venerdì 8 aprile 2011

Concerto il 5 maggio nell'Aula Paolo VI offerto dal presidente della Repubblica al Papa per il VI anniversario dell'elezione

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (foto) offrirà, come da tradizione negli ultimi anna, un concerto a Papa Benedetto XVI, in occasione dell'anniversario del pontificato. Il concerto, che avrà luogo giovedì 5 maggio alle 17.30 nell'Aula Paolo VI in Vaticano, verrà eseguito dall'Orchestra e Coro del Teatro dell'Opera di Roma, grazie al sostegno offerto dal Campidoglio. Il programma, diretto dal Maestro Jesus Loez Cobos, prevede il Glori in Re Maggiore di Antonio Vivaldi e lo Stabat Mater di Gioacchino Rossini.

L'Unico

Il 2 maggio incontro in Vaticano dei bloggers con i rappresentanti della Chiesa. Il card. Ravasi: non possiamo sottrarci a questo orizzonte

Un incontro di bloggers in Vaticano. L’inedita iniziativa si terrà nel pomeriggio di lunedì 2 maggio ed è promossa dai Pontifici Consigli della Cultura e delle Comunicazioni Sociali, con l’obiettivo, si legge in un comunicato diffuso oggi, di “permettere un dialogo tra bloggers e rappresentanti della Chiesa, per condividere le esperienze di coloro che sono attivi in questo campo e per meglio capire le esigenze di tale comunità”. Tra i partecipanti figurano il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Claudio Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, e padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede e della Radio Vaticana. “Un aspetto importante dell’incontro – si legge nel comunicato sarà quello di offrire l’opportunità di nuovi contatti, di scambi informali tra i partecipanti e di aprire nuove piste di interazione”. L’invito è aperto a tutti, ma per partecipare, bisogna inviare un email a blogmeet@pccs.it con un link al proprio blog. Lo spazio è limitato a 150 posti e “e c’è il desiderio di avere una rappresentanza di tutta la blogosfera” per cui i pass saranno assegnati secondo criteri geografici e per tipologia di blog. L’incontro servirà anche a presentare alcune delle iniziative che la Chiesa sta attivando per il mondo dei nuovi media, sia a Roma, sia a livello locale. Nelle due sessioni previste, diversi relatori presenteranno alcuni punti centrali, per avviare una discussione aperta a tutti i partecipanti. Nella prima, cinque bloggers, in rappresentanza delle diverse aree linguistiche, affronteranno temi specifici di importanza generale. Nella seconda, ci sarà la testimonianza di persone impegnate nelle strategie comunicative della Chiesa, che presenteranno le loro esperienze di lavoro con i nuovi media, e anche le iniziative per un incontro efficace tra la Chiesa e il mondo dei bloggers. Nella conferenza stampa sulla Santa Sede ospite d'onore alla Fiera Internazionale del Libro di Santo Domingo, il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, si è soffermato sull’incontro dei bloggers in Vaticano: “Non possiamo sottrarci a questo orizzonte, come si fa ad ignorare il blog? Comunque sia i “blogger” sono soggetti fondamentali nella nuova comunicazione. Questo tipo di comunicazione non cambia soltanto la comunicazione, ma cambia le persone: il modo di relazionarsi è un altro, diventa differente, rispetto a quelli che come me scrivono ancora le lettere a mano”.

SIR, Radio Vaticana

Il Papa: la pietà popolare tesoro prezioso della Chiesa in America Latina, che deve proteggere, promuovere, se necessario purificare, mai escludere

Questa mattina, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti alla Plenaria della Pontificia Commissione per l’America Latina, che ha avuto per tema “Incidenza della pietà popolare nel processo di evangelizzazione dell’America Latina”. La pietà popolare è “un’espressione sincera della fede” che ha “le sue radici dell’inizio stesso dell’evangelizzazione in quelle terre”, detto Benedetto XVI nel suo discorso. In effetti, ha spiegato il Papa, “man mano che il messaggio di salvezza di Cristo andava illuminando e vivificando le culture di quei luoghi, si andava tessendo progressivamente la ricca e profonda religiosità popolare che caratterizza il vissuto di fede dei popoli latinoamericani”, che costituisce “il tesoro prezioso della Chiesa cattolica in America Latina, e che essa deve proteggere, promuovere e, se necessario, purificare”. Per portare a termine la nuova evangelizzazione in America Latina, secondo il Pontefice, “non si possono lasciare fuori le molteplici manifestazioni della pietà popolare”. Infatti, tutte quante, "ben orientate e adeguatamente accompagnate, favoriscono un fruttuoso incontro con Dio, un intenso culto per il Santissimo Sacramento, una sentita devozione alla Vergine Maria, un crescente affetto per il Successore di Pietro e la consapevolezza di appartenere alla Chiesa. Che tutto questo possa servire per evangelizzare, comunicare la fede, portare i fedeli ai sacramenti, rinsaldare i vincoli di amicizia e dell’unità familiare e comunitaria e rafforzare la solidarietà e l'esercizio della carità”. “La fede – ha chiarito Benedetto XVI – deve essere la fonte principale della pietà popolare, affinché questa non si riduca a una semplice espressione culturale di una determinata regione. Più ancora, deve rimanere in stretta relazione con la sacra Liturgia, che non può essere sostituita da nessuna altra espressione religiosa”. La Liturgia, ha ribadito, “dovrà costituire il punto di riferimento per ‘incanalare con lucidità e prudenza gli aneliti di preghiera e di vita carismatica’ che si riscontrano nella pietà popolare; dal canto suo la pietà popolare, con i suoi valori simbolici ed espressivi, potrà fornire alla Liturgia alcune coordinate per una valida inculturazione e stimoli per un efficace dinamismo creatore”. Nella pietà popolare, ha ricordato il Papa, “s’incontrano molte espressioni di fede legate alle grandi celebrazioni dell’anno liturgico, nelle quali il popolo semplice dell’America Latina riafferma l’amore che sente per Gesù Cristo, nel quale incontra la manifestazione della vicinanza di Dio, della sua compassione e misericordia”. “Sono innumerevoli – ha aggiunto – i santuari che sono dedicati alla contemplazione dei misteri dell’infanzia, passione, morte e risurrezione del Signore, e ai quali accorrono moltitudini di persone per mettere nelle sue divine mani i loro dolori e le loro gioie, chiedendo allo stesso tempo abbondanti grazie e implorando il perdono dei loro peccati”. Intimamente unita a Gesù, “c’è anche la devozione dei popoli dell’America Latina e dei Caraibi alla Santissima Vergine Maria. Ella, dagli albori della evangelizzazione, accompagna i figli di questo continente ed è per loro sorgente inesauribile di speranza”. Anche i Santi sono considerati “stelle luminose” che edificano i fedeli “con il loro esempio”. “Non si può negare tuttavia – ha ammesso Benedetto XVI – che esistono certe forme deviate di religiosità popolare che, invece di promuovere una partecipazione attiva alla Chiesa, creano piuttosto confusione e possono favorire una pratica religiosa meramente esteriore e svincolata da una fede ben radicata e interiormente viva”. Certamente, quindi “la pietà popolare deve essere sempre purificata e puntare al centro, ma merita tutto il nostro apprezzamento”. Durante gli incontri che il Papa ha tenuto negli ultimi anni in occasione delle visite al limina dei vescovi dell’America latina, i presuli gli hanno sempre raccontato quanto stanno realizzando nelle loro rispettive circoscrizioni ecclesiastiche per promuovere la Missione continentale. Per il Pontefice, “un aspetto fondamentale del lavoro della Chiesa” è “dare il primato alla Parola di Dio affinché essa sia alimento permanente della vita cristiana e il fulcro di tutta l’azione pastorale”. “Quest’incontro con la divina Parola deve portare a un profondo cambiamento di vita, a una identificazione radicale con il Signore e il suo Vangelo, a prendere piena coscienza che è necessario stare solidamente consolidati in Cristo”, ha concluso il Santo Padre.

SIR, Radio Vaticana

Ai partecipanti alla Plenaria della Pontificia Commissione per l'America Latina (8 aprile 2011) - il testo integrale del discorso del Papa

La Santa Sede ospite d'onore alla Fiera Internazionale del Libro di Santo Domingo. Benedetto XVI invierà un videomessaggio per l'apertura

La Santa Sede parteciperà come ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro di Santo Domingo, in programma dal 4 al 22 maggio. L’evento è stato presentato questa mattina nella Sala Stampa vaticana, alla presenza, tra gli altri, del card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, di Víctor Manuel Grimaldi Céspedes, ambasciatore della Repubblica Dominicana presso la Santa Sede, e del direttore della Libreria Editrice Vaticana, don Giuseppe Costa. Un grande evento culturale per celebrare l’America Latina: la Fiera del Libro di Santo Domingo, è stato sottolineato nella conferenza stampa, avviene nel 500° di fondazione della prima diocesi del continente americano, per l’appunto a Santo Domingo. Di qui la rilevanza anche ecclesiale dell’avvenimento, suggellata dal video-messaggio che Papa Benedetto XVI invierà per la giornata d’apertura. Il card. Ravasi ha sottolineato che uno dei progetti più ambiziosi legati alla Fiera, da parte del dicastero della Cultura, è la pubblicazione di un grande Dizionario ecclesiale culturale dell’America Latina. Nel padiglione della Santa Sede della Fiera del Libro di Santo Domingo, è stato inoltre spiegato, vi saranno opere dei Musei, della Biblioteca e dell’Archivio Segreto Vaticano. Significativa anche la presenza della Libreria Editrice Vaticana che farà dono a Santo Domingo di libri cattolici per le scuole dello Stato caraibico. Presente anche la Radio Vaticana assieme al CTV e a L’Osservatore Romano. La conferenza ha offerto l’occasione al card. Ravasi di fare il punto sul “Cortile dei Gentili”, dopo la entusiasmante esperienza di Parigi: “Avevo scelto intenzionalmente Parigi, come l’emblema della laicità quasi assoluta e lì, invece, mi sono accorto che per esempio è molto più aperto il dialogo di quanto possa accadere qui in Italia”. Il porporato ha così indicato quale sia ora la sfida per il progetto del “Cortile dei Gentili”, che vivrà presto una nuova esperienza in Romania e Albania: “Qual è adesso la prospettiva che abbiamo di fronte? E’ il problema dell’altro tipo di ateismo, dell’ateismo pratico, popolare, che si chiama indifferenza, oppure che si chiama banalizzazione delle questioni teoriche, teologiche, spirituali...Per questo io ho insistito sulla questione dei giovani”. Il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura ha ribadito quanto i giovani siano considerati degli interlocutori privilegiati del “Cortile dei Gentili”. Rispondendo alla domanda di un giornalista, il card. Ravasi ha affermato di non aver visto il film “Habemus Papam” di Nanni Moretti, ma di aver incontrato il regista italiano quando stava iniziando a lavorare sul film: “Devo dire che però è stato significativo il fatto che lui abbia voluto anche interloquire, almeno alle origini...Poi anch’io, però, non ho voluto successivamente seguire. Alla fine, se io avessi seguito questa cosa, in un certo senso, avrebbe avuto anche un ideale avallo ufficiale e d’altra parte la libertà dell’artista dev’essere tale che lo si giudicherà poi sul merito”.

Cantalemessa: l'amore viene da Dio, torna a Lui passando per il prossimo. Urgente bisogno nella Chiesa di una vampata di carità che risani le fratture

Questa mattina, nella Cappella "Redemptoris Mater", alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI, il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa (foto), ha tenuto la terza Predica di Quaresima sul tema “La carità sia senza finzione”. Gesù ha inaugurato “un nuovo genere di amore”: l’amore “di agape”, che “è a circuito aperto: viene da Dio e torna a lui, ma passando per il prossimo”. Citando la Lettera di san Paolo ai Romani, padre Cantalamessa ha spiegato che la frase iniziale, “la carità non abbia finzioni”, “non è una delle tante esortazioni, ma la matrice da cui derivano tutte le altre”, perché “contiene il segreto della carità”. Il cristiano, in altre parole, deve amare “senza ipocrisia”, poiché “quello che si richiede dall’amore è che sia vero, autentico, non finto”. “La benevolenza viene prima della beneficenza”, ha detto il predicatore della Casa Pontificia: “La carità ipocrita è proprio quella che fa del bene, senza voler bene, che mostra all’esterno qualcosa che non ha un corrispettivo nel cuore. In questo caso, si ha una parvenza di carità, che può, al ,limite, nascondere egoismo, ricerca di sé, strumentalizzazione del fratello, o anche semplice rimorso di coscienza”. Non si tratta, ha precisato però padre Cantalamessa, “di attenuare l’importanza delle opere di carità, quanto di assicurare a esse un fondamento sicuro contro l’egoismo e le sue infinite astuzie”. “Amare sinceramente – ha proseguito padre Cantalamessa - significa amare a questa profondità, là dove non puoi mentire, perché sei solo davanti a te stesso, solo davanti allo specchio della tua coscienza, sotto lo sguardo di Dio”. “La Chiesa ha urgente bisogno di una vampata di carità che risani le sue fratture”, ha esclamato il predicatore della Casa pontificia, ricordando che “il primo ambito di esercizio della carità deve essere la Chiesa e più concretamente ancora la comunità in cui si vive, le persone con cui si hanno relazioni quotidiane”. Quanto al “non giudicare”, altro distintivo del cristiano, “non è tanto il giudizio che si deve togliere dal nostro cuore, quanto il veleno dal nostro giudizio”, cioè “l’astio, la condanna”, i “giudizi negativi che insieme con il peccato condannano anche il peccatore, che mirano più alla punizione che alla correzione del fratello”. Nei rapporti con gli altri, inoltre, bisogna “minimizzare i nostri pregi e i difetti altrui”, cioè “non farsi un’idea troppo alta di se stessi”. Guai anche al “pettegolezzo”, che “oggi ha cambiato nome, si chiama gossip”. “Sembra diventato una cosa innocente, invece è una delle cose che più inquinano il vivere insieme”, ha commentato padre Cantalamessa: “Non basta non sparlare degli altri, bisogna anche impedire che altri lo facciano in nostra presenza, far loro capire, magari silenziosamente, che non si è d’accordo”.

SIR

Il card. Turkson, inviato di Benedetto XVI per la crisi in Costa d'Avorio, torna in Italia senza aver raggiunto il Paese. Riproverà a tornare a breve

L'inviato di Papa Benedetto XVI per la crisi in Costa d'Avorio, il cardinale ghanese Peter Kodwo Turkson, presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, è tornato oggi in Italia senza essere riuscito a entrare nel Paese africano sull'orlo della guerra civile. Lo rende noto l'agenzia francese I.Media. Turkson era stato inviato dal Pontefice in una missione di ''pace'' e ''riconciliazione'' nel Paese africano paralizzato dal conflitto tra il vinvitore delle elezioni Ouattara e il presidente uscente Gbagbo che non accetta l'esito del voto. Il cardinale è rimasto bloccato ad Accra, capitale del Ghana, dal primo aprile, senza riuscire a trovare un collegamento per la capitale ivoriana Abidjan. Proverà comunque a tornare nel Paese a breve.

Asca

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Inizierà il 18 aprile l'allestimento per la Messa nel Parco San Giuliano. 'Eco-accoglienza' per Benedetto XVI

I lavori per l'accoglienza del Papa al Parco San Giuliano di Mestre, dove Benedetto XVI celebrerà la Santa Messa, cominceranno il prossimo 18 aprile: si tratterà di un''eco-accoglienza', poiché i lavori saranno eseguiti in modo da non pesare troppo sull'ambiente in termini di consumi energetici, emissioni, rifiuti ed altro. A San Giuliano domenica 8 maggio, anticipa il settimanale diocesano Gente Veneta, verranno utilizzati gruppi elettrogeni ad emissioni zero. Le torri audio e video avranno un'alimentazione autonoma, per non tirare chilometri di linee elettriche che generano campi magnetici inquinanti e impattanti. Saranno usate tecnologie a led non solo per i megaschermi, ma anche per le luci del palco, caratterizzate da bassissimi consumi e una vita media molto lunga. Inoltre, sia la struttura dell'altare che le sacrestie saranno realizzate con moduli standard presi in affitto. L'altare sarà rivestito da un tessuto in pvc per la riproduzione scenografica di alcune immagini, ma il materiale sarà riutilizzato per alcuni lavori artigianali di cooperative sociali. Saranno impiegate, infine, pitture e moquette biodegradabili.