sabato 27 ottobre 2012

Defunto dj della 'BBC', accusato dopo la morte di abusi sessuali su minori, sotto Giovanni Paolo II fu insignito dell'Ordine di San Gregorio Magno. Lombardi: non doveva essergli attribuita. La Santa Sede condanna con fermezza l'orribile crimine

Jimmy Savile, il defunto dj della BBC accusato post-mortem di abusi sessuali sui minori, durante il Pontificato di Giovanni Paolo II fu insignito dell'Ordine di San Gregorio Magno, ordine equestre riconosciuto dalla Santa Sede. E ora, dopo le richieste di informazione da parte dell'arcivescovo di Westminster Vincent Nichols, la Santa Sede precisa che quell'onoreficenza non avrebbe dovuto essergli concessa, condanna con durezza gli abusi sessuali compiuti da Savile e sottolinea, per bocca del direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, che l'onoreficienza "decade con la morte della persona". Un portavoce di Nichols ha spiegato che il primate d'Inghilterra "ha scritto la scorsa settimana alla Santa Sede per domandare all'ufficio competente di indagare se l'onoreficienza concessa a Jimmy Savile per le sue opere caritatevoli possa essere rimossa ex post e i suoi effetti annullati". Interpellato dalla BBC, il portavoce vaticano ha affermato che la Santa Sede "condanna con fermezza l'orribile crimine degli abusi sessuali su minori" e considera "molto gravi" le rivelazioni sul dj britannico. "Rattrista profondamente che a una persona risultata così compromessa sia stata concessa in vita una onoreficienza da parte della Santa Sede, che alla luce delle recenti informazioni certamente non avrebbe dovuto essergli attribuita". Quanto alla rimozione, "poiché non esiste una lista ufficiale permanente delle persone che hanno ricevuto un'onoreficienza del Papa nel passato, non è possibile depennare nessuno da una lista che non esiste". Ad ogni modo, "i nomi di coloro che ricevono un'onoreficienza papale non appaiono nell'annuario pontificio e l'onoreficienza decade con la morte della persona". "La cosa più importante - ha concluso Lombardi - è riaffermare la condanna della Chiesa nei confronti di tutte le forme di abuso sessuale, e in particolare l'abuso di minori, crimine estremamente grave. La Santa Sede è irremovibile su questo punto".

TMNews

Risposta di padre Lombardi a domanda di giornalisti sullo scandalo di Jimmy Savile

Il 31 ottobre nella Cappella Sistina Benedetto XVI presiederà la celebrazione dei Vespri in occasione dei 500 anni della Volta dipinta da Michelangelo

La diretta dei Vespri dalla Cappella Sistina con Benedetto XVI. E' l'appuntamento centrale della programmazione settimanale di Tv2000 la televisione della Conferenza episcopale italiana. Tv2000, in collaborazione con il CTV, mercoledì 31 ottobre alle ore 18.00 trasmetterà, infatti, in diretta dalla Cappella Sistina la celebrazione dei Vespri presieduti da Benedetto XVI, in occasione dei 500 anni dell'inaugurazione della Volta dipinta da Michelangelo, al termine della recita del Rosario in collegamento da Lourdes.

Asca

Card. Wuerl: la nuova evangelizzazione non è semplicemente un programma ma un modo di vedere il mondo che ci circonda ed un modo di invitare le persone ad aderire al Vangelo, che può prendere diverse forme

L’elenco finale delle Proposizioni è stato presentato stamani nella Sala Stampa vaticana. Sono intervenuti all’evento il card. Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington e relatore generale al Sinodo, mons. Pierre Marie Carré, arcivescovo di Montpellier e segretario speciale all’Assemblea sinodale e mons. Józef Michalik, arcivescovo di Przemyśl e presidente della Conferenza Episcopale polacca. Dalle Proposizioni del Sinodo emerge uno sguardo positivo per l’impegno della nuova evangelizzazione: è quanto affermato dal card. Wuerl che ha tenuto a sottolineare lo spirito di unità che ha contraddistinto i lavori dell’assemblea sinodale. L’arcivescovo di Washington ha quindi aggiunto che la grande sfida per la Chiesa è ora proprio nel portare avanti l’impegno della nuova evangelizzazione in un tempo segnato dalla secolarizzazione. Ma chi sono dunque oggi i nuovi evangelizzatori? “Sono tutti – ha detto Wuerl – Quindi, la nuova evangelizzazione riguarda le famiglie, i giovani. Riguarda chiunque, nell’ambito della Chiesa, sia impegnato in questa opera”. Le Proposizioni, ha aggiunto, devono far capire che la nuova evangelizzazione non è solo un impegno temporaneo, ma una condizione permanente della Chiesa: “La nuova evangelizzazione – ha ribadito - non è semplicemente un programma, ma un modo di vedere il mondo che ci circonda ed un modo di invitare le persone ad aderire al Vangelo. Tutto questo può prendere diverse forme”. Volutamente, ha detto perciò il card. Wuerl, “siamo stati cauti nel suggerire come questo avrebbe potuto ‘funzionare’, perché ciascuna Conferenza Episcopale vorrà mettere in pratica la nuova evangelizzazione secondo le proprie tradizioni e secondo la propria valutazione della situazione specifica”. Quindi, parlando dei giovani, ha detto che non bisogna ritenerli solo come quelli che devono essere evangelizzati ma anche come degli evangelizzatori. Pensiero, questo, su cui si è soffermato anche mons. Michalik, presidente dei vescovi polacchi: “Con i giovani bisogna avere il coraggio di essere molto chiari, radicali. Però, il radicalismo cristiano non esiste senza l’amore, senza la comprensione, senza la pazienza. Con un contatto umano, più umano il campo per l’evangelizzazione è più aperto”. Dal canto suo, mons. Carré ha sottolineato che, al cuore della nuova evangelizzazione, c’è l’incontro con il Signore, un incontro da incoraggiare nelle difficoltà dei nostri tempi. I relatori si sono, infine, trovati d’accordo nel mettere l’accento sul ruolo della bellezza artistica, musicale, culturale quale via per annunciare il Vangelo. Né, infine, hanno mancato di indicare come fondamentale, in un mondo complesso come quello di oggi, il dialogo tra la Chiesa e il mondo scientifico.

Radio Vaticana

Ventiduesima Congregazione generale. Presentazione e votazione delle 58 Proposizioni finali: la natura, gli agenti e i partecipanti della nuova evangelizzazione, il contesto del ministero della Chiesa oggi, le risposte pastorali alle circostanze dei giorni nostri

Dopo le parole di Papa Benedetto XVI, nell'ultima Congregazione generale il Sinodo dei vescovi ha proceduto alla votazione delle 58 proposizioni finali, documento conclusivo dei lavori di norma riservato al Pontefice. Tuttavia, Benedetto XVI ha autorizzato la pubblicazione di una bozza in lingua inglese. Ad una ad una sono stateo lette in latino dal relatore generale, il card. Donald Wuerl, e dal segretario speciale, mons. Pierre-Marie Carré. Ma se la lingua è antica, il contenuto è attuale: in sostanza, le proposizioni affermano che la Chiesa guarda alla nuova evangelizzazione senza paura, con coraggio, considerandola una vera opportunità di annuncio del Vangelo nel complesso contesto del mondo contemporaneo. Suddivise in quattro gruppi, la natura della nuova evangelizzazione, il contesto del ministero della Chiesa oggi, le risposte pastorali alle circostanze dei giorni nostri, gli agenti ed i partecipanti della nuova evangelizzazione, più un’introduzione ed una conclusione, le proposizioni definiscono la nuova evangelizzazione come missione permanente della Chiesa, tempo di risveglio e ribadiscono l’importanza dell’inculturazione della fede nella contemporaneità, ma con il giusto discernimento degli elementi positivi da quelli negativi. Di qui, l’accento posto su un mondo secolarizzato sì, ma pur sempre creazione di Dio, al quale i cristiani non possono restare indifferenti perché si vive nel mondo anche se non si è del mondo. Centrale, poi, la riflessione sul primo annuncio, per il quale i vescovi suggeriscono la definizione di linee guida precise, anche perché proclamare ed ascoltare il Vangelo è un diritto per ogni persona, credente o no, ed un obbligo per ogni cristiano. La proclamazione della Parola di Dio, dunque, lontana dal proselitismo, rispetti tutti. In questo contesto, il Sinodo incoraggia le diocesi e le parrocchie allo studio della Sacra Scrittura. Guardando nello specifico alle sfide attuali, come la globalizzazione, i vescovi ribadiscono che il Vangelo offre una visione di vita che non si impone, ma si propone come messaggio di pace, bellezza, verità e speranza che aiuta l’uomo ad uscire dalla solitudine post-moderna. Oggi, notano i presuli, in un mondo in cui c’è guerra, violenza, individualismo, la Chiesa deve esercitare la riconciliazione in modo calmo e risoluto, portando un messaggio di amore e giustizia. Di qui, l’invito racchiuso in una specifica proposizione affinché ogni opportunità venga colta per tutelare i diritti umani. Ampia, poi, la riflessione sulla libertà religiosa, definita dal Sinodo diritto umano fondamentale che include la libertà di coscienza. Considerata la necessità crescente di tutelare tale diritto, il Sinodo suggerisce di pensare ad una Commissione di leader religiosi nel mondo che monitori, anche attraverso il Pontificio Consiglio Giustizia e pace, gli attacchi alla libertà religiosa e di coscienza. Ed in questo senso, le proposizioni riflettono anche sullo sviluppo umano, perché non si può pensare alla nuova evangelizzazione senza un impegno serio in favore della giustizia e contro le cause della povertà. Ulteriori suggerimenti guardano agli strumenti che la nuova evangelizzazione ha a disposizione: i mass media, per i quali si richiede la giusta formazione; la bellezza, dimensione speciale di un nuovo annuncio del Vangelo; i migranti, che vanno tutelati nella loro dignità e difesi dalle nuove forme di schiavitù, dalla tratta e dal traffico di organi. I vescovi, inoltre, richiamano la necessità di una conversione personale e collettiva, ribadiscono la chiamata alla santità per ciascuno, chiedono alle istituzioni di difendere il diritto all’educazione e alla libertà di insegnamento e suggeriscono che ogni università cattolica abbia un dipartimento di studi dedicato alla nuova evangelizzazione. Sottolineata poi l’importanza della catechesi degli adulti ed affermato che le Conferenze episcopali possono chiedere alla Santa Sede l’istituzione di un ministero per i catechisti. Il Sinodo non dimentica, quindi, la nuova evangelizzazione nei confronti dei poveri e dei malati, in cui si vede il volto di Cristo; ribadisce l’importanza del sacramento della penitenza, chiedendo che sia sempre presente nella vita parrocchiale; riconosce la pietà popolare e il pellegrinaggio come opportunità di crescita della fede. Guardando ai carismi, definiti doni della Chiesa, i vescovi li invitano alla cooperazione con le diocesi, mentre le parrocchie vengono incoraggiate ad essere sempre più ambienti spirituali aperti a tutti i fedeli. Proposizioni specifiche sono riservate quindi ai laici, invitati ad operare a fianco della Chiesa nella nuova evangelizzazione; alle donne, delle quali si ribadisce la dignità e se ne riconoscono le capacità, e alla famiglia cristiana, Chiesa domestica, primo agente di vita, di amore e di trasmissione della fede. Senza dimenticare i divorziati e i conviventi, il Sinodo sottolinea che la Chiesa dovrà cercare per loro risposte appropriate. Il pensiero va anche ai giovani: presente, futuro e dono della Chiesa, ricettori e attori della nuova evangelizzazione, dice il Sinodo, vanno accompagnati nella scoperta della loro vocazione di vita. Spazio, poi, alla formazione continua dei sacerdoti che devono essere testimoni autentici e credibili, veri modelli di fede. E di fronte agli scandali che colpiscono la vita sacerdotale, i vescovi ringraziano i tanti presbiteri fedeli al loro ministero e chiedono per loro un piano pastorale di accompagnamento. Un incoraggiamento viene rivolto anche ai consacrati, affinché vivano la loro identità radicalmente e con gioia, in comunione con la Chiesa. Infine, le proposizioni affrontano il tema del dialogo: quello ecumenico, che dà credibilità all’annuncio del Vangelo e per il quale si auspicano ulteriori progressi; quello interreligioso, che deve essere intensificato soprattutto con i musulmani e che implica il rispetto della libertà di coscienza e di religione, nell’ottica di una collaborazione reciproca per la difesa e la promozione della dignità umana. E ancora: il dialogo tra scienza e fede ed il dialogo con i non credenti, messo in atto dal Cortile dei gentili e diretto, per lo più, a chi non conosce Dio ma non vuole rimanere semplicemente senza di Lui, ma avvicinarlo almeno come sconosciuto. Gli ultimi suggerimenti del Sinodo riflettono sulla salvaguardia del Creato, sulla trasmissione della fede a partire dagli insegnamenti del Concilio Vaticano II, e su Maria, Stella della nuova evangelizzazione. Spetterà ora ad un’eventuale esortazione apostolica post-sinodale di Benedetto XVI raccogliere tali suggerimenti. Ma per ora, i credenti ricordino che portare la gioia del Vangelo nel mondo è compito di tutti, nessuno escluso.

Radio Vaticana

VENTIDUESIMA CONGREGAZIONE GENERALE
 

Il Papa: anche se la Chiesa sente venti contrari, tuttavia sente soprattutto il vento dello Spirito Santo che ci aiuta, ci mostra la strada giusta e con nuovo entusiasmo siamo in cammino e ringraziamo il Signore perché ci ha dato questo incontro veramente cattolico

Si è tenuta questa mattina nell’Aula del Sinodo, alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI, la 22° e ultima Congregazione generale della XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, per la presentazione e la votazione dell’Elenco finale delle Proposizioni. Nel corso della Congregazione generale, dopo l’indirizzo di omaggio rivoltogli da uno dei presidente delegati, il card. Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa, il Papa ha rivolto ai Padri alcune parole. "Nel contesto delle riflessioni del Sinodo dei vescovi", ha esordito Benedetto XVI, "ed a conclusione di un cammino di riflessione sulle tematiche dei Seminari e della Catechesi, mi è gradito annunciare che ho deciso, dopo preghiera e ulteriore riflessione, di trasferire la competenza sui Seminari dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica alla Congregazione per il Clero e la competenza sulla Catechesi dalla Congregazione per il Clero al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione". "Preghiamo il Signore perché accompagni i tre Dicasteri della Curia Romana nella loro importante missione, con la collaborazione di tutta la Chiesa", ha detto ancora, dopo aver annunciato che verranno pubblicate le Lettere Apostolicahe in forma di Motu Proprio per definire gli ambiti e le rispettive facoltà. Quindi, il Pontefice ha espresso i suoi auguri ai sei cardinali designati, che verranno creati nel Concistoro del prossimo 24 novembre, spiegando ai Padri sinodali che con esso ha voluto ''completare il Concistoro di febbraio nel contesto della Nuova Evangelizzazione, con un gesto della universalità della Chiesa, mostrando che la Chiesa è Chiesa di tutti i popoli, parla in tutte le lingue, è Chiesa di pentecoste non Chiesa di un Continente ma Chiesa universale''. Questa ''universalità della Chiesa'', per Papa Ratzinger, è stata in evidenza anche al Sinodo: ''E' per me veramente edificante, consolante, incoraggiante - ha detto - vedere lo specchio della Chiesa universale, con le sue sofferenze, minacce, pericoli e gioie, esperienza della presenza del Signore anche in situazioni difficili''. ''Anche se la Chiesa sente venti contrari - ha concluso - tuttavia sente soprattutto il vento dello Spirito Santo che ci aiuta, ci mostra la strada giusta e cosi' con nuovo entusiasmo mi sembra siamo in cammino e ringraziamo il Signore che ci ha dato questo incontro veramente cattolico''. Di qui, il sentito grazie che il Papa ha rivolto alle testimonianze commoventi ascoltate in Aula, ai presidenti delegati e al segretario generale che hanno guidato l’Assemblea, agli uditori, a chi ha lavorato giorno e notte in modo indefesso. "Adesso queste 'Propositiones' sono un testamento, un dono, dato a me per noi, per elaborare tutto in un documento che viene dalla vita e dovrebbe generare vita. Su questo speriamo e preghiamo; in ogni caso, andiamo avanti con l’aiuto del Signore. Grazie a voi tutti", ha concluso.

Asca, Radio Vaticana

PAROLE DEL SANTO PADRE NEL CORSO DELL’ULTIMA CONGREGAZIONE GENERALE DELLA XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI
 

Ventunesima Congregazione generale. Letto nell'Aula l'elenco delle Preposizioni finali. I 12 membri eletti del XIII Consiglio della segreteria del Sinodo e i 3 membri nominati dal Papa

Ieri pomeriggio, alle 17.30, alla presenza del Santo Padre, con la preghiera "Pro Felici Synodi Exitu," ha avuto inizio la ventunesima Congregazione generale per la lettura in Aula dell’elenco finale delle Proposizioni. Presidente delegato di turno il card. John Tong, vescovo di Hong Kong. A questa Congregazione generale, che si è conclusa alle 19.00 con la preghiera dell'Angelus Domini, erano presenti 249 Padri. Durante la Congregazione Generale, il segretario generale del Sinodo dei vescovi, mons. Nikola Eterovic, ha comunicato i nominativi dei 12 membri eletti del XIII Consiglio della segreteria generale del Sinodo dei vescovi e i nominativi dei 3 membri nominati dal Santo Padre: Benedetto XVI ha inserito il card. Donald Wuerl, arcivescovo di Washington e relatore del Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione che si conclude domani, l'arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, e l'arcivescovo maggiore di Kiev e capo degli ucraini greco cattolici, Sua beatitudine Sviatoslav Scevcuk. A loro si aggiungono i cardinali Napier, Turkson e Monsengwo Pasinya, per l'America i cardinali Dolan, Scherer e il vescovo Silva Retamales, per l'Asia e l'Oceania i cardinali Gracias e Pell e l'arcivescovo Tagle, per l'Europa i cardinali Schoenborn, Erdo e l'arcivescovo Bruno Forte.

Bollettino del Sinodo dei vescovi, Agi

VENTUNESIMA CONGREGAZIONE GENERALE

Distretto italiano lefebvriani: dolorosa esclusione di Williamson giustificata da motivi puramente disciplinari, che duravano da più anni. Nessun cedimento alla 'Chiesa conciliare'

In occasione della "dolorosa esclusione" di mons. Richard Williamson dai lefebvriani, il distretto italiano della Fraternità Sacerdotale San Pio X "ribadisce - in una nota di questi giorni - che questa è stata giustificata da motivi puramente disciplinari, che duravano da più anni. Voler collegare questo triste avvenimento ad una volontà di cedimento dottrinale nei confronti della 'Chiesa conciliare' - prosegue la nota firmata il 25 ottobre dal superiore italiano don Pierpaolo Maria Petrucci e da "tutti i sacerdoti del Distretto d'Italia" - è puramente arbitrario, calunnioso ed ingiustificabile alla luce della dichiarazione dell'ultimo Capitolo Generale e dei recenti avvenimenti, come anche il futuro dimostrerà in maniera inequivocabile".

TMNews

Lombardi: il messaggio con cui il Sinodo si rivolge alla Chiesa non è affatto una parola sfiduciata ma una parola d'impegno e di speranza fondata sulla fede in Dio, sulla presenza di Cristo risorto e sulla potenza del suo Spirito

La "riflessione" che la Chiesa ha compiuto al Sinodo "sulla necessità di una nuova evangelizzazione è nata certamente da un allontanamento dalla fede e dalle difficoltà dell'annuncio in varie parti del mondo di oggi, ma il messaggio con cui l'Assemblea sinodale, prima di sciogliersi, si rivolge alla Chiesa non è affatto una parola sfiduciata; è piuttosto una parola d'impegno e di speranza fondata sulla fede in Dio, sulla presenza di Cristo risorto e sulla potenza del suo Spirito". Lo afferma il direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi, nel consueto editoriale per il settimanale "Octava Dies" del Centro Televisivo Vaticano. "Niente pessimismo: globalizzazione, secolarizzazione e nuovi scenari della società, migrazioni, devono essere opportunità di evangelizzazione". "I vescovi e gli altri membri del Sinodo - precisa il gesuita - tornano ora ai luoghi abituali del loro servizio. Lasciano al Papa - che ha fedelmente accompagnato tutti i loro lavori - un ricco contributo da approfondire. Ma lo lasciano anche a tutta la Chiesa, che in quest'Anno della fede si sente ora più animata a trovare le vie, i luoghi, i modi di condividere con tutti il dono della fede: il più bello e il più prezioso che esista".

TMNews
 

'Ecclesia Dei': la Fraternità sacerdotale San Pio X ha bisogno di ulteriore tempo di riflessione e di studio, per preparare la propria risposta alle ultime iniziative della Santa Sede. Sono necessarie pazienza, serenità, perseveranza e fiducia

La Pontificia Commissione “Ecclesia Dei” annuncia, con un comunicato, che, nella sua più recente comunicazione del 6 settembre scorso, la Fraternità sacerdotale di S. Pio X, fondata da mons. Lefebvre, ha indicato di aver bisogno di “ulteriore tempo di riflessione e di studio, per preparare la propria risposta alle ultime iniziative della Santa Sede”. “Dopo trent’anni di separazione, è comprensibile che vi sia bisogno di tempo per assorbire il significato” dei “recenti sviluppi”. E’ quanto sottolinea la Commissione “Ecclesia Dei” che aggiunge: mentre il Papa “cerca di promuovere e preservare l’unità nella Chiesa mediante la realizzazione della riconciliazione a lungo attesa della Fraternità sacerdotale di S. Pio X con la Sede di Pietro – una potente manifestazione del 'munus Petrinum' all’opera – sono necessarie pazienza, serenità, perseveranza e fiducia”. “Lo stadio delle attuali discussioni fra la Santa Sede e la Fraternità sacerdotale – ricorda dunque il comunicato – è frutto di tre anni di dialoghi dottrinali e teologici, durante i quali una commissione congiunta si è riunita otto volte per studiare e discutere, fra le altre questioni, alcuni punti controversi nell’interpretazione di certi documenti del Concilio Vaticano II”. E aggiunge che: “quando tali dialoghi dottrinali si conclusero, fu possibile procedere ad una fase di discussione più direttamente focalizzata sul grande desiderio di riconciliazione della Fraternità sacerdotale di San Pio X con la Sede di Pietro”. Il comunicato rammenta così altri passi fondamentali in questo “processo positivo di graduale reintegrazione” come “l’estensione alla Chiesa universale della Forma Straordinaria del Rito Romano con il Motu Proprio 'Summorum Pontificum'” e, “nel 2009, con l’abolizione delle scomuniche”. Solo alcuni mesi orsono, sottolinea la nota, “in questo cammino difficile fu raggiunto un punto fondamentale” quando, il 13 giugno scorso, la Pontificia Commissione “ha presentato alla Fraternità sacerdotale di S. Pio X una dichiarazione dottrinale unitamente ad una proposta per la normalizzazione canonica del proprio stato all’interno della Chiesa cattolica”. Attualmente, sottolinea il comunicato, “la Santa Sede è in attesa della risposta ufficiale dei superiori della Fraternità sacerdotale a questi due documenti".

Radio Vaticana

DICHIARAZIONE DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE "ECCLESIA DEI"

Card. Bagnasco: tenere desto il fuoco. Conoscenza e ragionevolezza della propria fede, alimentata nella cura amorevole di Gesù Cristo, in un contesto che non è favorevole

"Il punto non è venirne a capo, ma tenere desto il fuoco. Ascoltando quest’agorà delle genti mi sono accorto che passione per il Vangelo fino alla morte ce n’è molta". Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Genova e presidente della CEI, ieri sera, su Tv2000, intervistato da alcuni giornalisti dell’emittente dei cattolici e di Radio Inblu sul significato del Sinodo dei vescovi in conclusione. "Gli eventi della Chiesa non vogliono ripetere un ritornello ma ridestare questa fiamma", ha risposto spiegando la funzione del Sinodo, "perché l’amore bisogna rimotivarlo e accorgersi del tesoro che si ha in mano. Il dramma più grave, quando l’uomo vive una difficoltà, è sentirsi solo. Allora tutto pare insormontabile, si arrende e diventa passivo. È invece giusto sapere che, in qualunque momento, l’uomo incontra Cristo che lo precede". "Conoscenza e ragionevolezza della propria fede, alimentata nella cura amorevole di Gesù Cristo, in un contesto che non è favorevole": questa è la sfida a cui siamo chiamati. "L’incontro personale con Gesù", senza il quale "anche il pensiero di Cristo sarà difficile da interiorizzare e tradurre in termini vivi", va inserito, ha spiegato il porporato, "nell’aria che respiriamo tutti", perché "i cattolici non vivono sotto una campana". C’è, però, "una strana separatezza tra la fede proclamata e i criteri desunti, aspirati in modo acritico dall’aria del secolarismo", che non è diffuso "solo nel mondo occidentale, ma anche in quei territori di recente tradizione cattolica". A proposito dei diritti dei cristiani in Medio Oriente e Nord Africa, la Chiesa, ha sottolineato il card. Bagnasco, "dev’essere coscienza critica. Non maestra che bacchetta ma profezia. Profezia vuol dire incarnarsi nella storia, nel mondo, come ci ha insegnato il Maestro. La Chiesa – ha proseguito - dev’essere sempre presente ovunque, seguendo, col discernimento che lo spirito le dona, quei semi buoni da valorizzare, in ordine alla dignità della persona umana". In merito al fondamentalismo, "da qualunque parte venga", la Chiesa "deve elevare ed eleva la sua voce, forte e costante, insieme alla sua preghiera", che vuol dire "denunciare violazioni diritti fondamentali e invocarne in tutte le sedi il rispetto". È doveroso però, ha aggiunto, che "anche la comunità internazionale parli forte e costante". Sul valore della "Chiesa profetica" il presidente Cei si è soffermato spiegando come "nell’Antico Testamento ‘profetico’ è chi guarda le cose con gli occhi di Dio, cogliendone così la verità e l’esito. Ma lo è anche colui che anticipa un mondo nuovo, secondo Dio. È la comunione il miracolo che autentica l’annuncio, e si fa profezia del mondo nuovo. Ma c’è la profezia – ha aggiunto - anche nel momento in cui la Chiesa parla e annuncia il Vangelo, quando la Chiesa richiama l’errore di certi stili, e dice ‘no’. A volte questo non è capito, ma il ‘no’ è solo l’altra faccia del ‘sì’. Dire che un comportamento porta alla rovina è profezia". Sul tema della famiglia, "la Chiesa si deve porre facendo pulsare il suo cuore materno. Ma, in quanto madre delle genti, dev’essere anche maestra" e dunque "accompagnare, sostenere, incoraggiare, dare fiducia, dire una parola di verità". Per rispondere alle esigenze delle famiglie contemporanee, "nel documento ‘Sacramentum caritatis’ – ha segnalato il porporato - vengono indicati nove modi per partecipare alla vita della Chiesa, pur nell’impossibilità di accostarsi alla comunione". In questo contesto, una "grande solitudine abbraccia i nostri ragazzi", che "vogliono essere amati, tutto il resto è relativo. Se sentono che le figure educative vogliono loro bene e sono là per loro, tutto il resto si dipana. Il linguaggio, seppur con la sua importanza, non è prioritario ma secondario rispetto al cuore che essi cercano". Quanto all’evangelizzazione, "dobbiamo far emergere la dimensione costitutiva della persona", che è fatta di fiducia. L’uomo "non può vivere senza fiducia. In questo senso il limite, che è parte costitutiva della persona, è un grandissimo alleato del Vangelo", perché "l’esperienza che facciamo del limite ci dice che abbiamo bisogno degli altri, che non possiamo vivere chiusi in noi stessi, ma solo andando incontro con fiducia al dono fatto di noi stessi agli altri. Io – ha detto il card. Bagnasco - ho molta fiducia nel bisogno di fiducia. Chi ha paura di perdere la vita e la trattiene, la perderà davvero. Chi la dona, invece, la troverà". Di qui "il passaggio dagli altri all’Altro, l’unico che può riempire il cuore umano, piccolo ma creato per l’infinto. L’uomo, d’altra parte, è una creatura di confine, tra terra e cielo, tempo ed eterno". Il card. Bagnasco ha riservato una riflessione anche all’impegno dei cattolici: "Quanto più politica, economia e finanza segnano difficoltà e scandali, tanto più il cattolico non si può ritirare, anzi è chiamato in causa. Il suo è un dovere: ciascuno, secondo la propria vocazione e capacità, deve partecipare al bene pubblico. Non certo per voglia di potere, ma per servire al bene comune, non per imporre legislazione di fede ma in nome di un’antropologia integrale, che scopriamo alla luce del Vangelo ma non prescinde dall’uso della ragione". "Trasparenza" e "credibilità" sono state, infine, le parole che il card. Bagnasco ha indicato in risposta agli scandali che possono coinvolgere la Chiesa: "Il Santo Padre ci indica continuamente la via della trasparenza", e "la credibilità è un desiderio che dobbiamo avere per Lui, il Signore. ‘La Chiesa è come la luna, che riflette la luce del sole’, diceva Sant’Ambrogio. Dobbiamo pensare ad essere credibili e fedeli".

SIR

Card. Scola: il Sinodo ha ulteriormente rinsaldato la comunione tra noi vescovi e l’affetto e la stima nei confronti del Papa e del suo straordinario Magistero. Una 'primavera cristiana' è in piena fioritura

Il Sinodo "ha ulteriormente rinsaldato la comunione tra noi vescovi e l'affetto e la stima nei confronti del Santo Padre e del suo straordinario Magistero". Lo afferma alla Radio Vaticana il card. Angelo Scola (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Milano, ricordando che Papa Ratzinger "auspicava, che dal Sinodo scaturisse 'un fuoco', come fu per lui l'esperienza del Concilio" ed aveva parlato di una "primavera cristiana". "A me sembra - rileva Scola - che tale primavera sia già in fioritura. Forse l'Anno della fede ed il Sinodo devono aiutarci - spiega - a sottolineare di più il 'noi' della fede. Dobbiamo avere più coraggio nella comunione, arrivando, come dice San Paolo, 'a sopportarci a vicenda con amore', se è necessario: perchè, l'unità è la grande condizione per far fiorire la nuova evangelizzazione". Il card. Scola, che ha partecipato a tutte le Assemblee sinodali degli ultimi 20 anni, ritiene che questa volta "il lavoro sia stato veramente intenso: si sono messe a punto - elenca - questioni molto interessanti, pensiamo per esempio al rapporto doni gerarchici-doni carismatici, e siamo ritornati, equilibratamente, sul tema della famiglia, sul rapporto con l'Islam". "Io credo che questo Sinodo - conclude il porporato - se avremo la pazienza di riportarlo nelle chiese e di 'digerirlo' insieme, possa segnare un passo serio nella direzione della nuova evangelizzazione". "Il problema non è soltanto quello di contenere l'immigrazione islamica in Europa, o il mescolamento di culture che ne deriva. Non esiste soltanto il problema tragico e drammatico, di sostenere i nostri cristiani nei Paesi del Medio Oriente, che sono in grande sommovimento: oramai, i problemi dei paesi islamici - il problema della libertà religiosa, della libertà di coscienza, della libertà di conversione, il problema del rispetto della dignità, dei diritti umani - sono gli stessi problemi che abbiamo anche noi qui in Occidente". "Su questi stessi temi, almeno a livello europeo - afferma Scola - siamo molto confusi e si stanno talora compiendo delle scelte, che sono regressive e non progressive". "Il Santo Padre - afferma ancora il porporato - auspicava, che dal Sinodo scaturisse un fuoco, come fu per lui l'esperienza del Concilio. A me sembra che il lavoro sia stato veramente intenso: si sono messe a punto questioni molto interessanti - pensiamo per esempio al rapporto doni gerarchici-doni carismatici - e siamo ritornati, equilibratamente, sul tema della famiglia, sul rapporto con l'islam".

Agi, TMNews
 

Dal 1° novembre Marta Lago guiderà l'edizione settimanale in lingua spagnola de 'L'Osservatore Romano'. E' la seconda donna, dopo Astrid Haas incaricata dal 2008 dell'edizione in lingua tedesca

Sarà una donna a guidare l'edizione settimanale in lingua spagnola de L'Osservatore Romano. Si tratta di Marta Lago, spagnola, 42 anni, nominata dal direttore Gian Maria Vian, e prenderà funzione dal primo novembre. "Nata a Madrid nel 1970 - scrive il giornale vaticano - Marta Lago ha una lunga esperienza nell'ambito dell'informazione religiosa, maturata in agenzie di stampa, quotidiani e periodici, radio, televisione e internet, anche come corrispondente da Roma per l'Italia e il Vaticano. Dal 2007 collabora con il quotidiano della Santa Sede e dal 2009 fa parte della redazione dell'edizione in lingua spagnola, di cui nel 2010 è diventata vice incaricato". Marta Lago è la seconda donna alla guida di un'edizione de L'Osservatore Romano, dopo Astrid Haas incaricata dal 2008 di quella in lingua tedesca.

TMNews