giovedì 7 gennaio 2010

Anno Sacerdotale. Mons. Marini: entrare nel mistero di Dio agevolato nella liturgia da ciò che tocca il cuore come il latino e il canto gregoriano

Il latino, i canti gregoriani e la polifonia sacra avvicinano maggiormente a Dio, nel corso della Messa, e vanno perciò promossi e imitati anche quando i fedeli scelgono il pop nelle loro chiese. Lo ha detto il Maestro delle Celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice, mons. Guido Marini (nella foto con Benedetto XVI), in una 'lectio' ad un gruppo di sacerdoti anglofoni a Roma in occasione dell'Anno Sacerdotale. "Entrare nel mistero di Dio non è agevolato e, a volte, anche meglio accompagnato da ciò che tocca principalmente le ragioni del cuore? Non succede spesso che una quantità sproporzionata di spazio sia dedicato a vuoto e banale parlare, dimenticando che tanto il dialogo quanto il silenzio fanno parte della liturgia, oltre al canto in coro, le immagini, i simboli, i gesti? Forse che la lingua latina, il canto gregoriano e la polifonia sacra non appartengono a questo linguaggio multiforme, che ci conduce al centro del mistero?", si è domandato il monsignore. "Perché - è stata la domanda retorica che ne è seguita - il canto gregoriano e la polifonia classica sacra risultano essere le forme da imitare, alla luce delle quali la musica liturgica e anche la musica popolare devono continuare ad essere prodotte oggi?". Un "nuovo rinnovo liturgico", ha spiegato mons. Marini, avanzato in questi anni da alcuni "circoli" della Chiesa Cattolica, sarebbe "capace di operare una riforma della riforma o, piuttosto, far fare un passo avanti nella comprensione dell'autentico spirito della liturgia e della sua celebrazione". Il cerimoniere pontificio spiega, nel suo intervento, l'importanza di alcune innovazioni volute da Papa Ratzinger, dalla comunione in ginocchio alla cosiddetta Messa "spalle al popolo". Mons. Marini definisce Benedetto XVI come "un autentico maestro dello spirito della liturgia" e cita anche Papa Pacelli. "Nella sua brillante enciclica 'Mediator dei', così spesso citata nella costituzione sulla sacra liturgia, Papa Pio XII definiva la liturgia come 'il culto pubblico reso dal corpo mistico di Cristo nell'interezza del suo capo e delle sue membra".

Il prefetto Festa: la Notte di Natale ha funzionato tutto perfettamente. Il controllo dei fedeli è stato capillare sia all'esterno che all'interno

"Quella sera tutto ha funzionato perfettamente, secondo i consueti parametri": così il prefetto Salvatore Festa, che domani verrà ricevuto dal Papa insieme al capo della Polizia di Stato Antonio Manganelli e agli uomini dell'ispettorato di Polizia presso la Santa Sede, difende l'operato dei colleghi della Gendarmeria vaticana e delle Guardie svizzere in merito all'incidente della Vigilia di Natale, quando una giovane donna svizzera, Susanna Maiolo, ha scavalcato le transenne per raggiungere il Papa, provocando un parapiglia nel quale lo stesso Benedetto XVI è caduto e il cardinale francese Roger Etchegaray si è fratturato il femore. "Il controllo dei fedeli che hanno partecipato alla cerimonia in Basilica è stato capillare, sia all'esterno che all'interno", afferma in un'intervista a L'Osservatore Romano il prefetto incaricato di assicurare il collegamento tra gli organi di Polizia italiana che attuano il servizio di sicurezza presso il Vaticano e le autorità della Santa Sede. "E le posso assicurare che in Basilica non è entrata neppure una spilla che non fosse consentita. Così come ha funzionato il servizio all'interno assicurato dalla Gendarmeria vaticana. Lo stesso comandante Domenico Giani ha reagito in tempo zero in prima persona. E' intervenuto immediatamente per evitare ogni contatto fisico con il Papa. E' chiaro poi - conclude Festa - che i fattori che entrano in gioco sono tanti e molte volte del tutto fortuiti e imprevedibili".

Apcom

Il Papa ai carabinieri del Vaticano: la casa di Pietro è sempre aperta per accogliere in un abbraccio i credenti e gli uomini di buona volontà

Il Papa ha ricevuto stamani nella Sala Clementina i carabinieri della Compagnia Roma San Pietro che prestano servizio attorno al Vaticano. Presenti il comandante generale dell’Arma, Leonardo Gallitelli, e il comandante provinciale, generale Vittorio Tomasone, accompagnati dall’arcivescovo Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l’Italia. Il Papa ha espresso la propria gratitudine per il servizio svolto dai carabinieri nei pressi del Vaticano, contribuendo “a dare sicurezza e serenità ai pellegrini e ai visitatori che giungono presso il centro della fede cattolica” permettendo sia quel “necessario raccoglimento spirituale nella visita alla Tomba dell’apostolo Pietro” che “il clima favorevole per l’incontro con il Successore di Pietro, cui Cristo ha affidato il compito di confermare i fratelli nella fede”. “Come suggerisce il maestoso colonnato del Bernini, la casa di Pietro è sempre aperta per accogliere, in un ideale abbraccio, i credenti e tutti gli uomini di buona volontà, che dal Magistero dei Pontefici romani ricevono luce e incoraggiamento per crescere nella fede e diventare costruttori di pace e di serena e civile convivenza”. Benedetto XVI ha sottolineato il “lavoro umile”, silenzioso, “ma indispensabile” svolto dai carabinieri “perché il pellegrinaggio a Roma costituisca per ciascun visitatore un’occasione unica per sperimentare la gioia della fede e i valori della fratellanza, dell’accoglienza e del rispetto reciproco, sull’esempio di Colui che essendo Dio è diventato Bambino per amore nostro”. Quindi, dopo aver ricordato la tradizione di fedeltà, generosità e gli ideali dell’Arma, ha invocato la Madre di Dio, patrona dei carabinieri: “Maria, la ‘Virgo fidelis’, vostra Patrona, accompagni voi e l’intera Arma, in particolare quanti, in diversi Paesi del mondo, sono impegnati in delicate missioni di pace, ed accolga i vostri propositi di bene presentandoli al suo divin Figlio”.

Il Papa all'ambasciatore della Turchia: la Chiesa Cattolica attende il riconoscimento giuridico della piena libertà religiosa. Pace in Medio Oriente

"La Chiesa Cattolica in Turchia attende il riconoscimento della personalità giuridica. Questo le darebbe modo di godere di una piena libertà religiosa e di dare un ancor più grande contributo alla società". Ad affermarlo è stato il Papa che questa mattina ha ricevuto Kenan Guersoy (nella foto con Benedetto XVI), nuovo ambasciatore di Turchia, per la presentazione delle lettere credenziali. "I cattolici in Turchia - ha detto il Papa - apprezzano la libertà di culto garantita dalla Costituzione e sono lieti di poter contribuire al benessere dei loro concittadini, specialmente attraverso il coinvolgimento in attività caritative e di cura". Papa Ratzinger ha ricordato, in particolare, l'impegno di due ospedali di Istanbul, La Paix e il Saint Georges, augurandosi che il Governo turco continui a sostenerli. E' necessario maggiore fiducia "tra persone, tra comunità e tra popoli" di religione cristiana e musulmana, specie in Medio Oriente, secondo il Papa, che ha ricordato il valore del dialogo interreligioso già sottolineato in occasione del viaggio che compì nel paese anatolico nel 2006. "Era la mia prima visita da Papa ad un paese prevalentemente musulmano", ha ricordato Papa Ratzinger. "Sono stato felice di poter esprimere la mia stima per i musulmani e ribadire l'impegno della Chiesa Cattolica a condurre il dialogo interreligioso in uno spirito di mutuo rispetto e amicizia, testimoniando insieme la solida fede in Dio che caratterizza cristiani e musulmani e sforzandosi di conoscersi meglio l'un l'altro al fine di rafforzare i legami di affetto tra di noi". "E' la mia fervida preghiera - ha aggiunto Papa Ratzinger - che questo processo porti ad una maggiore fiducia tra persone, comunità e popoli, specialmente nelle aree agitate del Medio Oriente". La Santa Sede è pronta a mettere a disposizione della comunità internazionale le proprie "risorse diplomatiche" per dare una soluzione al conflitto dell'area mediorientale. "Mi permetta di assicurare Sua Eccellenza dell'alta priorità che la Santa Sede attribuisce alla ricerca di soluzione giuste e durature per tutti i conflitti della regione e della sua disponibilità a porre le sue risorse diplomatiche al servizio della pace e della riconciliazione", ha detto Benedetto XVI. "In qualità di Stato democratico a cavallo del confine tra Europa ed Asia - ha sottolineato Papa Ratzinger - la Turchia è ben posizionata per agire da ponte tra l'islam e l'occidente e per dare un significativo contributo agli sforzi tesi a portare pace e stabilità al Medio Oriente. La Santa Sede - ha aggiunto - apprezza le numerose iniziative che la Turchia ha già preso in questo senso ed è pronta a sostenere ulteriori sforzi per porre fine ai duraturi conflitti della regione. Come la storia spesso ha mostrato - ha detto ancora il Papa - le dispute territoriali ed etniche possono essere risolte quando le legittime aspirazioni di ogni parte sono prese in considerazione, le passate ingiustizie riconosciute e, quando possibile, riparate". Il Papa ha rammentato anche che si avvicina il 50° anniversario dell’istituzione delle relazioni diplomatiche tra Turchia e Santa Sede, “un frutto del Pontificato di Giovanni XXIII” già delegato apostolico ad Istanbul. Ed ha espresso la fiducia che queste relazioni diventino sempre più forti quale risultato di una continua collaborazione su molte importanti questioni. D’altro canto, non ha mancato di menzionare l’incontro con il Patriarca Bartolomeo I, al Fanar, uno dei momenti forti del suo viaggio apostolico in Turchia. Le comunità cristiane, ha ribadito, “sono orgogliose di fare la propria parte, consapevoli del loro antico retaggio e del significativo contributo che ha dato alla civilizzazione”, non solo della Turchia ma di tutta l’Europa. Ha infine ringraziato le autorità turche per aver facilitato, nell’Anno Paolino, i pellegrinaggi e le celebrazioni liturgiche nei luoghi legati all’Apostolo delle Genti.

Apcom, Radio Vaticana