L’elenco finale delle Proposizioni è stato presentato stamani nella Sala Stampa vaticana. Sono intervenuti all’evento il card. Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington e relatore generale al Sinodo, mons. Pierre Marie Carré, arcivescovo di Montpellier e segretario speciale all’Assemblea sinodale e mons. Józef Michalik, arcivescovo di Przemyśl e presidente della Conferenza Episcopale polacca.
Dalle Proposizioni del Sinodo emerge uno sguardo positivo per l’impegno della nuova evangelizzazione: è quanto affermato dal card. Wuerl che ha tenuto a sottolineare lo spirito di unità che ha contraddistinto i lavori dell’assemblea sinodale. L’arcivescovo di Washington ha quindi aggiunto che la grande sfida per la Chiesa è ora proprio nel portare avanti l’impegno della nuova evangelizzazione in un tempo segnato dalla secolarizzazione. Ma chi sono dunque oggi i nuovi evangelizzatori?
“Sono tutti – ha detto Wuerl – Quindi, la nuova evangelizzazione riguarda le famiglie, i giovani. Riguarda chiunque, nell’ambito della Chiesa, sia impegnato in questa opera”. Le Proposizioni, ha aggiunto, devono far capire che la nuova evangelizzazione non è solo un impegno temporaneo, ma una condizione permanente della Chiesa:
“La nuova evangelizzazione – ha ribadito - non è semplicemente un programma, ma un modo di vedere il mondo che ci circonda ed un modo di invitare le persone ad aderire al Vangelo. Tutto questo può prendere diverse forme”. Volutamente, ha detto perciò il card. Wuerl, “siamo stati cauti nel suggerire come questo avrebbe potuto ‘funzionare’, perché ciascuna Conferenza Episcopale vorrà mettere in pratica la nuova evangelizzazione secondo le proprie tradizioni e secondo la propria valutazione della situazione specifica”. Quindi, parlando dei giovani, ha detto che non bisogna ritenerli solo come quelli che devono essere evangelizzati ma anche come degli evangelizzatori. Pensiero, questo, su cui si è soffermato anche mons. Michalik, presidente dei vescovi polacchi:
“Con i giovani bisogna avere il coraggio di essere molto chiari, radicali. Però, il radicalismo cristiano non esiste senza l’amore, senza la comprensione, senza la pazienza. Con un contatto umano, più umano il campo per l’evangelizzazione è più aperto”.
Dal canto suo, mons. Carré ha sottolineato che, al cuore della nuova evangelizzazione, c’è l’incontro con il Signore, un incontro da incoraggiare nelle difficoltà dei nostri tempi. I relatori si sono, infine, trovati d’accordo nel mettere l’accento sul ruolo della bellezza artistica, musicale, culturale quale via per annunciare il Vangelo. Né, infine, hanno mancato di indicare come fondamentale, in un mondo complesso come quello di oggi, il dialogo tra la Chiesa e il mondo scientifico.
Radio Vaticana
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