martedì 10 gennaio 2012

Oltre 230 circensi dei Circhi di Roma parteciperanno domani all’Udienza generale, con un saggio della loro arte. 'Migrantes': segno dell'amore al Papa

Saranno oltre 230 i circensi che domani parteciperanno all’Udienza generale di Benedetto XVI. Si tratta degli operatori dei circhi presenti in questo periodo a Roma e che con i costumi di scena, arricchiranno la platea, offrendo anche un saggio dell’arte circense. Ad accompagnare i circensi saranno mons. Pergiorgio Saviola, da anni impegnato nella cura pastorale della gente dello spettacolo e mons. Pierpaolo Felicolo, direttore della "Migrantes" di Roma e del Lazio. Direzione, artisti, addetti al servizio, familiari, italiani e stranieri, che saranno in udienza dal Papa sono di cinque circhi presenti nella Capitale e nel territorio romano: il Circo Mediano della famiglia Casartelli, il Circo Acquatico della famiglia Zoppis, il Circo Boreal della famiglia Faggioni, il Circo Rony Roller della famiglia Vassallo, il Circo Apollo delle famiglie Anselmi, Caroli e Sforzi. “È un segno dell’amore al Papa delle famiglie circensi – afferma la "Migrantes" - che, nonostante il loro viaggiare in Italia, in Europa e nel mondo, con questo gesto vogliono ricordare il loro legame con la sede apostolica e la loro fede cattolica”.

SIR

I Circhi di Roma in udienza dal Papa

La Santa Sede esce definitivamente dalla partita per la gestione dell'Ospedale San Raffaele, secondo la volontà di Benedetto XVI

San Raffaele ultimo atto: il Vaticano esce definitivamente dalla partita. La cordata degli uomini di fiducia del cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone (nella foto con Benedetto XVI), guidata dal manager Giuseppe Profiti, dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e dal finanziere genovese Vittorio Malacalza non ha rilanciato rispetto all’offerta di acquisto del San Raffaele presentata da Giuseppe Rotelli, che ammontava a 405 milioni di euro. La proprietà dell’ospedale fondato da don Verzè passa all’imprenditore, patron del gruppo ospedaliero San Donato, che già ora gestisce un quarto dei ricoveri della sanità privata lombarda con un fatturato di 814 milioni di euro. Il mancato rilancio sancisce la fine di un’operazione durata ormai diversi mesi, che vedeva la partecipazione finanziaria dell’Istituto per le Opere di Religione, con l’impegno a mettere sul piatto 250 milioni di euro. Ieri il Consiglio di amministrazione della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor, aveva ritenuto ammissibile la "finale offerta migliorativa" di 405 milioni di euro, presentata lo scorso 5 gennaio da "Velca Spa" in rappresentanza del gruppo Rotelli, "avente per oggetto il ramo di azienda inerente l’attività ospedaliera, scientifica e di ricerca in capo alla Fondazione". "Come da regolamento - aggiungeva la nota del Cda del San Raffaele - alle ore 12 del 10 gennaio 2012, scadrà il termine per l’eventuale allineamento dell’offerta presentata da Ior e dall’ingegner Malacalza alla finale offerta migliorativa presentata da Velca Spa". Il finanziere genovese Vittorio Malacalza e il manager della sanità Giuseppe Profiti, due dei protagonisti della cordata vaticana, alla domanda sulla possibilità che venisse presentata una loro contro-offerta, ieri avevano risposto: "Mai dire mai". E avevano hanno aggiunto che "la proposta" di Rotelli "è stata ritenuta ammissibile, abbiamo esaminato alcune irregolarità formali che tuttavia non minano la sostanza dell’offerta, anche in considerazione dell’importo". Ma evidentemente, al di là delle battute e della suspence creata fino all’ultimo momento, non c’erano risorse per superare l’offerta di Rotelli, vista anche la decisione del Papa di far ritirare quanto prima lo Ior dalla partita. Come si ricorderà, era stato infatti lo stesso Benedetto XVI, d’accordo con il presidente della CEI Angelo Bagnasco e con il nuovo arcivescovo di Milano Angelo Scola, a chiedere al Segretario di Stato Bertone che la presenza finanziaria vaticana nel salvataggio del San Raffaele fosse temporanea. La contro-offerta di Rotelli ha ora permesso al Vaticano di uscire. Nelle ultime settimane del 2011, era stato il card. Attilio Nicora, presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria della Santa Sede, a scrivere un parere nel quale si affermava come i soldi dello Ior non potevano essere utilizzati per comprare quell’ospedale. E, viste le proteste e le perplessità arrivate da diversi porporati del mondo, nonché le consistenti obiezioni all’interno della Curia romana, sarebbe apparso sempre più arduo che l’operazione prevista andasse in porto. Queste le principali perplessità espresse a più riprese negli ultimi mesi: i risvolti ancora non chiariti e le operazioni irregolari emerse dall’inchiesta della magistratura, con i loro possibili strascichi giudiziari. L’obiezione di quanti ritenevano poco saggio che il Vaticano in tempo di crisi economica acquistasse un ospedale in Italia, impegnando una cifra considerevole. L’osservazione di chi ricordava come le tecniche e le ricerche del San Raffaele non fossero in linea con l’insegnamento della Chiesa, in tema di fecondazione in vitro e di sperimentazione con cellule embrionali.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Nel 2011 5 milioni di persone hanno visitato i Musei Vaticani. E' il terzo museo al mondo dopo il Louvre di Parigi e il Metropolitan di New York

I Musei Vaticani (foto) hanno superato la soglia dei cinque milioni di visitatori in un anno. ''Alla mezzanotte del 31 dicembre scorso risultavano entrati nei musei del Papa, nell'arco dell'anno 2011, 5.078.004 persone'', scrive su L'Osservatore Romano il direttore Antonio Paolucci, che parla di ''un dato oggettivamente impressionante''. Gli Uffizi, la galleria d'arte antica più celebre e frequentata d'Italia, ''riescono a ospitare in un anno 'soltanto' un milione e mezzo di persone''. Il quotidiano della Santa Sede riporta anche la graduatoria dell’autorevole "Cultor College", un osservatorio straniero che tra le pubbliche collezioni d’arte colloca i musei del Papa al terzo posto nel mondo dopo il Louvre e il Metropolitan di New York. Ai Musei Vaticani, infatti, vengono riconosciuti 80 punti di stima contro i 120 del Louvre, i 97 del Metropolitan e i 70 degli Uffizi. Il punteggio è un mix di molti fattori quali, fra gli altri: la notorietà delle collezioni, il fascino dell’ambiente, la qualità dell’accoglienza, la professionalità dei servizi offerti. "Il mio augurio - commenta Paolucci - è di riuscire a consolidare e a migliorare ulteriormente una valutazione che ci vede terzi nel mondo. L'impresa è ardua ma abbiamo le risorse, le energie e i talenti per riuscirci".

Ansa, Liberoquotidiano.it

Musei vaticani sold out

'Parole ai vescovi': la Congregazione vaticana raccoglie in un volume i discorsi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI ai presuli di recente nomina

Fra le numerose iniziative inaugurate durante il Pontificato di Giovanni Paolo II, di notevole importanza fu quella promossa dal card. Giovanni Battista Re, all’inizio del suo servizio di prefetto della Congregazione per i vescovi. Risale al 2001 e si riferisce alla prima riunione a Roma di vescovi "di recente nomina". Dal 29 giugno al 6 luglio 2001, si riunirono infatti 153 vescovi di varie nazioni, che erano stati nominati da Papa Wojtyła nel 2000 e nei primi mesi del 2001. A spiegare il senso di quell’incontro fu lo stesso card. Re nel saluto che egli rivolse al Papa durante l’udienza al gruppo: "Essi sono venuti a Roma - disse - per alcune giornate di preghiera, di riflessione e di studio, che hanno voluto essere di utilità pratica per gli impegni ed i problemi che i vescovi sono chiamati ad affrontare nella società secolarizzata di oggi, nella quale in questi mesi hanno fatto le loro prime esperienze episcopali, con relative gioie ed amarezze, speranze e sofferenze". Queste giornate, aggiunse, "hanno voluto essere anche un pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo Pietro e occasione d’incontro col successore di Pietro". Da quell’anno 1.145 vescovi all’inizio del loro ministero sono ritornati sulla tomba di San Pietro, per rinnovare la loro professione di fede, incontrare il Papa e ascoltare le sue parole. Sul finire dello scorso anno è stato ricordato il decimo anniversario di quel primo incontro e la Congregazione per i vescovi ha inteso celebrarlo raccogliendo in un elegante volume i dieci discorsi pronunciati da Giovanni Paolo II e da Benedetto XVI nell’annuale ripetersi dell’incontro con i neo ordinati vescovi, di rito latino e orientale. "Parole ai vescovi. Discorsi del Beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, 2001-2010" è il titolo del volume (foto), edito dalla Libreria Editrice Vaticana (Città del Vaticano, 2011, pagine 94, euro 10), che permette di riflettere e di meditare sull’identità e sulla missione del vescovo nella Chiesa. È stato presentato al Papa dal card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, il quale nella prefazione nota tra l’altro che si tratta di discorsi che, pur mantenendo il carattere immediato per il quale sono stati pronunciati, sostanzialmente "compongono come un affresco nel quale è disegnata la figura del vescovo e del suo ministero, illuminata dall’icona di Gesù Buon Pastore". Basta leggere i titoli delle diverse parti per notare immediatamente l’insieme dell’affresco. "Vescovi all’inizio del nuovo milllennio" è naturalmente ciò che connota il primo dei capitoli, che si riferisce all’anno 2001. Il secondo sottolinea l’affetto privilegiato che il "vescovo deve avere per i sacerdoti". Nel 2003 l’attenzione è posta sulla "sollecitudine per le vocazioni" e negli anni 2004-2006, prima Giovanni Paolo II e poi Benedetto XVI si sono soffermati sui tria munera del vescovo: il 'munus sanctificandi' e la centralità dell’Eucaristia; il 'munus docendi': "il vescovo maestro della fede"; il 'munus regendi': atto di amore del vescovo. Nel 2007 il Pontefice si è soffermato a considerare "la preghiera del vescovo" e nei due anni successivi, in concomitanza con l’Anno paolino e con quello sacerdotale, Benedetto XVI ha parlato ai vescovi di "San Paolo, maestro e modello per i vescovi" e dell’"esempio di San Giovanni Maria Vianney". Infine "la fedeltà del vescovo", tema proposto lo scorso anno. Alcuni temi fondamentali ricorrono in tutti i discorsi, in quanto fanno parte della fisionomia spirituale del vescovo e dei suoi maggiori impegni. Tra questi vi è un costante richiamo alla necessità della conformazione interiore a Cristo. La santità personale, infatti, è necessaria perché egli sia autorevole e credibile di fronte alla Chiesa e alla società contemporanea. Altro invito costantemente presente è la sollecitudine per l’unità del presbiterio e la vicinanza ai sacerdoti, di cui il vescovo è "padre, fratello che li ama, li ascolta, li accoglie, li corregge, li conforta, ne ricerca la collaborazione e, per quanto possibile, si adopera per il loro benessere umano, spirituale, ministeriale ed economic", come afferma l’Esortazione Apostolica "Pastores gregis" al numero 47. Su questa linea viene rivolto l’invito a promuovere instancabilmente la spiritualità del vescovo diocesano, anima interiore della carità pastorale e fondamento di una pastorale comunitaria che supera l’individualismo e alimenta l’amicizia sacerdotale. Un altro tema ancora è quello della costruzione della Chiesa come comunione, della quale i vescovi devono fare il principio educativo in tutti i luoghi dove si plasma l’uomo e il cristiano, come aveva indicato Giovanni Paolo II, alla conclusione del grande Giubileo del 2000. In questi orizzonti si collocano tutti gli altri temi. Leggendo i discorsi, inoltre, ci si rende subito conto che essi attingono alla dottrina del Concilio Vaticano II sull’episcopato, traendone applicazioni concrete di vita spirituale e indicazioni per il governo della Chiesa particolare. Queste ultime vengono desunte anche dagli altri documenti del magistero riguardante il vescovo ed in particolare dall’Esortazione Apostolica "Pastores gregis", documento conclusivo della X Assemblea generale del Sinodo dei vescovi su "Il vescovo servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo". Spesso è anche citato il direttorio per il ministero pastorale dei vescovi "Apostolorum successores", elaborato dalla Congregazione per i vescovi, dopo la suddetta assemblea. In ciascuna allocuzione non mancano riferimenti ai padri della Chiesa e tra questi spicca la "regola pastorale" di San Gregorio Magno, che potrebbe essere considerata come il primo "direttorio" per l’esercizio del ministero episcopale. Proprio nella memoria liturgica di Papa Wojtyla, il card. Ouellet, nella parte finale della presentazione al volume, scrive: "Con spirito di comunione e con gioia la Congregazione per i Vescovi offre questa raccolta di discorsi del Beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, ai pastori delle Chiese particolari, ai sacerdoti e ai fedeli, auspicando che i vescovi vi possano trovare un sostegno nello svolgimento del loro non sempre facile ministero, i presbiteri possano rinsaldare i vincoli di comunione con i loro vescovi e con i confratelli sacerdoti ed i fedeli, perché non facciano mancare ai loro vescovi l’affetto e la collaborazione necessaria per costruire con i loro carismi e doni spirituali l’unica Chiesa di Cristo".

Fabio Fabene, L'Osservatore Romano

Verso la conclusione la visita apostolica agli istituti religiosi femminili degli Stati Uniti. Lombardi: la Congregazione sta studiando la relazione

È ormai in dirittura finale la visita apostolica avviata il 22 dicembre 2008 dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica per studiare la situazione degli istituti religiosi femminili degli Stati Uniti. La visita è stata condotta sotto la direzione di Madre Mary Clare Millea, superiora generale delle Apostole del Sacro Cuore di Gesù, nominata visitatore apostolico dall’allora prefetto del dicastero, il card. Franc Rodé. Lo scopo dell'iniziativa era in particolare di osservare la qualità della vita dei membri di questi istituti religiosi. Madre Millea ha recentemente presentato al segretario della Congregazione vaticana, mons. Joseph Tobin, un rapporto generale sui dati e le osservazioni raccolte in quasi due anni di indagini e incontri che serviranno alla stesura delle conclusioni sulla visita. Insieme al rapporto generale sono stati consegnati anche i primi rapporti individuali per ognuno dei 400 istituti religiosi oggetto dello studio. I rimanenti dovrebbero arrivare entro la prossima primavera. La visita, spiega un comunicato dell’Ufficio guidato da Madre Millea, si è articolata in quattro fasi: nelle prime tre sono stati avviati contatti con le Superiore generali degli istituti interessati, è stato inviato un questionario generale a tutte le Superiore maggiori degli Stati Uniti e alcune delegazioni di religiose hanno effettuato visite in loco in circa un quarto degli istituti in esame. La quarta fase è stata quindi dedicata alla raccolta dei dati e alla stesura del rapporto che ha richiesto circa un anno di lavoro. Il contenuto del rapporto è riservato, ma Madre Millea ha comunque espresso soddisfazione per i risultati emersi dalla ricerca: “La visita apostolica ha destato un diffuso interesse e questa attenzione ha suscitato un rinnovato apprezzamento per il ruolo delle religiose nella Chiesa e nella società e ha accresciuto il dialogo e la conoscenza reciproca tra le diverse comunità negli Stati Uniti”, ha detto la Superiora. "Come religiosa, sono pienamente consapevole della nostra storia e del ruolo vitale da noi svolto nella Chiesa negli Stati Uniti”, ha aggiunto. “Vedo gioie e difficoltà quotidiane anche nella mia comunità. Ma avere potuto verificare di persona la perseverante vocazione delle religiose negli Stati Uniti, nei loro ministeri e nella loro fede e vedere i frutti del loro servizio è stato incoraggiante. Anche se ci sono problemi nella vita religiosa che richiedono attenzione, resta immutata una realtà di fedeltà, gioia e speranza”, ha concluso Madre Millea. Secondo quanto stabilito dal decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, la visita apostolica si è limitata agli istituti apostolici, quelli impegnati attivamente nel servizio alla Chiesa e alla società. Non sono state invece coinvolte le religiose contemplative. "La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica - ha precisato il direttore della Sala stampa vaticana padre Federico Lombardi - sta studiando la relazione e quindi in questo momento è prematuro attendere dei commenti dalla Congregazione stessa. Ma dopo un opportuno approfondimento - ha detto padre Lombardi - ci si può attendere che la Congregazione faccia conoscere una sua valutazione sui risultati della visita".

Radio Vaticana

Mons. Vegliò: il Papa invita a prestare una pastorale adeguata ai migranti affinchè si mantengano saldi nella loro fede, coerenti nella vita cristiana

La rivista mensile Migranti press ha pubblicato nel suo ultimo numero un articolo dell’arcivescovo Antonio Maria Veglió, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e Itineranti e futuro cardinale, a motivo della celebrazione, domenica prossima, della 98° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, il cui tema quest’anno è “Migrazioni e nuova evangelizzazione”. Nel testo di Migranti press, l’arcivescovo ricorda che il fenomeno migratorio, che comporta una mescolanza di persone e popoli, con le loro diverse caratteristiche sociali, culturali e religiose è “un processo che apre strade uniche per l’evangelizzazione perché offre alle comunità cristiane l’occasione di testimoniare Gesù Cristo, soprattutto attraverso il dialogo rispettoso e la testimonianza concreta della solidarietà”. In questo modo “i migranti possono anche risvegliare la coscienza cristiana assopita richiamando a una vita cristiana più coerente”. Per questo il messaggio del Santo Padre per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato “invita a prestare una pastorale adeguata ai migranti in modo che essi si mantengano saldi nella loro fede, coerenti nella vita cristiana e forti testimoni del Vangelo, per diventare essi stessi autentici annunciatori del kerygma evangelico”. Il prelato scrive che nello stesso messaggio il Papa sottolinea che “i mezzi di comunicazione, per il loro immediato impatto sull’opinione pubblica, devono preoccuparsi seriamente di fornire una corretta e ampia informazione, evitando terminologie demagogiche, tese a infierire sull’immagine di coloro che si vedono costretti ad emigrare. Il loro contributo è necessario per sensibilizzare la società a nuove situazioni e alla realtà delle violazioni dei diritti dei rifugiati”.

VIS notizie

Il 15 gennaio la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: nuove strade per l’evangelizzazione

Mons. Ignazio Sanna, vescovo di Oristano, potrebbe essere nominato segretario di Dottrina della Fede, insieme al probabile prefetto Angelo Amato

Occhi della Santa Sede puntati sulla diocesi di Oristano, in Sardegna. Mons. Ignazio Sanna (nella foto con Benedetto XVI), infatti, fa parte dell'elenco degli alti prelati che potrebbero ricoprire fin dai prossimi mesi importanti incarichi nella Curia romana. Dopo il Concistoro del prossimo 18 febbraio, quando il Papa consegnerà la berretta cardinalizia a 22 nuovi porporati, è previsto un consistente rinnovamento degli apparati vaticani. Due i dicasteri pontifici maggiormente interessati ai cambiamenti: la Congregazione per la Dottrina per la Fede e la Congregazione delle Cause dei Santi. A una di queste due, più probabilmente alla prima, potrebbe essere designato, in qualità di segretario, l'arcivescovo di Oristano. La disponibilità di mons. Sanna a ricoprire quest'incarico era stata già sondata nella primavera del 2008, poi i vertici della Chiesa avevano optato per il gesuita spagnolo Luis F. Ladaria, consultore della stessa Congregazione e per quasi un decennio vice rettore della "Gregoriana". Roma potrebbe tentare ancora una volta di chiamare l'arcivescovo oristanese al ruolo di numero due del più importante dicastero Vaticano, l'ex Sant'Uffizio, che ha il compito di promuovere la dottrina cattolica e favorire gli studi finalizzati alla crescita della fede. L'attuale prefetto della Congregazione, card. William Joseph Levada, arcivescovo emerito di San Francisco, per limiti d'età e per condizioni di salute ha chiesto di essere sostituito. Quando lascia il capo, in questi organismi vaticani normalmente si dimette anche il suo più stretto collaboratore. Uno dei nuovi tandem ipotizzati alla guida della Congregazione è formato dal card. Angelo Amato, salesiano, attuale prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e, appunto, da mons. Ignazio Sanna. Il presule sardo non solo è molto stimato da Papa Ratzinger, che nel 2006 lo designò di persona all'episcopato, destinandolo immediatamente a una sede metropolitana, ma tra i vescovi teologi è tra i più attivi. A fine dello scorso novembre è stato relatore a un convegno internazionale in Sudamerica, a Lima. Recentemente all'Università di Sassari, su incarico del Vaticano, ha presentato il secondo volume del "Gesù di Nazaret", ultima fatica letterario-teologica di Benedetto XVI, con un excursus sul pensiero di Papa Ratzinger accompagnato da apprezzate e moderne interpretazioni della "teologia della liberazione". Questi progetti, tutti da confermare, della Santa Sede potrebbero aver tolto velocemente il nome di Ignazio Sanna dalla lista dei possibili successori di mons. Giuseppe Mani alla guida della diocesi di Cagliari. Ancora qualche mese, poi nomine, trasferimenti e, per alcuni vescovi, fine del mandato episcopale per raggiunti limiti d'età, disegneranno il nuovo volto della Chiesa sarda in previsione di una nuova stagione pastorale dove non mancheranno sfide e decisioni coraggiose.

Mauro Girau, La Nuova Sardegna

UN VESCOVO ITALIANO PARLA DELLO SPETTACOLO BLASFEMO: POSITIVAMENTE E IN UN'OMELIA

VII Incontro Mondiale delle Famiglie. 'Apri la porta al mondo', l'esortazione della Chiesa di Milano all'accoglienza. 8 incontri per sensibilizzare

“Apri la porta al mondo”: questa l’esortazione contenuta nei volantini che l'arcidiocesi di Milano (foto) sta distribuendo per sensibilizzare le famiglie all’accoglienza in occasione del VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà nel capoluogo lombardo dal 30 maggio al 3 giugno prossimi e al quale parteciperà anche Benedetto XVI. L’invito è quello di “regalarsi un viaggio stando a casa” e di scoprire “la condivisione di momenti preziosi con chi non avresti mai pensato di incontrare”. Secondo le stime riportate dall'agenzia SIR, occorrono centomila famiglie residenti nel territorio della diocesi che diano la disponibilità a offrire un po’ di spazio in casa propria per ospitare. Intanto, nell’ambito del cammino di preparazione all'evento, a partire da oggi, in diverse città della diocesi, sono in programma otto incontri per sensibilizzare all’accoglienza delle famiglie che giungeranno da tutto il mondo e chiarire le modalità di partecipazione. Obiettivo delle serate è sostenere la cultura dell’accoglienza, raggiungere con il messaggio di Family2012 anche chi non frequenta assiduamente la Chiesa ma condivide il valore dell’ospitalità, fare chiarezza sulle modalità di accoglienza e su cosa è richiesto a chi accoglie, in termini di spazi e di attitudine. L’invito è rivolto ai fedeli della diocesi di Milano e lombardi che risiedono a meno di un’ora di distanza dal centro di Milano. Come pure ai cittadini lombardi che risiedono a meno di un’ora da Milano e che, pur non frequentando le parrocchie, condividono il valore dell’accoglienza e desiderano ospitare una famiglia. Infine, ai cittadini milanesi e lombardi che, pur non potendo ospitare, vengono raggiunti da un messaggio di accoglienza.

Radio Vaticana, IncrociNews