mercoledì 17 novembre 2010

'Luce del mondo'. Chi ha paura del libro del Papa? Benedetto XVI interviene in prima persona e con tutta sincerità parla al cuore degli uomini

"Non siamo un centro di produzione, non siamo un’impresa finalizzata al profitto, siamo Chiesa": Benedetto XVI non usa giri di parole nel suo nuovo libro-intervista che sarà presentato il 23 novembre, in contemporanea in tutto il mondo, e che il settimanale Panorama è in grado di anticipare. Il riferimento è agli scandali finanziari che hanno travolto il Vaticano, ma non solo. Il Papa non si è sottratto ad alcuno degli interrogativi posti dal giornalista bavarese Peter Seewald (nella foto con Benedetto XVI). Oltre 90 domande che fanno già tremare la curia vaticana. Nessuno infatti ha letto le bozze del libro (in tedesco) tranne tre persone: Joseph Ratzinger, che le ha riviste attentamente, la sua collaboratrice personale, Ingrid Stampa, che ha controllato anche la traduzione italiana, e un cardinale di fiducia del Papa, probabilmente il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, William Joseph Levada, che ha riletto il testo per una verifica dal punto di vista teologico e dottrinale. Benedetto XVI non ha fatto leggere il manoscritto nemmeno al segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Perciò c’è molta attesa, perché si sa che il Papa affronta nel libro, in modo molto diretto e in qualche caso "politicamente scorretto", le questioni più scottanti della Chiesa in questi anni. "Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi" è il titolo del volume nell’edizione italiana (a 19,50 euro), pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana, che tirerà 50 mila copie per la prima edizione. La Herder si occuperà invece della pubblicazione in lingua tedesca. Ci sono già contratti firmati con altre 10 case editrici nel resto del mondo e sono in preparazione traduzioni in 18 lingue. Scorrendo le 284 pagine dell’edizione italiana si ha subito l’impressione che i timori della curia siano fondati: ogni capitolo, ogni tema affrontato è destinato a diventare oggetto di discussione. E, in alcuni casi, anche di polemica. Il Papa parla di pedofilia, Islam, preti sposati, divorzio, contraccezione, riforme della Chiesa, liturgia, rapporti con gli ortodossi, autorità del Pontefice. E si sofferma anche sulla figura del suo predecessore, Giovanni Paolo II. Le risposte non sono mai scontate, come quando elenca i veri obiettivi della Chiesa: "Siamo una comunità di persone che vive nella fede. Il compito non è creare un prodotto o avere successo nelle vendite". E guai a chi pretende di misurare la Chiesa Cattolica sul numero dei preti o dei seminaristi. Lo stesso era accaduto con gli altri due libri-intervista scritti da Joseph Ratzinger con Seewald, "Il sale della terra" nel 1996 e "Dio e il mondo" nel 2000: favorito dal poter rispondere nella sua lingua madre, il Papa si confida, parla con assoluta sincerità e approfitta dell’occasione per dettare, in poche parole, un indirizzo chiaro e preciso su come i cristiani e la Chiesa oggi dovrebbero comportarsi. Il compito della comunità cristiana, scrive Benedetto XVI, "è vivere la fede, annunciarla, e al tempo stesso mantenere in profondo rapporto con Cristo e con Dio Padre stesso non un gruppo di interesse, ma una comunità di persone libere che donano gratuitamente, e che attraversa nazioni e culture, il tempo e lo spazio". Per sottolineare l’impronta fortemente autobiografica, la LEV ha scelto di riprodurre in copertina, in tutte le edizioni, il titolo del libro scritto dal Papa di suo pugno. Per l’edizione giapponese c’è l’intenzione di chiedere al Pontefice di riprodurre un ideogramma con il titolo del volume. Papa Ratzinger aveva ricevuto un’analoga richiesta a scrivere un libro-intervista dal giornalista e scrittore Vittorio Messori, con il quale aveva già pubblicato nel 1985 "Rapporto sulla fede", divenuto un best-seller internazionale tradotto in decine di lingue. Ma questa volta Benedetto XVI ha preferito il suo amico personale Seewald, grazie anche all’intercessione del segretario particolare del Papa, mons. Georg Gaenswein. Papa Ratzinger conosce infatti Seewald dagli anni in cui è stato arcivescovo a Monaco di Baviera. Per una settimana, dal 26 al 31 luglio scorso, il Papa lo ha ospitato nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Il giornalista ha registrato oltre 20 ore di conversazione in lingua tedesca. Quindi le ha trascritte e rinviate al Papa che ha corretto e integrato il testo. Si tratta di risposte sempre brevi e incisive, mai elusive sui temi che Seewald ha proposto a Benedetto XVI. La decisione di Joseph Ratzinger di pubblicare questo libro-intervista ha complicato i piani editoriali della LEV, che da mesi stava già lavorando alle traduzioni del secondo volume del Papa su Gesù di Nazaret, dopo il primo uscito nel 2007. Il libro sarà dedicato alla Passione e Resurrezione di Cristo e uscirà il 13 marzo, in contemporanea mondiale. Il libro si annuncia come una brillante operazione di immagine: dopo le ultime feroci polemiche sulla pedofilia, il Papa interviene in prima persona e, con tutta sincerità, parla al cuore degli uomini di tutto il mondo. Molti resteranno sorpresi.

Ignazio Ingrao, Panorama

In dono al Papa il Dossier Statistico Immigrazione di Caritas-Migrantes a 20 anni dalla prima edizione e un tartufo bianco pregiato di San Minato

Una delegazione di redattori del Dossier Statistico Immigrazione, realizzato da Caritas Italiana e dalla Fondazione Migrantes, era presente questa mattina all'Udienza generale di Papa Benedetto XVI. L'occasione è stata la pubblicazione della 20° edizione del Dossier Statistico Immigrazione, presentato il 26 ottobre scorso. La delegazione di 50 persone era guidata dai vescovi presidenti di Caritas Italiana, mons. Giuseppe Merisi e della Fondazione Migrantes, mons. Bruno Schettino, e dal Comitato promotore: mons. Vittorio Nozza, direttore di Caritas Italiana, mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma, e mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. Al Papa è stata offerta in dono la collezione dei volumi dal 2000 al 2010, periodo in cui la presenza degli immigrati regolari è notevolmente aumentata, arrivando a sfiorare i 5 milioni. “Per una conoscenza dell'altro”, lo slogan scelto per l'edizione 2010, si inserisce proprio nella prospettiva di “una sola famiglia umana” tra “migranti e popolazioni locali che li accolgono”, indicata da Benedetto XVI nel Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2011 che si celebrerà domenica prossimo 16 gennaio.
A Benedetto XVI è stato anche consegnato un tartufo bianco pregiato di San Miniato. Una delegazione guidata da mons. Fausto Tardelli di cui faceva parte il sindaco della città, le autorità e un centinaio di fedeli ha consegnato il tartufo, direttamente nelle mani del Pontefice. "Abbiamo portato al Santo Padre il frutto prezioso della nostra terra - ha commentato il vescovo -. Il tartufo è quel tesoro, quel mistero che Madre Natura rigenera nei nostri boschi. Lo abbiamo consegnato come dono e segno d'affetto della comunità di San Miniato". San Miniato, in provincia di Pisa è noto, oltre a detenere il record per il tartufo più grande del mondo ritrovato sul suo territorio nel 1954, perché in questa città è stata "concepita" la Cappella Sistina. E' a San Miniato che il Papa Clemente VII diede a Michelangelo l'incarico di affrescare la Cappella Sistina, incarico che venne confermato anche dai Pontefici che si succedettero.

SIR

Il Papa ai fedeli della Basilicata: ancora profonde e vive le ferite del terremoto del 1980. Dalla Chiesa la luce della speranza del Cristo risorto

“Le ferite” del terremoto che il 23 novembre 1980 colpì la Basilicata “sono ancora profonde e vive nella mente e nel cuore di queste care popolazioni”: lo ha detto il Papa rivolgendo “un cordiale benvenuto” ai pellegrini italiani questa mattina in Piazza San Pietro per l'Udienza generale. “In particolare – ha detto Benedetto XVI – saluto i fedeli della Basilicata qui convenuti con i loro vescovi, i sacerdoti e le Autorità civili e militari, in occasione del trentesimo anniversario del devastante sisma”. Nel ricordare come allora “a livello locale ciascuno si è impegnato, per parte sua, in quegli gli interventi”, mentre “da tante parti d’Italia sono giunti aiuti generosi”, il Pontefice ha voluto sottolineare l’opera svolta dalla Chiesa, “che ha saputo offrire, oltre al soccorso materiale – ha detto -, la luce della speranza del Cristo Risorto, in un momento di sconforto e di buio”. "Auspico - ha concluso - che l’odierno incontro, anche nel ricordo della visita paterna compiuta in quei giorni dal Servo di Dio Giovanni Paolo II, ravvivi nel popolo cristiano il dono della fede e la gioia di condividerla nella grande famiglia della Chiesa". Circa 4.500 erano i partecipanti al pellegrinaggio dalla Basilicata nel 30° anniversario del sisma del 23 novembre 1980 che colpì la regione e la vicina Campania, provocando la morte di duemila persone. Vescovi, sindaci e fedeli della Basilicata erano presenti all'Udienza del Papa per testimoniare la gratitudine del popolo lucano per la vicinanza della Sede Apostolica alle popolazioni colpite dal terremoto. Prima dell’incontro con Benedetto XVI i pellegrini lucani si sono riuniti alle 7.30 nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina, in Via della Conciliazione, per la Messa concelebrata dai loro vescovi.

La Gazzetta del Mezzogiorno.it

Benedetto XVI: al più presto sia restituita la piena libertà ad Asia Bibi. Siano pienamente rispettati la dignità umana e i diritti fondamentali

“In questi giorni la comunità internazionale segue con grande preoccupazione la difficile situazione dei cristiani in Pakistan, che spesso sono vittime di violenze o di discriminazione”. E’ l’appello rivolto questa mattina dal Papa al termine dell’Udienza generale. “In modo particolare oggi – ha proseguito Benedetto XVI - esprimo la mia vicinanza spirituale alla signora Asia Bibi e ai suoi familiari, mentre chiedo che, al più presto, le sia restituita la piena libertà”. Oltre ad auspicare la liberazione dell’operaia di 37 anni, madre di due figli, condannata alla pena di morte per aver 'insultato' Maometto durante una discussione con le colleghe, il Papa ha pregato “per quanti si trovano in situazione analoghe, affinché anche la loro dignità umana ed i loro diritti fondamentali siano pienamente rispettati”. “Siamo molto grati al Santo Padre per le sue parole in favore di Asia Bibi, per l’attenzione alle sofferenze dei cristiani in Pakistan e ai nostri diritti. A nome dei vescovi, e dell’intera comunità dei credenti in Cristo, gli esprimiamo il nostro sincero grazie per il suo grande coraggio, per la protezione dei senza-voce, di quanti sono vittime innocenti di violenze e sopraffazioni”: sono parole, pronunciate a caldo, in un colloquio con l’agenzia Fides, da mons Andrew Francis, vescovo di Multan, in Punjab. Mons. Francis ha annunciato a Fides “una grande campagna di preghiera, che si tiene in tutte le chiese per la vita di Asia Bibi: i fedeli si riuniscono in Adorazione davanti al Santissimo Sacramento e pregare per la sua liberazione, affidando al Signore le sue sofferenze”. “Il caso di Asia Bibi è molto triste. Siamo davvero indignati e sconcertati per l’abuso continuo di questa legge sulla blasfemia. Asia è madre di 4 bambini, uno dei quali è un disabile. E’una grande e ingiusta sofferenza inflitta a questa famiglia”, sottolinea. Il vescovo ricorda di aver tradotto in urdu il documento “Dominus Iesus”, e di averlo distribuito a molti musulmani: “In quel testo, dell’allora card. Ratzinger, si ribadisce l’importanza della libertà di coscienza e di fede, che continuiamo a promuovere con convinzione nella società pakistana. In questo nostro impegno, le parole del Papa e la sua paterna protezione ci incoraggiano e ci sostengono”.

SIR, Fides

Il Papa: nella Chiesa c’è una primavera eucaristica, quanti sostano silenziosi al Tabernacolo in colloquio d’amore con Gesù. Si diffonda sempre più!

Nella tradizionale Udienza generale del mercoledì, svoltasi questa mattina in Piazza San Pietro, Papa Benedetto XVI si è soffermato nella catechesi su un’altra figura femminile poco nota a cui la Chiesa deve però “grande riconoscenza” non solo per la sua santità di vita, ma anche perché con il suo grande fervore ha contribuito all’istituzione di una delle solennità liturgiche più importanti dell’anno, la festa del Corpus Domini: Santa Giuliana di Cornillon. Giuliana, rimasta orfana a 5 anni, fu affidata alle cure delle monache agostiniane. Acquisì una notevole cultura mostrando una “propensione particolare per la contemplazione”. A sedici anni ebbe una prima visione, che poi si ripeté più volte nelle sue adorazioni eucaristiche: “La visione presentava la luna nel suo pieno splendore, con una striscia scura che la attraversava diametralmente. Il Signore le fece comprendere il significato di ciò che le era apparso. La luna simboleggiava la vita della Chiesa sulla terra, la linea opaca rappresentava invece l’assenza di una festa liturgica, per l’istituzione della quale era chiesto a Giuliana di adoperarsi in modo efficace: una festa, cioè, nella quale i credenti avrebbero potuto adorare l’Eucaristia per aumentare la fede, avanzare nella pratica delle virtù e riparare le offese al Santissimo Sacramento”. Santa Giuliana parlò della visione alle autorità ecclesiastiche. Dopo iniziali esitazioni, l’allora vescovo di Liegi, mons. Roberto di Thourotte, accolse la proposta di Giuliana e istituì per la prima volta nella propria diocesi una festa in onore del Santissimo Sacramento. Quello che avvenne a Giuliana di Cornillon, ha spiegato il Papa, si ripete frequentemente nella vita dei Santi: “Per avere la conferma che un’ispirazione viene da Dio, occorre sempre immergersi nella preghiera, saper attendere con pazienza, cercare l’amicizia e il confronto con altre anime buone, e sottomettere tutto al giudizio dei Pastori della Chiesa”. Ai Santi, inoltre, “il Signore chiede spesso di superare delle prove, perché la loro fede venga incrementata”: accadde anche a Giuliana, che “dovette subire la dura opposizione di alcuni membri del clero e dello stesso superiore da cui dipendeva il suo monastero”. Alla buona causa della Festa del Corpus Domini, ha detto il Santo Padre, fu conquistato anche Papa Urbano IV, che volle istituirla come Solennità. Benedetto XVI ha quindi ricordato le parole, sempre attuali, della Bolla dell’11 agosto 1264: “Sebbene l’Eucaristia ogni giorno venga solennemente celebrata, riteniamo giusto che, almeno una volta l’anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria. Le altre cose infatti di cui facciamo memoria, noi le afferriamo con lo spirito e con la mente, ma non otteniamo per questo la loro reale presenza. Invece, in questa sacramentale commemorazione del Cristo, anche se sotto altra forma, Gesù Cristo è presente con noi nella propria sostanza. Mentre stava infatti per ascendere al cielo disse: Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”. Papa Urbano IV, ha aggiunto Benedetto XVI, chiese poi “ad uno dei più grandi teologi della storia, San Tommaso D’Aquino, di comporre i testi dell’ufficio liturgico” della festa del Corpus Domini: “Essi, ancor oggi in uso nella Chiesa, sono dei capolavori, in cui si fondono teologia e poesia. Sono testi che fanno vibrare le corde del cuore per esprimere lode e gratitudine al Santissimo Sacramento, mentre l’intelligenza, addentrandosi con stupore nel mistero, riconosce nell’Eucaristia la presenza viva e vera di Gesù, del suo Sacrificio di amore che ci riconcilia con il Padre, e ci dona la salvezza”. La festa del Corpus Domini ha conosciuto uno "sviluppo meraviglioso" ed è ancora "molto sentita dal popolo cristiano". “Vorrei affermare con gioia che oggi nella Chiesa c’è una primavera eucaristica: quante persone sostano silenziose dinanzi al Tabernacolo, per intrattenersi in colloquio d’amore con Gesù! È consolante sapere che non pochi gruppi di giovani hanno riscoperto la bellezza di pregare in adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Penso, ad esempio, alla nostra adorazione eucaristica in Hyde Park, a Londra. Prego perché questa primavera eucaristica si diffonda sempre più in tutte le parrocchie, in particolare in Belgio, la patria di Santa Giuliana”. “Ricordando Santa Giuliana di Cornillon – l’esortazione del Santo Padre - rinnoviamo anche noi la fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia” dove, si legge nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, Gesù Cristo “è presente in modo vero, reale, sostanziale: con il suo corpo e il suo sangue, con la sua anima e la sua divinità”. Nell’Eucaristia, quindi, è “presente in modo sacramentale, e cioè sotto le specie eucaristiche del pane e del vino, Cristo tutto intero: Dio e uomo”. L’adorazione del Santissimo Sacramento, ha affermato il Papa, porta consolazione e gioia: “Il Signore ci attira verso di sé, dentro il suo mistero, per trasformarci come trasforma il pane e il vino”. “Cari amici, la fedeltà all’incontro con il Cristo Eucaristico nella Santa Messa domenicale è essenziale per il cammino di fede, ma cerchiamo anche di andare frequentemente a visitare il Signore presente nel Tabernacolo! Guardando in adorazione l’Ostia consacrata, noi incontriamo il dono dell’amore di Dio, incontriamo la Passione e la Croce di Gesù, come pure la sua Risurrezione”.

Radio Vaticana, SIR

L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa