
sabato 28 febbraio 2009
Ultimatum di mons. Fellay a Williamson: se non ritratterà sarà espulso dalla Fraternità San Pio X. Se tace per un buon periodo è meglio per tutti

Il Papa in Camerun e Angola. Conferenza stampa dell'arcivescovo di Yaoundé sulla preparazione al viaggio di Benedetto XVI

Mons. Marini e la Comunione in ginocchio nelle liturgie di Benedetto XVI: mette meglio in luce la presenza di Gesù nell’Eucaristia

Benedetto XVI autorizza la celebrazione di due Messe in rito tridentino nella Basilica di San Giovanni in Laterano

Presentato al Papa l'Annuario Pontificio 2009: cattolici in aumento soprattutto in Oceania e Africa. Vocazioni in calo in Europa

I cattolici nel mondo, secondo i dati che si riferiscono al 2007, sono aumentati a un miliardo e 147 milioni circa (nel 2006 erano un miliardo e 131 milioni) seguendo sostanzialmente il ritmo dell’incremento demografico (1,1%), stabile dunque a livello di percentuale, attorno al 17,3%. Rilevante l’incremento dei fedeli battezzati in Oceania (+4,7%) e in Africa (+3,0%). Positivi i dati dell’Asia (+1,7%) e dell’Europa (+0,8%) mentre lievemente negativo quello dell’America (–0,1%) che tuttavia conta la metà dei cattolici di tutto il Pianeta. I vescovi sono passati, dal 2006 al 2007, da 4.898 a 4.946. Il numero dei sacerdoti si mantiene sul trend di crescita moderata inaugurato nel 2000, dopo oltre un ventennio di performance piuttosto deludente. I sacerdoti, infatti, sono aumentati nel corso degli ultimi otto anni, passando dai circa 405 mila nel 2000 agli oltre 408 mila nel 2007. I sacerdoti aumentano soprattutto in Africa e Asia (nel periodo 2000-2007, +27,6% e +21,2%); stabile la situazione in America, mentre Europa e Oceania registrano (nello stesso periodo) una forte diminuzione (-6,8% e -5,5%). Il numero dei diaconi permanenti continua a mostrare una significativa dinamica evolutiva. Aumentano, al 2007, di oltre il 4,1%, rispetto al 2006, passando da 34.520 a 35.942. La consistenza dei diaconi migliora a ritmi sostenuti sia in Africa, Asia e Oceania, dove essi non raggiungono ancora il 2% del totale, sia in aree dove la loro presenza è quantitativamente più rilevante. In America ed in Europa, dove al 2007 risiede circa il 98% della popolazione complessiva, i diaconi sono aumentati, dal 2006 al 2007, del 4,0% . Infine, a livello globale, il numero dei candidati al sacerdozio è aumentato dello 0,4% raggiungendo quasi quota 116 mila. Anche in questo caso, Africa e Asia hanno mostrato una sensibile crescita, mentre l’Europa e l’America hanno registrato una contrazione, rispettivamente, del 2,1 e dell’1 per cento.
Benedetto XVI invita a pregare affinché il ruolo delle donne sia sempre più valorizzato in ogni parte del mondo

L’uomo e la donna “uguali in dignità sono chiamati ad arricchirsi vicendevolmente in comunione e collaborazione” in famiglia come nelle altre dimensioni della società: Benedetto XVI lo sottolinea con forza il 15 novembre dell’anno scorso, parlando alla plenaria del Pontificio Consiglio dei Laici. Il Papa mette l’accento sul contributo delle donne nella diffusione del Vangelo. “Alle donne cristiane si richiedono consapevolezza e coraggio per affrontare compiti esigenti, per i quali tuttavia non manca loro il sostegno di una spiccata propensione alla santità, di una speciale acutezza nel discernimento delle correnti culturali del nostro tempo, e della particolare passione nella cura dell’umano che le caratterizza. Mai si dirà abbastanza di quanto la Chiesa riconosca, apprezzi e valorizzi la partecipazione delle donne alla sua missione di servizio alla diffusione del Vangelo”.
Al ruolo delle donne “effettivo e prezioso” per lo sviluppo del cristianesimo, Benedetto XVI dedica una catechesi, nell’udienza generale del 14 febbraio 2007. E sottolinea che tale testimonianza “non può essere dimenticata”. “La storia del Cristianesimo avrebbe avuto uno sviluppo ben diverso se non ci fosse stato il generoso apporto di molte donne. (...) La Chiesa ringrazia per tutte le manifestazioni del ‘genio’ femminile apparse nel corso della storia, in mezzo a tutti i popoli e nazioni”.
Già, un anno prima, nella visita alla parrocchia di Sant’Anna in Vaticano, il 5 febbraio 2006, Benedetto XVI aveva ringraziato le donne che si impegnano nella Chiesa: “… sono anima della famiglia, anima della parrocchia… un grazie sentito a tutte le donne che animano questa parrocchia, alle donne che servono in tutte le dimensioni, che ci aiutano sempre di nuovo a conoscere la Parola di Dio non solo con l’intelletto, ma col cuore”.
La dignità della donna è stata poi al centro del discorso per il 20° della Lettera Apostolica di Papa Wojtyla “Mulieris Dignitatem”, il 9 febbraio scorso. Un intervento tutto incentrato sull’uguaglianza in dignità dell’uomo e della donna, sulla loro vocazione alla reciprocità e alla complementarietà. In quest’occasione, Benedetto XVI ha criticato con vigore la persistenza di “una mentalità maschilista” che ignora la novità del cristianesimo che “riconosce e proclama l’uguale dignità e responsabilità della donna rispetto all’uomo”. “Ci sono luoghi e culture dove la donna viene discriminata o sottovalutata per il solo fatto di essere donna, dove si fa ricorso persino ad argomenti religiosi e a pressioni familiari, sociali e culturali per sostenere la disparità dei sessi, dove si consumano atti di violenza nei confronti della donna rendendola oggetto di maltrattamenti e di sfruttamento nella pubblicità e nell'industria del consumo e del divertimento”. Dinanzi a “fenomeni così gravi e persistenti”, è stato il monito del Papa, è “ancor più urgente” l’impegno dei cristiani “perché diventino dovunque promotori di una cultura che riconosca alla donna, nel diritto e nella realtà dei fatti, la dignità che le compete”.
Benedetto XVI, nel suo prossimo viaggio apostolico in Camerun e Angola, incontrerà a Luanda i Movimenti cattolici per la promozione della donna.
Il Papa nomina mons. Vegliò presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti scisso dal dicastero Giustizia e Pace guidato dal card. Martino

venerdì 27 febbraio 2009
Revoca della scomunica ai lefebvriani. Mons. Fellay: non siamo pronti a riconoscere il Concilio Vaticano II

Credo sia veramente ora che mons. Fellay la smetta di andare qua e là a rilasciare interviste su cosa va o non va bene a lui e alla sua Fraternità, e si impegni nel dialogo schietto e sincero con la Santa Sede, se non vuole continuare insieme agli altri seguaci di Lefebvre a rimanere ai margini della Chiesa, anzi, fuori dalla comunione ecclesiale.
Nessuno abusi della misericordia e della magnanimità di Papa Benedetto!
Scenron
Un vescovo che blogga: da oggi il card. Poletto interviene sul blog del seminario di Torino

Un Vescovo che blogga
Carissimi,
mi affaccio a questo mondo affascinante, anche se non privo di rischi sopratutto per i più giovani, per aprire il mio cuore di vescovo e condividere con voi il tesoro del campo alla cui ricerca sono anche io. Per ragioni di età potrei essere il nonno, il padre, lo zio della maggior parte di voi, dunque poco abituato ad usare Internet. Spero sarete comprensivi, sopratutto per gli eventuali tempi di risposta ai vostri commenti. Vorrei che leggeste i miei interventi come l'offerta da parte di un vescovo, che è soprattutto un prete, di motivi di riflessione e condivisione di speranze e nuove sfide per il nostro presente e per il futuro che soprattutto a voi, cari giovani che mi leggete, è affidato.
Nell'anno paolino, indetto dal santo Padre Benedetto XVI e nell'anno della Parola che celebriamo qui nella diocesi di Torino, da cui vi scrivo, faccio mio l'invito di San Paolo: ad essere "lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera" (Rm 12,12).
Con una grande ed affettuosa benedizione.
Card. Severino Poletto
La stampa inglese: il card. Murphy-O'Connor potrebbe diventare Lord. Gode della stima del premier Brown ma avrà bisogno della dispensa del Papa

Padre Lombardi: le parole del vescovo Williamson non rispettano le condizioni richieste dalla Santa Sede. Il rabbino Rosen: scuse non sufficienti

Anche il rabbino David Rosen ha commentato al SIR la notizia delle scuse del vescovo negazionista: “per noi non sono sufficienti. Non sono vere scuse. Non ha detto ho sbagliato, le mie opinioni erano false, me ne pento non lo farò più. Sono scuse ingenue”.
Il Papa in Terra Santa. David Rosen: visita molto positiva, sarò felice di incontrarlo con gli altri rabbini

Il Papa nomina arcivescovo di Rio de Janeiro un monaco cistercense

Benedetto XVI: i battezzati non possono restare indifferenti quando manchi il pane. La lottà alla povertà rende possibile la pace

giovedì 26 febbraio 2009
'Zenit': l'appello del Papa alla conversione durante la Messa del Mercoledì delle Ceneri fa breccia tra i fedeli

L'appello alla conversione lanciato da Benedetto XVI questo mercoledì durante la Messa del Mercoledì delle Ceneri è penetrato tra le migliaia di fedeli riuniti nella Basilica di Santa Sabina per dare inizio al tempo di Quaresima.
Altre centinaia di pellegrini che non hanno potuto entrare nella Basilica sono rimaste all'esterno partecipando alla cerimonia, trasmessa mediante maxischermi. Nonostante il freddo, il pomeriggio era assolato.
Un'antica tradizione. Anno dopo anno, il Papa celebra a Santa Sabina, sul colle dell'Aventino, la Messa con cui si dà inizio alla Quaresima. Fin dal V secolo, quando è stata costruita la Basilica, i cristiani si riunivano 40 giorni prima della Settimana Santa nella chiesa di Sant'Anastasia e andavano a piedi fino a Santa Sabina, facendo penitenza a piedi scalzi, chiedendo misericordia e proponendosi di praticare il digiuno e l'astinenza.
“Così è nata la tradizione che il Papa celebri ogni anno il Mercoledì delle Ceneri in questa chiesa, con Papa Sisto V, nel 1587. Nel 1700 Papa Clemente VI ha interrotto questa tradizione, ripresa poi da Giovanni XXIII nel 1962”, ha spiegato a Zenit il sacerdote domenicano fr. Francesco Ricci, rettore di Santa Sabina.
Secondo padre Henry O'Shea OSB, segretario della Conferenza Benedettina, Giovanni XXIII decise che la processione iniziasse dalla chiesa di Sant'Anselmo, ubicata a pochi metri da Santa Sabina. “Ciò è dovuto alla devozione che aveva per questo santo e al fatto che stimava molto l'ordine benedettino”, ha riferito il sacerdote.
Da allora, è tradizione che la cerimonia si svolga all'Aventino, partendo sempre da Sant'Anselmo. La Messa a Santa Sabina presieduta dal Papa è stata interrotta solo nel 2005, a causa dello stato di salute di Giovanni Paolo II, morto un mese e mezzo dopo.
Pellegrini in tempo di Quaresima. Fedeli di questa chiesa che vengono anno dopo anno, così come pellegrini giunti da altri luoghi, si sono riuniti questo mercoledì per iniziare la Quaresima con l'Eucaristia presieduta da Benedetto XVI.
Tra i concelebranti c'erano 40 Vescovi nigeriani in visita a Roma per la conferenza sull'inculturazione del Vangelo in Africa in svolgimento presso l'Università Urbaniana.
La giovane Sandra Manzo, proveniente da Miami, è giunta per la prima volta a Roma per festeggiare qui il suo compleanno e ha espresso la sua gioia per aver partecipato a questa liturgia con il Papa: “E' un'opportunità unica che si verifica una sola volta nella vita. E' stato bello essere stata in una chiesa relativamente piccola e aver visto il Papa così da vicino”.
Sandra ha condiviso con Zenit anche ciò che significa per lei questo tempo liturgico: “La Quaresima è un periodo di riflessione. Oggi ho chiesto a Dio molte cose personali, e spero che quest'anno sia per tutti tranquillo, pieno di pace e cambiamenti positivi non solo per il mio Paese, ma per molti altri che come il mio vivono questo tempo di transizione”.
Da parte sua Alessandra, di Roma, che ogni anno il Mercoledì delle Ceneri va nella sua parrocchia, ha detto a Zenit di essersi recata stavolta a Santa Sabina per ascoltare le parole del Santo Padre: “Questo Papa è una persona molto colta e molto attenta a quelli che sono i problemi della società di oggi. Parla dei veri valori che dovrebbero essere rispettati e seguiti. La Quaresima significa riconciliarci con il Signore”, ha affermato.
Durante questo tempo liturgico, sostiene, i cattolici devono “riscoprire un modo di comportarsi migliore di quello che magari abbiamo messo in pratica durante la nostra vita”.
Per David, che arriva da Valencia (Spagna) con la moglie e quattro figli (il più piccolo ancora in gestazione), aver partecipato alla Messa con il Pontefice è stato il modo migliore di iniziare la Quaresima: “Abbiamo letto il Messaggio per la Quaresima diffuso dal Papa in questi giorni e abbiamo detto: 'Perché non proviamo ad andare? Sappiamo che è difficile ma dobbiamo provarci'”.
Questo padre di famiglia era commosso perché uscendo dalla chiesa il Papa ha benedetto i suoi figli e ha dato un bacio in fronte al suo secondo bambino, Simón. “E' stata una cosa che non ci aspettavamo. Sento che Dio ha voluto che vivessimo questo, ci ha condotti dal Papa e ci ha mostrato la via”.
David si è sentito toccato dal Messaggio del Santo Padre per la Quaresima e dall'omelia pronunciata durante la Messa, in cui ha invitato in modo particolare i cattolici a convertirsi giorno per giorno e a lottare contro l'uomo vecchio.
“Il messaggio del Papa è splendido – ha commentato –. Le sue parole sono state molto belle: convertire il proprio cuore. E' questo che chiedo a Dio”.
Altre centinaia di pellegrini che non hanno potuto entrare nella Basilica sono rimaste all'esterno partecipando alla cerimonia, trasmessa mediante maxischermi. Nonostante il freddo, il pomeriggio era assolato.
Un'antica tradizione. Anno dopo anno, il Papa celebra a Santa Sabina, sul colle dell'Aventino, la Messa con cui si dà inizio alla Quaresima. Fin dal V secolo, quando è stata costruita la Basilica, i cristiani si riunivano 40 giorni prima della Settimana Santa nella chiesa di Sant'Anastasia e andavano a piedi fino a Santa Sabina, facendo penitenza a piedi scalzi, chiedendo misericordia e proponendosi di praticare il digiuno e l'astinenza.
“Così è nata la tradizione che il Papa celebri ogni anno il Mercoledì delle Ceneri in questa chiesa, con Papa Sisto V, nel 1587. Nel 1700 Papa Clemente VI ha interrotto questa tradizione, ripresa poi da Giovanni XXIII nel 1962”, ha spiegato a Zenit il sacerdote domenicano fr. Francesco Ricci, rettore di Santa Sabina.
Secondo padre Henry O'Shea OSB, segretario della Conferenza Benedettina, Giovanni XXIII decise che la processione iniziasse dalla chiesa di Sant'Anselmo, ubicata a pochi metri da Santa Sabina. “Ciò è dovuto alla devozione che aveva per questo santo e al fatto che stimava molto l'ordine benedettino”, ha riferito il sacerdote.
Da allora, è tradizione che la cerimonia si svolga all'Aventino, partendo sempre da Sant'Anselmo. La Messa a Santa Sabina presieduta dal Papa è stata interrotta solo nel 2005, a causa dello stato di salute di Giovanni Paolo II, morto un mese e mezzo dopo.
Pellegrini in tempo di Quaresima. Fedeli di questa chiesa che vengono anno dopo anno, così come pellegrini giunti da altri luoghi, si sono riuniti questo mercoledì per iniziare la Quaresima con l'Eucaristia presieduta da Benedetto XVI.
Tra i concelebranti c'erano 40 Vescovi nigeriani in visita a Roma per la conferenza sull'inculturazione del Vangelo in Africa in svolgimento presso l'Università Urbaniana.
La giovane Sandra Manzo, proveniente da Miami, è giunta per la prima volta a Roma per festeggiare qui il suo compleanno e ha espresso la sua gioia per aver partecipato a questa liturgia con il Papa: “E' un'opportunità unica che si verifica una sola volta nella vita. E' stato bello essere stata in una chiesa relativamente piccola e aver visto il Papa così da vicino”.
Sandra ha condiviso con Zenit anche ciò che significa per lei questo tempo liturgico: “La Quaresima è un periodo di riflessione. Oggi ho chiesto a Dio molte cose personali, e spero che quest'anno sia per tutti tranquillo, pieno di pace e cambiamenti positivi non solo per il mio Paese, ma per molti altri che come il mio vivono questo tempo di transizione”.
Da parte sua Alessandra, di Roma, che ogni anno il Mercoledì delle Ceneri va nella sua parrocchia, ha detto a Zenit di essersi recata stavolta a Santa Sabina per ascoltare le parole del Santo Padre: “Questo Papa è una persona molto colta e molto attenta a quelli che sono i problemi della società di oggi. Parla dei veri valori che dovrebbero essere rispettati e seguiti. La Quaresima significa riconciliarci con il Signore”, ha affermato.
Durante questo tempo liturgico, sostiene, i cattolici devono “riscoprire un modo di comportarsi migliore di quello che magari abbiamo messo in pratica durante la nostra vita”.
Per David, che arriva da Valencia (Spagna) con la moglie e quattro figli (il più piccolo ancora in gestazione), aver partecipato alla Messa con il Pontefice è stato il modo migliore di iniziare la Quaresima: “Abbiamo letto il Messaggio per la Quaresima diffuso dal Papa in questi giorni e abbiamo detto: 'Perché non proviamo ad andare? Sappiamo che è difficile ma dobbiamo provarci'”.
Questo padre di famiglia era commosso perché uscendo dalla chiesa il Papa ha benedetto i suoi figli e ha dato un bacio in fronte al suo secondo bambino, Simón. “E' stata una cosa che non ci aspettavamo. Sento che Dio ha voluto che vivessimo questo, ci ha condotti dal Papa e ci ha mostrato la via”.
David si è sentito toccato dal Messaggio del Santo Padre per la Quaresima e dall'omelia pronunciata durante la Messa, in cui ha invitato in modo particolare i cattolici a convertirsi giorno per giorno e a lottare contro l'uomo vecchio.
“Il messaggio del Papa è splendido – ha commentato –. Le sue parole sono state molto belle: convertire il proprio cuore. E' questo che chiedo a Dio”.
Il vescovo Williamson chiede perdono alle vittime dell'Olocausto e alla Chiesa per le dichiarazioni negazioniste

Richard Williamson è tornato ieri in Gran Bretagna, il suo Paese d'origine, dopo essere stato allontanato dall'Argentina per i suoi commenti negazionisti sull'Olocausto, giudicati ''profondamente offensivi''. Il prelato lefebvriano è stato trasferito da membri della Fraternità di San Pio X e dalla polizia londinese in un luogo sconosciuto. Il prelato è giunto a Heathrow attorno alle 7 del mattino di mercoledì: gli esponenti della Fraternità lo hanno fatto salire su un fuoristrada con i vetri oscurati, partendo alla volta di una località segreta. Williamson non ha fatto dichiarazioni al suo arrivo. Non è chiaro se egli potrà riprendere la sua attività pastorale in Gran Bretagna. La Chiesa Cattolica d'Inghilterra aveva già bollato come ''totalmente inaccettabili'' le sue posizione sull'Olocausto. Un portavoce della Conferenza dei vescovi di Inghilterra e Galles ha detto di non avere idea di dove il vescovo risiederà, anche perchè, ha sottolineato, ''dal punto di vista della gerarchia cattolica, egli non ha nulla a che fare con i vescovi di questo Paese''.
Profondo dolore e disappunto dal card. Poletto e dai vescovi piemontesi per le critiche di Hans Kung al Papa riprese dal quotidiano 'La Stampa'

Dura condanna anche dei vescovi piemontesi alle critiche del professor Hans Kung rilasciate nell'intervista a Le Monde ripresa dal quotidiao La Stampa. I vescovi piemontesi "uniscono la propria voce a quella del card. Severino Poletto, arcivescovo di Torino, nell'esprimere amarezza e sconcerto per le ingiuste critiche rivolte al Santo Padre Benedetto XVI dal professor Hans Kung e ospitate con grande rilievo sul quotidiano La Stampa, diffuso in tutta Italia e specialmente nella nostra Regione. Si tratta di un attacco infondato che alimenta la disinformazione". E' quanto si legge in una nota diffusa dalla diocesi torinese. "Disinformazione - prosegue la nota - perché ignora la linea del Papa e della Santa Sede, ribadita più volte anche di recente, fermamente contraria ad ogni rigurgito di antisemitismo. Disinformazione perché dimentica quanto è stato autorevolmente chiarito da interventi ufficiali, che cioè l'abrogazione della scomunica ai quattro vescovi ordinati da monsignor Lefebvre non significa ancora la piena riabilitazione della Fraternità S. Pio X ma è stato un gesto di riconciliazione che attende anzitutto l'accettazione del Concilio Vaticano II". "Decisamente infondata - aggiungono i vescovi piemontesi - poi la descrizione che viene fatta della persona del Santo Padre e della sua preparazione teologica e culturale, universalmente riconosciute, non solo in ambito cattolico. Forse è proprio il professor Kung a vivere in un suo 'Kremlino' e ci meraviglia che un giornale di grande tradizione come La Stampa non sappia valutare per quello che sono certe posizioni, che vorrebbero presentarsi come aperte e innovatrici e che risultano invece sempre più ripetitive, provinciali e scontate. Esprimiamo ancora una volta il nostro sentimento di vicinanza e di comunione, anzitutto con la preghiera, alla persona del Santo Padre, sentendoci in profonda sintonia con il suo qualificato Magistero".
Il Papa incontra il clero romano: siamo in famiglia, non sono un oracolo. Colloquio sulla crisi economica, la missionarietà e la pastorale giovanile

La crisi economica e il ruolo della Chiesa nelle tematiche sociali
''Il crollo delle grandi banche americane mostra quello che è l'errore di fondo: l'avarizia e l'idolatria che oscurano il vero Dio, ed è sempre la falsificazione di Dio in Mammona che ritorna''. Papa Benedetto XVI, ha risposto così alla domanda di un parroco della periferia romana sulla crisi economica mondiale. ''La Chiesa - ha continuato a spiegare Papa Ratzinger - ha sempre questo compito di essere vigilante, di cercare essa stessa, comprendendo le ragioni del mondo economico, di illuminare questo ragionamento con la fede che ci libera dal peccato. Per questo deve farsi sentire ai diversi livelli per aiutare a correggere tanti interessi personali e di gruppi, nazionali e sovranzionali, che si oppongono alle correzioni alla radice dei problemi''. Papa Benedetto XVI ha invitato a offrire ''argomenti seri e competenti'' sui motivi e le soluzioni delle difficoltà economiche, ma allo stesso tempo ha ricordato anche che i ''modelli economici buoni'' si realizzano ''solo se ci sono i giusti''. "Da molto tempo preparo un'enciclica su questi temi": Papa Benedetto XVI annuncia così la volontà di denunciare le problematiche sociali, che vengono definite "difficili". ''Sul tema - ha detto Papa Ratzinger - bisogna fornire argomenti seri e competenti'' e non dare risposte dettate solo dal ''moralismo''; il tutto, però, senza dimenticare la realtà del ''peccato originale'' e dell'''avarizia'', dell'''idolatria'' e dell'''egoismo'', che agiscono ad un livello profondo. In sostanza, per il Pontefice bisogna lavorare sia al livello della ''macro-giustizia'' denunciando le storture del sistema economica, sia al livello della ''micro-giustizia'', ovvero della conversione dei singoli. Senza i ''giusti'', ha ricordato Papa Ratzinger, non si può realizzare nulla, e ''i giusti non ci sono se non si fa il lavoro umile e quotidiano di convertire gli uomini''. Di qui, ha aggiunto, l'importanza del lavoro dei parroci: ''Il nostro lavoro è fondamentale per arrivare ai grandi scopi dell'umanità''.
Le indulgenze e la pietà popolare nella comunione della Chiesa
Le indulgenze e la pietà popolare nella comunione della Chiesa
Nessuno deve "disprezzare" le indulgenze e le manifestazioni di devozione popolare. Papa Ratzinger ha ricordato come i protestanti contestino le indulgenze e ritengano che la pietà di Cristo sia unica e sufficiente. "Per me - ha osservato Benedetto XVI - Cristo ha voluto aggiungere anche noi a farci soggetti e partecipi della sua misericordia e del suo amore". Attraverso le indulgenze e le forme di devozione popolare si partecipa - ha concluso - alla "comunione della Chiesa".
Testimonianza e parola nell'annuncio e la liturgia, cuore dell'essere cristiani
Benedetto XVI ha poi messo l’accento sul ruolo del parroco che, ha affermato, come nessun altro conosce l’uomo nella sua profondità, al di là dei ruoli che ricopre nella società: "Per l’annuncio abbiamo bisogno dei due elementi: testimonianza e parola. E’ necessaria la parola, che fa apparire la verità di Dio, la presenza di Dio in Cristo e quindi l’annuncio è una cosa assolutamente indispensabile, fondamentale, ma è necessaria anche la testimonianza che dà credibilità a questa parola, perché non appaia solo come una bella filosofia, una utopia. E in questo senso mi sembra che la testimonianza della comunità credente sia di grandissima importanza. Dobbiamo aprire, in quanto possiamo, luoghi di esperienza della fede". Il Pontefice ha quindi offerto la sua riflessione su un tema a lui particolarmente caro quale è quello dell’emergenza educativa. Compito dei sacerdoti, ha rilevato, fin dall’oratorio è offrire ai giovani una formazione umana integrale. Ed ha ribadito che oggi viviamo in un mondo dove molte persone hanno tante conoscenze ma senza orientamento interiore etico. Per questo, la Chiesa ha il dovere di proporre una formazione umana illuminata dalla fede. Aprirsi dunque alla cultura del nostro tempo, ma indicando criteri di discernimento.
"Non è sufficiente predicare o fare pastorale con il bagaglio prezioso della teologia - ha proseguito il Papa - ma deve essere personalizzato da una conoscenza accademica in visione personale della mia vita per arrivare alle altre persone". "Non perdiamo la semplicità della verità. Dio c'è e non è un essere ipotetico e lontano, ma è vicino - ha aggiunto - parla con me. Non proponiamo riflessioni o una filosofia, ma proponiamo l'annuncio semplice di Dio che ha agito anche con me". Per Papa Joseph Ratzinger, dunque, "il primo aiuto è la nostra esperienza personale". "Noi inviamo uomini sulla luna, siamo uomini di questo tempo, viviamo con i mass media di oggi. Se io stesso prendo sul serio la mia esperienza e cerco di personalizzare in me la mia realtà - ha spiegato - siamo in cammino nel farci capire anche agli altri. Chi conosce meglio gli uomini di oggi se non il parroco? Vengono da noi gli uomini spesso senza maschera, non con alti pretesti, nella situazione della sofferenza, della malattia, della morte, nel confessionale senza maschera, con il loro essere".
Nel colloquio con il clero romano, durato quasi due ore, il Papa ha anche parlato della liturgia ribadendo che imparare a celebrare significa conoscere Gesù Cristo, entrare in contatto con Lui. La Liturgia, è stata la sua riflessione, deve sempre più essere il cuore del nostro essere cristiani.
Il primato del Papa contro nazionalismi e particolarismi
Il Pontefice ha indicato la peculiarità della Chiesa di Roma, chiamata a presiedere nella Carità. Un dono, ha affermato, che riguarda tutti i fedeli di Roma.
Il ''primato petrino', ovvero il primato che la Chiesa Cattolica ha per il Papa, successore di Pietro, su tutti gli altri vescovi cristiani, ''garantisce l'universalità della Chiesa e la trascendenza dai nazionalismi e da altre frontiere'', e ''si realizza nella carità''. Il primato, ha spiegato Papa Ratzinger, offre alla Chiesa un ''punto unificante'', necessario ''per non cadere nel nazionalismo'', per ''evitare l'identificazione con una determinata cultura'' e per ''essere sempre costretti ad aprirsi a tutti gli altri''; anche le altre Chiese cristiane, ha aggiunto il Pontefice, cominciano a sentire l'esigenza di un simile ministero. Scopo del primato è di ''garantire la cattolicità nella ricchezza delle culture e nello stesso tempo escludere ogni tipo di assolutizzazione''. ''Una garanzia - ha concluso il Papa - contro le mode, i particolarismi, le eresie sempre assunte in funzione di un aspetto, mentre la fede guarda all'integralità''.
La formazione del giovane sacerdote e dei giovani
La formazione del giovane sacerdote e dei giovani
Nel suo dialogo con i parroci, il Papa ha offerto anche indicazioni concrete in tema di pastorale giovanile. Benedetto XVI ha ricordato che "è necessaria la permanenza del giovane sacerdote in una parrocchia per dare orientamento ai giovani" in quanto, "senza dubbio, la relazione personale con l'educatore è importante, e serve un certo periodo per orientare insieme". "Dunque non si può cambiare parrocchia ogni giorno, se no si perde questo orientamento. Ma è anche vero - ha aggiunto - che il giovane sacerdote deve fare esperienze diverse in ambienti culturali diversi, per arrivare alla maturità come parroco e dedicarsi stabilmente a una comunità". Questo periodo, secondo il Pontefice, potrebbe essere di tre anni: "dai 16 ai 19 anni di età, infatti, i giovani - ha spiegato - maturano una crescita e dei cambiamenti che sono paragonabili a quelli di un decennio, ad esempio a come si cambia tra i 40 e i 50, si forma loro personalità e si avvia un cammino interiore di grande estensione esistenziale. Ecco - ha detto il Papa - penso che tre anni per il vice parroco siano un tempo sufficiente per formare una generazione e dunque possono essere il tempo giusto per riconciliare i due bisogni: da una parte la crescita del sacerdote giovane per arricchire la sua esperienza unmana, dall'altra parte la crescita dei giovani". Poi sorridendo Joseph Ratzinger si e' rivolto al cardinale vicario Agostino Vallini che in concreto deve poi decidere le destinazioni del clero: "non so cosa ne direbbe?", ha chiesto mentre i sacerdoti ridevano e applaudivano.
Il saluto del cardinal vicario Vallini
''Viviamo un tempo non facile e molte sfide si pongono alla Chiesa; Roma è profondamente mutata e anche i programmi pastorali e la prassi ordinaria del ministero hanno bisogno di essere meglio adeguati alle nuove esigenze''. Il card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha saluto così questa mattina Papa Benedetto XVI. ''Le nostre parrocchie - ha aggiunto Vallini - sono comunità vive e punti di riferimento dei quartieri e per l'intero territorio. Molte opere e iniziative di carità e di solidarietà danno sollievo e aiuto concreto a tante famiglie in difficoltà e a tante persone. Si fa tanto in favore dei poveri - ha concluso il porporato - anche se vorremmo fare molto di più".
Al termine dell'incontro, un parroco romano ha donato al Pontefice una poesia in romanesco in vista della visita di Benedetto XVI al Campidoglio, il 9 marzo. Una poesia che il Santo Padre ha particolarmente gradito: "Grazie! Abbiamo sentito parlare il cuore romano, che è un cuore di poesia. E’ molto bello sentire un po’ di romanesco e sentire che la poesia è profondamente radicata nel cuore romano. Questo forse è un privilegio naturale che il Signore ha dato ai romani, è un carisma naturale che precede i privilegi ecclesiali …".
Al termine dell'incontro, un parroco romano ha donato al Pontefice una poesia in romanesco in vista della visita di Benedetto XVI al Campidoglio, il 9 marzo. Una poesia che il Santo Padre ha particolarmente gradito: "Grazie! Abbiamo sentito parlare il cuore romano, che è un cuore di poesia. E’ molto bello sentire un po’ di romanesco e sentire che la poesia è profondamente radicata nel cuore romano. Questo forse è un privilegio naturale che il Signore ha dato ai romani, è un carisma naturale che precede i privilegi ecclesiali …".
INCONTRO DEL SANTO PADRE CON I PARROCI E I SACERDOTI DELLA DIOCESI DI ROMA (GIOVEDÌ, 26 FEBBRAIO 2009) - il testo integrale delle domande e delle risposte del Papa
Facciamo nostra la proposta di 'AsiaNews': in Quaresima preghiamo per il Papa

Questa Quaresima vorremmo invitare i nostri lettori a dedicare una preghiera speciale per il Papa Benedetto XVI. Il suggerimento ci viene da parte di un gruppo di musulmani convertiti al cristianesimo che hanno scritto ad AsiaNews lanciando una novena per il Pontefice. Essi vedono Benedetto XVI come “un segno dell’amore di Gesù e un difensore dei deboli”, mentre il mondo cerca di attaccarlo in ogni modo. Fra i deboli vi sono loro stessi, questi neo-convertiti, costretti a tenere nascosta la loro conversione perfino in famiglia. Del resto, la preghiera per il Papa è stata richiesta da lui stesso pochi giorni fa.
Nel giorno in cui la Chiesa festeggia la Cattedra di San Pietro (22 febbraio), Benedetto XVI si è rivolto ai pellegrini radunati in piazza san Pietro per l’Angelus, chiedendo loro di accompagnarlo “con le vostre preghiere, perché possa compiere fedelmente l’alto compito che la Provvidenza divina mi ha affidato quale Successore dell’apostolo Pietro” e vescovo di Roma, la Chiesa chiamata “a svolgere un peculiare servizio nei confronti dell’intero Popolo di Dio".
Tutti conosciamo le difficoltà in cui versa l’ecumenismo, cioè lo slancio verso l’unità dei cristiani. E sembra che ogni passo e apertura di questo Papa sia accolto con freddezza, indifferenza, tergiversazione dalle altre Chiese. Un solo esempio: dopo tante preghiere e attenzioni da parte di Benedetto XVI, il nuovo patriarca ortodosso di Mosca, all’indomani della sua elezione, ha subito detto che un viaggio a Mosca del Pontefice non è per ora prevedibile. Il ministero dell’unità del Papa soffre anche nel tentare di tenere insieme la varietà delle esperienze cattoliche, ancora troppo divise (e forse confuse) fra “progressisti” e “tradizionalisti”, “del Nord” e “ del Sud”, dei “ricchi” e dei “poveri”, perdendo l’occasione di stimarsi e unirsi nel testimoniare la fede davanti a un mondo che diviene sempre più ateo.
La levata della scomunica al vescovo lefebvriano Williamson è stata l’occasione per tanti politici, giganti e nani, di accusare il Papa di antisemitismo, senza nemmeno conoscere i fatti e senza nemmeno voler ricordare che Benedetto XVI è colui che ha costruito da anni un solido rapporto con il mondo ebraico. Sembra quasi che tutti si siano dati appuntamento per lanciare pietre al capro espiatorio di turno. Il punto è che Benedetto XVI è una delle poche voci che ricordano che l’uomo non può essere comprato dalla politica e che lo Stato deve servire il bene comune. E mentre in Europa si trama per introdurre eutanasia e eugenetica, egli sottolinea che “l'uomo sarà sempre più grande di tutto ciò che forma il suo corpo”, condannando una mentalità che considera la vita e la dignità personale solo “fondata sul proprio desiderio e sul diritto individuale”, privilegiando “le capacità operative, l'efficienza, la perfezione e la bellezza fisica”.
In tutti questi “incidenti” si può anche vedere errori o goffaggini della Curia romana, ma nella “guerra” contro Benedetto XVI c’è soprattutto il tentativo di soffocare chi ricorda a tutti il valore assoluto della persona. Nella crisi delle ideologie e delle economie che sta inghiottendo il mondo, questo è l’ultimo tentativo di togliere di mezzo Dio come un ultimo impiccio.
Nel giorno in cui la Chiesa festeggia la Cattedra di San Pietro (22 febbraio), Benedetto XVI si è rivolto ai pellegrini radunati in piazza san Pietro per l’Angelus, chiedendo loro di accompagnarlo “con le vostre preghiere, perché possa compiere fedelmente l’alto compito che la Provvidenza divina mi ha affidato quale Successore dell’apostolo Pietro” e vescovo di Roma, la Chiesa chiamata “a svolgere un peculiare servizio nei confronti dell’intero Popolo di Dio".
Tutti conosciamo le difficoltà in cui versa l’ecumenismo, cioè lo slancio verso l’unità dei cristiani. E sembra che ogni passo e apertura di questo Papa sia accolto con freddezza, indifferenza, tergiversazione dalle altre Chiese. Un solo esempio: dopo tante preghiere e attenzioni da parte di Benedetto XVI, il nuovo patriarca ortodosso di Mosca, all’indomani della sua elezione, ha subito detto che un viaggio a Mosca del Pontefice non è per ora prevedibile. Il ministero dell’unità del Papa soffre anche nel tentare di tenere insieme la varietà delle esperienze cattoliche, ancora troppo divise (e forse confuse) fra “progressisti” e “tradizionalisti”, “del Nord” e “ del Sud”, dei “ricchi” e dei “poveri”, perdendo l’occasione di stimarsi e unirsi nel testimoniare la fede davanti a un mondo che diviene sempre più ateo.
La levata della scomunica al vescovo lefebvriano Williamson è stata l’occasione per tanti politici, giganti e nani, di accusare il Papa di antisemitismo, senza nemmeno conoscere i fatti e senza nemmeno voler ricordare che Benedetto XVI è colui che ha costruito da anni un solido rapporto con il mondo ebraico. Sembra quasi che tutti si siano dati appuntamento per lanciare pietre al capro espiatorio di turno. Il punto è che Benedetto XVI è una delle poche voci che ricordano che l’uomo non può essere comprato dalla politica e che lo Stato deve servire il bene comune. E mentre in Europa si trama per introdurre eutanasia e eugenetica, egli sottolinea che “l'uomo sarà sempre più grande di tutto ciò che forma il suo corpo”, condannando una mentalità che considera la vita e la dignità personale solo “fondata sul proprio desiderio e sul diritto individuale”, privilegiando “le capacità operative, l'efficienza, la perfezione e la bellezza fisica”.
In tutti questi “incidenti” si può anche vedere errori o goffaggini della Curia romana, ma nella “guerra” contro Benedetto XVI c’è soprattutto il tentativo di soffocare chi ricorda a tutti il valore assoluto della persona. Nella crisi delle ideologie e delle economie che sta inghiottendo il mondo, questo è l’ultimo tentativo di togliere di mezzo Dio come un ultimo impiccio.
mercoledì 25 febbraio 2009
Il Papa in Terra Santa. Gerusalemme si prepara ad accogliere Benedetto XVI

Il card. Sodano risponde a Hans Kung: critiche che non contribuiscono all'unità della Chiesa per la quale Benedetto XVI sta lavorando

La risposta del cardinale Sodano, Decano del Collegio cardinalizio, alle critiche del teologo Hans Küng, apparse su "Le Monde" e "La Stampa" - l'intervista integrale alla Radio Vaticana
Il Papa inizia la Quaresima: seguendo San Paolo sia un tempo di ascolto della Parola, di una vita austera, di conversione e carità

STAZIONE QUARESIMALE PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE NELLA BASILICA DI SANTA SABINA ALL’AVENTINO - il testo integrale dell'omelia del Papa
Mons. Sako: bisogna attendere per il Sinodo dei cristiani in Medio Oriente. Lingue locali per diffondere il messaggio cristiano

Messaggio del Papa per la Campagna della Fraternità in Brasile: all'inizio della Quaresima lavorate per una società riconciliata che condivide i beni

Quaresima 2009. Riscoprire il valore del digiuno: il Magistero quaresimale di Benedetto XVI

"Il digiuno al quale la Chiesa ci invita in questo tempo forte, non nasce certo da motivazioni di ordine fisico, estetico, ma scaturisce dall’esigenza che l’uomo ha di una purificazione interiore che lo disintossichi dall’inquinamento del peccato e del male, lo educhi a quelle salutari rinunce che affrancano il credente dalla schiavitù del proprio io, lo renda più attento e disponibile all’ascolto di Dio e al servizio dei fratelli" (Omelia per la Messa del Mercoledì delle Ceneri nella Basilica di Santa Sabina del 21 febbraio 2007).
Il digiuno, mosso dall’amore per Dio, è scegliere “liberamente di privarci di qualcosa per aiutare gli altri”.
“Chi incomincia a vedere Dio (…) vede con altri occhi anche il fratello. Scopre il fratello, le sue necessità. Per questo la Quaresima, come ascolto della Verità, è nello stesso momento un tempo favorevole per convertirsi all’amore (...) Convertiamoci necessariamente all’amore!” (Udienza generale del primo marzo 2006, Mercoledì delle Ceneri).
Gesù è stato tentato nel deserto: così, chi vuole seguire veramente il Signore deve prepararsi alla tentazione. E “il digiuno – spiega il Papa – è di grande aiuto per evitare il peccato”. Ecco cosa significa allora entrare nella Quaresima.
“Significa iniziare un tempo di particolare impegno nel combattimento spirituale che ci oppone al male presente nel mondo, in ognuno di noi e intorno a noi. Vuol dire guardare il male in faccia e disporsi a lottare contro i suoi effetti, soprattutto contro le sue cause, fino alla causa ultima, che è satana” (Angelus del 10 febbraio 2008).
Il Papa invita ad affrontare questo combattimento con “un maggiore impegno nella preghiera” ricordando che “il digiuno è l’anima della preghiera” come diceva San Pietro Crisologo: “chi prega digiuni”.
“Senza la dimensione della preghiera, l’io umano finisce per chiudersi in se stesso, e la coscienza, che dovrebbe essere eco della voce di Dio, rischia di ridursi a specchio dell’io, così che il colloquio interiore diventa un monologo dando adito a mille autogiustificazioni” (Omelia per la Messa del Mercoledì delle Ceneri nella Basilica di Santa Sabina del 6 febbraio 2008). L’io rischia così di diventare “dio”. Invece “con il digiuno – scrive il Papa nel suo Messaggio – il credente intende sottomettersi umilmente a Dio, confidando nella sua bontà e misericordia”.
“Conversione consiste nell’accettare liberamente e con amore di dipendere in tutto da Dio, il vero nostro Creatore, di dipendere dall’amore. Questa non è dipendenza ma libertà. Convertirsi significa allora non inseguire il proprio successo personale - che è una cosa che passa - ma, abbandonando ogni umana sicurezza, porsi con semplicità e fiducia alla sequela del Signore perché per ciascuno Gesù diventi, come amava ripetere la beata Teresa di Calcutta, il mio tutto in tutto" (Udienza generale del 21 febbraio 2007, Mercoledì delle Ceneri).
Mercoledì delle Ceneri. Il Papa da inizio alla Quaresima con la 'statio' e la Celebrazione Eucaristica all'Aventino

martedì 24 febbraio 2009
Revoca della scomunica ai lefebvrani. Benedetto XVI ringrazia i vescovi spagnoli per la loro vicinanza spirituale

Il Papa promuove il card. Martins all'ordine dei vescovi e il card. Vallini all'ordine dei presbiteri

lunedì 23 febbraio 2009
Il Papa in Terra Santa. In Giordania incontrerà i vescovi iracheni. Un gruppo di cristiani palestinesi gli chiede di cancellare il viaggio

Un gruppo di cristiani palestinesi ha scritto a Benedetto XVI, chiedendogl di cancellare il viaggio in Terra Santa programmato per maggio, e che dovrebbe includere oltre a Israele, la Giordania e la West Bank. I rappresentanti di 40 comunità cristiane hanno scritto al Papa che il suo viaggio "aiuterebbe a migliorare l'immagine di Israele e involontariamente minimizzerebbe la sofferenza palestinese sotto l'occupazione israeliana". Il gruppo ha comunque chiesto al Papa, se dovesse confermare il viaggio, di collegare la tappa in Israele a una serie di misure fra cui il miglioramento delle condizioni di accesso ai luoghi di culto, e il blocco della tassazione alle proprietà della Chiesa. I cristiani della West Bank, come i musulmani, hanno bisogno di permessi speciali per raggiungere Gerusalemme e i luoghi santi. Benedetto XVI però è estremamente deciso. Tanto che ha superato tutte le obiezioni - numerose - presentate dai diplomatici in talare relative al viaggio; una lunga lista, che aveva però sull'altro piatto praticamente solo il desiderio di Benedetto XVI di compiere il viaggio.
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