Un incontro offerto ai vescovi impegnati in questi giorni nel lavori del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, desiderosi di approfondire la spiritualità di comunione presente nella vita del Movimento dei Focolari. Si è tenuto ieri pomeriggio nell’istituto Maria Santissima Bambina, accanto a Piazza San Pietro.
Applicazione del Vangelo nel quotidiano, dialoghi tra cristiani, con le altre religioni e con i non credenti, comunione fra laici e sacerdoti, sono alcuni dei principi sviluppati dal Concilio Vaticano II, già in qualche modo presenti nel Movimento dei Focolari dal suo nascere negli anni '40. Sfide impegnative tuttora aperte e che molto hanno a che fare con la nuova evangelizzazione. Dell'esperienza maturata in questo senso dai Focolari si è parlato in questo incontro. Ma qual è il metodo del Movimento per annunciare Gesù agli uomini del nostro tempo? Don Helmut Sievers, sacerdote focolarino, tra gli organizzatori dell'evento:
“Non esiste metodo, ma esiste un modo di fare che è amare e mettere l’amore al primo posto, cioè non la voglia di convertire, non la voglia di conquistare gente per la nostra Chiesa o la nostra convinzione ma offrire in un modo rispettoso la nostra opinione, la nostra esperienza. E la nostra esperienza è quella del Vangelo vissuto, di mettere in pratica nella vita di tutti i giorni quello che Gesù ha detto e lì ci sono le cose che contrastano evidentemente con la mentalità del mondo della quale tanti cristiani soni impregnati, cioè evitare la persona antipatica, avere rapporti solo con gli amici evitando quelli che non sono amici: con ciò non si vive il Vangelo, magari si annuncia il Vangelo, si predica e le parole però non contengono la vita vissuta. C’è una potenzialità enorme che la Chiesa forse deve sfruttare ancora meglio”.
A parlare ai presuli presenti, provenienti dalle aree del mondo più varie, del contributo che il Movimento dei Focolari vuole offrire al Sinodo, accanto al copresidente don Giancarlo Faletti, anche mons. Francis-Xavier Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok-Thailandia:
“Per il nuovo millennio abbiamo bisogno della spiritualità di comunione. Ci sono vescovi che cercano di vivere tra vescovi questa spiritualità. Bisogna portare questa spiritualità nel ministero episcopale per rinnovare la diocesi e anche il nostro apostolato, l’evangelizzazione, con il cambiamento della vita e il rinnovamento della vita”.
Tra i partecipanti all'incontro, mons. Petru Gherghel, vescovo della diocesi di Iasi in Romania:
“Questa spiritualità dell’unità ha un ruolo molto importante perché se siamo figli di Dio dobbiamo tutti sentirci uniti. Il mio motto è proprio in questa direzione: 'Ut omnia unum sint'. E questa spiritualità dell’unità corrisponde molto a questo movimento dei Focolarini. In questo senso mi impegno personalmente, non soltanto io, con gli altri, per creare un clima di fraternità. Vedere sempre nell’altro Gesù; se si realizza, questo porta veramente frutti positivi. Io spero di portare a numerosi fedeli lo spirito di unità, di amore reciproco".
Radio Vaticana
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