"La donna è un altro 'io' nella comune umanità. Bisogna riconoscere, affermare e difendere l'uguale dignità dell'uomo e della donna: sono ambedue persone, differentemente da ogni altro essere vivente del mondo attorno a loro". Il Papa ha chiesto a gran voce che la donna in Africa sia considerata al pari dell'uomo, e di porre fine allo sfruttamento delle donne. Il Papa ha esortato a "un'effettiva consapevolezza delle condizioni sfavorevoli a cui sono state, e continuano a essere, sottoposte tante donne, esaminando in quale misura la condotta e gli atteggiamenti degli uomini, a volta la loro mancanza di sensibilità o di responsabilità, possano esserne la causa". "Carissimi angolani - ha detto il Papa - oggi nessuno dovrebbe più dubitare del fatto che le donne, sulla base della loro dignità pari a quella degli uomini, hanno pieno diritto di inserirsi attivamente in ogni ambito della vita pubblica, e il loro diritto deve essere affermato e protetto anche mediante strumenti legali, là dove questi appaiano necessari. Tuttavia il riconoscimento del ruolo pubblico delle donne - ha proseguito Papa Ratzinger - non deve sminuire l'insostituibile funzione che esse hanno all'interno della famiglia: qui, infatti, il loro contributo per il bene e lo sviluppo sociale, anche se poco considerato, è di un valore realmente inestimabile". Uomo e donna, dunque, "sono chiamati a vivere in profonda comunione, in un vicendevole riconoscimento e dono di se stessi, lavorando insieme per il bene comune con le caratteristiche complementari di ciò che è maschile e di ciò che è femminile". Il Papa ha messo in guardia dal mondo attuale "dominato dalla tecnica" in cui "si sente bisogno di questa complementarietà della donna, affinché l'essere umano vi possa vivere senza disumanizzarsi del tutto". "Si pensi alle terre dove abbonda la povertà - ha proseguito il Pontefice - alle regioni devastate dalla guerra, a tante situazioni tragiche risultanti da migrazioni forzate e non. Sono quasi sempre le donne - ha affermato il Papa - che vi mantengono intatta la dignità umana, difendono la famiglia e tutelano i valori culturali e religiosi".
"La storia - ha aggiunto Benedetto XVI - registra quasi esclusivamente le conquiste dei maschi, quando in realtà una parte importantissima si deve ad azioni determinanti, perseveranti e benefiche poste da donne". E ha ricordato l'esempio di due donne: Teresa Gomes, grande evangelizzatrice, morta in Angola nel 2004, e Maria Bonino, pediatra italiana morta a causa del virus Ebola. "La Chiesa e la società umana - ha continuato - sono state e continuano ad essere enormemente arricchite dalla presenza e dalle virtù delle donne, in particolare di quelle che si sono consacrate al Signore e, poggiando su di Lui, si sono messe al servizio degli altri".
La donna è soggetto primario nel riconoscere il ruolo fondamentale della famiglia nella società. "La presenza materna all'interno della famiglia - ha affermato Benedetto XVI - è così importante per la stabilità e la crescita di questa cellula fondamentale della società, che dovrebbe essere riconosciuta, lodata e sostenuta in ogni modo possibile. E per lo stesso motivo - ha ribadito Papa Ratzinger - la società deve richiamare i mariti e i padri alle loro responsabilità riguardo alla propria famiglia". "A livello personale - ha concluso il Papa - la donna sente la propria dignità non tanto quale risultato dell'affermazione di diritti sul piano giuridico, quanto piuttosto come diretta conseguenza delle attenzioni materiali e spirituali ricevute nel cuore della famiglia".
Incontro con i Movimenti Cattolici per la Promozione della Donna nella Parrocchia di Santo António di Luanda (22 marzo 2009) - il testo integrale del discorso del Papa