domenica 15 gennaio 2012

La soddisfazione dei più stretti collaboratori di Benedetto XVI dopo l'udienza a Mario Monti: una persona credibile che lavora per il bene del Paese

"Una persona credibile che lavora per il bene del Paese". Questo è il giudizio dei più stretti collaboratori di Benedetto XVI dopo la visita di Mario Monti in Vaticano. "Un incontro non di circostanza e accuratamente preparato", l’ha definito L’Osservatore Romano, per sottolineare come l’udienza, chiesta dal presidente del Consiglio e subito concessa, sia stata ben di più di una stretta di mano a favore di telecamere e fotografi. Il premier, nonostante le presenze nell’esecutivo di autorevoli ministri provenienti dal mondo cattolico organizzato, intende gestire in prima persona i rapporti con il Vaticano e con la Chiesa italiana. Non è andato Oltretevere in cerca di legittimazioni e non si è chinato a baciare l’anello al Papa. Ma ha incassato comunque la simpatia e il sostegno delle autorità della Santa Sede e dello stesso Benedetto XVI. Nei faccia a faccia con Papa Ratzinger e poi con il cardinale Segretario di Stato Bertone non si è parlato dell’Ici sugli immobili di proprietà ecclesiastica. L’occasione per scendere nei dettagli sull’argomento, oggetto di un confronto in atto tra il governo e la Chiesa italiana, sarà il ricevimento per l’anniversario dei Patti Lateranensi all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, il prossimo 16 febbraio. E non è escluso che vi si possa arrivare già con una soluzione praticabile e condivisa. In quella circostanza, alla presenza del presidente della CEI Angelo Bagnasco, che non si è ancora incontrato con Monti per parlare di questo, si scenderà più nello specifico. I temi affrontati ieri sono stati comunque concreti e hanno riguardato l’Europa e il suo ruolo sulla scena internazionale, la crisi economica, la libertà religiosa, la disoccupazione, la coesione sociale. Sono stati sottolineati l’impegno del governo italiano per fermare le persecuzioni dei cristiani, e l’impegno della Chiesa nell’azione quotidiana per i più poveri e bisognosi. Joseph Ratzinger e Mario Monti si sono intesi bene, come due professori di lungo corso. La regia è stata impeccabile e nulla lasciato al caso o all’improvvisazione. Al Vaticano è piaciuto l’approccio istituzionale di Monti, il quale, a sua volta, è rimasto colpito dalla lucidità dell’analisi di Papa Ratzinger sulla situazione europea e sul ruolo della Germania, come pure dalla semplicità con cui il Papa ha dialogato con lui nella parte del colloquio definita più "personale". La delegazione italiana ha tenuto anche questa volta a sottolineare il nuovo corso del governo in tempo di crisi economica, arrivando in Vaticano con un corteo ridotto all’osso, con i ministri Terzi e Moavero insieme al sottosegretario Catricalà nella stessa Lancia Delta. Non è mancato a questo proposito un risvolto umoristico: una ventina di minuti prima dell’arrivo di Monti, quando il picchetto di guardie svizzere era già schierato nel cortile di San Damaso, ha fatto il suo ingresso all’improvviso l’Apecar azzurro di due operai vaticani: un mezzo troppo minimale anche per il sobrio premier. Nel suo volume sul governo dell’economia e della moneta consegnato a Benedetto XVI, Monti ha inserito due segnalibro d’argento, con il simbolo del Senato, per sottolineare due passaggi significativi del volume: quello in cui afferma che il mercato deve "coesistere con la solidarietà" e che il garante di questo rapporto è lo Stato, e un altro passaggio su "etica e responsabilità" con un riferimento alla figura di Luigi Einaudi. Il nuovo corso dei rapporti Italia-Vaticano ha portato a rafforzare ulteriormente il ruolo e l’influenza dell’ambasciatore italiano presso la Santa Sede, Francesco Maria Greco, come pure la figura discreta del giovane vice segretario generale della presidenza del Consiglio, Federico Toniato, che collabora con il premier per rapporti con l’entourage papale, la Segreteria di Stato, la Conferenza Episcopale italiana. Mentre Monti si accomiatava da Benedetto XVI nella biblioteca, il segretario del Papa, Georg Gänswein, ha raggiunto Toniato, che in quel momento era in disparte, per stringergli la mano con uno sguardo d’intesa.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Il Papa: il 18 gennaio inizia la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, unirsi spiritualmente e praticamente per invocare da Dio il dono

Prima dei saluti nelle diverse lingue, dopo la recita dell'Angelus, Papa Benedetto XVI ha ricordato "che dal 18 al 25 di questo mese di gennaio si svolgerà la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani. Invito tutti, a livello personale e comunitario, ad unirsi spiritualmente e, dove possibile, anche praticamente, per invocare da Dio il dono della piena unità tra i discepoli di Cristo".

TMNews

Benedetto XVI: milioni di persone che migrano non sono numeri, cercano un luogo dove vivere in pace e sono protagonisti dell'annuncio del Vangelo

"Milioni di persone sono coinvolte nel fenomeno delle migrazioni, ma esse non sono numeri! Sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace". Con queste parole Papa Benedetto XVI ha ricordato, dopo la recita dell'Angelus, che oggi si celebra la 98° Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. "Nel mio Messaggio per questa Giornata - ha ricordato il Santo Padre - ho richiamato l'attenzione sul tema 'Migrazioni e nuova evangelizzazione', sottolineando che i migranti sono non soltanto destinatari, ma anche protagonisti dell'annuncio del Vangelo nel mondo contemporaneo". Quindi il Pontefice ha rivolto "un cordiale saluto ai rappresentanti delle comunità migranti di Roma, oggi presenti in Piazza San Pietro". Anche nei saluti in varie lingue Benedetto XVI ha rammentato la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. In francese ha invitato i pellegrini a “essere portatori instancabili della Buona Novella presso i nostri fratelli e sorelle rifugiati e migranti. Cerchiamo di essere testimoni autentici del Vangelo vivendo concretamente la solidarietà e la carità cristiana, non solo con la preghiera, ma anche con i fatti”. In polacco ha invitato a ricordare “nella preghiera tutti coloro che vivono in terra straniera”. La riflessione su “Migrazioni e nuova evangelizzazione”, è stato l’auspicio del Papa, “ci aiuti a comprendere meglio i bisogni dei migranti e dei rifugiati e specialmente il loro desiderio di incontrare Dio. Benedico di cuore voi tutti e in modo particolare i polacchi che vivono fuori della patria”.

TMNews, SIR

Il Papa: la fede cristiana presuppone l’annuncio e la testimonianza, è l’adesione alla buona notizia che Gesù di Nazaret è morto e risorto, che è Dio

A mezzogiorno, il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro. Nelle Letture bibliche della seconda domenica del Tempo Ordinario, ha sottolineato il Papa, “emerge il tema della vocazione: nel Vangelo è la chiamata dei primi discepoli da parte di Gesù; nella prima Lettura è la chiamata del profeta Samuele”. In entrambi i racconti “risalta l’importanza della figura che svolge il ruolo di mediatore, aiutando le persone chiamate a riconoscere la voce di Dio e a seguirla”. Nel caso di Samuele, “si tratta di Eli, sacerdote del tempio di Silo, dove era custodita anticamente l’arca dell’alleanza, prima di essere trasportata a Gerusalemme”. Una notte Samuele, che era ancora un ragazzo e fin da piccolo viveva al servizio del tempio, “per tre volte di seguito si sentì chiamare nel sonno e corse da Eli. Ma non era lui a chiamarlo. Alla terza volta Eli capì, e disse a Samuele: Se ti chiamerà ancora, rispondi: ‘Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta’. Così avvenne, e da allora in poi Samuele imparò a riconoscere le parole di Dio e divenne suo fedele profeta”. Nel caso dei discepoli di Gesù, “la figura mediatrice è quella di Giovanni Battista”. In effetti, “Giovanni aveva una vasta cerchia di discepoli, e tra questi vi erano anche le due coppie di fratelli Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, pescatori della Galilea. Proprio a due di questi il Battista indicò Gesù, il giorno dopo il suo battesimo nel fiume Giordano. Lo indicò loro dicendo: ‘Ecco l’agnello di Dio!’, che equivaleva a dire: Ecco il Messia. E quei due seguirono Gesù, rimasero a lungo con Lui e si convinsero che era veramente il Cristo. Subito lo dissero agli altri, e così si formò il primo nucleo di quello che sarebbe diventato il collegio degli apostoli”. Alla luce di questi due testi, il Pontefice ha sottolineato “il ruolo decisivo della guida spirituale nel cammino di fede e, in particolare, nella risposta alla vocazione di speciale consacrazione per il servizio di Dio e del suo popolo. Già la stessa fede cristiana, di per sé, presuppone l’annuncio e la testimonianza: infatti essa consiste nell’adesione alla buona notizia che Gesù di Nazaret è morto e risorto, che è Dio”. E così “anche la chiamata a seguire Gesù più da vicino, rinunciando a formare una propria famiglia per dedicarsi alla grande famiglia della Chiesa, passa normalmente attraverso la testimonianza e la proposta di un ‘fratello maggiore’, di solito un sacerdote”. Questo “senza dimenticare il ruolo fondamentale dei genitori, che con la loro fede genuina e gioiosa e il loro amore coniugale mostrano ai figli che è bello ed è possibile costruire tutta la vita sull’amore di Dio”. Perciò il Santo Padre ha esortato a pregare “la Vergine Maria per tutti gli educatori, specialmente i sacerdoti e i genitori, perché abbiano piena consapevolezza dell’importanza del loro ruolo spirituale, per favorire nei giovani, oltre alla crescita umana, la risposta alla chiamata di Dio, a dire: ‘Parla, Signore, il tuo servo ti ascolta’”.

SIR

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Lombardi: per le azioni compiute e le espressioni usate gli 'indignados' hanno utilizzato Piazza San Pietro in modo improprio, opportuno allontanarli

Gli 'indignados' che hanno manifestato ieri in Piazza San Pietro, "per le azioni compiute e le espressioni usate, hanno voluto utilizzare la piazza in modo evidentemente improprio, non coerente con la natura del luogo, e quindi è stato ritenuto giusto e opportuno allontanarli con la collaborazione delle forze dell'ordine": lo ha dichiarato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI).

TMNews