venerdì 30 settembre 2011

Il Papa: chi sceglie Cristo porta in se generosità nel servizio e nella condivisione con il prossimo e impegno nel contrastare la cultura mafiosa

“La condizione dei giovani nel Meridione d’Italia è particolarmente difficile” ma proprio i ragazzi e le ragazze del Sud “sono portatori di valori profondi, ereditati dalle famiglie e sono animate dallo spirito cristiano”. È quanto si legge in un messaggio inviato dal segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, a nome di Benedetto XVI al presidente dei vescovi calabresi, mons. Vittorio Mondello, in occasione del convegno di pastorale giovanile che si è aperto oggi a Drapia sul tema “FaceGod - Tanti contatti più relazione”, fino a domenica. “A fronte dei problemi diffusi – prosegue il messaggio – quali la mancanza di lavoro, una religiosità a volte poco personalizzata con conseguente scissione tra fede e vita, il secolarismo dilagante, la criminalità organizzata, i giovani che hanno scelto con maturità e responsabilità Cristo e la Chiesa portano in se grandi energie positive”. Tra queste “forti legami familiari e attaccamento alla loro terra, alla sua storia e alle sue tradizioni religiose; sincerità e fedeltà nei rapporti interpersonali; generosità nel servizio e nella condivisione con il prossimo e impegno nel contrastare la cultura mafiosa”. Ricordando la Giornata Mondiale della Gioventù alla quale hanno partecipato anche molti giovani calabresi, il Papa propone di dare “continuità alla forte esperienza vissuta” per “tradurla in impegno formativo e missionario nelle ordinarie situazioni di vita delle rispettive comunità ecclesiali e sociali”.

SIR

Il Papa: la Giornata Missionaria Mondiale accresca nel Popolo di Dio la passione per l’evangelizzazione e il sostegno all’attività missionaria

“Perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale”, di domenica 23 ottobre, “accresca nel Popolo di Dio la passione per l’evangelizzazione e il sostegno all’attività missionaria con la preghiera e l’aiuto economico alle Chiese più povere”. E’ questa l’intenzione di preghiera missionaria di Benedetto XVI per il mese di ottobre. Un tema, quello dell’annuncio del Vangelo, a cui il Papa ha dedicato numerosi interventi. L’annuncio del Vangelo “è il servizio più prezioso che la Chiesa può rendere all’umanità”: è quanto scrive Benedetto XVI nel messaggio per la prossima Giornata Missionaria Mondiale. Il Papa sottolinea che l’evangelizzazione vivifica la Chiesa e il suo spirito apostolico. D’altro canto, il Pontefice ha sempre tenuto a precisare che “se non è animata dall’amore”, la missione si riduce ad attività filantropica. Per i cristiani, vale invece l’esortazione dell’apostolo Paolo: “L’amore di Cristo ci spinge”: “Ogni battezzato, come tralcio unito alla vite, può così cooperare alla missione di Gesù, che si riassume in questo: recare ad ogni persona la buona notizia che 'Dio è amore' e, proprio per questo, vuole salvare il mondo” (Angelus, 22 ottobre 2006).
Il Papa osserva inoltre l’urgenza dell’evangelizzazione per gli uomini del nostro tempo: nessun popolo, è il suo auspicio, sia privato della luce di Cristo. E ciò, prosegue, anche se nell’opera missionaria si incontrano mille difficoltà, fino alla disponibilità “a dare la propria vita per il nome di Cristo e per amore degli uomini”: “Chi partecipa alla missione di Cristo deve inevitabilmente affrontare tribolazioni, contrasti e sofferenze, perché si scontra con le resistenze e i poteri di questo mondo. E noi, come l’apostolo Paolo, non abbiamo come armi che la parola di Cristo e della sua Croce” (All'Assemblea Generale delle Pontificie Opere Missionarie, 21 maggio 2010).
Ancora, il Papa rammenta che tutti i cristiani, non solo i missionari, esistono “per mostrare Dio agli uomini. E solo laddove si vede Dio, comincia veramente la vita”. “Non vi è niente di più bello”, aveva detto nella Messa di inizio Pontificato, che conoscere Cristo e “comunicare agli altri l’amicizia con Lui”: “L’evangelizzazione ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio nel gesto della preghiera, cristiani mossi dalla consapevolezza che la conversione del mondo a Cristo non è da noi prodotta, ma ci viene donata” (All'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, 21 maggio 2010).
“Tutto nella Chiesa – ribadisce – è al servizio dell’evangelizzazione” ed “ogni cristiano dovrebbe fare propria l’urgenza di lavorare per l’edificazione del Regno di Dio”. Ma su quali basi fondare la missione? Il Papa indica nella Parola di Dio e nei Sacramenti le solide fondamenta dell’evangelizzazione: “Solo radicati profondamente in Cristo e nella sua Parola si è capaci di non cedere alla tentazione di ridurre l’evangelizzazione ad un progetto solo umano, sociale, nascondendo o tacendo la dimensione trascendente della salvezza offerta da Dio in Cristo. E’ una Parola che deve essere testimoniata e proclamata esplicitamente, perché senza una testimonianza coerente essa risulta meno comprensibile e credibile” (All'Assemblea Generale delle Pontificie Opere Missionarie, 14 maggio 2011).

Radio Vaticana

Il Papa: le nuove generazioni si mantengano radicate in Cristo, salde nella fede e disposte ad annunciare la gioia del vivere in pienezza il Vangelo

Benedetto XVI ha espresso la propria riconoscenza a tutte le persone che hanno reso possibile la “festa della fede” della Giornata Mondiale della Gioventù di agosto. “Li porto con gioia nel cuore”, ha confessato. Lo ha fatto in una lettera indirizzata all'arcivescovo di Madrid e Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, il card. Antonio María Rouco, datata 22 agosto e pubblicata ieri dalla CEE. “Tornando a Roma dopo gli indimenticabili giorni della mia Visita Pastorale a Madrid per la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, vorrei manifestare a Sua Eminenza la mia più cordiale riconoscenza per le innumerevoli dimostrazioni di ospitalità e le continue attenzioni che mi ha dispensato durante la mia recente permanenza in Spagna”, ha scritto il Papa. Nel suo messaggio, Benedetto XVI ha chiesto al cardinale di trasmettere la sua “viva gratitudine” ai vescovi suffraganei e ausiliari dell'arcidiocesi di Madrid e alle autorità civili, alle forze di sicurezza, al personale sanitario e agli “innumerevoli volontari che si sono impegnati in un così rilevante evento giovanile”. Ha anche espresso il proprio affetto ai membri della Conferenza Episcopale spagnola per “il loro deciso sostegno a questo incontro significativo”. “Tutti e ciascuno di coloro che hanno reso possibile questa festa della fede che abbiamo vissuto insieme, cooperando ad essa in vari modi e offrendo il meglio di sé nella sua preparazione, nel suo sviluppo e nel suo felice esito, sappiano che li porto con gioia nel cuore”, ha scritto. Il Papa ha chiesto a Dio “di arricchire tutti i figli di quella nobile terra con l'abbondanza di doni del suo amore e della sua misericordia”, e ha auspicato che “servano soprattutto le nuove generazioni affinché si mantengano radicate ed edificate in Cristo, salde nella fede e disposte ad annunciare a tutti la gioia che rappresenta vivere in pienezza il Vangelo, facendolo conoscere con coraggio a quanti ci circondano”.Dal canto suo, il Comitato Esecutivo della Conferenza Episcopale spagnola si è unito al ringraziamento che il card. Rouco ha espresso al Papa in una lettera datata anch'essa 22 agosto. Secondo i vescovi, “la Giornata Mondiale della Gioventù ha rappresentato un evento di Grazia per la Chiesa e ha dato al mondo intero una testimonianza pubblica di fede, contribuendo in questo modo a far sì che il cammino della Storia si compia sotto il segno della speranza”. Hanno anche ringraziato per l'accoglienza che tante persone hanno offerto alle decine di migliaia di pellegrini che sono giunti nei giorni previsti nelle diocesi spagnole in cammino verso Madrid, sottolineando di chiedere al Signore che i frutti spirituali e apostolici della Giornata Mondiale della Gioventù siano abbondanti per la Chiesa.

Zenit

Lettera dei parroci romani al Papa contro il card. Vallini: autoritarismo impressionante. Forse paga l'eccessiva fermezza nel fare pulizia interna

Il corvo in Vaticano è tornato a colpire, solo che stavolta la missiva arrivata quattro giorni fa a tutti i capi dicastero d’Oltretevere non è anonima ma siglata "I sacerdoti di Roma". Anche Benedetto XVI l’ha ricevuta sulla sua scrivania essendo lui stesso il primo destinatario: "Santità, questa è una lettera aperta e non di quelle che circolano in curia in queste settimane". La sua copia rispetto a quella arrivata a cardinali e arcivescovi sembra avere a corredo le firme di chi contesta l’operato svolto sino ad oggi dal card. Agostino Vallini, vicario della diocesi capitolina. Si tratta di due pagine scritte al computer, suddivise in otto paragrafi in cui traspare insofferenza, delusione e per certi versi esasperazione per un clima venato da "autoritarismo impressionante". Il porporato, già prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica, scelto dal Pontefice a sostituire Camillo Ruini nel 2008, è accusato di manifestare "comportamenti degni di un maresciallo dei carabinieri, non di un vescovo". Lo scontento serpeggia all’interno del clero diocesano e forse, vista l’iniziativa, non da ieri. In Curia non si parla d’altro. Gli autori della lettera si rammaricano di non poter avere colloqui sereni col proprio superiore per colpa di un "clima di sospetto su tutto e su tutti" che col tempo si è venuto a creare. Morale: il palazzo del Laterano viene dipinto non come un luogo di dialogo ma un "luogo infelice dove non ci si fida più di nessuno e si è costretti al silenzio". Affermazioni pesanti come macigni tenendo conto che un pastore d’anime dovrebbe avere come tratto distintivo l’umanità, la comprensione, l’affetto paterno. Stando alle testimonianze condensate nel j’accuse, il carattere sanguigno del cardinale davanti ai problemi che via via si presentano spesso lo trasformano. Scoppi d’ira e urla, come sarebbe accaduto anche due domeniche fa in una parrocchia romana periferica, davanti ai fedeli. A farne le spese anche i collaboratori diocesani: "Un altro capitolo doloroso è il rapporto con noi sacerdoti. Ci eravamo illusi - si legge - di avere un giorno della settimana a nostra disposizione per essere ricevuti senza appuntamento. Oggi abbiamo persino paura di avvicinarci a quell’ufficio. Siamo visti con sospetto, giudicati e rimproverati senza poterci difendere e ricattati con la minaccia di lasciarci senza stipendio". Ma perché tra i parroci romani si è accumulata tanta ostilità nei confronti del cardinale vicario, uomo di fiducia di Papa Ratzinger, tanto da prendere carta e penna per scrivere una lettera aperta al Vescovo di Roma? A Vallini viene attribuita una fermezza eccessiva nel portare avanti una azione di pulizia interna, per espellere dalla diocesi le mele marce, i sacerdoti gay. La durezza con la quale si è mosso senza guardare in faccia nessuno avrebbe esacerbato molti animi? Ci sarebbero stati parroci spostati in modo repentino e senza troppe spiegazioni, senza motivi reali. "E’ ossessionato dal sospetto di omosessualità, come se i casi rari accaduti in diocesi devono compromettere la rettitudine dell’intero presbiterio". A fronte di un clima poco sereno alcuni sacerdoti avrebbero scelto "la via dell’esilio volontario, per sfuggire alle intemperanze, andandosi a incardinare altrove; altri pensano di farlo in un prossimo futuro". Al card. Vallini viene poi contestata la scelta di alcuni collaboratori poco preparati, scarsamente attenti al rigore liturgico. Tutto da dimostrare ma il bilancio descritto nella missiva che non ha precedenti non è di certo dei più favorevoli. "Dopo tre anni la diocesi non sa ancora dove andare. Potevamo capire che il primo anno era dedicato alla revisione ma adesso manca completamente un progetto pastorale di largo respiro per orientare il lavoro delle parrocchie e il nostro impegno di sacerdoti". La lettera di questi parroci che si nascondono dietro la firma "i sacerdoti di Roma" ha fatto subito il giro dei Sacri Palazzi, agitando ulteriormente le acque dopo la brutta lettera (anonima) di minacce rivolte al card. Bertone per il modo in cui avrebbe affrontato un complicato garbuglio gestionale al Governatorato, un centro nevralgico di potere e interessi economici teatro di scontri tra due diversi modi di vedere le cose, compresa una sana ventata di pulizia che, evidentemente, a tutti non è risultata gradita.

Franca Giansoldati, Il Messaggero

Il Papa a Lamezia Terme e Serra San Bruno. Al via i lavori di allestimento del palco per la Messa nell'area ex Sir, intitolata da oggi a Benedetto XVI

Sono iniziati questa mattina i lavori di allestimento nell'area Ex Sir (foto) di Lamezia Terme prediposti dalla diocesi di Lamezia Terme per la Mmessa di Papa Benedetto XVI di domenica 9 ottobre alle 10.00. Il palcoscenico che ospiterà Sua Santità, l'altare e i vescovi concelebranti sarà largo 40 metri ed avrà una copertura completamente a sbalzo. Fino al 9 ottobre lavoreranno oltre 200 persone tra tecnici e operai che poi, subito dopo la conclusione, provvederanno all'immediato smontaggio. Da oggi si lavorerà ininterrottamente, grazie anche all'illuminazione notturna garantita dalla Malgrado Tutto, per realizzare inoltre le sagrestie, una struttura coperta per coro e orchestra, torri audio, impianti video, strutture scenotecniche, posizionamento di 250 bagni chimici, di cui molti per disabili e di oltre 5 chilometri di transenne. Il palcoscenico sarà sormontato da un'immensa croce disegnata dal maestro Gerardo Sacco, ispirata alla Croce di Cortale. Nella prossima settimana si insedieranno anche i mezzi di Rai Uno, che curerà la diretta fino alla recita dell'Angelus, quelli di Radio Vaticana e di Mediaset, che garantirà servizi nei suoi telegiornali, oltre a varie postazioni per il resto della stampa accreditata. Intanto, sempre questa mattina, in un'apposita cerimonia, congiuntamente voluta dalla diocesi e dai vertici dell'Asi, l'area industriale sarà intitolata a Benedetto XVI. Non più quindi area ex Sir, che denota il fallimento di un'epoca, ma la speranza di un cambiamento che, si spera, coincida con la prossima visita del Papa.

Agi

L'intenzione di preghiera del Papa per ottobre: i malati terminali nelle loro sofferenze siano sostenuti dalla fede in Dio e dall'amore dei fratelli

Nel mese di ottobre che sta per iniziare, Papa Benedetto XVI chiede ai fedeli di pregare per i malati terminali. E' la proposta che rivolge nelle intenzioni contenute nella lettera pontificia che ha affidato all'Apostolato della Preghiera, iniziativa seguita in tutto il mondo da circa 50 milioni di persone. Il Pontefice affida ogni mese due intenzioni, una generale e una missionaria. Quella generale per il mese di ottobre recita: “Per i malati terminali, perché nelle loro sofferenze siano sostenuti dalla fede in Dio e dall'amore dei fratelli”. L'intenzione missionaria dice invece: “Perché la celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale accresca nel Popolo di Dio la passione per l'evangelizzazione e il sostegno all'attività missionaria con la preghiera e l'aiuto economico alle Chiese più povere”.

Zenit

Lascia il direttore di 'Zenit': occultati da superiori della Legione di Cristo fatti rilevanti su Maciel, non abbiamo adempiuto al dovere di informare

Jesus Colina, direttore e fondatore dell'agenzia di stampa cattolica Zenit, ha lasciato il suo incarico per divergenze con i Legionari di Cristo, che controllano il consiglio di direzione della testata. Tradotta in sette lingue e diffusa via internet, Zenit in questi anni si è distinta per indipendenza e qualità nel panorama dell'informazione religiosa. Colina, che ha fondato la testata 14 anni fa, si è dimesso due giorni fa su richiesta di padre Oscar Nader, nuovo presidente del Consiglio di Zenit. "La ragione di questa richiesta è stata che la mia attività nel mondo della comunicazione cattolica non mostra la dipendenza istituzionale dell'agenzia dalla Congregazione dei Legionari di Cristo, identità che adesso in poi si vorrà sottolineare", ha scritto Colina in una lettera alla redazione. All'origine della rottura, la vicenda del fondatore dei Legionari di Cristo, il defunto sacerdote messicano Marcial Maciel, che, come ha accertato il Vaticano commissariando la congregazione religiosa, era pedofilo, tossicomane ed aveva diversi figli da alcune donne. "Credo che questa decisione - scrive Colina nella missiva - è la conseguenza logica della perdita di fiducia reciproca tra i superiori dei Legionari di Cristo e me. Le vicende di padre Marcial Maciel e il modo nel quale la Congregazione ci ha informato, occultando fatti rilevanti, ha fatto che in occasioni non abbiamo adempito pienamente al nostro dovere di informare secondo la visione del Papa e la Santa Sede". "Questa mancanza di reciproca fiducia - prosegue Colina - si è ulteriormente aggravata dopo che due anni fa i partecipanti alla riunione annuale generale di Zenit avevano chiesto trasparenza amministrativa, per evitare che possibili scandali finanziari attribuiti ai Legionari di Cristo (magari inventati dalla stampa) potessero mettere in pericolo Zenit. In quella riunione, gli allora rappresentanti della Congregazione hanno promesso un indipendenza amministrativa dei conti bancari di Zenit da quelli della Congregazione dei Legionari di Cristo. Nella pratica poi è successo esattamente il contrario, unificando le firme dei conti bancari in quella del allora vicario generale, padre Luis Garza". Si tratta, scrive il direttore dimissionario, di "elementi gravi che fanno perdere fiducia, e senza fiducia mutua è impossibile collaborare in un progetto d'informazione al servizio della nuova evangelizzazione che richiede dei coinvolti un impegno di vita". Scrive Colina: "Capisco perfettamente la difficoltà della sfida che i superiori dei legionari di Cristo hanno dovuto affrontare negli ultimi anni e per questo non li giudico. Anzi, ringrazio profondamente della libertà e la fiducia che ho avuto nel passato per poter creare questa agenzia come un servizio informativo indipendente al servizio del rigore informativo sul Santo Padre e la Chiesa universale. Grazie veramente!".

TMNews

giovedì 29 settembre 2011

ll Papa ai vescovi europei: individuare con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione specialmente al servizio delle nuove generazioni

Con un messaggio del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, indirizzato al card. Péter Erdő, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali europee, Papa Benedetto XVI incoraggia i vescovi europei a “individuare con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione specialmente al servizio delle nuove generazioni” e “incoraggia a proseguire l’opera di codesta preziosa struttura di collegamento tra episcopati europei, che da quarant’anni promuove una proficua collaborazione in attività pastorali ed ecumeniche”. Il messaggio è stato letto dal nunzio apostolico in Albania, mons. Ramiro Moliner Inglés, intervenuto in apertura dei lavori del CCEE, riunito in assemblea plenaria a Tirana dal 29 settembre al 2 ottobre.

SIR

Il Papa in Germania. Numerosi i connazionali in Piazza San Pietro per ringraziare Benedetto XVI per il viaggio e l'attenzione alla sua patria

Il riferimento al viaggio apostolico in Germania è stato al centro della catechesi di Benedetto XVI nell'Udienza generale di ieri mattina. Il Papa ha ripercorso le tappe principali del viaggio e ha condiviso con i fedeli presenti le impressioni e i ricordi più significativi dei quattro giorni trascorsi nel Paese d'origine. E i suoi connazionali hanno ricambiato l'attenzione del Pontefice per la sua patria partecipando numerosi all'incontro in Piazza San Pietro. Provenivano da varie località del Paese: Colonia, Stoccarda, Paderborn, Francoforte sul Meno, Monaco, Magdeburgo, e anche da quelle toccate dal Papa durante il viaggio, come Berlino e Friburgo. Senza dimenticare il gruppo di giovani dei Gauverband 1 di Altötting, che indossavano i tradizionali costumi bavaresi. Alcuni tra i presenti serbano un ricordo molto positivo del viaggio, soprattutto del discorso che il Papa ha tenuto nel Reichstag di Berlino. "Per noi è stata una piacevole sorpresa - ha detto una fedele proveniente da Düsseldorf - quello che abbiamo ascoltato e visto in televisione in diretta dal Parlamento. Non ci aspettavamo l'apertura a certi temi di grande attualità come l'ecologia". Un professore di Fulda ha sottolineato l'importanza delle parole dette dal Pontefice su Lutero e sulla riforma. Due giovani di Friburgo hanno confidato di conservare ancora ben viva l'esperienza fatta durante la veglia di preghiera del 24 settembre.

L'Osservatore Romano

Superiore Fraternità San Pio X: l'offerta della Santa Sede va esaminata profondamente, ma la proposta dottrinale e quella canonica non sono chiare

Il Vaticano ha fatto ''due proposte'' alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, ''una dottrinale e l'altra canonica'' ma ''nessuna delle due è chiara'' e si tratta anzi di due ''testi modificabili, che possono essere riscritti, fatta salva la sostanza'': lo avrebbe detto il superiore dei lefebvriani, mons. Bernard Fellay, alla cerimonia di presa dei voti di una suora della Fraternità a Ruffec. Al termine del suo sermone, secondo i resoconti verbali della cerimonia, Fellay avrebbe fatto qualche riflessione sullo stato delle trattative con Roma, dopo l'offerta di riconciliazione arrivata dal Vaticano a condizione della firma di un ''Preambolo dottrinale'' il cui testo è tenuto segreto. I vertici della Fraternità si incontreranno a porte chiuse ad Albano il 7 e 8 ottobre per valutare la proposta vaticana. ''Le cose - ha spiegato Fellay domenica scorsa - sono più complesse di quello che sembrano''. I due testi proposti dal Vaticano ai lefebvriani sono modificabili a patto che non cambi la sostanza ma, ha aggiunto, ''il problema è capire qual è la sostanza. Ci sono molte domande e non molte risposte". L'offerta di Roma va esaminata ''seriamente'' ma la Fraternità ''non firmerà un testo non chiaro'' e ''non farà alcun passo se non sarà sicura delle buone intenzioni nei suoi confronti''. ''Se si parla con un prelato di Curia o un altro - ha aggiunto - si ottengono risposte diverse''.

Vatican Insider

Sarà ordinato vescovo Barthélemy Adoukonou, segretario del dicastero per la cultura, l'ultimo studente che discusse la tesi con Joseph Ratzinger

Sabato 8 ottobre nella Basilica di San Pietro il Segretario di Stato Tarcisio Bertone ordinerà due nuovi vescovi: il nuovo segretario generale del Governatorato, mons. Giuseppe Sciacca, e il segretario del Pontificio Consiglio per la Cultura, Barthélemy Adoukonou (nella foto con Benedetto XVI), sacerdote originario del Benin. Adounkonou, oggi sessantanovenne, era uno studente dell’allora professor Joseph Ratzinger all’università di Ratisbona. Avrebbe dovuto discutere con lui la tesi nel giugno 1977. Ma Joseph Ratzinger all’improvviso gli chiese di accelerare, perché avrebbe anticipato la discussione della tesi a marzo. Gli diede soltanto pochi giorni per concludere il lavoro. E il giorno della discussione della tesi, uscendo dall’aula, Adounkonou si ritrovò un nugolo di giornalisti. Non era lui ad essere diventato famoso. Era Ratzinger ad esserlo diventato, perché proprio in quelle ore, il 24 marzo 1977, era stata resa nota la sua nomina a nuovo arcivescovo di Monaco. Barthélemy Adoukonou è sempre rimasto in contatto con il suo ex professore, divenuto arcivescovo, quindi un mese dopo cardinale, poi ancora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e infine, nel 2005, Papa con il nome di Benedetto XVI. Alla fine del 2009, quando si è dovuto provvedere alla nomina del nuovo segretario del Pontificio Consiglio per la Cultura, il suo presidente Gianfranco Ravasi, oggi cardinale, ha parlato con il Papa e gli ha prospettato la possibilità di avere un vice proveniente dall’Africa. Un segno significativo in una Curia romana che rischia di italianizzarsi troppo. Benedetto XVI ha colto la palla al balzo: "Ho io il candidato", ha affermato il Papa, dando a Ravasi il nome di Adoukonou. Il sacerdote il 3 dicembre di due anni fa è diventato così segretario, e ora viene elevato alla dignità vescovile. Adoukonou ha partecipato alle riunioni degli ex studenti di Papa Ratzinger, lo Schülerkreis, anche all’ultima che si è svolta a Castel Gandolfo un mese fa. Ha dovuto sudare sette camicie per presentare in anticipo la tesi. Ma ha fatto bene a fidarsi di quel professore teologo divenuto cardinale e Papa.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

A colloquio con mons. Barthélémy Adoukonou, segretario del Pontificio Consiglio della Cultura: teologia e cultura dell'Africa al servizio della Chiesa (26 febbraio 2010)

Benedetto XVI incontra il metropolita del Patriarcato ortodosso di Mosca Hilarion: il Papa aiuta cattolici e ortodossi a comprendersi meglio

Si è svolto questa mattina al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo l'importante incontro ecumenico fra il responsabile delle relazioni esterne del Patriarcato ortodosso di Mosca, il Metropolita Hilarion (foto), e il Papa. In un'intervista alla Radio Vaticana, il Metropolita ha commentato l'incontro e il suo rapporto con il Papa. "Sua Santità è l’uomo della fede e ogni volta che lo incontro sono incoraggiato dal suo spirito, dal suo coraggio e dalla sua dedizione alla vita della Chiesa in tutto il mondo. E naturalmente sono molto colpito dalla sua conoscenza delle tradizioni ortodosse e dall’attenzione che lui rivolge al dialogo tra i cattolici e gli ortodossi. Pochi giorni fa, quando si trovava in Germania, ha incontrato i rappresentanti della Chiesa ortodossa tedesca e ha parlato del dialogo in corso tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. Si pensa che questo atteggiamento del capo della Chiesa romana cattolica aiuterà molto nel futuro a comprenderci meglio reciprocamente". Si tratta di colloqui importanti in vista di un possibile incontro fra Benedetto XVI e il Patriarca Kirill. L'evento, atteso da molti anni, fino ad ora non si è concretizzato per le divergenze che ancora rimangono fra Roma e Mosca. In merito, sempre nella stessa intervista, ha dichiarato: "Crediamo che, presto o tardi, in futuro, ci sarà questo incontro. Noi non siamo ancora pronti a discutere la data, il luogo o il protocollo di un tale evento, perché quello che conta per noi principalmente è il contenuto di questo incontro. Non appena saremo d’accordo sul contenuto, sui punti per i quali ancora siamo in disaccordo o abbiamo opinioni divergenti, allora credo che potremo avere questo incontro. Richiede, comunque, una preparazione molto attenta e non dobbiamo avere fretta per avere tale incontro in un particolare momento". La missione di Hilarion a Roma è anche quella di provare a sciogliere gli ostacoli che impediscono l'incontro. Per questo, a Roma, il metropolita ha avuto una serie di colloqui presso il Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani. In particolare da parte russa si chiede che la Santa Sede non stabilisca un patriarcato cattolico in Ucraina. Il Paese, infatti, vede una forte e combattiva presenza greco-cattolica a fianco di quella ortodossa, una situazione che tempo genera conflitti e accuse di proselitismo da parte del Patriarcato di Mosca ai cattolici e al Vaticano. Nei giorni scorsi, poi, il card. Josef Tomko si era recato a Mosca dove aveva incontrato lo stesso Kirill. Il colloquio è stato giudicato molto positivamente dal cardinale.

Adnkronos, Radio Vaticana

Il Papa: profonda riconoscenza per aver reso possibile la mia serena permanenza a Castel Gandolfo, gentile e accogliente località a me sempre più cara

Questa mattina, nella Sala degli Svizzeri del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto in udienza le Ddelegazioni del comune di Castel Gandolfo, le Autorità civili e militari, le Comunità Religiose e i dipendenti delle Ville Pontificie che hanno assicurato il servizio durante il periodo estivo. "Sta per concludersi anche quest'anno il periodo estivo che abitualmente trascorro in questa gentile e accogliente località a me sempre più cara", ha detto loro Papa Ratzinger. "In questi mesi ho potuto ammirare, ancora una volta, la sollecitudine e la generosa opera di tante persone impegnate a garantire la necessaria assistenza a me e ai miei collaboratori, come anche agli ospiti e ai pellegrini che vengono a farmi visita. Per tutto questo - ha detto il Papa - desidero esprimere la mia profonda riconoscenza a ciascuno di voi, che avete reso possibile la mia serena permanenza". A partire dal vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, il Pontefice ha ringraziato le comunità civili e religiose di Castel Gandolfo come gli addetti ai diversi servizi del Governatorato. Né ha mancato di salutare le forze dell’ordine italiane e gli ufficiali e avieri del 31° stormo dell’Aeronautica Militare, che provvede ai voli pontifici. Il Papa ha assicurato a tutti la sua preghiera: “Il Signore, ricco di bontà e di misericordia, che non fa mai mancare il suo aiuto a coloro che confidano in Lui sia sempre il vostro saldo sostegno. Su di voi vegli con materna protezione la Vergine Maria, che nel mese di ottobre invocheremo in modo speciale con la recita del santo Rosario”.

TMNews, Radio Vaticana

UDIENZA ALLA DELEGAZIONE DEL COMUNE DI CASTEL GANDOLFO, ALLE AUTORITÀ CIVILI E MILITARI, ALLE COMUNITÀ RELIGIOSE E AI DIPENDENTI CHE HANNO ASSICURATO IL SERVIZIO DURANTE IL PERIODO ESTIVO - il testo integrale del discorso del Papa

Il Papa agli ebrei: cresca in noi la volontà di promuovere la giustizia e la pace in un mondo che ha tanto bisogno di autentici testimoni della verità

“Cresca in tutti noi la volontà di promuovere la giustizia e la pace in un mondo che ha tanto bisogno di autentici testimoni della verità”. E’ l’augurio che anche Papa Benedetto XVI rivolge oggi agli ebrei in occasione della ricorrenza di Rosh Ha-Shanah 5772, il capodanno ebraico. Una festa che dura due giorni, sia in Israele che in diaspora, durante i quali bisogna astenersi da ogni attività che non sia legata alla sfera religiosa e in cui Dio giudica le azioni dell'uomo nel corso dell'anno e decide del suo futuro per l'anno successivo. Il telegramma del Santo Padre si rivolge al Rabbino capo di Roma, Riccardo di Segni. “Nella ricorrenza di Rosh Ha-Shanah, di Yom kippur e di Sukkot – scrive il Papa -, mi è gradito estendere i miei più cordiali e sentiti auguri a lei, stimato dottor Riccardo di Segni, e all’intera comunità ebraica di Roma, affinché queste feste così significative possano essere occasione di tante benedizioni dall’Eterno e fonte di infinita grazia”. “Dio, nella sua bontà, protegga la comunità ebraica e ci conceda di approfondire l’amicizia tra noi, in questa città di Roma e ovunque nel mondo”.

SIR

TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AL RABBINO CAPO DI ROMA RICCARDO DI SEGNI NELLA RICORRENZA DI ROSH HA-SHANAH, DI YOM KIPPUR E DI SUKKOT

'Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione' il tema scelto da Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2012

E’ “Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione” il tema scelto da Benedetto XVI per la 46° Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che sarà celebrata in molti Paesi del mondo la domenica che precede la Pentecoste, il 20 maggio 2012. Commentando il tema scelto oggi dal Papa, il Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali evidenzia “il desiderio del Santo Padre di sintonizzare il tema della prossima Giornata Mondiale, con la celebrazione del Sinodo dei vescovi che avrà come tema, appunto, 'La nuova evangelizzazione per la trasmissione della Fede cristiana'”.“La straordinaria abbondanza di stimoli della società della comunicazione - aggiunge il dicastero - porta in primo piano un valore che, a prima vista, sembrerebbe addirittura in antitesi ad essa. È il silenzio, infatti, il tema al centro della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Silenzio e Parola: cammino di evangelizzazione”. “Nel pensiero di Papa Benedetto XVI il silenzio non è presentato semplicemente come una forma di contrapposizione a una società caratterizzata dal flusso costante e inarrestabile della comunicazione, bensì come un necessario elemento di integrazione. Il silenzio, infatti, proprio perché favorisce la dimensione del discernimento e dell’approfondimento, può esser visto come un primo grado di accoglienza della parola. Nessun dualismo, quindi, ma la complementarità di due funzioni che, nel loro giusto equilibrio, arricchiscono il valore della comunicazione e la rendono un elemento irrinunciabile al servizio della nuova evangelizzazione”. Quella delle Comunicazioni Sociali è l’unica Giornata Mondiale stabilita dal Concilio Vaticano II, tramite il decreto "Inter Mirifica" del 1963. Il messaggio del Papa viene tradizionalmente pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il 24 gennaio.

AsiaNews

TEMA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI 2012

Benedetto XVI e lo 'spirito di Assisi'. Che è preghiera, non liturgia. Ripartire da Dio per trovarlo, liberando anche questo dalle sovrastrutture

Quando ha annunciato che sarebbe andato ad Assisi il prossimo 27 ottobre per celebrare il 25° anniversario dello storico incontro tra i leader religiosi di tutto il mondo, Benedetto XVI aveva sorpreso un po’ tutti. Lui, da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, non aveva partecipato al primo storico incontro del 1986. Lui, l’estensore della "Dominus Jesus" che ribadiva l’unica salvezza del cattolicesimo, era stato considerato da tutti l’affossatore dello "Spirito di Assisi". Eppure il Papa ha deciso di andare. E di dare la sua personale impronta all’incontro di Assisi. E infatti, l’incontro del 27 ottobre non è tra gli eventi liturgici segnalati dal calendario vaticano per il mese di ottobre. Per comprendere le ragioni, basterebbe andare indietro nel tempo, al viaggio in Terra Santa nel 2009. Lì, Benedetto XVI tenne un discorso al Notre Dame International Center di Nazaret, rivolgendosi ai rappresentanti e gruppi che si interessano al dialogo interreligioso. Disse loro: “Insieme possiamo proclamare che Dio esiste e che può essere conosciuto, che la terra è sua creazione, che noi siamo sue creature, e che egli chiama ogni uomo e donna ad uno stile di vita che rispetti il suo disegno per il mondo. Amici, se crediamo di avere un criterio di giudizio e di discernimento che è divino nella sua origine e destinato a tutta l’umanità, allora non possiamo stancarci di portare tale conoscenza ad influire sulla vita civile. La verità deve essere offerta a tutti; essa serve a tutti i membri della società. Essa getta luce sulla fondazione della moralità e dell’etica, e permea la ragione con la forza di andare oltre i suoi limiti per dare espressione alle nostre più profonde aspirazioni comuni. Lungi dal minacciare la tolleranza delle differenze o della pluralità culturale, la verità rende il consenso possibile e mantiene ragionevole, onesto e verificabile il pubblico dibattito e apre la strada alla pace”. Una strada che Benedetto XVI ha segnalato anche durante il suo viaggio in Germania, nei suoi incontri con le comunità ebraica, musulmana, luterana, incontri con i quali arricchisce quasi sempre i suoi viaggi. Ci sono due strade per la comunione: l’azione della ragione della fede sul piano della cultura, e allo stesso tempo la preghiera. Le differenze tra le religioni vanno mantenute, ed ognuna deve avere la propria specificità. Ogni religione pensa di servire la verità, e dunque l’incontro non può che avvenire sul piano culturale. Era uno dei motivi per cui il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso era stato prima accorpato sotto il Pontificio Consiglio per la Cultura, e poi ripristinato sotto la presidenza di un diplomatico di lungo corso come il card. Jean Louis Tauran. Incontri di questo genere portano sempre con sé il rischio di sincretismo. D’altronde, già per l’evento del 27 ottobre 1986 non mancarono le critiche, alimentate anche da alcuni “eccessi”. A buddisti, a induisti, ad animisti africani furono concesse per le loro preghiere alcune chiese della città, come fossero involucri neutri, privi d’irrinunciabile valenza cristiana. E sull’altare della locale chiesa di San Pietro i buddisti sistemarono una reliquia di Buddha. I grandi registi di Assisi, e depositari del cosiddetto “spirito di Assisi” cui da 25 anni danno nuova linfa con un incontro internazionale su “Uomini e religioni”, sono i membri della comunità di Sant’Egidio. Per la prima volta, la Comunità di Sant’Egidio non è stata coinvolta nell’organizzazione dell’evento. Che è stato da subito messo in mano alla Segreteria di Stato, alla Congregazione per la Dottrina della Fede, al Pontificio Consiglio per la Cultura, al Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e al Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. I movimenti sono stati coinvolti, sì, ma con lo scopo di fare da cornice e richiedendo loro dei volontari e delle consulenze per quanto riguarda la parte organizzativa. Ancora non si sa con precisione come si svolgerà l’incontro. L’elemento più importante sarà certamente il pellegrinaggio ad Assisi, alla tomba di San Francesco. La preghiera avrà parte importante durante il pellegrinaggio, e certamente si rifletterà sul ruolo e le responsabilità delle religioni nella promozione della pace con un conseguente impegno di pace. Non ci sarà una cerimonia liturgica in senso stretto. Ci sarà un’unità che si basa sulla ricerca di Dio. Ripartire da Dio per trovare lo Spirito di Assisi. Liberando anche questo dalle sovrastrutture. È questo il piano di Benedetto XVI.

Andrea Gagliarducci, Korazym.org

Al Consiglio permanente della CEI la bozza delle linee-guida contro gli abusi su minori: rigorosa formazione dei futuri preti, ascolto delle vittime

I lavori del Consiglio permanente della Conferenza Episcopale italiana, "facendo seguito alle indicazioni della Santa Sede date a tutte le Conferenze Episcopali del mondo", "hanno affrontato l'esame della bozza che mira a esplicare, in rapporto alla realtà italiana, le linee-guida della Congregazione per la Dottrina della Fede" in materia di contrasto alla pedofilia. Lo rende noto il portavoce della CEI, mons. Domenico Pompili, al terzo giorno di lavori del 'parlamentino' dei vescovi. "Le convinzioni più condivise - afferma mons. Pompili in una nota - rimandano alla necessità di un sempre più rigoroso percorso formativo per i futuri preti, l'ascolto delle vittime, l'accompagnamento dei sacerdoti coinvolti, ferme restando le conseguenze penali". I vescovi del Consiglio permanente della CEI, riferisce il portavoce, si sono poi concentrati sul tema degli orientamenti pastorali per l'educazione "rispetto ai quali, dopo la pubblicazione, si attendeva di declinare i prossimi 4 anni nelle sue articolazioni di fondo. I vescovi hanno rimarcato che, per prendere sul serio l'attuale stagione culturale, si richiede anzitutto di cambiare prospettiva, cioè di superare la prevalente impostazione puerocentrica della pastorale. La stessa iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi non può prescindere dal mondo della famiglia, della scuola, della comunità ecclesiale". "In una parola - prosegue mons. Pompili in una nota - non può fare a meno di chiamare in causa adulti responsabili e coinvolti. Entrando nel merito, e in vista del Convegno di metà decennio, le tappe individuate sono state: la formazione degli adulti e della famiglia (2012), gli educatori (2013), i destinatari (2014), gli itinerari e gli strumenti dell'iniziazione cristiana (2015). E' stato infine approvato un contributo sui Lineamenta del prossimo Sinodo dei vescovi. A tale proposito, l'obiettivo è quello di ritrovare la motivazione della nuova evangelizzazione e del primo annuncio, in un contesto come l'attuale in cui spesso taluni fraintendimenti e pregiudizi rischiano di deturpare l'originaria bellezza della fede cristiana".

TMNews

mercoledì 28 settembre 2011

Il saluto del Papa ai dipendenti delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo: qui si vive in continuo contatto con la natura e in un clima di silenzio

“In questo luogo si vive in continuo contatto con la natura e in un clima di silenzio. Sono lieto di questa circostanza per ricordare che l’una e l’altro ci avvicinano a Dio: la natura, in quanto capolavoro uscito dalle mani del Creatore; il silenzio, che ci permette di pensare e meditare senza distrazioni l’essenziale della nostra esistenza”: lo ha detto questa sera il Papa a Castel Gandolfo, incontrando i dipendenti delle Ville Pontificie alla conclusione del suo soggiorno estivo. Sabato 1° ottobre, infatti, il Papa farà rientro in Vaticano. Dopo aver richiamato i “momenti sereni di studio, di preghiera e di riposo” e “la cornice più familiare e gioiosa” delle Udienze generali nel cortile del palazzo di Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha sottolineato l’importanza della preghiera e della carità nella vita del cristiano: “Tanto la preghiera quanto la carità ci consentono di tenere sempre fisso il nostro sguardo su Dio a vantaggio dei fratelli: il rapporto con il Signore, nella preghiera, alimenta il nostro spirito e ci permette di essere ancora più generosi e aperti nella carità verso i bisognosi”. Un ultimo pensiero del Papa è stato rivolto all’importanza della formazione. Ha infatti invitato i ragazzi “a partecipare con impegno al catechismo, e anche gli adulti ad approfittare sempre delle occasioni formative”.

SIR

UDIENZA AL PERSONALE DELLE VILLE PONTIFICIE DI CASTEL GANDOLFO - il testo integrale del saluto del Papa

Il Papa in Benin. L'Africa una priorità nel Pontificato di Benedetto. L'omaggio al card. Gantin, primo capodicastero della Curia romana del continente

Dal 18 al 20 novembre il Papa sarà in Benin, per i 150 anni della evangelizzazione del Paese e per firmare il documento conclusivo del II Sinodo per l'Africa, l'Esortazione Apostolica. Benedetto XVI è stato in Camerun e Angola nel 2009, per portare il testo preparatorio dello stesso Sinodo, svoltosi in Vaticano nel 2009, e in quei paesi ha denunciato con coraggio e ostinazione i mali dell'Africa. "La fede nella mia patria tedesca ha un volto giovane, è vita, ha un futuro". Forte del bilancio positivo del viaggio in Patria appena concluso, con i suoi frutti ecumenici, pastorali e di rapporto con i connazionali, il Papa guarda all'Africa. L'Africa, dove si è recato per 13 volte Papa Wojtyla, il primo Pontefice a indire un Sinodo africano, è una priorità per Benedetto XVI, come ha annunciato nel discorso ai cardinali subito dopo l'elezione. Lo scorso luglio ha lanciato un appello per il Corno d'Africa, mentre ha levato la sua voce in difesa degli africani in vari Messaggi Urbi et Orbi o discorsi al Corpo diplomatico, per attirare l'attenzione internazionale ad alto livello. Davanti all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York, nel 2008, ha denunciato la marginalizzazione da un "autentico sviluppo integrale" dell'Africa, che rischia "di sperimentare solo gli effetti negativi della mondializzazione». Nel 2007, in vista del G8 di giugno in Germania, aveva scritto ad Angela Merkel chiedendo al Club dei grandi del mondo di impegnarsi seriamente contro la povertà e le malattie in Africa e di approvare la "cancellazione rapida, completa e incondizionata, del debito estero" dei paesi più poveri del mondo. Certo, argomentava il Papa in quella occasione, i paesi più poveri hanno, da parte loro, "la responsabilità della good governance e della eliminazione della povertà", ma in ciò "è irrinunciabile una attiva collaborazione dei partner internazionali". La Santa Sede aiuta l'Africa attraverso la fondazione Pro Africa voluta da Paolo VI e la fondazione Giovanni Paolo II per il Sahel. Il Benin, di antica colonizzazione francese in cui il 65% della popolazione è animista, il 20% cristiano, di cui 17% cattolici e 3% protestanti, e il 15% musulmano, è il primo paese africano ad aver dato un capodicastero alla Curia romana: il cardinale Bernardin Gantin, prefetto della Congregazione per i vescovi dal 1984 al 1998, morto nel 2008. Gantin fu creato cardinale da Paolo VI nel giugno 1977, nello stesso Concistoro in cui ottenne la porpora Joseph Ratzinger. E come prefetto per i vescovi nell'88 firmò con l'attuale Pontefice il decreto che sanciva lo scisma di mons. Marcel Lefebvre. Il Papa renderà omaggio alla sua tomba, a Ouidah.

Giacomo Galeazzi, Oltretevere

Online il sito del Pontificio Consiglio per Migranti e Itineranti. Il 25 ottobre presentazione del Messaggio del Papa per Giornata del Rifugiato 2012

È online un nuovo sito web che descrive attività ed iniziative del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. “La facile consultazione di tale mezzo informatico – informa il dicastero vaticano - potrà rivelarsi utile per tutti coloro che, a diverso titolo e per varie ragioni, sono interessati o coinvolti nell’articolato fenomeno della mobilità umana. Vi potranno scorgere la visione cristiana e la sollecitudine pastorale della Chiesa nell’incontro con rifugiati e migranti, apolidi, nomadi e gente dello spettacolo viaggiante, marittimi, sia in navigazione che nei porti, persone impiegate negli aeroporti o sugli aerei, coloro che lavorano o vivono sulla strada, viaggiatori per motivi di pietà, studio o svago, come i pellegrini, gli studenti internazionali e i turisti”. Dal nuovo sito, nella sezione degli appuntamenti in calendario nei prossimi mesi, si apprende che martedì 25 ottobre, nella Sala Stampa della Santa Sede alle ore 11.30, ci sarà la presentazione del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI in occasione della 98°Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata domenica 15 gennaio 2012 sul tema "Migrazioni e nuova evangelizzazione".

SIR

www.pcmigrants.org

Domani la festa della Gendarmeria del Vaticano. La bandiera delle truppe pontificie del 1870 donata dal principe Sforza Ruspoli a Benedetto XVI

Sarà una festa speciale quella della Gendarmeria vaticana (foto), il corpo di polizia del Vaticano: in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia, domani, festa di San Michele Arcangelo, patrono del Corpo della Gendarmeria, il principe Sforza Ruspoli consegnerà ad un ufficiale della Gendarmeria la bandiera che la famiglia Ruspoli custodisce ininterrottamente dal 1870 e che il principe ha voluto donare Benedetto XVI nell'udienza privata di questa mattina, in memoria dei caduti delle truppe pontificie del 1870 e a speciale ricordo della famiglia Ruspoli. La bandiera, informa la Sala Stampa vaticana, verrà esposta all'interno del Museo Storico, nell'Appartamento Nobile del Palazzo Apostolico Lateranense. La cerimonia di consegna si svolgerà domani alle 17.30 sul piazzale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, alla presenza del card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, e del card. Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato. Saranno presenti inoltre altre Autorità dello Stato della Città del Vaticano, nonchè numerose personalità civili e militari della Repubblica Italiana. Il Corpo della Gendarmeria vigila, in coordinamento con la Guardia Svizzera Pontificia, sulla sicurezza del Papa. Inoltre, ad esso sono demandate sul territorio dello Stato le funzioni di polizia giudiziaria, controllo del territorio e ordine pubblico, con un servizio costante che copre le 24 ore, tutti i giorni dell'anno, ora confortato anche da avanzate tecnologie nel campo della sicurezza. Nel 2008 lo Stato della Città del Vaticano ha aderito all'INTERPOL, l'Organizzazione Internazionale di Polizia Criminale.

Asca

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA: FESTA DEL CORPO DELLA GENDARMERIA DELLA CITTÀ DEL VATICANO

Benedetto XVI: grata e orante memoria di Giovanni Paolo II. Il Papa benedice la corona della Madonna delle Grazie, da 50 anni patrona di Ascoli Piceno

Benedetto XVI ha ricordato questa mattina, nei saluti in lingua italiana al termine dell'Udienza generale, l'anniversario della morte di Papa Giovanni Paolo I avvenuta 33 anni fa a soli 33 giorni dalla sua elezione. Lo ha fatto salutando i fedeli "venuti a Roma - ha detto - per fare grata e orante memoria del mio venerato predecessore, insieme al vescovo di Belluno, mons. Giuseppe Andrich".
All’Udienza era presente anche una delegazione di circa 300 ascolani, guidati dal vescovo mons. Silvano Montevecchi e dal sindaco della città, Guido Castelli, in occasione della ricorrenza del 50° anniversario della proclamazione della Beata Vergine della Grazie “Patrona della città e della diocesi di Ascoli Piceno”. Al termine il Pontefice ha ricevuto una delegazione ristretta e benedirà la corona aurea della Madonna che sarà festeggiata solennemente domenica 9 ottobre. “L’invocazione ‘Madonna delle Grazie’ – spiega mons. Montevecchi nel messaggio scritto per l’evento - è una delle più belle e significative, perché esprime in modo semplice il ruolo centrale di Maria nella storia della salvezza e la sua materna sollecitudine verso i suoi figli”.

Agi, SIR

Il Papa: il viaggio in Germania per condividere la gioia di essere cattolici. La fede nella mia patria ha un volto giovane, è viva e ha un futuro

Udienza generale questa mattina in Piazza San Pietro, dove il Santo Padre Benedetto XVI, proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo, ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall'Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa si è soffermato sul suo recente Viaggio Apostolico in Germania.
Un viaggio “dal nord al sud, dall’est all’ovest”, da Berlino a Friburgo, definito dal Papa “una grande festa della fede” che “ci ha fatto percepire di nuovo come sia Dio a dare alla nostra vita il senso più profondo, la vera pienezza, anzi, che solo Lui dona a noi, dona a tutti un futuro”. Ripercorrendo i diversi incontri che hanno scandito la visita nel suo Paese natale, il Papa ha rilanciato il “rapporto reciproco tra religione e libertà” e si è soffermato sul discorso tenuto davanti ai membri del Parlamento tedesco, il primo per un Papa: “In tale occasione ho voluto esporre il fondamento del diritto e del libero Stato di diritto, cioè la misura di ogni diritto, inscritto dal Creatore nell’essere stesso della sua creazione. E’ necessario perciò allargare il nostro concetto di natura, comprendendola non solo come un insieme di funzioni ma oltre questo come linguaggio del Creatore per aiutarci a discernere il bene dal male”. Nel richiamare gli incontri con alcuni rappresentanti della comunità ebraica in Germania, il Papa ha sottolineato le “comuni radici nella fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe” e ha evidenziato “i frutti ottenuti finora nel dialogo tra la Chiesa cattolica e l’ebraismo in Germania”. Con riferimento all’incontro con “alcuni membri della comunità musulmana” Benedetto XVI ha rimarcato “l’importanza della libertà religiosa per uno sviluppo pacifico dell’umanità”. “Una delle grandi celebrazioni liturgiche che mi hanno dato la possibilità di pregare insieme con i fedeli e di incoraggiarli nella fede”. Così Benedetto XVI ha definito la Messa nello stadio olimpico a Berlino gremito di partecipanti ai quali ha ricordato l’importanza “di essere uniti a Cristo per la nostra vita personale di credenti e per il nostro essere Chiesa, suo corpo mistico”. In Turingia, seconda tappa del viaggio, e terra della riforma protestante, il Pontefice, che ha voluto “ardentemente dare particolare rilievo all’ecumenismo nel quadro di questo viaggio”, ha rammentato il momento ecumenico vissuto ad Erfurt, città in cui Martin Lutero è stato ordinato sacerdote, con i membri del Consiglio della Chiesa Evangelica in Germania. “Occorre – ha sostenuto - il nostro comune sforzo nel cammino verso la piena unità, ma siamo sempre ben consapevoli che non possiamo ‘fare’ né la fede né l’unità tanto auspicata. Una fede creata da noi stessi non ha alcun valore, e la vera unità è piuttosto un dono del Signore”. Solo “Cristo può donarci quest’unità, e saremo sempre più uniti nella misura in cui torniamo a Lui e ci lasciamo trasformare da Lui”. Nel ripensare ai Vespri mariani ad Etzelsbach, nella regione dell’Eichsfeld, il Pontefice ha sottolineato “l’esempio luminoso dei fedeli che hanno testimoniato il Vangelo durante i sistemi totalitari” e nella Messa davanti al Duomo di Erfurt ha invitato “i fedeli ad essere i santi di oggi, validi testimoni di Cristo, e a contribuire a costruire la nostra società”. “Commovente è stato anche il breve incontro con mons. Hermann Scheipers, l’ultimo sacerdote vivente sopravissuto al campo di concentramento di Dachau. Ad Erfurt ho avuto anche occasione di incontrare alcune vittime di abuso sessuale da parte di religiosi, alle quali ho voluto assicurare il mio rammarico e la mia vicinanza alla loro sofferenza”. Nell’arcidiocesi di Friburgo, ultima tappa, il Papa ha incontrato migliaia di giovani nella veglia di preghiera. “Sono stato felice – ha osservato - di vedere che la fede nella mia patria tedesca ha un volto giovane, che è viva e ha un futuro”. “Ho ripetuto loro che il Papa confida nella collaborazione attiva dei giovani: con la grazia di Cristo, essi sono in grado di portare al mondo il fuoco dell’amore di Dio”. Ai seminaristi il Pontefice ha mostrato “la bellezza e grandezza della loro chiamata da parte del Signore” e offerto “qualche aiuto per proseguire il cammino della sequela con gioia e in profonda comunione con Cristo”. A Friburgo Chiesa Cattolica e Chiese Ortodosse e Ortodosse orientali hanno potuto vivere momenti di “atmosfera fraterna”. “Ci sentiamo molto vicini” a loro, ha ripetuto il Papa, e questa “ampia comunanza” è una responsabilità per “il rinnovamento della nostra società”. Quindi ha incontrato alcuni rappresentanti del laicato cattolico tedesco. A seguire la grande celebrazione eucaristica domenicale all’aeroporto turistico di Freiburg, “un altro momento culminante della Visita pastorale, e l’occasione per ringraziare quanti si impegnano nei vari ambiti della vita ecclesiale, soprattutto i numerosi volontari e i collaboratori delle iniziative caritative”. L’ultima annotazione, Benedetto XVI l’ha riservata al discorso rivolto alle forze vive Chiesa tedesca, caratterizzato fra l’altro da un suggerimento di grande eco mediatica ma soprattutto di portata più ampia della sola Chiesa locale: “Ho parlato ad un migliaio di cattolici impegnati nella Chiesa e nella società, suggerendo alcune riflessioni sull’azione della Chiesa in una società secolarizzata, sull’invito ad essere libera da fardelli materiali e politici per essere più trasparenza di Dio”. “Questo viaggio apostolico in Germania – ha concluso - mi ha offerto un’occasione propizia per incontrare i fedeli della mia patria tedesca, per confermarli nella fede, nella speranza e nell’amore, e condividere con loro la gioia di essere cattolici”. Ma “il mio messaggio – ha precisato il Papa - era rivolto a tutto il popolo tedesco, per invitare tutti a guardare con fiducia al futuro. È vero, ‘Dov’è Dio, là c’è futuro’”. Infine il ringraziamento a “tutti coloro che hanno reso possibile questa Visita e quanti mi hanno accompagnato con la preghiera”.

Radio Vatican, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa

Il metropolita Hilarion in visita a Roma. Oggi l'incontro con il Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani, domani l'udienza con Benedetto XVI

Il metropolita Hilarion di Volokolamsk (foto), capo del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca, è in visita da ieri a Roma nel contesto dello sviluppo dei buoni rapporti tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Ortodossa russa. Nella giornata di oggi il metropolita incontrerà i responsabili del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, presso la sede del dicastero. Domani alle 11.00 è previsto l’incontro con il Papa a Castel Gandolfo. Si tratta del terzo incontro tra Benedetto XVI e il metropolita, dopo l’elezione di Hilarion al vertice del Dipartimento delle Relazioni Ecclesiastiche Esterne; i precedenti colloqui, un’udienza ufficiale e un incontro informale, si sono svolti, rispettivamente, nel settembre 2009 e nel maggio 2010. Nella stessa giornata di domani sono inoltre in agenda colloqui con il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e con il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone.

Radio Vaticana

Il Papa in Benin. Il programma ufficiale del viaggio per la firma e la pubblicazione dell’Esortazione Apostolica del II Sinodo per l'Africa

La Sala Stampa della Santa Sede ha pubblicato oggi il programma ufficiale del viaggio apostolico di Benedetto XVI in Benin. Il viaggio internazionale, il 22° del Pontificato, si svolgerà dal 18 al 20 novembre in occasione della firma e della pubblicazione dell’Esortazione Apostolica post-sinodale che raccoglie le riflessioni e le proposte emerse due anni fa durante il secondo Sinodo dei vescovi per l’Africa. Il Papa arriverà a Cotonou nel pomeriggio di venerdì 18 novembre e visiterà subito la Cattedrale della città. Il giorno dopo incontrerà i membri del governo, i rappresentanti delle istituzioni della Repubblica, il Corpo diplomatico e i rappresentanti delle principali religioni nel Palazzo presidenziale. Quindi, la visita di cortesia al presidente della Repubblica. Di qui si trasferisce a Ouidah per visitare la tomba del card. Bernardin Gantin, incontrare i sacerdoti, i seminaristi, i religiosi e i fedeli laici. Segue la visita alla Basilica dell’Immacolata Concezione di Maria (foto) di Ouidah con la firma dell’Esortazione Apostolica postsinodale. Nel pomeriggio, di nuovo a Cotonou per una visita al Foyer “Pace e gioia” delle Missionarie della Carità, l’incontro con i bambini e poi quello con i vescovi del Benin. Domenica 20 novembre il Papa presiederà la Santa Messa con la consegna dell’Esortazione Apostolica post-sinodale ai vescovi dell’Africa e la recita dell'Angelus nello “Stade de l’amitié” di Cotonou. Nel pomeriggio, la cerimonia di congedo nell’aeroporto internazionale “Cardinale Bernardin Gantin” di Cotonou e il rientro a Roma in tarda serata.

Radio Vaticana

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN BENIN (18 - 20 NOVEMBRE 2011) - PROGRAMMA

A ottobre la nuova presidenza del Consiglio Episcopale Latinoamericano a Roma per incontrare Benedetto XVI e i dicasteri della Curia romana

Dal 6 al 12 ottobre i membri della presidenza del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM) guidati dal loro presidente, mons. Carlos Aguiar Retes, arcivescovo di Tlalnepantla (Messico), saranno a Roma per incontrare il Santo Padre ed i responsabili dei diversi dicasteri vaticani. La nuova presidenza, eletta nello scorso mese di maggio, verrà ricevuta per la prima volta dal Santo Padre Benedetto XVI venerdì 7 ottobre. Mons. Retes sarà accompagnato dal colombiano mons. Jesús Rubén Salazar Gomez, arcivescovo di Bogotà, e dal brasiliano mons. Dimas Lara Barbosa, arcivescovo di Campo Grande, che sono i due vicepresidenti. Insieme a loro il segretario del CELAM, mons. Santiago Silva Retamales, vescovo ausiliare di Valparaiso (Cile), e mons. Carlos María Collazzi Irazábal, vescovo di Mercedes (Uuruguay), del consiglio economico. Dalle comunicazioni arrivate all’agenzia Fides si apprende che durante la visita in Vaticano, i membri della presidenza del CELAM affronteranno le questioni legate alla vita della Chiesa in America Latina, tra queste il tema prioritario della Missione Continentale, ed esporranno le preoccupazioni per la crescente violenza e per i progetti di legge che, in diversi paesi, hanno promosso la depenalizzazione dell'aborto, le unioni tra persone dello stesso sesso e l'adozione dei bambini da parte di coppie omosessuali. L'agenda prevede incontri nelle Congregazioni per la Dottrina della Fede, dei vescovi, del clero e della Liturgia, come nel Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, per i Laici e in quello delle Comunicazioni Sociali. La visita alla Pontificia Commissione per l’America Latina avrà luogo l’8 ottobre. Il Santo Padre Benedetto XVI nel maggio 2007 ha partecipato all’inaugurazione della V Conferenza Episcopale Latinoamericana e dei Caraibi, tenutasi presso il Santuario di Aparecida (foto), in Brasile, che ha segnato il lancio della Missione Continentale in tutto il continente Americano.

Fides

martedì 27 settembre 2011

Vertici della Fraternità San Pio X convocati il 7 e l’8 ottobre ad Albano Laziale per discutere il preambolo dottrinale. I rilievi degli ebrei

Lefebvriani in "conclave" per rispondere al Papa. I superiori della Fraternità Sacerdotale San Pio X si riuniranno ad ottobre il 7 e 8 ottobre ad Albano Laziale per discutere il preambolo dottrinale la cui accettazione viene ritenuta dal Vaticano la "base fondamentale per il conseguimento della piena riconciliazione con la Sede Apostolica". Dopo il vertice che si è svolto due settimane fa nella sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. Bernard Fellay ha convocato nella cittadina laziale i vertici della Fraternità per analizzare il documento consegnato dalla delegazione vaticana composta dal prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e presidente della Pontificia Commissione 'Ecclesia Dei', il card. William Levada, dal segretario della Congregazione, il presule gesuita Luis Ladaria e dal segretario della commissione Ecclesia Dei, mons. Guido Pozzo. La riunione a porte chiuse dei superiori della Fraternità Sacerdotale San Pio X avrà luogo ad Albano Laziale nel quartier generale del distretto italiano. La missione di Fellay è una: convincere anche l’anima più dura e intransigente della Fraternità San Pio X che una pax definitiva con Roma non solo è possibile ma è anche l’unica soluzione percorribile se non si vuole arrivare all’isolamento definitivo. Intanto in Curia si temono contraccolpi sulla Giornata interreligiosa di Assisi qualora la firma che sancirà la fine dello scisma dei lefebvriani avvenga prima del 27 ottobre, data dell’attesissimo incontro tra Benedetto e gli altri leader spirituali del pianeta. Gli ebrei potrebbero disertare in segno di protesta per il rientro dei lefebriani contrari al dialogo tra la Chiesa e i "fratelli maggiori", come hanno lasciato intuire i rilievi mossi alla Santa Sede, su "grazia" agli scismatici tradizionalisti, preghiera del Venerdì Santo per la conversione degli ebrei e processo di Beatificazione di Pio XII, dai rappresentanti della comunità ebraica ricevuti giovedì dal Pontefice dopo la storica visita al Bundestag di Berlino.

Giacomo Galeazzi, Vatican Insider

Patriarca russo Kirill: rispetto ed affetto fraterno per Benedetto XVI. Sfide del mondo secolarizzato base comune per cooperazione tra le due Chiese

Il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Kirill (foto) ha espresso “rispetto ed affetto fraterno” al Papa Benedetto XVI. In un incontro avuto a Mosca con il card. Jozef Tomko, il Patriarca Kirill gli ha chiesto di “trasmettere questi sentimenti” a Sua Santità. Il cardinale è giunto a Mosca per partecipare ai festeggiamenti in occasione del centenario della cattedrale cattolica dell’Immacolata Concezione della Madonna. L’incontro con il Patriarca Kirill, si legge in un comunicato ufficiale del Patriarcato ripreso dall'agenzia SIR, si è svolto in “un clima cordiale e amichevole” ed è terminato con uno scambio di doni. Il cardinale ha incontrato il patriarca Kirill nella sede del Patriarcato accompagnato dal nunzio apostolico in Russia, l'arcivescovo Ivan Jurkovic. Nell’accogliere “calorosamente” gli ospiti, il Patriarca ha detto che anche per la Chiesa russa il lavoro missionario è una priorità ed ha osservato che “la Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattolica romana stanno oggi affrontando le stesse sfide del mondo secolarizzato e questo costituisce una base comune per la cooperazione tra le due Chiese”. Da parte sua il card. Tomko ha ringraziato il Patriarca per l’accoglienza ed ha espresso “la speranza per un ulteriore proseguimento del dialogo tra la Chiesa ortodossa russa e la Chiesa cattolica romana”.

Radio Vaticana

Motu Proprio 'Quaerit semper' del Papa: al Tribunale della Rota Romana la competenza sul matrimonio rato e non consumato e la nullità dell'Ordinazione

Con una Lettera Apostolia in forma di 'Motu Proprio' pubblicato oggi su L'Osservatore Romano, il Papa ha trasferito le competenze relative alla dispensa del matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione dalla Congregazione per il Culto Divino e la disciplina dei Sacramenti al tribunale della Rota Romana. Il testo del provvedimento, firmato da Benedetto XVI a Castel Gandolfo lo scorso 30 agosto, è intitolato "Quaerit semper" dalle prime parole del testo di legge in latino: "La Santa Sede ha sempre cercato di adeguare la propria struttura di governo alle necessità pastorali che in ogni periodo storico emergevano nella vita della Chiesa, modificando perciò l'organizzazione e la competenza dei Dicasteri della Curia Romana. "E' parso conveniente - si legge nel Motu Proprio - che la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti si dedichi principalmente a dare nuovo impulso alla promozione della Sacra Liturgia nella Chiesa, secondo il rinnovamento voluto dal Concilio Vaticano II a partire dalla Costituzione 'Sacrosanctum Concilium'. Pertanto ho ritenuto opportuno trasferire ad un nuovo Ufficio costituito presso il Tribunale della Rota Romana la competenza di trattare i procedimenti per la concessione della dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione". Pertanto Benedetto XVI ha modificato della l'articolo 126 della Costituzione Apostolica "Pastor bonus" di Giovanni Paolo II stabilendo che il Tribunale della Rota Romana "funge ordinariamente da istanza superiore nel grado di appello presso la Sede Apostolica per tutelare i diritti nella Chiesa, provvede all'unità della giurisprudenza e, attraverso le proprie sentenze, è di aiuto ai Tribunali di grado inferiore". Presso il Tribunale della Rota Romana è stato quindi "costituito un Ufficio al quale compete giudicare circa il fatto della non consumazione del matrimonio e circa l'esistenza di una giusta causa per concedere la dispensa". Dovranno dunque essere indirizzati a tale ufficio "tutti gli atti insieme col voto del vescovo e con le osservazioni del difensore del vincolo", affinchè possa "valutare attentamente, secondo la speciale procedura, la supplica volta ad ottenere la dispensa" e, se del caso, sottoporla al Sommo Pontefice. "Tale Ufficio - stabilisce il Motu Proprio - sarà anche competente a trattare le cause di nullità della sacra ordinazione, a norma del diritto universale e proprio". Il Papa ha affidato la responsabilità di questo nuovo ufficio al decano della Rota Romana e stabilito che "i procedimenti di dispensa dal matrimonio rato e non consumato e le cause di nullità della sacra Ordinazione pendenti presso la Congregazione per i Sacramenti", siano trasmessi al nuovo Ufficio presso il Tribunale della Rota Romana e da esso saranno definiti". Il Motu Proprio entrerà in vigore il 1° ottobre 2011. Sulle colonne del quotidiano vaticano il decano della Rota Romana, mons. Antoni Stankiewicz, scrive: "La Rota Romana accoglie le competenze assegnatele dal Papa con filiale gratitudine per la fiducia manifestata verso il suo Tribunale e col conforto di una plurisecolare esperienza giuridica, a cui attingere nella trattazione di materie così rilevanti per la vita dei singoli e dell'intera comunità cristiana".

TMNews, Agi

Lettera Apostolica in forma di "Motu Proprio" Quaerit semper (30 agosto 2011)

Un’innovazione storica

Il Papa in Germania. Osare la fede. Bilancio del mondo cattolico e politico tedesco: un arricchimento e un grande dono, effetti si vedranno nel tempo

La Messa celebrata con 100mila fedeli è il grande evento che ha segnato la fine del viaggio di Papa Benedetto XVI in Germania: un viaggio atteso per le varie implicazioni delle tappe che lo hanno portato a Berlino, Erfurt, Eichsfeld e infine a Friburgo dal 22 al 25 settembre. Molte le aspettative, soprattutto per quanto riguarda l'ecumenismo e il rapporto con la Chiesa evangelica. Le polemiche annunciate per il discorso del Papa al Bundestag sono state in realtà circoscritte: il parlamento tedesco, occupato praticamente tutto dai suoi componenti, ha accolto il Pontefice con un lungo applauso e ha ascoltato attentamente le sue parole, condivise talora anche da esponenti di posizioni politiche distanti dalla Chiesa Cattolica, come nel caso dell'appello alla salvaguardia del creato. "Un arricchimento e un grande dono". Questo il bilancio del viaggio di Benedetto XVI per mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza Episcopale tedesca e arcivescovo di Friburgo. Davanti ai giornalisti nella conferenza stampa svoltasi a Friburgo il 25 settembre, mons. Zollitsch ha espresso il parere che la Chiesa Cattolica tedesca sia stata incoraggiata dalla presenza del Pontefice e ha raccontato che durante il pranzo consumato domenica insieme con i vescovi, "il Papa si è rivolto spontaneamente" a loro, manifestando "la sua solidarietà e sottolineando di conoscere la situazione della Chiesa tedesca e il periodo difficile" che questa sta affrontando in seguito alla grave crisi causata dallo scandalo degli abusi. "Questa solidarietà è un grande incoraggiamento per i vescovi. Il discorso del Papa è stato breve ma molto chiaro e amichevole". Hans Langendörfer, segretario della Conferenza episcopale, ha affermato che Benedetto XVI, "in tutti i suoi interventi, ha incoraggiato costantemente la gente a osare di avere fede". "Gli effetti della visita del Papa si vedranno ancora nel tempo": lo ha detto mons. Joachim Wanke, vescovo di Erfurt. Nella conferenza stampa svoltasi il 24 settembre, il vescovo si è detto convinto che "gli incontri a Etzelsbach ed Erfurt saranno per i pellegrini una fonte costante di rafforzamento e di gioia". Wanke ha ringraziato tutti coloro "che hanno contribuito alla riuscita di giornate ricche di contenuti e di emozioni per una piccola Chiesa locale". Sull'incontro di Benedetto XVI con cinque vittime di abuso, il vescovo ha voluto puntualizzare che questo "non è da intendere affatto come un colpo di spugna sugli scandali degli anni passati" ma "si tratta di sviluppare un fiuto particolare per prevenire nuovi casi". Alois Glück, presidente del Comitato centrale dei cattolici tedeschi (Zdk), si è rallegrato per la visita di Benedetto XVI che "ha dimostrato come i cattolici in Germania non siano così distanti dal loro Papa, come viene invece sempre affermato". "Continuiamo con nuovo slancio a essere coerentemente Chiesa nel mondo", ha dichiarato Glück in un comunicato diffuso il 26 settembre. "La visita di Papa Benedetto è stata un rafforzamento e una sfida", ha aggiunto, ribadendo l'impegno di proseguire "il processo di dialogo nella Chiesa cattolica iniziato a Mannheim". Mons. Zollitsch e il card. Karl Lehmann, arcivescovo di Magonza ed ex presidente della Dbk, hanno espresso parere positivo anche sugli effetti del viaggio papale per quanto riguarda l'ecumenismo. Parlando alla Radio Vaticana, Lehmann ha osservato che Benedetto XVI si è pronunciato "con un po' di cautela" su Martin Lutero per non intervenire nei preparativi in atto sull'omaggio ecumenico in programma per il 2017, cinquecentenario della Riforma. Tuttavia, "è già molto che Benedetto XVI abbia visitato il convento agostiniano di Erfurt come primo luogo di azione di Lutero". Christine Lieberknecht, presidente dei ministri del Land Turingia, ha parlato di "evento grandioso". "Come teologa evangelica non sono affatto delusa del fatto che il Papa non abbia non abbia fatto concessioni concrete alla mia Chiesa". "Sono paziente nell'ecumenismo", ha commentato, condividendo con mons. Wanke il parere che "l'ecumenismo scaturisce dalla fede". Secondo Alois Glück, dopo il viaggio del Papa "siamo sempre più chiamati ad approfondire ulteriormente la convivenza ecumenica nelle comunità, nel dialogo teologico e a livello di vertici della Chiesa". Una particolare sfida sarà rappresentata dalla celebrazione nel 2017 "dell'Anno di Lutero".

SIR Europa

Associazione Cattolica dei Leader Latini presenterà mercoledì a Benedetto XVI la 'Risposta nella fede' all'Enciclica 'Caritas in Veritate'

Una delegazione dell'Associazione Cattolica dei Leader Latini (CALL) è a Roma questa settimana per presentare a Benedetto XVI la propria risposta all'Enciclica “Caritas in Veritate”. La delegazione è giunta a Roma la settimana scorsa per incontrare il card. Peter Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. In seguito è stata esortata a restare qualche altro giorno per presentare personalmente la risposta al Papa, mercoledì. Robert Aguirre, presidente della CALL, saluterà il Santo Padre dopo l'Udienza generale a nome dell'Associazione, e gli consegnerà una copia di un documento di 28 pagine, dal titolo “Carità nella verità: la nostra risposta nella fede”. Il testo è una riflessione sull'ultima Enciclica di Papa Benedetto XVI, pubblicata nel 2009. In un comunicato stampa, la CALL sottolinea “il suo impegno ad agire come discepoli fedeli, confidando nel Santo Padre come pastore”. “Come leader latini cattolici del nostro Paese”, ha detto Aguirre, “è nostra responsabilità dimostrare che la nostra identità di cattolici si definisce per ciò che facciamo. I membri della CALL seguono le parole del Beato Giovanni XXIII, per cui bisogna adeguare le nostre attività professionali alla dottrina sociale della Chiesa”. “La nostra 'Risposta nella Fede' è la nostra preghiera per svolgere la missione della Chiesa in ogni ambito della vita”. Pubblicata a luglio, contiene come prefazione una lettera indirizzata a Benedetto XVI che dice: “Tu ci hai chiamati a riconoscere la crisi dei nostri giorni, a stabilire nuove regole, a ripianificare il nostro cammino e a scoprire nuove forme di impegno”. “Ascoltando le tue parole riconosciamo che questa è un'opportunità per il discernimento, in cui formare una nuova visione per il futuro'”.

Zenit

ll Papa in Germania. Benedetto XVI, grande e paziente riformatore: lo storico viaggio nelle parole di Vittorio Possenti, Sandro Magister e Bruno Forte

Il Papa in Germania: i commenti di Vittorio Possenti e Sandro Magister

Mons. Bruno Forte: Benedetto XVI in Germania, grande e paziente riformatore