Dopo le parole di Papa Benedetto XVI, nell'ultima Congregazione generale il Sinodo dei vescovi ha proceduto alla votazione delle 58 proposizioni finali, documento conclusivo dei lavori di norma riservato al Pontefice. Tuttavia, Benedetto XVI ha autorizzato la pubblicazione di una bozza in lingua inglese. Ad una ad una sono stateo lette in latino dal relatore generale, il card. Donald Wuerl, e dal segretario speciale, mons. Pierre-Marie Carré. Ma se la lingua è antica, il contenuto è attuale: in sostanza, le proposizioni affermano che la Chiesa guarda alla nuova evangelizzazione senza paura, con coraggio, considerandola una vera opportunità di annuncio del Vangelo nel complesso contesto del mondo contemporaneo.
Suddivise in quattro gruppi, la natura della nuova evangelizzazione, il contesto del ministero della Chiesa oggi, le risposte pastorali alle circostanze dei giorni nostri, gli agenti ed i partecipanti della nuova evangelizzazione, più un’introduzione ed una conclusione, le proposizioni definiscono la nuova evangelizzazione come missione permanente della Chiesa, tempo di risveglio e ribadiscono l’importanza dell’inculturazione della fede nella contemporaneità, ma con il giusto discernimento degli elementi positivi da quelli negativi. Di qui, l’accento posto su un mondo secolarizzato sì, ma pur sempre creazione di Dio, al quale i cristiani non possono restare indifferenti perché si vive nel mondo anche se non si è del mondo.
Centrale, poi, la riflessione sul primo annuncio, per il quale i vescovi suggeriscono la definizione di linee guida precise, anche perché proclamare ed ascoltare il Vangelo è un diritto per ogni persona, credente o no, ed un obbligo per ogni cristiano. La proclamazione della Parola di Dio, dunque, lontana dal proselitismo, rispetti tutti. In questo contesto, il Sinodo incoraggia le diocesi e le parrocchie allo studio della Sacra Scrittura.
Guardando nello specifico alle sfide attuali, come la globalizzazione, i vescovi ribadiscono che il Vangelo offre una visione di vita che non si impone, ma si propone come messaggio di pace, bellezza, verità e speranza che aiuta l’uomo ad uscire dalla solitudine post-moderna. Oggi, notano i presuli, in un mondo in cui c’è guerra, violenza, individualismo, la Chiesa deve esercitare la riconciliazione in modo calmo e risoluto, portando un messaggio di amore e giustizia. Di qui, l’invito racchiuso in una specifica proposizione affinché ogni opportunità venga colta per tutelare i diritti umani.
Ampia, poi, la riflessione sulla libertà religiosa, definita dal Sinodo diritto umano fondamentale che include la libertà di coscienza. Considerata la necessità crescente di tutelare tale diritto, il Sinodo suggerisce di pensare ad una Commissione di leader religiosi nel mondo che monitori, anche attraverso il Pontificio Consiglio Giustizia e pace, gli attacchi alla libertà religiosa e di coscienza. Ed in questo senso, le proposizioni riflettono anche sullo sviluppo umano, perché non si può pensare alla nuova evangelizzazione senza un impegno serio in favore della giustizia e contro le cause della povertà.
Ulteriori suggerimenti guardano agli strumenti che la nuova evangelizzazione ha a disposizione: i mass media, per i quali si richiede la giusta formazione; la bellezza, dimensione speciale di un nuovo annuncio del Vangelo; i migranti, che vanno tutelati nella loro dignità e difesi dalle nuove forme di schiavitù, dalla tratta e dal traffico di organi. I vescovi, inoltre, richiamano la necessità di una conversione personale e collettiva, ribadiscono la chiamata alla santità per ciascuno, chiedono alle istituzioni di difendere il diritto all’educazione e alla libertà di insegnamento e suggeriscono che ogni università cattolica abbia un dipartimento di studi dedicato alla nuova evangelizzazione. Sottolineata poi l’importanza della catechesi degli adulti ed affermato che le Conferenze episcopali possono chiedere alla Santa Sede l’istituzione di un ministero per i catechisti.
Il Sinodo non dimentica, quindi, la nuova evangelizzazione nei confronti dei poveri e dei malati, in cui si vede il volto di Cristo; ribadisce l’importanza del sacramento della penitenza, chiedendo che sia sempre presente nella vita parrocchiale; riconosce la pietà popolare e il pellegrinaggio come opportunità di crescita della fede. Guardando ai carismi, definiti doni della Chiesa, i vescovi li invitano alla cooperazione con le diocesi, mentre le parrocchie vengono incoraggiate ad essere sempre più ambienti spirituali aperti a tutti i fedeli.
Proposizioni specifiche sono riservate quindi ai laici, invitati ad operare a fianco della Chiesa nella nuova evangelizzazione; alle donne, delle quali si ribadisce la dignità e se ne riconoscono le capacità, e alla famiglia cristiana, Chiesa domestica, primo agente di vita, di amore e di trasmissione della fede. Senza dimenticare i divorziati e i conviventi, il Sinodo sottolinea che la Chiesa dovrà cercare per loro risposte appropriate. Il pensiero va anche ai giovani: presente, futuro e dono della Chiesa, ricettori e attori della nuova evangelizzazione, dice il Sinodo, vanno accompagnati nella scoperta della loro vocazione di vita.
Spazio, poi, alla formazione continua dei sacerdoti che devono essere testimoni autentici e credibili, veri modelli di fede. E di fronte agli scandali che colpiscono la vita sacerdotale, i vescovi ringraziano i tanti presbiteri fedeli al loro ministero e chiedono per loro un piano pastorale di accompagnamento. Un incoraggiamento viene rivolto anche ai consacrati, affinché vivano la loro identità radicalmente e con gioia, in comunione con la Chiesa.
Infine, le proposizioni affrontano il tema del dialogo: quello ecumenico, che dà credibilità all’annuncio del Vangelo e per il quale si auspicano ulteriori progressi; quello interreligioso, che deve essere intensificato soprattutto con i musulmani e che implica il rispetto della libertà di coscienza e di religione, nell’ottica di una collaborazione reciproca per la difesa e la promozione della dignità umana. E ancora: il dialogo tra scienza e fede ed il dialogo con i non credenti, messo in atto dal Cortile dei gentili e diretto, per lo più, a chi non conosce Dio ma non vuole rimanere semplicemente senza di Lui, ma avvicinarlo almeno come sconosciuto.
Gli ultimi suggerimenti del Sinodo riflettono sulla salvaguardia del Creato, sulla trasmissione della fede a partire dagli insegnamenti del Concilio Vaticano II, e su Maria, Stella della nuova evangelizzazione.
Spetterà ora ad un’eventuale esortazione apostolica post-sinodale di Benedetto XVI raccogliere tali suggerimenti. Ma per ora, i credenti ricordino che portare la gioia del Vangelo nel mondo è compito di tutti, nessuno escluso.
Radio Vaticana
VENTIDUESIMA CONGREGAZIONE GENERALE
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