lunedì 13 giugno 2011

Il card. Vallini al Papa: i suoi 60 anni di sacerdozio grande grazia anche per noi che possiamo godere della premura paterna della sua cara persona

Il card. Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha rivolto questa sera a Benedetto XVI gli auguri più sinceri per il 60° anniversario di Ordinazione sacerdotale, che cadrà il prossimo 29 giugno. Le sue parole sono state accolte da un prolungato applauso dei sacerdoti, diaconi e laici riuniti nella Basilica di San Giovanni in Laterano per l'apertura del Convegno Ecclesiale diocesano. "Una grande grazia - le parole del card. Vallini - per Lei e per noi, che possiamo godere della premura paterna della sua cara Persona, del suo illuminato magistero e della sua guida pastorale. Gradisca gli auguri più devoti e cordiali e Le assicuriamo la nostra costante preghiera". "Guardando la realtà di un contesto sociale di crescente secolarismo - ha detto ancora il porporato sul Convegno ecclesiale -, vogliamo interrogarci, con coraggio e fiducia, su come annunciare Gesù Cristo ed educare alla fede le nuove generazioni".

Agi, RomaSette.it

L’indirizzo d’omaggio del card. Agostino Vallini

Il Papa: mostrare la bellezza e la ragionevolezza della fede, portare la luce di Dio all’uomo del nostro tempo, con coraggio, convinzione, gioia

Questa sera Papa Benedetto XVI ha inaugurato, nella Basilica romana di San Giovanni in Laterano, il Convegno ecclesiale che conclude l’anno pastorale della diocesi di Roma. Il convegno, in svolgimento dal oggi al giovedì, ha per tema “'Si sentirono trafiggere il cuore' (At 2, 37). La gioia di generare alla fede nella Chiesa di Roma”.
"Ho appreso con piacere che in questo anno pastorale avete cominciato a dare attuazione alle indicazioni emerse nel Convegno dell’anno passato, e confido che anche in futuro ogni comunità, soprattutto parrocchiale, continui ad impegnarsi a curare sempre meglio, con l’aiuto offerto dalla diocesi, la celebrazione dell’Eucaristia, particolarmente quella domenicale, preparando adeguatamente gli operatori pastorali e adoperandosi affinché il Mistero dell’altare sia vissuto sempre più quale sorgente da cui attingere la forza per una più incisiva testimonianza della carità, che rinnovi il tessuto sociale della nostra città", ha detto il Pontefice nel suo discorso. Per Papa Ratzinger, che ha citato il teologo Hans Urs von Balthasar, ''la fede non deve essere presupposta ma proposta''. ''E' proprio così - ha commentato -. La fede non si conserva di per se stessa nel mondo, non si trasmette automaticamente nel cuore dell'uomo, ma deve essere sempre annunciata. E l'annuncio della fede, a sua volta, per essere efficace deve partire da un cuore che crede, che spera, che ama, un cuore che adora Cristo e crede nella forza dello Spirito Santo!”. Così fu, prosegue il Papa citando dagli Atti degli Apostoli, testo di meditazione per l’assise, l’annuncio di San Pietro dopo la discesa dello Spirito Santo nella Pentecoste e tutti si “sentirono trafiggere il cuore”. “La gente di Gerusalemme comprese che la risurrezione di Gesù era ed è in grado”, ha sottolineato il Papa, “di illuminare l’esistenza umana”, dandole un senso nuovo. E “la risposta della fede nasce quando l’uomo scopre, per grazia di Dio, che credere significa trovare la vita vera, la ‘vita piena’”. “Cari amici, la Chiesa, ciascuno di noi, deve portare nel mondo questa lieta notizia che Gesù è il Signore, Colui nel quale la vicinanza e l’amore di Dio per ogni singolo uomo e donna, e per l’umanità intera si sono fatti carne”.
"Questo annuncio deve risuonare nuovamente nelle regioni di antica tradizione cristiana”, ha rilevato, osservando che il Beato Giovanni Paolo II “ha parlato della necessità di una nuova evangelizzazione rivolta a quanti, pur avendo già sentito parlare della fede, non apprezzano più la bellezza del Cristianesimo, anzi, talvolta lo ritengono addirittura un ostacolo per raggiungere la felicità”. “Se gli uomini dimenticano Dio è anche perché spesso si riduce la persona di Gesù a un uomo sapiente e ne viene affievolita se non negata la divinità”, ha constatato Benedetto XVI. “Questo modo di pensare impedisce di cogliere la novità radicale del Cristianesimo, perché se Gesù non è il Figlio unico del Padre allora nemmeno Dio è venuto a visitare la storia dell’uomo”. “Cresca l’impegno per una rinnovata stagione di evangelizzazione, che è compito non solo di alcuni, ma di tutti i membri della Chiesa”, ha auspicato. “In quest’ora della storia, non è forse questa la missione che il Signore ci affida: annunciare la permanente novità del Vangelo, come Pietro e Paolo quando giunsero nella nostra città? Non dobbiamo anche noi oggi mostrare la bellezza e la ragionevolezza della fede, portare la luce di Dio all’uomo del nostro tempo, con coraggio, con convinzione, con gioia? Molte sono le persone che ancora non hanno incontrato il Signore: ad esse va rivolta una speciale cura pastorale”. "Accanto ai bambini e ai ragazzi di famiglie cristiane che chiedono di percorrere gli itinerari dell’iniziazione cristiana – ha precisato il Papa -, ci sono adulti che non hanno ricevuto il Battesimo, o che si sono allontananti dalla fede e dalla Chiesa. È un’attenzione pastorale oggi più che mai urgente, che chiede di impegnarci con fiducia, sostenuti dalla certezza che la grazia di Dio sempre opera nel cuore dell’uomo. Io stesso ho la gioia di battezzare ogni anno, durante la Veglia Pasquale, alcuni giovani e adulti". “Chi è il messaggero di questo lieto annuncio?”, ha chiesto il Papa, rispondendo che “sicuramente lo è ogni battezzato”. In particolare, ha osservato, “lo sono i genitori, ai quali spetta il compito di chiedere il Battesimo per i propri figli”. “Tutti i papà e le mamme sono chiamati a cooperare con Dio nella trasmissione del dono inestimabile della vita, ma anche a far conoscere Colui che è la Vita”. Fin da piccoli, infatti, “i bambini hanno bisogno di Dio ed hanno la capacità di percepire la sua grandezza”, “sanno apprezzare il valore della preghiera e dei riti, così come intuire la differenza fra il bene ed il male”. Fondamentale è poi l'operato della comunità cristiana, che da sempre “ha accompagnato la formazione dei bambini e dei ragazzi, aiutandoli non solo a comprendere con l’intelligenza le verità della fede, ma anche a vivere esperienze di preghiera, di carità e di fraternità”. “La parola della fede rischia di rimanere muta, se non trova una comunità che la mette in pratica, rendendola viva ed attraente”, ha ricordato il Papa. “Ancora oggi gli oratori, i campi estivi, le piccole e grandi esperienze di servizio sono un prezioso aiuto, per gli adolescenti che compiono il cammino dell’iniziazione cristiana, a maturare un coerente impegno di vita”. Per questo, ha incoraggiato “a percorrere questa strada che fa scoprire il Vangelo non come un’utopia, ma come la forma piena dell’esistenza”. "E' necessario che la conoscenza di Gesù cresca e si prolunghi oltre la celebrazione dei Sacramenti”, ha proseguito il Papa. ''La catechesi è azione ecclesiale e pertanto è necessario che i catechisti insegnino e testimonino la fede della Chiesa e non una loro interpretazione''. “E' necessario educare al silenzio e all’interiorità”, ha spiegato, confidando “che nelle parrocchie di Roma gli itinerari di iniziazione cristiana educhino alla preghiera, perché essa permei la vita ed aiuti a trovare la Verità che abita il nostro cuore”. La fedeltà alla fede della Chiesa, poi - ha concluso Benedetto XVI -, deve coniugarsi con una ‘creatività catechetica’ che tenga conto del contesto, della cultura e dell’età dei destinatari. Il patrimonio di storia e arte che Roma custodisce è una via ulteriore per avvicinare le persone alla fede". “Invito tutti a fare tesoro nella catechesi di questa 'via della bellezza' che conduce a Colui che è, secondo Sant'Agostino, la Bellezza tanto antica e sempre nuova”. Le ultime parole di Benedetto XVI sono per tutti di incoraggiamento e di affidamento a Maria, stella dell’evangelizzazione, e al Beato Giovanni Paolo II che fino all’ultimo si prodigò per l’annuncio.“Non abbiate paura di impegnarvi per il Vangelo! Nonostante le difficoltà che incontrate nel conciliare le esigenze familiari e del lavoro con quelle delle comunità in cui svolgete la vostra missione”.

Zenit, SIR, Radio Vaticana

APERTURA DEL CONVEGNO ECCLESIALE DELLA DIOCESI DI ROMA NELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO - il testo integrale del discorso del Papa

60° anniversario di Ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. Le immagini della parata baverese e il saluto del Papa ai partecipanti

Simposio congiunto Università Gregoriana-Santa Sede per una risposta globale agli abusi sessuali e per la tutela dei vulnerabili nel febbraio 2012

Un grande simposio per "una risposta globale al problema degli abusi sessuali e della tutela dei vulnerabili" sarà organizzato "dalla Pontificia università Gregoriana, con l'appoggio di diversi dicasteri della Santa Sede, e diretto a vescovi delle diverse conferenze episcopali e a Superiori religiosi". E' quanto si legge oggi in un comunicato diffuso dalla sala stampa vaticana. L'incontro avrà luogo nel febbraio del 2012, ma i contenuti e il significato dell'evento dal titolo 'Verso la guarigione e il rinnovamento', verranno presentanti sabato prossimo nel prestigioso ateneo pontificio con il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, e il promotore di giustizia della congregazione per la Dottrina della fede, mons. Charles J. Scicluna. All'incontro con la stampa parteciperanno anche, tra gli altri, padre Francois Xavier Dumortier, Rettore della Gregoriana, padre Hans Zollner, preside dell'Istituto di Psicologia e responsabile del comitato preparatorio del simposio, mons. Klaus Peter Franzl, dell'arcidiocesi di Monaco di Baviera. Il simposio di febbraio è diretto ai vescovi e ai superiori maggiori religiosi, a coloro cioè a cui è demandato il compito di eventuali accertamenti di fronte a casi di abusi sui minori ad opera di religiosi. Gli esperti di Virtus, programma sviluppato in America per la prevenzione degli abusi, ed altri esperti guideranno i workshop, in 4 lingue, che tratteranno gli argomenti anche nella prospettiva specifica delle diverse aree geografiche. Fra gli obiettivi dell'iniziativa quello di costruire "un nuovo centro di e-learning multilinguistico, a disposizione dei responsabili ecclesiastici, per l'informazione e la diffusione delle risorse e delle migliori pratiche per rispondere al problema".

TMNews

Venerdì veglia di preghiera per Benedetto XVI e il suo pontificato presieduta dal card. Comastri, organizzata dal Movimento dell'Amore familiare

I fedeli dell’associazione Famiglia Piccola Chiesa - Movimento dell’Amore familiare, della diocesi di Roma, si uniranno in preghiera per Benedetto XVI e per il suo pontificato, in occasione della veglia serale che si terra in Piazza San Pietro, venerdi 17 giugno, presieduta dal cardinale vicario generale di Sua Santità per la Citta del Vaticano, Angelo Comastri. Si tratta di un’iniziativa che, sottolinea a L’Osservatore Romano lo stesso porporato, "lega da molti anni le associazioni delle famiglie e che pregano per il Papa perche capiscono che e il difensore della famiglia e offre indicazioni preziose per vivere l’amore vero e per rendere la famiglia una scuola per i propri figli". Il cardinale, al riguardo, aggiunge un ricordo della Beata Madre Teresa di Calcutta: "Madre Teresa di Calcutta, parlando della famiglia, diceva che non vi era regalo piu bello che i genitori possono fare ai figli se nonquello di dare loro una famiglia unita". L’associazione si caratterizza come opera di evangelizzazione e di missione. La veglia, osserva ancora il fondatore dell’associazione, don Stefano Tardani, "e il dono di un laicato attento, sensibile e maturo, che accompagna il Papa e che vede in lui un punto di riferimento, perche entra con semplicità e profondità nei problemi e nelle situazioni piu difficili e svela a tutti quella verita indispensabile alla vita e al bene di tutta l’umanità".

Alessandro Trentin, L'Osservatore Romano

Il Papa a San Marino e Pennabilli. Vitali: un desiderio che si avvera, un segnale di speranza in una terra da sempre ricca di carismi e spiritualità

"A ormai trent’ anni dalla storica, indimenticabile visita a Rimini di Giovanni Paolo II, un Pontefice torna nelle nostre comunità a portare il suo messaggio di speranza e carità". E' il commento del presidente della provincia, Stefano Vitali, alla vigilia della visita di Benedetto XVI in programma domenica prossima sul Titano e nelle terre riminesi. Secondo Vitali, "l'incontro della nostra gente con il Santo Padre nella diocesi di San Marino e Montefeltro rappresenta un desiderio che si avvera, un segnale di speranza in una terra da sempre ricca di carismi e spiritualità. La salda guida di Papa Benedetto XVI - aggiunge - rappresenta per tutti noi un punto di riferimento allo stesso tempo culturale e di fede". Pertanto, aggiunge, "sento il dovere di ringraziare, unitamente al Santo Padre, il vescovo della diocesi di San Marino e Montefeltro e tutte le persone coinvolte nell’organizzazione di questo evento". "La provincia di Rimini - conclude Vitali - si è messa da subito a completa disposizione, per la parte operativa, al fine di condividere il percorso di preparazione culturale, spirituale e organizzativo alla visita pastorale".

Il Resto del Carlino.it

Apertura del Convegno ecclesiale della diocesi di Roma. Il mandato del Papa in questi anni: testimoniare la gioia della fede in ogni ambito della vita

Benedetto XVI aprirà, stasera alle 19.30 nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, a conclusione dell’Anno pastorale. Il tema di quest’anno, dedicato all'iniziazione cristiana, è tratto da un passo degli Atti degli Apostoli: “Si sentirono trafiggere il cuore. La gioia di generare alla fede nella Chiesa di Roma”. Si tratta del settimo Convegno diocesano per Joseph Ratzinger da quando è stato eletto alla Cattedra di Pietro. Testimoniare la gioia della fede in ogni ambito della vita: si può riassumere così, in estrema sintesi, il mandato che Benedetto XVI ha consegnato alla sua diocesi in questi anni. Nel suo primo discorso ad un Convegno ecclesiale diocesano, ad un mese e mezzo dall’elezione al Soglio di Pietro, il Papa si è soffermato in particolare sulla trasmissione della fede nella famiglia, prima comunità cristiana. Ed ha legato l’annuncio della fede nelle famiglie alla difesa, senza condizioni, della vita: “Nell’uomo e nella donna la paternità e la maternità, come il corpo e come l’amore, non si lasciano circoscrivere nel biologico: la vita viene data interamente solo quando con la nascita vengono dati anche l’amore e il senso che rendono possibile dire sì a questa vita” (6 giugno 2005).
L’anno dopo, il Papa volge lo sguardo ai giovani, alla sfida fondamentale dell’educazione auspicando che le nuove generazioni possano fare esperienza della Chiesa come di una compagnia di amici. Proprio ai ragazzi si rivolge direttamente, sottolineando che la fede e l’etica cristiana “non vogliono soffocare ma rendere sano e davvero libero l’amore”: “Specialmente gli adolescenti e i giovani, che avvertono prepotente dentro di sé il richiamo dell’amore, hanno bisogno di essere liberati dal pregiudizio diffuso che il cristianesimo, con i suoi comandamenti e i suoi divieti, ponga troppi ostacoli alla gioia dell’amore, in particolare impedisca di gustare pienamente quella felicità che l’uomo e la donna trovano nel loro reciproco amore” (5 giugno 2006).
In tale occasione, inoltre, il Papa esorta i sacerdoti a “promuovere una vera e propria pastorale dell’intelligenza”, prendendo sul serio le domande dei giovani. E sull’importanza dell’educazione cristiana, torna a riflettere aprendo il Convegno diocesano del 2007. Di fronte al diffondersi del relativismo e del consumismo, avverte, serve un’autentica formazione cristiana: “In concreto, questo accompagnamento deve far toccare con mano che la nostra fede non è qualcosa del passato, che essa può essere vissuta oggi e che vivendola troviamo realmente il nostro bene. Così i ragazzi e i giovani possono essere aiutati a liberarsi da pregiudizi diffusi e possono rendersi conto che il modo di vivere cristiano è realizzabile e ragionevole, anzi, di gran lunga il più ragionevole" (11 giugno 2007).
Di appartenenza ecclesiale, spirito missionario e della preghiera il Papa parla nei due successivi Convegni ecclesiali della diocesi di Roma. Quindi, l’anno scorso si sofferma sul binomio Eucaristia e Carità. Dal Pontefice si leva la vibrante esortazione a mettere l’Eucaristia al centro della vita delle comunità cristiane. E ribadisce che la Messa va preparata e celebrata con intensa partecipazione interiore: “Esorto tutti a curare al meglio, anche attraverso appositi gruppi liturgici, la preparazione e la celebrazione dell’Eucaristia, perché quanti vi partecipano possano incontrare il Signore” (15 giugno 2010).
Nutrendoci di Lui, prosegue il Papa, siamo liberati dai vincoli dell’individualismo, e diventiamo una cosa sola. Solo così, soggiunge, possiamo seguire la logica del dono e trasformare il mondo intorno a noi: “La carità è in grado di generare un cambiamento autentico e permanente della società, agendo nei cuori e nelle menti degli uomini, e quando è vissuta nella verità è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera” (15 giugno 2010).

Radio Vaticana

Riunione dei capi dicastero della Curia romana presieduta dal Papa sulla vita consacrata e l’esercizio dell’autorità in alcuni istituti religiosi

Alle 10.00 di questa mattina, nella Sala Bologna del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha presieduto una riunione dei capi dicastero della Curia romana. Lo rende noto la Sala Stampa vaticana. Si tratta di riunioni relativamente rare, che si tengono una o due volte l'anno per migliorare il ''coordinamento'' della Curia romana su temi di particolare rilevanza. Da quanto si apprende, tra gli argomenti in agenda per questa "interdicasteriale" c’era la vita consacrata e l’esercizio dell’autorità in alcuni istituti religiosi e aggregazioni ecclesiali. Temi in parte trattati nel corso della plenaria della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, tenutasi a Roma nel settembre 2005. In particolare la dicussione è ruotata attorno a due punti. Il primo riguarda la distinzione tra comunità religiose maschili e comunità religiose femminili: l’intenzione sarebbe quella di marcare maggiormente la necessità di vite comunitarie separate, al contrario di quanto avviene in alcune comunità. Al tempo stesso, si sarebbe sottolineata la necessità di distinguere bene la vita religiosa consacrata dalla vita laicale. Inoltre, si sarebbe discusso sul fatto che i laici responsabili di un movimento o di un’associazione, non dovrebbero esercitare una giurisdizione sui sacerdoti e sui religiosi. Deve sempre esserci un sacerdote responsabile per i preti e i religiosi membri del movimento. Contributi su questo sono venuti dal Prefetto della Congregazione dei vescovi, il card. Marc Ouellet, e dal presidente del Pontificio consiglio per i laici, il card. Stanislaw Rylko. Il secondo punto all’ordine del giorno avrebbe riguardato l’esercizio dell’autorità da parte dei fondatori di ordini religiosi e forme di vita consacrata. Una relazione in particolare, preparata dal cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, ha trattato il tema dell’obbedienza richiesta al fondatore, che rischia in taluni casi di legare i membri dell’istituto a quella persona, facendo passare in secondo piano l’appartenenza ecclesiale e l’adesione al magistero della Chiesa. Sono stati citati casi estremi di plagio, e in qualche raro ma dolorosissimo caso, gli abusi sessuali. In tempi recenti un problema, oramai ben noto, era sorto con il fondatore dei Legionari di Cristo il quale aveva imposto per decenni il divieto di criticare l’operato o la persona del superiore, obbligandoli ad avvertire il superiore stesso, qualora un confratello lo avesse fatto. Gli ultimi due 'Consigli dei ministri' vaticani risalgono al 22 gennaio e al 12 novembre dell'anno scorso: nel primo caso trapelò che venne affrontata una ''questione molto delicata'', forse la crisi della Chiesa irlandese in seguito allo scandalo pedofilia; a novembre, invece, tema della riunione fu la nuova evangelizzazione. Nei tre anni precedenti al 2010, stando alle comunicazioni ufficiali, non si erano invece tenuti incontri dei capi dicastero della Curia.

Asca - Andrea Tornielli, Sacri Palazzi

RIUNIONE DEI CAPI DICASTERO DELLA CURIA ROMANA

Il Papa a San Marino e Pennabilli. I numeri della diocesi che attende Benedetto XVI: un territorio di 800 km² tra due stati e tre regioni

Cosa troverà il Papa in visita per la prima volta nel Montefeltro, domenica prossima: quale Chiesa particolare lo attende? Ecco i numeri della diocesi sammarinese-feretrana forniti dalla Curia di Pennabilli. Censiti gli abitanti e i residenti del territorio ecclesiastico che comprende 2 stati, 3 regioni e 4 province con 64.392 abitanti (29.615 sono i sammarinesi) di cui 63.192 si dichiarano cattolici. 1200 non credenti e di altre confessioni. La superficie della diocesi è di circa 800 km quadrati la maggior parte nelle Marche, 328 in Romagna. I comuni d’apparteneza sono 20 e 9 i castelli sammarinesi dotati di una parrocchia con la chiesa annessa. L’esercito dei sacerdoti e religiosi con i diaconi è di 74 presbiteri, 13 sacerdoti regolari, 54 secolari e 7 diaconi. Un vescovo residenziale, mons. Luigi Negri, con 3 sedi vicariali suddivise in Valmarecchia, Valconca e San Marino e altrettante pievi e concattedrali a Pennabili, San Leo e Città di San Marino.

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