lunedì 9 maggio 2011

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Il governatore del Veneto: dimostrazione che le radici cristiane sono vive. Il sindaco Orsoni: visita storica

''Benedetto XVI non ha mai avuto una platea così importante nei nostri territori ed è stata, questa, la dimostrazione che le radici cristiane, qui in Veneto, non sono state messe in archivio ma sono vive''. Lo ha affermato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, al termine della visita del Papa ad Aquileia e Venezia. ''Sono convinto, una volta di più, che i problemi si risolvono soltanto se siamo comunità, una comunità fondata - precisa Zaia - sulle radici cristiane e sui valori della solidarietà e della compassione''. Il governatore Zaia ha invitato il Papa a tornare in Veneto, magari anche in vacanza a Lorenzago di Cadore. Lo ha fatto sapere lui stesso, a margine dell'inaugurazione della centrale elettrica di Fener. ''Il Papa ieri ha valorizzato anzitutto i fasti della Serenissima, ma non con una nota di amarcord, bensì guardando al futuro. Il Papa sapeva benissimo di parlare ad una platea di veneti, che hanno radici cristiane profonde e che queste radici sono le fondamenta per costruire anche il futuro. A questo punto - ha concluso Zaia - mi auguro che il Papa torni quanto prima in Veneto. Io l'ho già invitato''. Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, parla di ''visita storica'' e sottolinea il fatto che ''il Sommo Pontefice ha parlato a credenti e non credenti''. Per quanto riguarda specificatamente Venezia, ''ha ricordato come questa grande città, la Serenissima, ha sviluppo la sua città sull'incontro con le altre genti e sulla pace, in particolare''.

Asca

A breve la lettera circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede ai vescovi del mondo sulle linee-guida da seguire nei casi di pedofilia

Verrà pubblicata prossimamente, forse già nei prossimi giorni, la lettera circolare della Congregazione per la Dottrina della Fede alle Conferenze Episcopali di tutto il mondo sulle linee-guida da seguire di fronte ai casi di pedofilia. L'iniziativa era stata preannunciata all'epoca in cui, a luglio scorso, il Vaticano presentò l'aggiornamento delle norme canoniche in materia di abusi sessuali del clero e, più in generale, dei delitti considerati dalla Chiesa eccezionalmente gravi ('delicta graviora'). L'ex Santo Uffizio, spiegò il portavoce vaticano Federico Lombardi, "sta attualmente studiando come aiutare gli Episcopati del mondo a formulare e sviluppare in modo coerente ed efficace le indicazioni e direttive necessarie ad affrontare la problematica degli abusi sessuali di minori da parte di membri del clero o nell'ambito di attività o istituzioni connesse alla Chiesa, con riguardo alla situazione e ai problemi della società in cui operano". A novembre, in occasione della riunione di cardinali che precedette il Concistoro convocato da Benedetto XVI, sull'argomento era tornato il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il cardinale statunitense William Levada aveva offerto in quella sede "un aggiornamento circa la legislazione canonica riguardante il delitto di abuso sessuale sui minori, e ha quindi svolto alcune osservazioni circa la più ampia responsabilità dei Vescovi per la tutela dei fedeli loro affidati. In ciò si è ispirato alle parole del Santo Padre, al suo esempio di ascolto e di accoglienza per le vittime, e ha parlato della collaborazione con le autorità civili e della necessità di un efficace impegno di protezione dei bambini e dei giovani e di un'attenta selezione e formazione dei futuri sacerdoti e religiosi. Infine - sottolineava una nota vaticana - ha informato sul lavoro di preparazione di una Lettera circolare della Congregazione alle Conferenze Episcopali sulle linee guida da offrire per un programma coordinato ed efficace nella direzione sopra descritta". Sul tema della collaborazione con le autorità civili, in particolare, la normativa canonica non prescrive, ma neanche vieta, la denuncia la denuncia di un sacerdote pedofilo alle autorità civili da parte di un vescovo o di un qualsiasi uomo di Chiesa a conoscenza di abusi sessuali su minori. Nei mesi scorsi, tuttavia, Benedetto XVI non ha mai mancato di incoraggiare i vescovi a cooperare con la giustizia civile. In assenza di altre indicazioni normative, sul tema fa testo un passaggio contenuto nelle 'linee-guida' pubblicate a inizio estate dalla Santa Sede: "Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte". La frase, ha avuto a spiegare mons. Charles J. Scicluna, il promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 'procuratore generale' della Santa Sede, è stata inserita per "dare il segnale che la confidenzialità dei procedimenti canonici non è mai un impedimento al dovere di denuncia e non va mai a scapito dell'obbedienza alle leggi civili". Ora, a quanto si apprende, è in procinto di essere pubblicata la nuova lettera circolare, che potrebbe definire meglio anche il rapporto tra giustizia ecclesiastica e giustizia canonica.

TMNews

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Vian: per fare emergere dall'acqua del mondo la salvezza portata da Cristo in attesa di raggiungere la vera Serenissima

Articolo di prima pagina del direttore de L'Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian, sulla visita pastorale di Benedetto XVI ad Aquileia e Venezia. Vian annota, nel corsivo intitolato 'Nell'acqua del mondo', che questo viaggio resterà “anche al di là di una serie di immagini suggestive e bellissime”, e della “festa coloratissima che ha accolto con simpatia tutta veneziana Benedetto XVI durante il percorso lungo il canale di Cannaregio e, ovviamente, nel Canal Grande”. Il Papa infatti vi ha ricordato “i tre patriarchi eletti nel Novecento sulla cattedra di Pietro: Pio X, l’ultimo Papa santo, Giovanni XXIII, che intuì e volle il concilio Vaticano II, e Giovanni Paolo I, il cui pontificato fu ‘mostrato più che offerto’”. Il Papa ha parlato "con piena coscienza della storia e della modernità, 'in un mondo radicalmente cambiato'. Cioè in contesti spesso difficili e mutevoli, liquidi. Come l'acqua da cui sorge la bellezza di Venezia, la Repubblica 'serenissima' che innalzò in onore della Vergine la Basilica della Salute, ha notato Benedetto XVI evocando immagini immediate ed efficaci. E' infatti nella modernità - alla quale il Papa guarda con lucidità e serenità perché è il contesto donato oggi dalla Provvidenza - che bisogna riproporre la 'via' cristiana. Di fronte alla crisi della famiglia e alle sfide portate dal materialismo e dal soggettivismo il Vangelo di Cristo va dunque 'portato con delicata fierezza e con profonda gioia', con fiducia e simpatia. Di questo ha bisogno la nuova evangelizzazione, di questo hanno profondo desiderio i giovani chiamati a un impegno nuovo nell'ambito sociale e politico, di questo occorre dare testimonianza in ogni contesto. Come senza dubbio - prosegue il direttore del giornale vaticano - ha fatto chi ha soccorso nelle ultime ore gli immigrati naufraghi nel mare di Lampedusa, offrendo una testimonianza toccante e di per sé cristiana (naturaliter Christiana). Per fare emergere dall'acqua di questo mondo la salvezza portata da Cristo, in attesa di raggiungere la bellezza della città definitiva, la vera Serenissima".

TMNews

Nell'acqua del mondo

Giornata Mondiale della Gioventù 2011. Mancano 100 giorni alla GMG. Benedetto XVI: grande speranza per l'evangelizzazione delle nuove generazioni

A 100 giorni dalla XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, si è svolto questa domenica nel Padiglione Madrid Arena un incontro per ringraziare per la collaborazione migliaia di famiglie e volontari che lavorano alla preparazione di questo evento, dal 16 al 21 agosto, in cui Papa Benedetto XVI incontrerà nella capitale spagnola centinaia di migliaia di giovani di tutto il mondo. Durante l'incontro, al quale hanno partecipato più di 8.000 persone, ci sono stati momenti di preghiera e di festa. Alle 12.00 è iniziata la Messa presieduta dal cardinale arcivescovo di Madrid, Antonio María Rouco Varela (nella foto con Benedetto XVI). Nel suo messaggio per questa “tappa finale”, il porporato ha detto che la GMG è un “dono” e una “responsabilità”, per cui serve l'impegno generoso affinché questo incontro sia per molti l'occasione per “un profondo, autentico e gioioso incontro con Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore”. Egli, ha aggiunto, è “l'unico che può offrire ai giovani la verità, la speranza e l'amore; l'unico che può mostrare loro la buona direzione e accompagnarli nel cammino che li porta alla felicità autentica e duratura”.“La Chiesa particolare di Madrid, incaricata dal Papa dell'organizzazione di questo grande evento ecclesiale – senza dubbio il più eccezionale della sua storia –, riceve simultaneamente un dono singolare e una responsabilità pastorale senza precedenti che le affida il Pastore della Chiesa Universale per il grande e attualissimo obiettivo della nuova evangelizzazione dei giovani del Terzo Millennio”, ha commentato. Per il porporato, la GMG sarà “una nuova 'Pentecoste' che rinnoverà i loro cuori e i loro progetti di vita con un ardente amore per Gesù Cristo”. “Urge una risposta – ha aggiunto –: risposta personale e comunitaria”. Papa Benedetto XVI ha inviato un messaggio ai partecipanti all'incontro di questa domenica, invitandoli a “intensificare la preghiera per i frutti della GMG” e auspicando che il loro lavoro promuova “l'evangelizzazione delle nuove generazioni che ci si attende con grande speranza da questo importante evento ecclesiale”. Uno dei momenti più importanti della giornata è stata la presentazione dell'équipe di presentatori che condurrà gli atti principali della Giornata. Dopo settimane di prove, inoltre, il coro e l'orchestra della GMG si sono esibiti per la prima volta in un atto pubblico a grande partecipazione.Il direttore dell'orchestra della Giornata, Borja Quintás, ha detto che “è un progetto unico, in cui si unisce la speranza di suonare per il Papa e migliaia di giovani giunti da tutto il mondo e in cui molti giovani mettono a disposizione il proprio talento musicale e il loro lavoro”. Per l'occasione, sono stati eseguiti tre brani musicali di compositori spagnoli e russi. “E' stato un mese e mezzo molto intenso di prove, ma ne è valsa la pena”, ha detto Marisol, una delle componenti del coro.“Io vengo ogni sabato da Tarragona per le prove, ma non sono l'unico”, ha dichiarato Lluis, uno dei membri dell'orchestra. “Ho saputo di questa possibilità e ho detto 'Voglio essere volontario' con il meglio che so fare: la musica”. Fino a questo momento, si sono iscritte alla Giornata Mondiale della Gioventù più di 340.000 persone di oltre 170 Paesi.

Zenit

Il Papa: l’apertura dei giovani alla Verità dipende dalla qualità spirituale e culturale della proposta formativa che ricevono nelle aule frequentate

Il Papa saluta l'Università Cattolica del Sacro Cuore, in occasione della sua 87° Giornata, celebrata ieri, e nel 90° anniversario della fondazione dell’Ateneo da parte di padre Agostino Gemelli. Benedetto XVI ha espresso il suo vivo apprezzamento per l’opera svolta dall’Università in una Lettera inviata, a suo nome, dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone al card. Dionigi Tettamanzi, presidente dell’Istituto Toniolo di Studi Superiori, che in stretta dipendenza dalla Santa Sede assicura l’orientamento di fondo dell’Ateneo, in fedeltà alle sue origini. Dal lontano 1921, l’Ateneo fondato da padre Gemelli ha compiuto molta strada: oggi ha 5 sedi, 14 facoltà, oltre 42 mila studenti. Il Papa invita a “tenere sempre legate la ragione e la fede, la ricerca razionale e la contemplazione del mistero così come si rivela nel libro della natura e in quello della Scrittura, ma in maniera singolare culminante nel Logos fatto uomo, Gesù Cristo”. E proprio al Sacro Cuore di Gesù è intitolata l’Università Cattolica: “quel Cuore umano” in cui “abita tutta la pienezza della divinità” e che ci conduce a conoscere il ‘cuore’ stesso della realtà. Un cammino da attuare “a partire da un rapporto personale con Cristo, riconosciuto quale Verità capace di rispondere pienamente, anzi, in modo eccedente, alle perenni domande dell’animo umano”. “Principio della sapienza è il timore del Signore” afferma il Libro dei Proverbi. “Il servizio educativo dell’università – si legge ancora nella Lettera - passa attraverso la serietà del lavoro scientifico, l’addestramento allo studio metodico e alla passione per la ricerca, la proposta di criteri filosofici fondamentali, concernenti la visione della persona umana e le sue relazioni con gli altri, con il mondo e con Dio”. In questo contesto, il Papa riconosce il “valido contributo” offerto dall’Università Cattolica alla società “con l’umiltà e la forza della verità”. E, in effetti, l’apertura dei giovani alla Verità “dipende in misura non trascurabile dalla qualità spirituale e culturale della proposta formativa che ricevono nelle aule frequentate quotidianamente”. Infine, Benedetto XVI indica alla comunità universitaria della “Cattolica” tre figure esemplari: i Beati Giovanni Paolo II e John Henry Newman, e il Venerabile Giuseppe Toniolo, che sarà anch’egli presto proclamato Beato.

Radio Vaticana

LETTERA IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE PER L’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Scola: ha aperto la strada al tema del nuovo Nordest. Le sue parole un balsamo per la Chiesa e tutta la società civile

"Il Santo Padre ha aperto la strada al tema del nuovo Nordest; un tema che dobbiamo rendere molto sul serio''. Lo ha detto, subito dopo la partenza del Pontefice dall'Aeroporto Marco Polo di Tessera, il Patriarca Angelo Scola (nella foto con Benedetto XVI). ''Il nuovo Nordest ha già avuto inizio - ha proseguito Scola - mi hanno detto che in provenienza dalla Croazia, dalla Slovenia, dal'Austria e dalla Germania c'erano quasi 5000 persone. Non c'erano solo dei vescovi a rappresentare, ma si è mosso il popolo, quindi il nuovo Nordest, il Nordest del futuro è già qui''. ''Si vede benissimo da quello che sta succedendo che non possiamo più pensarci solo sull'asse est-ovest - ha sottolineato il Patriarca - ma, tenendo conto che l'Adriatico è il Mediterraneo che entra nel cuore dell'Europa, dobbiamo farci carico anche del Sud''. Farsi carico, ha concluso, ''soprattutto dell'Africa, stimolando per la nostra parte tutte le altre Regioni europee ad una sorta di nuovo piano Marshall per l'Africa Subsahariana''. ''L'Acqua, la Salute, la Serenissima: le parole con cui il Papa ha voluto leggere Venezia hanno bisogno di essere molto meditate, sono un balsamo non solo per la Chiesa ma per tutta la società civile''. Così il Patriarca di Venezia ha riassunto il senso della visita di Benedetto XVI nella città lagunare. ''Io domando umilmente a tutti - ha sottolineato il Patriarca - di confrontarsi con il messaggio che il Papa ci ha lasciato''. Scola ha definito l'evento della visita papale ''straordinario: il tutto è andato oltre le attese, a cominciare dalla gioia del Santo Padre fin da ieri ad Aquileia fino all'entusiasmo del popolo''. Scola ha dichiarato che ''gli organizzatori parlano di 300mila presenze stamattina alla Messa del Papa, la questura diceva 250 mila. Al corteo acqueo c'erano due ali di folla, dal Rio di Cannaregio in avanti e anche adesso alla Salute, un concorso di popolo veramente straordinario''. ''Questo per me è una provocazione a riflettere - ha aggiunto - una persona non parte alle 4,30 della mattina da Verona e sta lì fino a mezzogiorno e mezzo solo per curiosità: parte perché sente che il messaggio del Papa ridesta qualcosa di cui abbiamo troppo bisogno. Il Papa oggi ha detto che seguire Gesù, tenere conto di Dio, vuol dire passare dalla disperazione alla speranza e dalla tristezza alla gioia''.

La Nuova Venezia


Il Patriarca Scola alla Radio Vaticana: una visita al di là di ogni aspettativa