Il Pontefice è quindi entrato nel Prato accolto da un fragoroso applauso e dalla parole "Viva il Papa" dei 35mila fedeli presenti. Ha attraversato la folla festante. Il tempo anche di prendere in braccio e baciare un bambino che gli viene passato dalla mamma. Diecimila persone a sedere, almeno 20mila in piedi intorno alla basilica a cielo aperto, fortemente voluta dal vescovo Fontana, allestita negli scorsi giorni, incorniciata da bellissimi allestimenti floreali bianco e gialli. Quindi, insieme al vescovo e al sindaco Fanfani, è salito sul palco per ricevere, prima della celebrazione, i loro indirizzo di saluto. Ecco le parole del primo cittadino: "Santità, è un grande onore darle il benvenuto ad Arezzo in questo antico e stupendo giardino, cuore antico della città. A me Santità spetta l'onore di ringraziarla ed esprimerle la gioia che la sua visita provoca in tutti noi. E la certezza che la nostra comunità saprà trarre dalle sue parole stimolo e alimento per la propria crescita". Fanfani ha poi affrontato il delicato tema della crisi: "Originata non solo da fattori ecnomici, ma dobbiamo aggiungere anche quelli morali. Come lei ha scritto la cultura della legalità aiuta i cittadini ha comprendere che le leggi servono per incanalare le tante energie positive presenti nella società per il bene comune".Infine un saluto di benevenuto: "A Lei santità va il saluto della città di Arezzo. A lei signor presidente del Consiglio, il ringraziamento per essere qui oggi. A lei mons. Riccardo Fontana e alla Chiesa aretina la riconoscenza per aver reso possibile questo grande evento spiriturale. Benevenuto quindi ad Arezzo. A lei Santo Padre - ha detto poi consegnandogli il regalo della città - va il dono della città che ho l'onore e il provilegio di consegnarle". "E' il simbolo della storia antica e contemporanea di Arezzo e della speranza per il suo futuro. Un 'formale' realizzato dalla UnoAerre che ha fatto la storia industriale della nostra città e che adesso, dopo un lungo periodo di crisi si prepara a scrivere una pagina nuova e positiva grazie alla capacità degli imprenditori e all'impegno di tanti lavoratori. Il nostro dono è quindi nel segno non solo della speranza ma dell'impegno di tutti per un futuro migliore", ha concluso. E' stato poi il turno del vescovo. "Beatissimo Padre - ha esordito - Pietro è venuto a trovare Donato. Gioisce la Santa Chiesa quest'oggi per questa festa dello Spirito. Il più grande dono che ci sta facendo è il recupero della dimensione soprannaturale che ci appartiene nella Chiesa. E' bello sul prato, come alla Moltiplicazione dei pani, come sul Monte delle Beatidtudini"."Saliti sul colle di Donato - ha proseguito Fontana - ci aspettiamo di ascoltare ancora la beatitudine che viene dal puntare sugli ideali che vengono dall'esperienza di Dio. Vogliamo dirle Santo Padre che le nostre Chiese vengono da lontano e non hanno paura del nuovo, perché si affidano al Signore".Poi il vescovo ha concluso: "Solo alcuni dei presenti hanno trovato una sedia, meglio entrare nel Regno dei Cieli un po' scomodi per aiutare gli altri che fare esibizione degli agi che la civiltà contemporanea potrebbe assicurare. Ci piace che il sistema mediatico faccia arrivare la Vostra parola a molti, anche a chi non è potuto salire quassù. La Madonna che in Arezzo è invocata sotto il bellissimo titolo del 'Conforto', ci ha molto aiutato in questi anni, con segni davvero prodigiosi, come moltiplicando le vocazioni al sacerdozio nelle nostre comunità".
Arezzo Notizie, La Nazione
Saluto dell’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro
Saluto di Giuseppe Fanfani, sindaco di Arezzo