mercoledì 30 gennaio 2013

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Card. Braz De Aviz: eco profonda in Brasile e in tutta l’America latina dove è forte la presenza di giovani aperti alla ricerca spirituale e al senso della vita. L'arrivo del Papa opportunità splendida per rafforzare questa identità

“La GMG avrà una eco profonda in Brasile e in tutta l’America latina dove è forte la presenza di giovani aperti alla ricerca spirituale e al senso della vita. La visita di Benedetto XVI, che è una figura significativa per il nostro Continente, è un’opportunità splendida per rafforzare questa identità che non è solo della Chiesa di Rio ma di tutta l’America Latina”. Nelle parole del cardinale brasiliano Joao Braz De Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, c’è tutta l’attesa per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Rio de Janeiro dal 23 al 28 luglio di questo anno. Tutto è quasi pronto a Rio per accogliere i pellegrini, ne sono attesi circa due milioni, in buona parte dal Continente latino-americano, spiega il cardinale che all'agenzia SIR rivela che “all’inizio del cammino organizzativo le Autorità della città avevano la testa rivolta soprattutto ai mondiali di Calcio del 2014 e alle Olimpiadi del 2016, e non avevano ben compreso la dimensione della GMG. Se i mondiali possono portare in Brasile circa mezzo milione di persone, la GMG ne porterà circa due milioni, un numero che ha stupito le Istituzioni. Non mancano i problemi sul campo ma l’impegno nel risolverli concretamente è forte grazie anche all’intesa tra la città di Rio e la Santa Sede”. A preoccupare è la sicurezza visto il tasso di criminalità della città carioca. Rassicurante a riguardo il prefetto: “Ci sono stati sviluppi molto positivi in questo senso negli ultimi anni. Le Forze dell’ordine hanno ripreso il controllo di diverse favelas in mano alla criminalità. La Polizia sta riuscendo a contenere la criminalità combattendo anche la corruzione al suo interno”. Un cenno particolare il cardinale lo riserva all’aspetto missionario e sociale della Gmg che potrebbe essere considerato retaggio della teologia della liberazione che ancora pervade il Continente latino-americano: “Non si può ricercare la soluzione dei problemi sociali al di fuori della visione della fede e non può esserci un rapporto con Dio senza un impegno sociale profondo”.
 
SIR
 

GMG RIO - Un'identità più forte. Il card. Joao Braz De Aviz è sicuro: sarà un grande evento di popolo

In Brasile non avevano capito che la GMG è più importante dei mondiali: intervista al card. brasiliano Joao Braz de Aviz (Vatican Insider)

Anno della fede. Accanto ai più vulnerabili: in Orissa una rete di organizzazioni cristiane contro la tratta di esseri umani e la povertà. Mons. Barwa: sono orgoglioso di poter dire che se anche siamo lo Stato più povero e illetterato dell’India, siamo ricchi nella nostra fede in Dio

Accanto ai poveri, per garantirne le più semplici necessità alimentari e per lottare con determinazione contro l’aberrante tratta degli esseri umani. Non c’è nulla di più importante ed efficace per vivere a pieno e con convinzione l’Anno della fede. Ne è convinta una rete di organizzazioni cristiane, cattoliche e non, dell’Orissa. Il network comprende congregazioni religiose, organizzazioni non governative, gruppi di auto-aiuto, team diocesani di assistenza sociale, studenti. Guidata dal padre cappuccino, Nithiya Sagayam, segretario dell’ufficio per lo sviluppo umano nella Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia, la rete ha individuato due principali emergenze che si registrano nella società dell’Orissa, Stato dell’India orientale, teatro dei massacri anticristiani avvenuti nel 2008. La prima è la tratta di esseri umani, che colpisce soprattutto donne e bambini. La seconda riguarda l’insicurezza alimentare, con la maggioranza delle famiglie che non hanno nemmeno la certezza del sostentamento minimo quotidiano, necessario alla sopravvivenza. Tra le congregazioni cattoliche particolarmente impegnate nel progetto figurano i cappuccini, i verbiti, le clarisse francescane e le suore dello Spirito Santo. "L’opzione per poveri", sottolinea padre Sagayam, rappresenta il "tema speciale per le comunità che in Orissa vivono l’Anno di fede". In Orissa i poveri sono soprattutto i tribali, i dalit, gli abitanti delle aree rurali e degli slum. "Una delle forme moderne di schiavitù, cioè la tratta di esseri umani - afferma la rete in un comunicato - sta uccidendo il tessuto della società in Orissa e distruggendo lo sviluppo economico, sociale e culturale del popolo". Sono drammaticamente diffusi la vendita di bambini, il lavoro e la prostituzione minorile, il lavoro forzato, la tratta di persone e il traffico internazionale di organi. I trafficanti reclutano, trasferiscono e trattengono le persone tramite minacce, ricatti, rapimento, inganno, abuso di potere o approfittando della vulnerabilità della popolazione. "Per rispondere con efficacia a queste sconvolgenti e aperte violazioni dei diritti umani - ha spiegato ancora padre Sagayam - abbiamo bisogno sempre di più di costruire un movimento, attraverso una fitta rete di funzionari governativi, avvocati, funzionari di polizia, leader religiosi, animatori sociali, insegnanti". Nello specifico, come riferisce l’agenzia Fides, la rete delle organizzazioni ha preparato un testo contenente "i 'dieci comandamenti' contro il traffico di esseri umani", da diffondere capillarmente, attraverso un volantino, nei villaggi rurali, istituzioni, parrocchie, templi, scuole e altri luoghi pubblici. Un documento, da consegnare ai capi dei villaggi e alla gente comune, che intende essere una guida utile a proteggere tutte le potenziali vittime della tratta. Uno speciale rapporto sul problema sarà anche inviato nei prossimi mesi alle autorità politiche e giudiziarie, proponendo così un piano di azione concreto e preciso. Oltre a ciò, il network ha anche avviato numerose iniziative di assistenza, cooperazione e formazione per garantire la sicurezza alimentare alla popolazione dell’Orissa. "Non ci può essere pace senza giustizia e sviluppo", ha ricordato solo pochi giorni fa, in occasione della festa della Repubblica (26 gennaio), il cardinale arcivescovo di Ranchi, Telesfphore Placidus Toppo. Il porporato, il primo cardinale di origine tribale, ha sottolineato l’importanza della nuova evangelizzazione per rispondere ai problemi dell’India: violenza, corruzione, fame e malnutrizione. E citando Papa Paolo VI ha ribadito ancora una volta che "lo sviluppo è un altro nome della pace". Essa, infatti, "è il presupposto per lo sviluppo, i diritti umani e la giustizia, soprattutto di fronte alla crescente emarginazione delle fasce sociali più deboli, come i tribali, le donne e i dalit". L’arcivescovo di Cuttak-Bhubaneswar, mons. John Barwa, anche lui di origine tribale, ha sottolineato come la Chiesa in Orissa sia impegnata nel raggiungere chiunque, senza distinzioni di casta o di fede, ed è grazie a questo che le vittime dei pogrom non hanno perso la fede in Dio. "Anche se l’Orissa è lo Stato più povero e illetterato dell’India - ha concluso - siamo ricchi nella nostra fede in Dio. Sono orgoglioso di poterlo dire. Sto visitando i diversi angoli della mia arcidiocesi e vedo manifestarsi il potere della fede. La voce della nostra gente dice: 'Abbiamo perso case, proprietà, persone care, ma non abbiamo perso la nostra fede'".

L'Osservatore Romano

Nuovo tweet di Benedetto XVI: ogni essere umano è amato da Dio Padre. Nessuno si senta dimenticato, perché il nome di ciascuno è scritto nel Cuore del Signore

“Ogni essere umano è amato da Dio Padre. Nessuno si senta dimenticato, perché il nome di ciascuno è scritto nel Cuore del Signore”. È il tweet lanciato oggi da Benedetto XVI sul suo profilo @Pontifex, al termine dell’Udienza generale, la seconda dedicata al “Credo”, e in particolare alla prima definizione di Dio, come “Dio Padre”. L’account Twitter del Papa, in un mese, si avvia nelle 9 lingue (inglese, spagnolo, italiano, francese, tedesco, portoghese, polacco, arabo e latino) ai 3 milioni di followers.

SIR

Consegnato al Papa il volume in tedesco degli atti del Simposio internazionale 'Verso la guarigione e il rinnovamento', svoltosi un anno fa alla Gregoriana sugli abusi compiuti su minori da esponenti del clero

Benedetto XVI, al termine dell'Udienza generale, ha salutato il padre gesuita Hans Zollner, direttore del Centro per la protezione dei minori e preside dell’Istituto di Psicologia della Pontificia Università Gregoriana. Il sacerdote ha consegnato al Papa il volume in tedesco degli atti del Simposio internazionale svoltosi un anno fa alla Gregoriana sulla questione degli abusi compiuti su minori da esponenti del clero e intitolato “Verso la guarigione e il rinnovamento”. All’incontro col Papa era presente anche il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Il prossimo 5 febbraio si terrà nel pomeriggio, sempre presso l’Università Pontificia, un nuovo incontro per presentare gli atti del Simposio di un anno fa, nonché le attività del Centro per la protezione dei minori e del Programma di E-learning, una piattaforma di apprendimento basata su internet per favorire una maggiore consapevolezza riguardo la realtà degli abusi nella Chiesa e nella società, l’aiuto appropriato per le vittime, la conoscenza delle misure canoniche previste e la creazione di un clima di ascolto e di sensibilità nei confronti dei minori e dei più deboli.

Radio Vaticana

Benedetto XVI: giovani, guardate a San Giovanni Bosco come a un autentico maestro di vita. Viva riconoscenza a quanti si sono prodigati per l'allestimento del presepe in Piazza San Pietro

“Guardate a lui come a un autentico maestro di vita”. A indicare ai giovani l’esempio di San Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, è stato oggi il Papa, nel triplice saluto ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli, che come di consueto conclude l’appuntamento del mercoledì con i fedeli, a cui oggi hanno partecipato nell'Aula Paolo VI circa 5.000 persone. Dopo aver salutato, in lingua italiana, i vescovi amici del Movimento dei Focolari e i fedeli dell’arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, accompagnati dal loro vescovo Agostino Superbo, ha raccomandato di “dedicare ogni sforzo perché sia curata, ugualmente nelle città come nei centri minori, una solida istruzione religiosa, perché tutti siano preparati a ricevere con frutto i sacramenti, indispensabile nutrimento della crescita della fede”. La presenza delle autorità civili della Basilicata ha offerto, infine, l’occasione a Benedetto XVI di esprimere la sua “viva riconoscenza a quanti si sono prodigati per l’allestimento del suggestivo presepe, collocato in questa piazza, che è stato ammirato dai numerosi pellegrini, quale espressione dell’arte lucana”. Il Papa ha salutato il presidente della Lazio Claudio Lotito a conclusione dell'Udienza generale. Lotito, accompagnato da alcuni dirigenti del club sportivo, ha regalato a Benedetto XVI una maglia bianco-azzurra numero 1 con la scritta 'Ratzinger'.

SIR, TMNews

Il Papa: la vera, autentica e perfetta potenza divina, rispondere al male non con il male ma con il bene, agli insulti con il perdono, all’odio omicida con l’amore che fa vivere. Allora il male è davvero vinto, perché lavato dall’amore di Dio, la morte è definitivamente sconfitta perché trasformata in dono della vita

Udienza generale questa mattina nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nella catechesi il Papa ha continuato il ciclo dedicato all’Anno della fede. “Non è sempre facile oggi parlare di paternità” ha detto il Pontedice, soffermandosi sull’affermazione “Dio è il Padre”, contenuta nel Credo. “Le famiglie disgregate, gli impegni di lavoro sempre più assorbenti, le preoccupazioni e spesso la fatica di far quadrare i bilanci familiari, l’invasione distraente dei mass media all’interno del vivere quotidiano”: sono questi, per Benedetto XVI, “alcuni tra i molti fattori che possono impedire un sereno e costruttivo rapporto tra padri e figli”. Così, “la comunicazione si fa a volte difficile, la fiducia viene meno e il rapporto con la figura paterna può diventare problematico; e problematico diventa anche immaginare Dio come un padre, non avendo modelli adeguati di riferimento”. “Per chi ha fatto esperienza di un padre troppo autoritario e inflessibile, o indifferente e poco affettuoso, o addirittura assente - ha ammesso il Papa - non è facile pensare con serenità a Dio come Padre e abbandonarsi a Lui con fiducia”. Ma la rivelazione biblica “aiuta a superare queste difficoltà”, e “soprattutto il Vangelo” ci rivela il volto di Dio “come Padre che ama fino al dono del proprio Figlio per la salvezza dell’umanità”. “L’amore di Dio Padre non viene mai meno, non si stanca di noi; è amore che dona fino all’estremo, fino al sacrificio del Figlio”. A ribadirlo è stato il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi si è soffermato sulla “paternità” di Dio. “La fede - ha spiegato - ci dona questa certezza, che diventa una roccia sicura nella costruzione della nostra vita: noi possiamo affrontare tutti i momenti di difficoltà e di pericolo, l’esperienza del buio della crisi e del tempo del dolore, sorretti dalla fiducia che Dio non ci lascia soli ed è sempre vicino, per salvarci e portarci alla vita”. Dio, infatti, “è un Padre che non abbandona mai i suoi figli, un Padre amorevole che sorregge, aiuta, accoglie, perdona, salva, con una fedeltà che sorpassa immensamente quella degli uomini, per aprirsi a dimensioni di eternità”. La fede in Dio Padre “chiede di credere nel Figlio, sotto l’azione dello Spirito, riconoscendo nella Croce che salva lo svelarsi definitivo dell’amore divino”. La paternità di Dio, allora, è “amore infinito, tenerezza che si china su di noi, figli deboli, bisognosi di tutto”. Per il Papa, “è proprio la nostra piccolezza, la nostra debole natura umana, la nostra fragilità che diventa appello alla misericordia del Signore perché manifesti la sua grandezza e tenerezza di Padre aiutandoci, perdonandoci e salvandoci. E Dio risponde al nostro appello, inviando il suo Figlio”. “Come è possibile pensare a un Dio onnipotente guardando alla Croce di Cristo?”, la domanda da cui è partito Benedetto XVI per spiegare il senso dell’espressione “Dio onnipotente”. Al contrario, “noi vorremmo un’onnipotenza divina secondo i nostri schemi mentali e i nostri desideri: un Dio onnipotente che risolva i problemi, che intervenga per evitarci ogni difficoltà, che vinca tutte le potenze avverse, cambi il corso degli eventi e annulli il dolore”. “Oggi – ha commentato il Papa – diversi teologi dicono che Dio non può essere onnipotente altrimenti non potrebbe esserci così tanta sofferenza, tanto male nel mondo". Così, “davanti al male e alla sofferenza, per molti diventa problematico credere in un Dio Padre e crederlo onnipotente; alcuni cercano rifugio in idoli, cedendo alla tentazione di trovare risposta in una presunta onnipotenza magica e nelle sue illusorie promesse”. “Ma la fede in Dio onnipotente ci spinge a percorrere sentieri ben differenti”, ha affermato il Papa, ricordando che “le vie e i pensieri di Dio sono diversi dai nostri e anche la sua onnipotenza è diversa: non si esprime come forza automatica o arbitraria, ma è segnata da una libertà amorosa e paterna”. Come Padre, Dio desidera, infatti, “che noi diventiamo suoi figli e viviamo come tali nel suo Figlio”. La sua onnipotenza si esprime dunque “nell’amore, nella misericordia, nel perdono, nell’instancabile appello alla conversione del cuore, in un atteggiamento solo apparentemente debole, fatto di pazienza, di mitezza e di amore”. “Solo chi è davvero potente può sopportare il male e mostrarsi compassionevole, solo chi è davvero potente può esercitare pienamente la forza dell’amore”, ha spiegato il Papa, e Dio “rivela la sua forza amando tutto e tutti, in una paziente attesa della conversione di noi uomini, che desidera avere come figli”. “L’amore onnipotente di Dio non conosce limiti”, tanto che “non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi”, come si legge nella Lettera ai Romani. “L’onnipotenza dell’amore non è quella del potere del mondo, ma è quella del dono totale, e Gesù, il Figlio di Dio, rivela al mondo l’onnipotenza del Padre dando la vita per noi peccatori”. La “vera, autentica e perfetta potenza divina”, per il Papa, consiste nel “rispondere al male con il bene, agli insulti con il perdono, all’odio omicida con l’amore che fa vivere. Allora il male è davvero vinto, allora la morte è definitivamente sconfitta”.

SIR, Radio Vaticana

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa
 

Ieri a Gerusalemme riunione delle delegazioni di Israele e Santa Sede nel quadro del negoziato sulle questioni economiche e fiscali che riguardano la Chiesa Cattolica in Terra Santa: incontro serio e costruttivo, progressi significativi

Israele e Santa Sede hanno avuto ieri a Gerusalemme un incontro ''serio e costruttivo'' nel quadro del negoziato sulle questioni economiche e fiscali che riguardano la Chiesa Cattolica in Terra Santa. Un comunicato congiunto della Commissione bilaterale permanente di lavoro ''ha preso atto del fatto che sono stati compiuti progressi significativi e auspica una rapida conclusione dell'accordo”. La delegazione della Santa Sede, guidata dal sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Ettore Balestrero, ha ringraziato il viceministro degli Esteri israeliano Ayalon per il suo contributo ai colloqui. I negoziati sono relativi all’articolo 10 paragrafo 2 dell’Accordo fondamentale firmato tra Israele e Santa Sede nel 1993. Le parti hanno concordato di rivedersi in riunione plenaria il prossimo giugno in Vaticano. "Sono stati fatti dei progressi significativi su molti punti dell'Accordo fondamentale fra Santa Sede e Stato di Israele soprattutto su quelli già discussi nei passati incontri. Anche se alcune questioni rimangono irrisolte, da entrambe le parti vi è la volontà di andare avanti per colmare queste divergenze, che saranno oggetto della prossima riunione della Commissione". E' quanto afferma ad AsiaNews Zion Evrony, ambasciatore israeliano presso la Santa Sede. Egli conferma i contenuti del comunicato congiunto diffuso da Vaticano e Stato di Israele. "Vi sono molte ragioni per essere ottimisti - continua il diplomatico - perché abbiamo constatato che i divari possono essere superati". Evrony sottolinea che finora "non vi sono ancora dati precisi sulle tempistiche per una risoluzione definitiva dell'accordo". L'ambasciatore racconta che "l'incontro è avvenuto in un'atmosfera cordiale e di grande collaborazione. Esso ha confermato sensibili miglioramenti nelle relazioni fra Vaticano e Israele. I rapporti sono buoni e caratterizzati dalla mutua fiducia".

Radio Vaticana, AsiaNews

JOINT COMMUNIQUÉ OF THE BILATERAL PERMANENT WORKING COMMISSION BETWEEN THE HOLY SEE AND THE STATE OF ISRAEL (29 JANUARY 2013)

Anno della fede. 'Porta Fidei', la prima applicazione per smartphone e tablet del portale 'Aleteia': copertura in tempo reale degli avvenimenti e discorsi papali e le catechesi di Benedetto XVI

Adesso "Aleteia" (www.aleteia.org), aggregatore di siti cattolici, ha la sua prima applicazione per smartphone e tablet: si chiama “Porta fidei”, offre copertura in tempo reale degli avvenimenti e discorsi papali, raccoglie le catechesi sia di Benedetto XVI sia di Giovanni Paolo II, audio scaricabili e ascoltabili e, ogni sera prima della mezzanotte, propone un pensiero di spiritualità. L'iniziativa è stata presentata da don Paolo Padrini, direttore per la ricerca, la strategia e lo sviluppo di "Aleteia", e da Andrea Salvati, ex manager di Google da alcuni mesi direttore generale dell’aggregatore di siti nato con il supporto dei Pontifici Consigli per le Comunicazioni Sociali e per la promozione della Nuova evangelizzazione. "Aleteia" oggi è un portale web in cinque lingue, italiano, inglese, francese, spagnolo e portoghese, e passerà presto a dieci, cominciando con tedesco e polacco. “Porta Fidei”, che si basa sulla collaborazione con Google Enterprise e adotta la tecnologia Google Search Appliance, vuole rafforzare il web listening sui supporti mobili. “Sul web c’è un’utenza che dialoga e fa domande” ha ricordato Salvati, mentre Jesus Colina, direttore editoriale di "Aleteia", ha commentato: “Il web listening diventa un’opportunità che prima era impossibile immaginare”. Contestualmente al debutto di “Porta Fidei”, è stata presentata anche una ricerca sui contenuti più “dialogati” attraverso "Aleteia", monitorati attraverso quattro aree geolinguistiche: anglofona, con particolare attenzione agli Stati Uniti, francofona con particolare attenzione alla Francia, ispanico-latina con particolare attenzione al Messico, e infine italiana. “Dove, quanto e quando si parla di argomenti in ottica religiosa?” e “Di cosa si parla nell'ambito di menzioni e discussioni etico-religiose?” sono i quesiti dai quale parte la ricerca, che vuole essere uno strumento per il dialogo tra Chiesa e nuove tecnologie. "Aleteia" ha cosi rilevato che il 71% delle menzioni di carattere etico-religioso proviene dagli Stati Uniti, e il 46% proviene dai social network. Inoltre i tre macro-temi più affrontati e discussi sono fede, famiglia e bioetica. Per l'area anglofona il 21% parla di fede, il 19% di famiglia e il 18% di bioetica. Per l’area francofona il 23% parla di bioetica, il 21% di famiglia e il 15% di fede. Per l'area ispanicolatina il 61% parla di famiglia, il 16% di fede e il 9% di bioetica. Per l'Italia, il 35% parla di fede, il 24% di famiglia e il 19% di bioetica.

Corriere delle Comunicazioni.it

Pasqua 2013. Padre Toufic Bou Hadir: felici dell’attenzione che il Papa riserva al Libano e al Medio Oriente, l'invito a redigere i testi per la Via Crucis al Colosseo ci rende orgogliosi e riconoscenti e ci conferma nell’impegno di testimoniare l’amore di Cristo

“Ci sentiamo nel cuore della Chiesa. Le sofferenze della nostra terra e dei popoli del Medio Oriente saranno al centro delle meditazioni. Siamo felici dell’attenzione che il Pontefice riserva al Libano e a tutto il Medio Oriente. Il suo invito a redigere i testi per la Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo ci rende orgogliosi e riconoscenti e ci conferma nell’impegno di testimoniare l’amore di Cristo”. Con queste parole padre Toufic Bou Hadir, coordinatore dell’Ufficio patriarcale per i giovani maroniti, commenta all'agenzia SIR la notizia che saranno proprio i giovani libanesi a scrivere i testi della Via Crucis al Colosseo guidata da Benedetto XVI il prossimo Venerdì Santo. “Ci stiamo già preparando, così come avvenne per l’incontro con il Papa il 15 settembre 2012 a Bkerké, nella preghiera e nello studio delle Scritture - dice il sacerdote - accogliamo come un frutto di quell’incontro questa richiesta e sotto la guida del nostro patriarca, il card. Béchara Boutros Raï, ci apprestiamo a iniziare il cammino. Sentiamo su di noi la responsabilità di questo incarico ma siamo memori delle parole del Papa che quel giorno ci invitarono a non avere paura ad aprirci a Cristo perché in lui si trovano la forza e il coraggio per avanzare sulle strade della vita, superando le difficoltà e la sofferenza”. “Nel meditare sui dolori della nostra terra e dei popoli che la abitano - conclude padre Bou Hadir - non possiamo non pensare al luogo della Via Crucis, quel Colosseo che ha visto morire martiri moltissimi cristiani, denigrati, perseguitati, come sta accadendo ancora oggi in molte parti del mondo”.

SIR

Vian: Vaticano, finanze e fascismo, il tutto naturalmente condito dal segreto, gli ingredienti appetitosi del presunto scoop di 'The Guardian', che non meritava davvero alcuna attenzione

"Vaticano, finanze e fascismo, il tutto naturalmente condito dal segreto: ecco gli ingredienti appetitosi di un presunto scoop su The Guardian, l'autorevole quotidiano londinese dove è stato pubblicato un articolo variamente ripreso dai media, ma che non meritava davvero alcuna attenzione". Così L'Osservatore Romano in un corsivo intitolato "Non si deve maltrattare la storia" e siglato dal direttore Giovanni Maria Vian commenta l'articolo recentemente uscito sul giornale britannico in merito a immobili che la Santa Sede possiede in Ighilterra, Svizzera e Francia. "Si tratta - scrive il quotidiano vaticano - di un complesso di notizie imprecise o infondate, messe assieme in modo maldestro e prevenuto per sostenere che il Vaticano avrebbe costruito un impero immobiliare internazionale grazie ai 'milioni di Mussolini', una fortuna che sarebbe stata ottenuta in cambio del riconoscimento del regime da parte della Santa Sede nel 1929 e sulla quale graverebbe una coltre di segretezza. A completamento del quadro disegnato dall'articolo, documenti britannici del tempo di guerra non specificati attesterebbero attività contrarie agli interessi degli Alleati da parte di una società controllata dal Vaticano. Basta una lettura anche sommaria dell'articolo - scrive Vian - per liquidarlo come inconsistente, ma purtroppo la sua risonanza ha danneggiato, oltre moltissimi lettori, la più elementare verità storica". Sarebbe bastato "davvero molto poco", scrive il direttore del quotidiano vaticano, "per ricordare che tra i patti del Laterano, i quali appunto nel 1929 chiusero la 'questione romana', vi era una convenzione finanziaria. E che secondo questo accordo l'Italia indennizzava definitivamente la Santa Sede con 750 milioni di lire in contanti e con un miliardo in titoli (equivalenti complessivamente a un miliardo e 200 milioni di euro circa): somma 'di molto inferiore specificava il testo firmato dalle due parti a quella che a tutt'oggi lo Stato avrebbe dovuto sborsare alla Santa Sede' in esecuzione della legge italiana delle Guarentigie, che era stata approvata unilateralmente nel 1871 ma che sempre era stata respinta dalla controparte. Non furono, dunque, gli accordi del Laterano un patto vergognoso tra Chiesa Cattolica e fascismo, ma al contrario una soluzione necessaria ed equilibrata. Fu chiusa infatti, dopo oltre un sessantennio, una lacerazione dolorosa nel Paese. Tanto che a larghissima maggioranza i Patti furono inseriti nella Costituzione della Repubblica italiana nel 1947. Con valutazioni complessivamente positive da parte di storici di diverse tendenze e, in tempi diversi, da moltissime voci, tra cui quelle di esponenti politici come Alcide De Gasperi e Palmiro Togliatti". "Quanto infine a presunte attività contrarie agli Alleati da parte della Santa Sede - prosegue Giovanni Maria Vian - proprio nel numero di dicembre della rivista trimestrale 'he Historical Journal edita dall'università di Cambridge, la storica Patricia M. McGoldrick della Middlesex University di Londra pubblica un lungo e dettagliato studio sulle attività finanziarie vaticane durante la seconda guerra mondiale", di cui il quotidiano della Santa Sede riporta una sintesi. "Basato su alcune serie di documenti dei National Archives britannici di recente rese accessibili, l'articolo a conferma di quanto viene emergendo dalla ricerca storica dimostra esattamente il contrario di quanto è affermato con superficiale leggerezza nell'articolo pubblicato su The Guardian. E cioè che, anche con legittimi investimenti in tempo di guerra compiuti soprattutto negli Stati Uniti, la Santa Sede sostenne gli Alleati contro il nazionalsocialismo".
 
TMNews
 

'L'Osservatore Romano': il Vaticano spostò rapidamente i suoi titoli e le sue riserve auree dalle zone minacciate dall’occupazione nazista verso gli Stati Uniti per combattere quella follia e alleviare le ferite dell’Europa

“La Santa Sede usò lo strumento finanziario per combattere la follia nazista e alleviare le ferite dell’Europa”. A dimostrarlo è Patricia M. McGoldrick, in un articolo pubblicato su The Historical Journal, la rivista dell’Università di Cambridge, e recensito da Luca M. Possati su L’Osservatore Romano. Dall’articolo in questione, spiega Possati, “apprendiamo che all’inizio della seconda guerra mondiale il Vaticano spostò rapidamente i suoi titoli e le sue riserve auree dalle zone minacciate dall’occupazione nazista verso gli Stati Uniti”. Al centro della storia raccontata dall’autrice c’è Bernardino Nogara, membro della direzione della Banca commerciale italiana e amico della famiglia Ratti, che nel 1929 viene chiamato alla guida delle finanze della Santa Sede. “Sarà lui, diretto dai vertici della Curia - osserva Possati - il protagonista della strategia finanziaria del Vaticano che durante la seconda guerra mondiale diede un apporto fondamentale alla vittoria degli Alleati contro il nemico nazifascista. Una strategia fatta di milioni di dollari investiti nelle maggiori banche degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, con i quali sono state aiutate Chiese perseguitate e popolazioni stremate”.
 
SIR
 

Un nuovo clero per la Chiesa di domani: parola ed opera di Benedetto XVI. Con il Motu Proprio 'Ministrorum institutio' è ufficiale, si sono accorti che la situazione dei sacerdoti oggi, anche in Italia, è troppo spesso inaccettabile

La notizia è passata in sordina: il Papa ha operato una riforma della Curia decisamente importante. Da un lato, con il Motu Proprio "Fides per doctrinam" , la Congregazione per il Clero perde la competenza sulla catechesi che va al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Ma soprattutto dall'altro, ed è qui che vogliamo concentrarci, con il Motu Proprio "Ministrorum institutio" , alla Congregazione per il Clero arriva "la promozione e il governo di tutto ciò che riguarda la formazione, la vita e il ministero dei presbiteri e dei diaconi: dalla pastorale vocazionale e la selezione dei candidati ai sacri Ordini, inclusa la loro formazione umana, spirituale, dottrinale e pastorale nei Seminari e negli appositi centri per i diaconi permanenti". E quindi che significa? Nel corso di un intervista rilasciata a L'Osservatore Romano, il card. Mauro Piacenza, prefetto della Congregazione per il Clero, ha precisato che si tratta di "un importante segnale della grande attenzione del Papa per i suoi sacerdoti, per la loro formazione e per quella, che, da più parti auspicata, dovrà essere un'autentica e profonda riforma del Clero". E ancora: "Certamente, poi, da più parti, appare urgente un innalzamento del tono spirituale, e perciò anche umano e culturale, dei sacerdoti". Ricorda infatti Piacenza: "In uno degli interventi del recente Sinodo sulla Nuova Evangelizzazione, un giovane laico catechista chiedeva ai Padri, a nome dei suoi coetanei e, in certo modo, del popolo di Dio, sacerdoti 'di qualità', dall'alto profilo culturale e spirituale, capaci di avvicinare a Cristo con la propria parola e la propria vita, e di celebrare il culto, lasciando trasparire, per pienezza interiore, la sacralità del mistero. Ritengo particolarmente interessante che, dal mondo laicale e giovanile, siano giunte ai padri sinodali tali richieste". "Un'autentica e profonda riforma del clero". Un urgente "innalzamento del tono spirituale, e perciò anche umano e culturale, dei sacerdoti". Sentire utilizzare queste espressioni da quello che potrebbe essere considerato oggi uno dei più potenti porporati del mondo fa ben sperare anche chi, come il sottoscritto, si è divertito a trovare la forza nei Santi per elaborare una sorta di contemporaneo anticlericalismo cattolico. Con questo atto è ufficiale: se ne sono accorti anche i vertici. Si sono accorti che la situazione del clero oggi in Italia è troppo spesso inaccettabile. Chiunque abbia avuto a che fare con dei preti avrà qualcosa da raccontare. Di certo ci sono tanti preti bravi, buoni, santi ed efficaci. Ma poi c'è il prete che predica la castità e va con i ragazzi, magari con la silente complicità del vescovo; c'è il prete che predica la povertà e gestisce un impero immobiliare; c'è il prete che predica l'obbedienza e dal pulpito se la prende con il Papa. C'è il prete che scrive una poesia erotica sul settimanale diocesano e non ha tempo di dire la Messa perché è troppo impegnato; c'è quello che ci prova impunemente con tutti, che siano gay o etero, perché tanto "a chi crederanno, a me in tonaca o a te vestito di stracci?"; c'è il frate che gira da una vita per le province dell'Ordine, perché prima o poi gli trovano le mani addosso a un ragazzo; c'è il monsignore che racconta a tutti di essere capoufficio in Vaticano, e si scopre che fa il galoppino; c'è quello che vive a Roma perché dice di insegnare all'università pontificia, dove invece manco sanno chi sia. C'è il prete che non sa neanche cosa sia internet, e quello che passa tutto il giorno su Facebook; c'è quello che celebra la Messa come fosse a un raduno hippy, e quello che si rifiuta di dare la comunione in bocca "perché da Pasteur in poi la Chiesa dà la Comunione solo sulla mano". E poi c'è tutto il problema dell'ignoranza del clero, quella denunciata dal Beato Antonio Rosmini, insieme alle altre quattro piaghe, oramai 150 anni fa. Condizione particolarmente grave, perché l'ignoranza si autoalimenta in una corsa al ribasso: "Tali ministri di cuore tormentato" scrive il Beato Rosmini, "di mente gretta, sono poi quelli che, fatti adulti, sacerdoti e capi delle chiese, educano altri sacerdoti che riescono anche più fiacchi e più meschini di essi: e questi si fanno padri e istitutori ad altri decrescenti necessariamente di età in età, perché "Un discepolo non è da più del maestro". Il guaio più grande poi è quando per una distrazione dello Spirito Santo uno di questi diventa vescovo. Ma ci fermiamo qui. A tutto questo il Papa e la Curia romana con queste nuove disposizioni sembrano voler dire basta. E con ogni augurio speriamo tutti che siano quanto più efficaci possibili nel loro intento.

Paolo Gambi, L'Huffington Post

I misteri della vicenda Deutsche Bank-Vaticano: da un mese la Banca d’Italia ha bloccato tutti i pagamenti elettronici attraverso i Pos e attraverso il circuito mondiale delle carte di credito nello Stato della Santa Sede

E’ passato quasi un mese da quando, all’inizio di gennaio, la Banca d’Italia ha bloccato tutti i pagamenti elettronici attraverso i Pos e attraverso il circuito mondiale delle carte di credito in Vaticano. I turisti e non, quindi, che si sono recati questo mese a visitare i Musei Vaticani (circa cinque milioni di visitatori all’anno), ad acquistare particolari medicinali presso la farmacia interna al Vaticano (alla quale si accede solo muniti di apposita ricetta e documento) o a comprare l’ultimo libro di Papa Benedetto XVI presso la Libreria Editrice Vaticana sono stati costretti a usare i contanti (a meno che non si trattasse di quei pochi “fortunati” possessori di bancomat emessi dallo Ior). E sembra che, ad oggi, la situazione non sia migliorata. Basta, infatti, collegarsi al sito internet dei Musei Vaticani o entrare nella libreria Giovanni Paolo II per leggere il seguente messaggio: “Si informa che dal 1° gennaio 2013 non è possibile effettuare pagamenti tramite bancomat o carta di credito. Ci scusiamo per il disagio”. Ma cosa è successo veramente? Il Vaticano si trova dinanzi all’ennesima controversia finanziaria con lo Stato italiano? La Deutsche Bank Italia gestisce, dal 1997, il sistema dei bancomat e delle carte di credito all’interno della Città del Vaticano. Si tratta, però, a tutti gli effetti, di un soggetto di diritto italiano e, proprio per questo motivo, il suo operato è sottoposto alla rigida vigilanza della Banca d’Italia. E quando la Deutsche Bank parecchi anni fa ha aperto i vari Pos degli esercizi commerciali vaticani, pensando molto probabilmente di operare sulla base delle leggi vaticane, lo ha fatto senza chiedere alcuna autorizzazione agli uffici di Via Nazionale. Solo nel corso dello scorso anno i vertici della Deutsche Bank hanno presentato una sorta di richiesta di “sanatoria”, respinta però dalla Banca d’Italia. Il Vaticano, infatti, ai fini della normativa antiriciclaggio appartiene alla categoria dei Paesi extracomunitari “non equivalenti”. Tanto significative, quando “pesanti”, le parole contenute in una nota emessa direttamente dalla Banca d’Italia per cercare di fare chiarezza sulla vicenda: “Nella Città del Vaticano mancano sia una regolamentazione bancaria sia il riconoscimento europeo di equivalenza antiriciclaggio. Non vi è stata alcuna scelta discrezionale né tanto meno una discriminazione: qualunque altra Autorità di vigilanza europea si sarebbe comportata nello stesso modo, in ossequio alla legge comunitaria”. E’ la stessa Banca d’Italia a dirlo, in maniera chiara e senza troppi giri di parole. Il timore, infatti, è che i soldi acquisiti tramite i pagamenti elettronici vengano utilizzati per operazioni di riciclaggio. Prove, ovviamente, non ce ne sono. Ma sospetti e timori si. L’istituto centrale governato da Ignazio Visco, infatti, ha chiarito come tutti i soldi che vengono acquisiti attraverso i Pos dei circa ottanta “punti vendita” del Vaticano confluiscano su un unico conto intestato allo Ior e aperto, appunto, presso una filiale della Deutsche Bank. E qui iniziano i problemi (e i sospetti). E’ impossibile, infatti, conoscere l’intestatario effettivo del deposito aperto presso la Deutsche Bank così come è impossibile sapere chi abbia la delega a operare. E come evidenziato da molti quotidiani, sembra che nell’ultimo anno siano transitati più di 40 milioni di euro su quel conto. La decisione di congelare i pagamenti elettronici in Vaticano non ha certo colto di sorpresa le gerarchie. Sorpresa, e sgomento, ha invece provocato presso i vari rivenditori, i quali lamentano perdite per addirittura circa trenta mila euro al giorno. Una decisione, quella di Via Nazionale, non particolarmente gradita a René Bruelhart, lo svizzero che da novembre 2012 guida l’Autorità d’informazione finanziaria del Vaticano. In un’intervista al Corriere della Sera, infatti, ha manifestato tutta la sua sorpresa chiarendo come il Vaticano, a luglio, abbia superato “il terzo round di valutazione del Comitato Moneyval del Consiglio d’Europa, con una buona pagella di nove raccomandazioni cruciali superate su sedici”. Bruelhart ha poi ricordato come il Vaticano, in seguito all’esito positivo del rapporto, non sia stato sottoposto ad alcuna procedura o misura speciale di monitoraggio antiriciclaggio da parte di alcun organismo internazionale. Che la situazione sia grave, dal momento che, come evidenziato da numerosi esperti, il blocco dei pagamenti avviene solamente in situazioni sospette, come possibili operazioni di riciclaggio, e non rientra nell’ordinaria amministrazione, nessuno vuole negarlo. Così come nessuno è in grado di dire quando verrà risolto questo problema, tanto che padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede, ha ammesso che “sono in corso contatti con diversi provider e fornitori di servizi”. Si va verso, dunque, una nuova controversia finanziaria con lo Stato italiano? Di ciò non è per nulla convinto il vaticanista Andrea Gagliarducci, il quale in un articolo pubblicato sul suo blog MondayVatican, ha affermato che “al contrario, le recenti modifiche apportate alla legge antiriciclaggio rappresentano un ulteriore passo avanti della Santa Sede verso la piena trasparenza finanziaria in vista dell’inclusione dell’Autorità d’informazione finanziaria all’interno dell’Egmont Group, il network globale delle unità di intelligence finanziaria”.

Fabrizio Anselmo, Formiche