Il nuovo anello cardinalizio, la corona del moro e il card. Montezemolo: lo stemma di Benedetto XVI inciso sul simbolo dei porporati del Concistoro di febbraio è sbagliato
"Sono un cardinale invalido". È il commento di un porporato, che ha ricevuto la berretta rossa da Benedetto XVI nel Concistoro del febbraio scorso, quando gli si fa notare che lo stemma di Papa Ratzinger inciso sul suo anello cardinalizio (foto) è sbagliato. Ai ventidue nuovi principi della Chiesa, nel primo Concistoro del 2012, Benedetto XVI ha voluto donare un nuovo anello cardinalizio, del costo di 1.500 euro, realizzato in esclusiva dalla ditta "Fratelli Savi Gioielli" di Roma, sostituendo così quello con l’incisione della crocifissione di Gesù che era stato scelto per i nuovi porporati da Paolo VI e utilizzato anche dal beato Giovanni Paolo II nel corso del suo lungo pontificato.
I nuovi anelli sono un po’ più piccoli dei precedenti e perciò più pratici da portare. Il gambo rappresenta una colonna stilizzata, di quelle che ornano la Basilica di San Pietro, e sorregge un castone a forma di croce contenente una formella in bassorilievo. Su di essa sono raffigurati i Santi Pietro e Paolo, ripresi dalle statue antistanti la Basilica Vaticana, a rappresentare la fede e l’annuncio missionario. Al centro, tra i due santi, quasi a illuminarli, c’è una stella a otto punte, chiaro riferimento mariano. All’interno, sotto la formella, è inciso lo stemma di Benedetto XVI, sempre in bassorilievo. Ed ecco l’errore. La corona del moro ha solo tre punte e non sei come nella versione ufficiale ridisegnata per Papa Ratzinger dal card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, che vanta una laurea in architettura oltre che un’eccelsa preparazione in araldica vaticana. Il porporato, infatti, è autore di numerosi stemmi episcopali e cardinalizi di tanti suoi confratelli.
Per Benedetto XVI, Montezemolo ha ridisegnato in versione pontificia lo stemma dell’allora card. Ratzinger, riprendendone tutti gli elementi preesistenti ma disponendoli in modo diverso. Per volontà proprio di Benedetto XVI, per la prima volta nello stemma di un Papa scompare la tiara che viene sostituita dalla mitria d’argento che riporta tre fasce d’oro che rappresentano i tre poteri di ordine, giurisdizione e magistero collegati verticalmente fra di loro al centro per indicare la loro unità nella persona del Pontefice.
Un’altra innovazione nello stemma di Benedetto XVI è l’inserimento del Pallio, insegna liturgica propria del Papa, che compare molto spesso in antiche raffigurazioni dei Vescovi di Roma. Indica l’incarico di essere il pastore del gregge affidatogli da Cristo. Nella scudo, poi, c’è la conchiglia su sfondo rosso simbolo dei pellegrini. Essa compare anche nello stemma del monastero di Schotten a Ratisbona, e ricorda la leggenda secondo cui Sant’Agostino incontrando su una spiaggia un bambino che con una conchiglia voleva svuotare il mare della sua acqua, comprese l’impossibilità per la mente umana di capire il mistero di Dio.
Nelle due cappe laterali figurano, su sfondo dorato, due simboli dell’Aacidiocesi di Monaco e Frisinga, di cui Joseph Ratzinger è stato arcivescovo: a sinistra la testa coronata di un moro indica l’universalità della Chiesa, a destra l’orso caricato di un fardello richiama la leggenda di san Corbiniano, primo Vescovo di Frisinga, che, mentre si recava a Roma, fu assalito da un orso che gli uccise il cavallo. Il santo allora ammansì la bestia e la costrinse a portare la soma fino a Roma, dove la liberò. Scoperto l’errore nell’incisione dello stemma di Benedetto XVI sui nuovi anelli cardinalizi la domanda sorge spontanea: per il Concistoro del prossimo 24 novembre i sei anelli che il Papa donerà ai nuovi porporati saranno ancora sbagliati? Ci saranno così ventotto "cardinali invalidi" nella Chiesa di Roma?
Francesco Grana, Orticalab