Il presidente palestinese, ricevendo Papa Benedetto lo scorso 13 maggio nel palazzo presidenziale al suo arrivo a Betlemme, denunciò ancora una volta l'occupazione israeliana ringraziando Benedetto XVI per la comprensione delle ''sofferenze'' subite dal popolo palestinese. ''In questa Terra Santa c'è chi ancora continua a costruire muri di separazione e non ponti e tenta, con la forza dell'occupazione, di costringere musulmani e cristiani a lasciare il Paese'', disse il leader chiedendo allo stesso Papa di lavorare insieme verso una risoluzione del conflitto e criticando con forza l'occupazione israeliana e i muri separatori della Cisgiordania. ''Sua Santità è del tutto consapevole della situzione a Gerusalemme circondata dal muro dell'apartheid che impedisce alla nostra gente della Cisgiordania di raggiungere la Basilica del Santo Sepolcro o la Moschea di Al Aqsa'', spiegò Abbas riferendosi ai principali siti cristiani e musulmani di Gerusalemme. ''E' tempo che le sofferenze finiscano e vengano sostituite dall'amore e dalla pace'', aggiunse Abbas che definì il messaggio del Papa ricco ''di speranza per un domani senza più occupazione, profughi o prigionieri, ma basato sulla coesistenza pacifica e sulla prosperità''.
Ansa, Apcom