giovedì 17 settembre 2009

Il settimanale 'The Tablet': prossimo l'annuncio di un Sinodo speciale sulla difficile situazione delle comunità cristiane in Medio Oriente

Dovrebbe essere prossimo l'annuncio di un Sinodo speciale sul Medio Oriente, per affrontare la difficile situazione delle comunità cristiane della regione. Lo scrive il settimanale cattolico britannico The Tablet sul numero in uscita. L'assemblea speciale sul Medio Oriente dovrebbe svolgersi nell'ottobre del 2010. Mons. Louis Sako, vescovo caldeo di Kirkuk, a gennaio, aveva chiesto in un'udienza con Papa Benedetto XVI la convocazione di un Sinodo sulla situazione delle minoranze cristiane mediorientali (Afghanistan, Cipro, Iran, Iraq, Giordania, Israele, Libano, Siria e Turchia). "I problemi sono gli stessi in Iraq, in Libano e in Palestina: i cristiani lasciano il paese", aveva spiegato il prelato. "Un sinodo generale permetterebbe di capire meglio il problema. Se non c'è una visione chiara, i cristiani non rimarranno in Medio Oriente e lasceranno questa terra un tempo benedetta e ora maledetta". Tra i temi che "meritano" un sinodo, secondo il vescovo iracheno, la testimonianza in paesi dove le comunità cristiane sono minoritarie, il rapporto con le maggioranze musulmane, le relazioni con la politica.

Asca, Apcom

La cronaca della visita del Papa ai nuovi locali della Specola Vaticana. Nelle mani di Benedetto XVI una pietra proveniente da Marte

Non capita tutti i giorni di vedere il Papa che ha tra le mani una pietra quasi certamente proveniente da Marte, che osserva al microscopio un frammento di meteorite rinvenuto vicino alla "sua" Monaco di Baviera, che sfoglia antichi volumi di Copernico, Keplero e Newton. È accaduto ieri pomeriggio a Castel Gandolfo, nel corso della visita di Benedetto XVI ai nuovi edifici della Specola Vaticana. Gli astronomi gesuiti hanno infatti lasciato in giugno il Palazzo Pontificio - che li ospitava con i loro strumenti dal 1935 - trasferendosi nell'antico monastero delle basiliane, situato sempre all'interno delle Ville Pontificie, ma all'estremo confine meridionale, dove si accede anche dal cancello che affaccia su piazza Pia, nel centro storico di Albano. Nei locali ristrutturati il Papa ha trascorso quasi un'ora con la piccola comunità scientifica, in un clima molto familiare. Accompagnato dall'arcivescovo James Michael Harvey, prefetto della Casa pontificia, dai monsignori Georg Gänswein, suo segretario particolare, e Alfred Xuereb, della Segreteria particolare, e da Saverio Petrillo, direttore delle Ville Pontificie, Benedetto XVI è stato accolto dal cardinale Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato, da cui la Specola dipende, e dall'arcivescovo Carlo Maria Viganò, segretario generale; dai padri gesuiti Adolfo Nicolás Pachón, preposito generale, e José Gabriel Funes, direttore dell'Osservatorio dal 2006. All'ingresso, il Pontefice è stato salutato con un applauso dalla comunità e dal personale, quindi ha benedetto i locali e guidato un breve momento di preghiera, al termine del quale il card. Lajolo gli ha mostrato la targa marmorea a ricordo dell'avvenimento. È seguita la visita agli uffici, alla sala conferenze, alla zona scuola, alla biblioteca e alla residenza dei gesuiti che lavorano all'Osservatorio. Tra antichi telescopi e astrolabi, Benedetto XVI si è soffermato davanti alla ricca collezione di meteoriti, dalle quali gli studiosi ricavano preziose informazioni sui primordi del sistema solare. L'astronomo statunitense Guy Consolmagno, fratello gesuita, ha prelevato dalla bacheca alcuni reperti a cominciare da quello di Nakhla - dal nome della località egiziana in cui è stato avvistato e rinvenuto nel 1911 - che sarebbe piovuto sulla terra dal "Pianeta rosso" milioni di anni fa. Il Pontefice ha preso in mano il piccolo minerale - avvolto in un fazzoletto bianco - e incuriosito ha fatto alcune domande sulla sua composizione, chiedendo anche com'è stato possibile accertare che sia di provenienza marziana. Poi ha toccato un grosso pezzo del "Canyon Diablo", l'enorme meteorite che circa decine di migliaia di anni fa colpì la terra in Arizona, nel punto dove ora si trova il cratere più famoso del mondo. Infine ha ammirato un piccolo frammento di terreno lunare. Successivamente nella sala conferenze l'ingegner Cuscianna, direttore dei Servizi tecnici del Governatorato, ha illustrato al Papa i lavori eseguiti: è stata prevista anche una foresteria destinata ai ricercatori esterni. Quindi nella biblioteca, il giovane padre David Brown, laureato a Oxford, gli ha mostrato antiche edizioni di opere che hanno fatto la storia dell'astrofisica e della cosmologia: De revolutionibus orbium coelestium di Copernico; Epitome astronomiae di Keplero; Philosophiae naturalis principia mathematica di Newton. Benedetto XVI li ha sfogliati con cura soffermandosi in particolare su Le stelle di padre Angelo Secchi - che per primo classificò gli astri in base ai loro spettri - il cui nome gli ha evocato ricordi sul suo ministero di giovane sacerdote a Monaco. E con il pensiero alla città è tornato quando subito dopo, al microscopio, ha potuto osservare un frammento di meteorite rinvenuto nel 1768 proprio nella terra bavarese che 82 anni fa ha dato i natali a Joseph Ratzinger. Infine, raggiunto in ascensore il piano superiore, il Papa si è inginocchiato in preghiera nella piccola cappella della comunità dei gesuiti, della quale è superiore padre Giuseppe Koch. Al termine Benedetto XVI ha firmato la pergamena che sarà collocata a fianco di quella con i nomi dei suoi predecessori. Tra questi spicca l'autografo di Pio XI, che per una singolare coincidenza porta la data di esattamente 75 anni prima: il 16 settembre 1934. Nel corso dell'incontro padre Funes ha anche parlato del libro "The hevavens proclaim. Astronomy and Vatican" edito quest'anno dalla Libreria Editrice Vaticana e ha fatto ripercorrere al Pontefice la storia di uno degli Osservatori astronomici più antichi del mondo, la cui origine risale alla seconda metà del sedicesimo secolo, quando Gregorio XIII fece erigere in Vaticano nel 1578 la Torre dei Venti, invitando i gesuiti astronomi e matematici del Collegio Romano a preparare la riforma del calendario che porta il suo nome, realizzato poi nel 1582. Sulla base di questa tradizione Leone XIII, per contrastare le accuse di oscurantismo rivolte alla Chiesa, con il Motu Proprio "Ut mysticam" del 14 marzo 1891 rifondò poi l'Osservatorio sul colle Vaticano, dietro la Basilica di San Pietro. Da allora, quella attuale è la quarta sede. Senza contare che dal 1981 la Specola ha anche un secondo centro di ricerca negli Stati Uniti a Tucson, ospite dell'università dell'Arizona, dove i gesuiti - in collaborazione con l'Osservatorio Steward - hanno portato a termine la costruzione del primo telescopio ottico-infrarosso, collocandolo sul Monte Graham, il migliore sito astronomico del continente nordamericano. Il Telescopio vaticano a tecnologia avanzata è un gioiello la cui realizzazione è stata possibile grazie alla Vatican Observatory Foundation, presieduta dal gesuita George Coyne, già direttore della Specola, anch'egli presente alla cerimonia inaugurale di ieri pomeriggio.

Gianluca Biccini, L'Osservatore Romano

Udienza di Benedetto XVI al granduca Henri di Lussemburgo e a coloro che hanno ricevuto il Premio 'Van Thuân' 2009

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza a Castel Gandolfo il granduca Henri di Lussemburgo (foto), e Seguito. L'incontro è avvenuto all'indomani della consegna del Premio "Van Thuân" 2009, conferito dalla fondazione "San Matteo" in memoria del porporato vietnamita. Henri di Lussemburgo era accompagnato dal primogenito, il principe Guglielmo, dal consigliere ecclesiastico dell'Ambasciata presso la Santa Sede e dal colonnello Chrisnach, suo luogotenente. Successivamente il Pontefice ha incontrato i quattro premiati per la categoria "solidarietà e sviluppo": il salesiano don Carlo Velardo, che in Thailandia offre opportunità di formazione ai non vedenti; padre Andrés Fernánez Pinzón, impegnato nella costruzione di un Centro di pastorale penitenziaria a Bogotá; monsignor Andrea Vece, fondatore della onlus salernitana Cooperazione missionaria e sviluppo; e Ciryl Tisserand, che promuove azioni educative a servizio dei giovani dei quartieri "sensibili" nelle grandi città francesi. Ha accompagnato il gruppo il card. Renato Raffaele Martino, presidente della fondazione.

L'Osservatore Romano

L'agenzia 'I.Media': quattro e tutti in Europa i viaggi internazionali del Papa nel 2010. Tra le possibili mete Gran Bretagna e Bielorussia

Dovrebbero essere quattro i viaggi internazionali di Papa Benedetto XVI nell'anno che viene, ma tutti dentro i confini del Continente europeo. Lo scrive l'agenzia di stampa francese specializzata in informazione religiosa I.Media, secondo la quale Papa Ratzinger nel 2010 si recherà a Malta, per una visita di un solo giorno come già annunciato dai vescovi dell'isola, e probabilmente in Gran Bretagna, dove è stato invitato già dal premier Gordon Brown e dal suo predecessore Tony Blair, da poco convertito al cattolicesimo. Le altre mete sono ancora incerte: in pole position, la Germania, i cui vescovi avevano annunciato una visita nel febbraio scorso per poi essere costretti a smentire. In quell'occasione il Vaticano aveva comunque spiegato che sarebbe ''un desiderio forte del Papa'' tornare a visitare la sua terra natale. Tra le mete ventilate anche la Bielorussia, al confine tra Europa e Asia e terreno ideale per un incontro 'in campo neutro' tra il Pontefice e il Patriarca ortodosso di Mosca Kirill, oppure l'Europa del Nord, o il Santuario mariano di Fatima in Portogallo. Secondo l'agenzia non si realizzerà quindi il grande viaggio asiatico di Papa Ratzinger, più volte ventilato, per il quale si era parlato del Viet Nam come possibile destinazione.

Asca

Domani Benedetto XVI incontra l'arcivescovo russo Hilarion. Il card. Kasper: superate tutte le tensioni, ora un rapporto normale e costruttivo

L'arcivescovo Hilarion, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, sarà ricevuto in udienza domani mattina a Castel Gandolfo da Papa Benedetto XVI. Hilarion, alla sua prima visita a Roma dopo la nomina al suo attuale incarico, ha avuto oggi un colloquio con il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. ''L'incontro - ha riferito il cardinale alla Radio Vaticana - ha mostrato la nuova situazione tra Chiesa cattolica e Patriarcato di Mosca: abbiamo superato tutte le tensioni che c'erano negli anni scorsi e siamo adesso in un rapporto normale, tranquillo e anche positivo, costruttivo''. ''Hilarion - ha proseguito Kasper - ha espresso la sua alta stima per il Papa Benedetto XVI, che è molto apprezzato nella Chiesa ortodossa russa, e poi abbiamo parlato dei nostri rapporti, soprattutto del dialogo teologico che avrà luogo a Cipro nelle prossime settimane''. L'arcivescovo ortodosso ha infatti spiegato che il Patriarcato di Mosca ha superato le tensioni con il Patriarcato di Costantinopoli sul caso della Chiesa estone, tensioni che avevano fatto saltare la partecipazione russa all'ultima tornata di dialogo ortodosso-cattolico, a Ravenna due anni fa. Kasper ha detto poi di aver parlato con Hilarion ''anche dei nostri rapporti bilaterali: su una mostra, un concerto che loro vogliono fare qui a Roma; io ho suggerito che anche noi possiamo fare una mostra a Mosca. Abbiamo parlato dello scambio di preti, di teologi e tutto quello che può aiutare per migliorare i rapporti e superare anche i pregiudizi e le resistenze che esistono in Russia contro la Chiesa Cattolica e contro l'ecumenismo''. Insomma, ha riassunto il cardinale, ''le due parti sono decise ad andare avanti''. Tuttavia, per il momento, ''la visita del Papa a Mosca non è sull'agenda'' e quindi questo ''non è un punto che abbiamo discusso''. ''Il nuovo Patriarca di Mosca Kirill - ha spiegato infatti Kasper - adesso deve fare visita a tutti gli altri Patriarchi e per questo ci vuole tempo. Loro - ha tuttavia aggiunto - non rifiutano un incontro col Papa: questo probabilmente non sarà a Mosca nè a Roma, ma in un terzo luogo. Il Patriarca Kirill conosce bene Benedetto XVI e lo ha incontrato già due volte come metropolita. Ma non si deve puntare solo su questo punto perchè abbiamo tanti altri canali di comunicazione con il Patriarcato di Mosca: questa è una prospettiva per il futuro e sarebbe auspicabile un tale incontro ma non e' l'unico punto della discussione''. "Sono dell'idea che gli incontri di dialogo con le Chiese orientali siano una preparazione per un Concilio ecumenico in senso pieno, che speriamo possibile in un futuro non lontanissimo, nel quale Ovest ed Est lavorano insieme", ha detto ancora Kasper ai microfoni della sezione tedesca dell'emittente vaticana. "Ma un evento del genere non cade dal cielo, serve essere preparato, altrimenti sarà un fiasco! Serve allora prepararsi per tempo, in modo da avvicinarsi all'obiettivo e capire come può essere formulato".

Asca, Apcom

Attentato in Afghanistan, uccisi sei soldati italiani. La preghiera e la vicinanza del Papa. Padre Lombardi: il sangue sia sostituito dalla pace

Gravissimo attentato contro il contingente italiano in Afghanistan. Un kamikaze si è fatto esplodere al passaggio di due mezzi dell’Isaf uccidendo 6 militari italiani e almeno dieci civili afghani. Si tratta dell’attentato più grave da quello avvenuto a Nassirya nel 2003. ''Benedetto XVI è stato informato delle notizie provenienti dall'Afghanistan e assicura la sua preghiera per le vittime e la vicinanza alle famiglie e alle persone coinvolte'': lo ha detto ai giornalisti padre Federico Lombardi. Il direttore della Sala Stampa vaticana ha auspicato che “tutto questo sangue alla fine possa essere sostituito dalla pace per la quale tante persone sono impegnate e stanno donando la loro vita". "Quello che ferisce di più – ha sottolineato padre Lombardi - è il fatto che continui questa violenza proprio nei confronti di persone che sono impegnate per la pace".

Radio Vaticana

La Vigna del Signore si unisce a Papa Benedetto nella preghiera per i militari morti e nell'affettuosa vicinanza alle famiglie colpite da questa terribile tragedia.
Scenron

Il Papa: approfondire la relazione tra sacerdozio comune dei laici e quello ministeriale dei presbiteri. I preti vivano con coerenza il loro mandato

E' stata la differenza tra il sacerdozio 'comune', quello a cui ogni cristiano è chiamato con il battesimo, e il sacerdozio 'ministeriale', proprio dei preti, il tema centrale del discorso che Papa Benedetto XVI ha tenuto questa mattina al gruppo di vescovi brasiliani della Regione Nordest 2, a Roma per la visita ''ad Limina apostolorum''. Il Pontefice ha chiesto loro di evitare di laicizzare i preti e di clericalizzare i laici, spiegando che ''approfondire in modo armonico, corretto e chiaro'' la relazione tra sacerdozio comune dei laici e sacerdozio ministeriale dei presbiteri è ''uno dei punti più delicati della vita della Chiesa''. ''E' importante - ha chiarito Papa Ratzinger - che ognuno agisca secondo la propria condizione''. Dunque, ''i laici si impegnino nella realtà anche attraverso il coinvolgimento politico, secondo la visione antropologica cristiana e la dottrina sociale della Chiesa''. ''I sacerdoti, invece, devono evitare il coinvolgimento in prima persona nella politica'', perchè ''i sacerdoti devono favorire l'unità e la comunione di tutti i fedeli e restare sempre punto di riferimento per tutti''. Benedetto XVI ha chiesto quindi ai vescovi del Brasile di ''concentrare gli sforzi perchè ci siano nelle loro diocesi nuove vocazioni'', perchè ci siano ''più sacerdoti e meglio formati''. I sacerdoti hanno infatti una ''funzione essenziale e insostituibile'', ''attraverso l'annuncio della Parola, la celebrazione dei Sacramenti, prima di tutto l'Eucaristia. Da qui l'invocazione a Cristo perchè mandi operai nella sua vigna''. Con una raccomandazione: "i presbiteri sono chiamati a vivere con coerenza e pienezza di grazia il Sacramento dell’Ordinazione". Riconoscendo “numerosi segni di speranza” nella realtà della Chiesa brasiliana, il Papa ha parlato di “un futuro che Dio sta preparando attraverso lo zelo e la fedeltà con i quali i vescovi esercitano il proprio ministero episcopale”. Il Papa ha infine indicato due modelli: il Santo Curato d'Ars e Fra Antonio de Sant'Anna Galvao.

Il portavoce vaticano: nella primavera 2010 verrà pubblicata la seconda parte del 'Gesù di Nazaret' di Benedetto XVI

La seconda parte del "Gesù di Nazaret", il libro di Papa Benedetto XVI sulla vita di Gesù, uscirà nella primavera 2010, a tre anni di distanza dalla pubblicazione del primo volume, avvenuta nell'aprile 2007. Lo ha detto padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa vaticana, in una intervista alla televisione RomeReports. Papa Ratzinger, dopo essersi rotto il polso durante le vacanze in Valle d'Aosta, è stato costretto a dettare la seconda parte del libro.

Asca

Messaggio del Papa alla comunità ebraica di Roma: attendo con gioia di visitare la vostra sinagoga per manifestarvi la vicinanza mia e della Chiesa

Benedetto XVI rivolge i suoi auguri agli ebrei di Roma in occasione delle vicine festività ebraiche, affermando di attendere "con gioia" di compiere una visita alla comunità e alla sinagoga. Lo ha fatto con un telegramma, diffuso dal rabbinato. "Anche quest' anno, in occasione della ricorrenza di Rosh Ha Shana 5770, di Yom Kippur e di Sukkot - si legge nel telegramma - volentieri formulo i miei più sentiti auguri a lei e alla comunità ebraica di Roma, e mentre auspico che queste feste siano motivo di comune santa letizia, invoco dall'Eterno per tutti gli ebrei copiose benedizioni a costante incoraggiamento dell'impegno profuso per promuovere la giustizia, la concordia e la pace". "Rinnovo a lei la mia cordiale amicizia - aggiunge il messaggio - in attesa di compiere con gioia, dopo le vostre feste, la visita a codesta comunità e alla sinagoga, animato dal vivo desiderio di manifestarvi la personale vicinanza mia e quella di tutta la Chiesa Cattolica". La Sala stampa vaticana ha confermato che la visita è in programma, ma che non è ancora stata fissata una data. Il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha espresso la sua gratitudine a Papa Benedetto XVI per il messaggio inviato a lui e alla comunità ebraica romana in occasione delle imminenti festività di Rosh Ha Shana 5770, di Yom Kippur e di Sukkot. Di Segni ha definito il messaggio "significativo e importante" confermando che è in corso l'organizzazione dalla visita del Pontefice alla comunità e alla sinagoga di Roma.

Il Messaggero

Il Papa nella Repubblica Ceca. Tutte le dirette

Questo è il calendario completo delle dirette televisive del Viaggio Apostolico di Papa Benedetto XVI nella Repubblica Ceca. Sat2000 (SKY canale 801) e Telepace (SKY canale 802) trasmetteranno tutti gli atti e gli eventi, grazie al Centro Televisivo Vaticano. Rai Uno trasmetterà solo la Santa Messa e l'Angelus di domenica mattina.

Venerdì 26 settembre
ore 11.30 CERIMONIA DI BENVENUTO NELLA REPUBBLICA CECA

ore 12.30 VISITA AL “GESU’ BAMBINO DI PRAGA”

ore 17.00 INCONTRO CON LE AUTORITA’ POLITICHE E CIVILI E CON IL CORPO DIPLOMATICO

ore 18.00 CELEBRAZIONE DEI VESPRI CON SACERDOTI, RELIGIOSI, RELIGIOSE, SEMINARISTI E MOVIMENTI LAICALI

Domenica 27 settembre
ore 10.00 SANTA MESSA E RECITA DELL’ANGELUS DOMINI A BRNO
Diretta su Rai Uno dalle 9.50

ore 17.15 INCONTRO ECUMENICO E INCONTRO CON IL MONDO ACCADEMICO

Lunedì 28 settembre
ore 8.50 VISITA ALLA CHIESA DI SAN VENCESLAO

ore 9.45 SANTA MESSA E MESSAGGIO AI GIOVANI A STARA’ BOLESLAV

ore 17.15 CERIMONIA DI CONGEDO DALLA REPUBBLICA CECA

Padre Lombardi illustra il suo ruolo di portavoce della Santa Sede: la vocazione di comunicatore è una continuazione della vocazione sacerdotale

Il direttore della Sala Stammpa della Santa Sede, padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI), considera che la sua chiamata a lavorare nel campo della comunicazione ecclesiale non abbia implicato un “cambiamento di direzione nel servizio spirituale e sacerdotale”, ma “un approfondimento: va in questa direzione e porta allo stesso messaggio”. “La vocazione di comunicatore è per me una continuazione della vocazione religiosa e sacerdotale. Se non fossi sacerdote, non sarei comunicatore, farei altre cose”, ha detto il gesuita in un'intervista all'agenzia portoghese Ecclesia. La “vocazione di parlare, di annunciare il Vangelo è, naturalmente, anche una vocazione di comunicazione”, ha spiegato. Padre Lombardi riconosce che c'è stata la necessità di un approfondimento tecnico e professionale per agire nel campo dei media. Il motivo che lo ha portato a collaborare con la rivista La Civiltà Cattolica all'inizio degli anni Settanta, ricorda, è stato il fatto di aver scritto alcuni articoli sui lavoratori italiani emigrati in Germania. “Non l'ho fatto per diventare giornalista, ma per servire quei lavoratori. In questo senso, cerco sempre di far sì che comunicare diventi un servizio, nelle questioni importanti nella vita delle persone”. “E' ovvio che non mi dispiace che questo sia diventato il centro della mia vita, nella fattispecie al servizio del Santo Padre e delle istituzioni del Vaticano. Lo vedo come un contributo al servizio delle persone”, afferma. Circa le sue funzioni in Vaticano, padre Lombardi spiega di non essere “un portavoce personale del Papa; non mi chiama per inviare messaggi specifici attraverso di me”. “Io sono direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che ha la missione di diffondere le informazioni ufficiali, diciamo così – comunicati, testi del Papa –, che mi giungono attraverso la Segreteria di Stato e altre istituzioni del Vaticano”. “Sicuramente ho occasioni personali per vedere il Papa e parlare con lui, ad esempio dopo udienze importanti con i Capi di Stato e altre grandi personalità. Parlo con lui del contenuto degli incontri, per redigere il comunicato, e confronto quello che mi dice con la Segreteria di Stato, che può avere altre informazioni”. Circa le sfide della Sala Stampa della Santa Sede, padre Lombardi segnala che questa “impara a rispondere, cerca di seguire l'evoluzione” nel campo dei media, soprattutto su Internet. Questa evoluzione, però, “è così rapida e così ampia che è molto difficile riuscire a rispondere allo stesso livello di evoluzione mondiale, ma svolgiamo il nostro compito”. “Una cosa molto importante, in questo senso, è sviluppare il legame tra le varie agenzie e sale stampa della Chiesa, per poter lanciare rapidamente un messaggio da Roma, se c'è qualcosa di urgente, dando un senso di partecipazione e sicurezza – ha concluso –. Penso che sia possibile fare passi avanti molto importanti”.

Zenit