Il Sinodo "ha ulteriormente rinsaldato la comunione tra noi vescovi e l'affetto e la stima nei confronti del Santo Padre e del suo straordinario Magistero".
Lo afferma alla Radio Vaticana il card. Angelo Scola (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Milano, ricordando che Papa Ratzinger "auspicava, che dal Sinodo scaturisse 'un fuoco', come fu per lui l'esperienza del Concilio" ed aveva parlato di una "primavera cristiana".
"A me sembra - rileva Scola - che tale primavera sia già in fioritura.
Forse l'Anno della fede ed il Sinodo devono aiutarci - spiega - a sottolineare di più il 'noi' della fede. Dobbiamo avere più coraggio nella comunione, arrivando, come dice San Paolo, 'a sopportarci a vicenda con amore', se è necessario: perchè, l'unità è la grande condizione per far fiorire la nuova evangelizzazione".
Il card. Scola, che ha partecipato a tutte le Assemblee sinodali degli ultimi 20 anni, ritiene che questa volta "il lavoro sia stato veramente intenso: si sono messe a punto - elenca - questioni molto interessanti, pensiamo per esempio al rapporto doni gerarchici-doni carismatici, e siamo ritornati, equilibratamente, sul tema della famiglia, sul rapporto con l'Islam".
"Io credo che questo Sinodo - conclude il porporato - se avremo la pazienza di riportarlo nelle chiese e di 'digerirlo' insieme, possa segnare un passo serio nella direzione della nuova evangelizzazione". "Il problema non è soltanto quello di contenere l'immigrazione islamica in Europa, o il mescolamento di culture che ne deriva. Non esiste soltanto il problema tragico e drammatico, di sostenere i nostri cristiani nei Paesi del Medio Oriente, che sono in grande sommovimento: oramai, i problemi dei paesi islamici - il problema della libertà religiosa, della libertà di coscienza, della libertà di conversione, il problema del rispetto della dignità, dei diritti umani - sono gli stessi problemi che abbiamo anche noi qui in Occidente". "Su questi stessi temi, almeno a livello europeo - afferma Scola - siamo molto confusi e si stanno talora compiendo delle scelte, che sono regressive e non progressive". "Il Santo Padre - afferma ancora il porporato - auspicava, che dal Sinodo scaturisse un fuoco, come fu per lui l'esperienza del Concilio. A me sembra che il lavoro sia stato veramente intenso: si sono messe a punto questioni molto interessanti - pensiamo per esempio al rapporto doni gerarchici-doni carismatici - e siamo ritornati, equilibratamente, sul tema della famiglia, sul rapporto con l'islam".
Agi, TMNews
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