘personalità’ in senso pieno: il profilo della ricerca e di tutto il lavoro scientifico; il prezioso servizio dell’insegnamento, che entrambi svolgono da lunghi anni; ma anche il loro essere, naturalmente in modi diversi – uno è un gesuita, l’altro un laico sposato – impegnati nella Chiesa, attivi nell’offrire il loro contributo qualificato alla presenza della Chiesa nel mondo di oggi”. Lo ha detto il Papa nel suo discorso. “I due premiati di quest’anno – ha evidenziato il Papa - sono competenti e impegnati in due aspetti decisivi per la Chiesa nei nostri tempi: mi riferisco all’ecumenismo e al confronto con le altre religioni. Il padre Daley, studiando a fondo i Padri della Chiesa, si è posto nella migliore scuola per conoscere e amare la Chiesa una e indivisa, pur nella ricchezza delle sue diverse tradizioni; per questo egli svolge anche un servizio di responsabilità nei rapporti con le Chiese ortodosse. E il prof. Brague è un grande studioso della filosofia delle religioni, in particolare di quelle ebraica e islamica nel medioevo”. Perciò, al Pontefice, a 50 anni dall’inizio del Concilio Vaticano II, “piacerebbe rileggere insieme con loro due documenti conciliari: la Dichiarazione Nostra aetate sulle religioni non cristiane e il Decreto Unitatis redintegratio sull’ecumenismo, a cui aggiungerei però un altro documento che si è rivelato di straordinaria importanza: la dichiarazione 'Dignitatis humanae' sulla libertà religiosa”.
“Sicuramente – ha osservato il Santo Padre - sarebbe molto interessante, caro padre e caro professore, ascoltare le vostre riflessioni e anche le vostre esperienze in questi campi, dove si gioca una parte rilevante del dialogo della Chiesa con il mondo contemporaneo”. “Questo ideale incontro e confronto – ha affermato Benedetto XVI - già avviene leggendo le loro pubblicazioni, che in parte sono disponibili in diverse lingue. Sento di dover esprimere particolare apprezzamento e gratitudine per questa fatica del comunicare i frutti di tali ricerche. Un impegno, questo, che è gravoso ma prezioso per la Chiesa e per quanti operano in ambito accademico e culturale”. Il Papa ha sottolineato, poi, che entrambi i premiati sono professori universitari: “Questo aspetto merita di essere messo in rilievo, perché mostra un aspetto di coerenza nell’attività della Fondazione, che, oltre al Premio, promuove borse di studio per dottorandi in Teologia e anche convegni di studio a livello universitario, come quello che si è tenuto quest’anno in Polonia, e quello che avrà luogo fra tre settimane a Rio de Janeiro”. Personalità come Daley e Brague sono “esemplari per la trasmissione di un sapere che unisce scienza e sapienza, rigore scientifico e passione per l’uomo, perché possa scoprire l’‘arte del vivere’”. Per il Pontefice, “è proprio di persone che, attraverso una fede illuminata e vissuta rendano Dio vicino e credibile all’uomo d’oggi, ciò di cui abbiamo bisogno; uomini che tengano lo sguardo fisso verso Dio attingendo da questa sorgente la vera umanità per aiutare chi il Signore mette sul nostro cammino a comprendere che è Cristo la strada della vita; uomini il cui intelletto sia illuminato dalla luce di Dio, perché possano parlare anche alla mente e al cuore degli altri”. “Operare nella vigna del Signore, dove ci chiama – ha aggiunto -, perché gli uomini e le donne del nostro tempo possano scoprire e riscoprire la vera ‘arte del vivere’: questa è stata anche una grande passione del Concilio Vaticano II, più che mai attuale nell’impegno della nuova evangelizzazione”.
SIR
CONFERIMENTO DEL "PREMIO RATZINGER" 2012 - il testo integrale del discorso del Papa