Oggi, memoria di santa Teresa di Gesù, vergine, dottore
della Chiesa, carmelitana scalza, alle 9.00, alla presenza del Santo Padre,
con il canto dell’Ora Terza, ha avuto inizio l’undicesima Congregazione
generale per la continuazione degli interventi in Aula dei Padri Sinodali sul
tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede
cristiana". Presidente delegato di turno il Card. John Tong Hon, vescovo di Hong Kong. In
conclusione di Congregazione il segretario generale del Sinodo dei vescovi
mons. Nikola Eterovic, ha
presentato al Santo Padre un volume sulla X Assemblea generale ordinaria che si è celebrata nel 2001 sul tema “Il vescovo: Servitore
del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo”. Il Santo Padre ha donato
una copia a ciascun Padre sinodale e partecipante a questa
Assemblea. A questa Congregazione generale, che si è conclusa alle
12.30 con la preghiera dell'Angelus Domini, erano presenti 251
Padri.
È un “tempo di inquietudine” quello che sta vivendo il Mali: il Sinodo ne ha descritto le difficoltà sociali, politiche, ma anche ecclesiali, legate agli ostacoli dell’evangelizzazione, in un contesto in cui gli scontri tra ribelli e governo provvisorio sono una minaccia per la religione. I presuli, quindi, hanno invocato la pace e ribadiscono l’importanza del dialogo. Ma oltre a quelle africane, sono oscure anche la pagine europee, in cui la globalizzazione crea nuove forme di martirio, incruento ma sofferto, l’intolleranza nei confronti dei cristiani è subdola, ma continuata, Dio non è solo negato, ma proprio sconosciuto. Di fronte a tale realtà, la nuova evangelizzazione può fare affidamento su tre ‘strumenti’, ha detto il Sinodo: i laici, le famiglie, il dialogo ecumenico ed interreligioso. I laici, dunque, vanno formati in modo adeguato, solido, forte, magari anche attraverso Sinodi locali che li coinvolgano direttamente, così che siano capaci di non cedere alle lusinghe del mondo e di dare testimonianza di valori autentici, basati sul non conformismo della fede. Non si può essere, ha sottolineato il Sinodo, o membri della Chiesa o cittadini del mondo: le due dimensioni vanno di pari passo. I laici devono ‘fare rete’ nelle diocesi, hanno affermato i vescovi, anche perché se la Chiesa si allontana dalla società, la nuova evangelizzazione non porterà frutti. Poi, la grande sfida della famiglia, Chiesa domestica e quindi soggetto di evangelizzazione: deflagrata a causa della storia occidentale basata sulla liberazione da ogni legame, oggi la questione familiare appare come il problema numero uno della società, ha evidenziato l’Assemblea sinodale, tanto che si crede di più alla fedeltà nel tifo calcistico che nel matrimonio. E la Chiesa non può tacere, non perché conservatrice di un istituto desueto, ma perché è in ballo la stabilità stessa della società. Di qui, l’invito a porre la famiglia al centro della politica, dell’economia e della cultura, ma anche l’auspicio affinché la Chiesa sappia diventare ‘famiglia delle famiglie’, anche di quelle ferite. In fondo, e qui la domanda dei presuli è diventata autocritica, oggi la Chiesa non è forse più un’istituzione che una famiglia? Quindi, i Padri sinodali hanno affrontato la questione del dialogo, altra via auspicabile per la nuova evangelizzazione. Certo, dal punto di vista interreligioso, esso presenta le difficoltà del confronto con l’islam, come in Pakistan, dove è in vigore la legge sulla blasfemia, o in Medio Oriente, dove i cristiani sono sempre meno. Cosa fare, dunque? Il Sinodo scommette proprio sui giovani musulmani, sempre più attratti dal Vangelo nel quale trovano gioia, libertà, amore. Rilanciando il significato profondo della Buona Novella, hanno spiegato i vescovi, si potrà evitare anche la confusione tra la secolarizzazione ed il cristianesimo, così frequente nel mondo musulmano. In quest’ottica, rientra anche una scuola di catechesi per adulti, che sempre più abbandonano il ruolo di educatori, preoccupandosi, ma non curandosi, dei giovani. I catechisti adulti possono diventare testimoni e portatori di fede, hanno detto i Padri sinodali, ottenendo a volte risultati migliori dei sacerdoti stessi. Sul fronte ecumenico, la sfida non è da meno: la divisione tra cristiani, ha sottolineato il Sinodo, è senza dubbio il grande ostacolo della nuova evangelizzazione e non è del tutto innocente riguardo alla scristianizzazione dell’Europa e alla sua attuale debolezza politica e culturale. Una maggiore cooperazione ed una strategia pastorale concordata tra cattolici ed ortodossi, dunque, sarebbe un baluardo contro la secolarizzazione, ma anche un segnale forte nei confronti dell’islam. Tra gli altri suggerimenti avanzati per favorire la nuova evangelizzazione, anche la promozione dei pellegrinaggi, come momento di rinnovamento della fede e di ‘sintonia’ della Chiesa con le domande racchiuse nel cuore dell’uomo, così che comprenda la meta del suo cammino.
Radio Vaticana
UNDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE
È un “tempo di inquietudine” quello che sta vivendo il Mali: il Sinodo ne ha descritto le difficoltà sociali, politiche, ma anche ecclesiali, legate agli ostacoli dell’evangelizzazione, in un contesto in cui gli scontri tra ribelli e governo provvisorio sono una minaccia per la religione. I presuli, quindi, hanno invocato la pace e ribadiscono l’importanza del dialogo. Ma oltre a quelle africane, sono oscure anche la pagine europee, in cui la globalizzazione crea nuove forme di martirio, incruento ma sofferto, l’intolleranza nei confronti dei cristiani è subdola, ma continuata, Dio non è solo negato, ma proprio sconosciuto. Di fronte a tale realtà, la nuova evangelizzazione può fare affidamento su tre ‘strumenti’, ha detto il Sinodo: i laici, le famiglie, il dialogo ecumenico ed interreligioso. I laici, dunque, vanno formati in modo adeguato, solido, forte, magari anche attraverso Sinodi locali che li coinvolgano direttamente, così che siano capaci di non cedere alle lusinghe del mondo e di dare testimonianza di valori autentici, basati sul non conformismo della fede. Non si può essere, ha sottolineato il Sinodo, o membri della Chiesa o cittadini del mondo: le due dimensioni vanno di pari passo. I laici devono ‘fare rete’ nelle diocesi, hanno affermato i vescovi, anche perché se la Chiesa si allontana dalla società, la nuova evangelizzazione non porterà frutti. Poi, la grande sfida della famiglia, Chiesa domestica e quindi soggetto di evangelizzazione: deflagrata a causa della storia occidentale basata sulla liberazione da ogni legame, oggi la questione familiare appare come il problema numero uno della società, ha evidenziato l’Assemblea sinodale, tanto che si crede di più alla fedeltà nel tifo calcistico che nel matrimonio. E la Chiesa non può tacere, non perché conservatrice di un istituto desueto, ma perché è in ballo la stabilità stessa della società. Di qui, l’invito a porre la famiglia al centro della politica, dell’economia e della cultura, ma anche l’auspicio affinché la Chiesa sappia diventare ‘famiglia delle famiglie’, anche di quelle ferite. In fondo, e qui la domanda dei presuli è diventata autocritica, oggi la Chiesa non è forse più un’istituzione che una famiglia? Quindi, i Padri sinodali hanno affrontato la questione del dialogo, altra via auspicabile per la nuova evangelizzazione. Certo, dal punto di vista interreligioso, esso presenta le difficoltà del confronto con l’islam, come in Pakistan, dove è in vigore la legge sulla blasfemia, o in Medio Oriente, dove i cristiani sono sempre meno. Cosa fare, dunque? Il Sinodo scommette proprio sui giovani musulmani, sempre più attratti dal Vangelo nel quale trovano gioia, libertà, amore. Rilanciando il significato profondo della Buona Novella, hanno spiegato i vescovi, si potrà evitare anche la confusione tra la secolarizzazione ed il cristianesimo, così frequente nel mondo musulmano. In quest’ottica, rientra anche una scuola di catechesi per adulti, che sempre più abbandonano il ruolo di educatori, preoccupandosi, ma non curandosi, dei giovani. I catechisti adulti possono diventare testimoni e portatori di fede, hanno detto i Padri sinodali, ottenendo a volte risultati migliori dei sacerdoti stessi. Sul fronte ecumenico, la sfida non è da meno: la divisione tra cristiani, ha sottolineato il Sinodo, è senza dubbio il grande ostacolo della nuova evangelizzazione e non è del tutto innocente riguardo alla scristianizzazione dell’Europa e alla sua attuale debolezza politica e culturale. Una maggiore cooperazione ed una strategia pastorale concordata tra cattolici ed ortodossi, dunque, sarebbe un baluardo contro la secolarizzazione, ma anche un segnale forte nei confronti dell’islam. Tra gli altri suggerimenti avanzati per favorire la nuova evangelizzazione, anche la promozione dei pellegrinaggi, come momento di rinnovamento della fede e di ‘sintonia’ della Chiesa con le domande racchiuse nel cuore dell’uomo, così che comprenda la meta del suo cammino.
Radio Vaticana
UNDICESIMA CONGREGAZIONE GENERALE