venerdì 17 settembre 2010

Benedetto XVI chiude la giornata affacciandosi dalla finestra della Nunziatura Apostolica per salutare la folla di fedeli

Al termine del secondo giorno del viaggio nel Regno Unito, giornata lunghissima e fitta di impegni, nel corso della quale ha pronunciato ben sei discorsi in altrettante occasioni pubbliche, e la solenne Celebrazione Ecumenica presieduta insieme al primate anglicano Rowan Williams nella Westminster Abbey, Benedetto XVI ha trovato ancora la forza di affacciarsi dalla finestra della Nunziatura Apostolica di Londra per non deludere la folla dei fedeli che erano da ore in attesa di questo gesto all'esterno dell'edificio. Anche ieri sera arrivando, altrettanto stanco, da Glasgow, Papa Ratzinger aveva concesso questo fuori programma alla folla londinese. Dopo cena, Benedetto XVI è anche uscito per passeggiare nel cortile della Nunziatura, che è in parte visibile dall'esterno. Così è stato visto dai fedeli che erano ancora nei pressi e hanno potuto salutarlo attraverso il cancello. Tutto questo testimonia la grande tranquillità con la quale il Papa sta vivendo il suo soggiorno londinese.

Agi

Il Papa: ciò che condividiamo in Cristo è più grande di ciò che continua a dividerci. Siamo chiamati a dare una gioiosa e convincente testimonianza

Per la prima volta un Papa è entrato nell'Abbazia di Westminster, il cuore della Chiesa anglicana, per una preghiera ecumenica a fianco del primate della Chiesa d'Inghiterra, l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Entrando nell'Abbazia, Benedetto XVI ha avuto modo di vedere la statua di mons. Oscar Romero, che campeggia al centro dell'architrave che sovrasta la porta da cui è entrato Papa Ratzinger: per gli anglicani l'arcivescovo cattolico è già un 'martire del ventesimo secolo'. All'interno della Chiesa, Papa Ratzinger ha anche reso omaggio al monumento al milite ignoto, un evento particolarmente atteso dalla stampa britannica perchè in questi giorni cade l'anniversario della 'Battaglia d'Inghilterra'', con la quale durante il secondo conflitto mondiale l'Inghilterra respinse gli attacchi aerei della Germania nazista.
All'inizio della Celebrazione Ecumenica dei Vespri, Benedetto XVI si è presentato come ''pellegrino da Roma per pregare davanti alla tomba di Sant'Edoardo il confessore ed unimi a voi nell'implorare il dono dell'unità tra i cristiani''. “Questo nobile edificio – ha detto il Papa - ricorda la lunga storia dell’Inghilterra, così profondamente segnata dalla predicazione del Vangelo e dalla cultura cristiana dalla quale è nata". ''Che questi momenti di preghiera e fraternità - ha aggiunto - ci confermino nell'amore per Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore, e nella comune testimonianza del perenne potere che ha il Vangelo di illuminare il futuro di questa grande Nazione''.
''Ciò che noi condividiamo in Cristo è più grande di ciò che continua a dividerci'', ha detto poi nel suo discorso. Il Pontefice ha espresso gratitudine a Dio per i ''notevoli progressi compiuti'' nel dialogo tra le Chiese cristiane nei cento anni di storia del movimento ecumenico, senza nascondere che ''molto ancora rimane da fare''. ''In un mondo segnato da una crescente interdipendenza e solidarietà - ha proseguito il Papa - siamo sfidati a proclamare con rinnovata convinzione la realtà della nostra riconciliazione e liberazione in Cristo e a proporre la verità del Vangelo come la chiave di un autentico ed integrale sviluppo umano. In una società che è divenuta sempre più indifferente e persino ostile al messaggio cristiano, noi tutti siamo ancor più chiamati a dare una gioiosa e convincente testimonianza della speranza che è in noi, e a presentare il Signore Risorto come la risposta alle più profonde domande e aspirazioni spirituali degli uomini e delle donne del nostro tempo''. Per il Santo Padre, l'unità della Chiesa “non può mai essere altro che una unità nella fede apostolica, nella fede consegnata nel rito del Battesimo ad ogni nuovo membro del Corpo di Cristo”. “Cari amici – ha detto –, siamo tutti consapevoli delle sfide e delle benedizioni, delle delusioni e dei segni di speranza che hanno contraddistinto il nostro cammino ecumenico. Questa sera li affidiamo al Signore, fiduciosi nella sua provvidenza e nel potere della sua grazia”.
“La fedeltà alla parola di Dio, proprio perché è una parola vera, ci chiede una obbedienza che ci conduca insieme verso una più profonda comprensione della volontà del Signore, una obbedienza che deve essere libera dal conformismo intellettuale o dal facile adattamento allo spirito del tempo”, ha detto. “Questa è la parola di incoraggiamento che desidero lasciarvi questa sera, e lo faccio in fedeltà al mio ministero di Vescovo di Roma e Successore di San Pietro, incaricato di una cura particolare per l’unità del gregge di Cristo”. ''Sappiamo - ha quindi concluso il Pontefice - che la fraternità costruita, il dialogo iniziato e la speranza che ci guida, ci daranno la forza e indicheranno la direzione, mentre perseveriamo nel nostro cammino comune''. “All’alba della nuova era nella vita della società e della Chiesa, Beda comprese sia l’importanza della fedeltà alla parola di Dio come trasmessa dalla tradizione apostolica, sia la necessità di un’apertura creativa ai nuovi sviluppi e alle esigenze di un adeguato radicamento del Vangelo nel linguaggio e nella cultura del suo tempo”. La Nazione e il continente sono ancora una volta “alle soglie di una nuova epoca”, ha osservato il Papa. “Possa l’esempio di San Beda ispirare i cristiani di queste terre a riscoprire la loro comune eredità, a consolidare quello che hanno in comune e a continuare nel loro impegno per crescere in fraternità”.

Asca, Zenit


Il Papa: la religione nel dibattito politico aiuta a purificare e gettare luce sull’applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali

Cinque secoli dopo la condanna a morte di Tommaso Moro dovuta al rifiuto del politico e intellettuale inglese di accettare l’Atto di supremazia del Re sulla Chiesa Cattolica, un Papa è entrato per la prima volta nel Westminster Hall, il grande salone all’interno del Palazzo del Parlamento inglese. Benedetto XVI è arrivato sotto le due torri del Parlamento, sulla riva settentrionale del Tamigi, nel tardo pomeriggio. Il Papa, davanti a 1800 esponenti della società civile e politica, del mondo accademico, culturale e imprenditoriale, oltre ai membri del Corpo Diplomatico e ad alcuni leader religiosi, seduto a metà dell’antica scala del Westminster Hall dove una targa ricorda proprio Moro, ha parlato davanti al vice premier inglese Nick Clegg e a quattro predecessori di David Cameron: Gordon Brown, Tony Blair, John Major e Margaret Thatcher.
''Se i principi morali che sostengono il processo democratico non si fondano, a loro volta, su nient'altro di più solido che sul consenso sociale, allora la fragilità del processo si mostra in tutta la sua evidenza. Qui si trova la reale sfida per la democrazia'' ha detto Benedetto XVI nel suo atteso discorso. Il Pontefice, nel suo testo, ha affrontato il tema dei ''fondamenti etici del discorso civile''. ''Quali sono - si è chiesto - le esigenze che i governi possono ragionevolmente imporre ai propri cittadini, e fin dove esse possono estendersi? A quale autorità ci si può appellare per risolvere i dilemmi morali?''. Si tratta, ha notato Papa Ratzinger, dello stesso ''dilemma'' affrontato da Tommaso Moro. ''Penso - ha detto il Pontefice nella Westminster Hall - agli innumerevoli uomini e donne che lungo i secoli hanno svolto la loro parte in importanti eventi che hanno avuto luogo tra queste mura e hanno segnato la vita di molte generazione di britannici e di altri popoli. In particolare, vorrei ricordare la figura di San Tommaso Moro, il grande studioso e statista inglese, ammirato da credenti e non credenti per l'integrità con cui fu capace di seguire la propria coscienza, anche a costo di dispiacere al sovrano, di cui era 'buon servitore', poichè aveva scelto di servire Dio per primo''.
''Il dilemma con cui Tommaso Moro si confrontava - ha commentato Papa Ratzinger -, in quei tempi difficili'' è la ''perenne questione del rapporto tra ciò che è dovuto a Cesare e ciò che è dovuto a Dio'', ovvero il ''giusto posto che il credo religioso mantiene nel processo politico''. La questione centrale affrontata da Benedetto XVI è quello del ''fondamento etico'' delle scelte politiche, ovvero del ''giusto posto che il credo religioso mantiene nel processo politico''. Per il Papa, il ''ruolo 'correttivo' della religione nei confronti della ragione, tuttavia, non è sempre bene accolto, poiche' delle forme distorte di religione, come il settarismo e il fondamentalismo, ''possono mostrarsi esse stesse causa di seri problemi sociali''. ''A loro volta - ha proseguito -, queste distorsioni della religione emergono quando viene data una non sufficiente attenzione al ruolo purificatore e strutturante della ragione all'interno della religione. E' un processo che funziona nel doppio senso''. ''Senza il correttivo fornito dalla religione - ha argomentato il pontefice - anche la ragione può cadere preda di distorsioni, come avviene quando essa è manipolata dall'ideologia, o applicata in un modo parziale, che non tiene conto pienamente della dignità della persona umana''. Benedetto XVI ha ricordato che fu proprio ''questo uso distorto della ragione, in fin dei conti, che diede origine al commercio degli schiavi e poi a molti altri mali sociali, non da ultimo le ideologie totalitarie del ventesimo secolo. Per questo vorrei suggerire che il mondo della ragione ed il mondo della fede - il mondo della secolarità razionale e il mondo del credo religioso - hanno bisogno l'uno dell'altro e non dovrebbero avere timore di entrare in un profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà''.
''La tradizione cattolica - ha ricordato il Pontefice - sostiene che le norme obiettive che governano il retto agire sono accessibili alla ragione, prescindendo dal contenuto della rivelazione''. ''Secondo questa comprensione - ha aggiunto -, il ruolo della religione nel dibattito politico non è tanto quello di fornire tali norme, come se esse non potessero esser conosciute dai non credenti - ancora meno è quello di proporre soluzioni politiche concrete, cosa che è del tutto al di fuori della competenza della religione - bensì piuttosto di aiutare nel purificare e gettare luce sull'applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi''. ''Non posso che esprimere la mia preoccupazione di fronte alla crescente marginalizzazione della religione, in particolare del Cristianesimo, che sta prendendo piede in alcuni ambienti, anche in nazioni che attribuiscono alla tolleranza un grande valore''. Benedetto XVI ha espresso anche la sua preoccupazione per chi vorrebbe ''mettere a tacere'' o vedere ''relegata alla sfera puramente privata'' la religione e persino scoraggiare la ''celebrazione pubblica di festività come il Natale'', ''secondo la discutibile convinzione che essa potrebbe in qualche modo offendere coloro che appartengono ad altre religioni o a nessuna''. ''Vi sono altri ancora che - paradossalmente con lo scopo di eliminare le discriminazioni - ritengono che i cristiani che rivestono cariche pubbliche dovrebbero, in determinati casi, agire contro la propria coscienza''. ''Questi - ha concluso - sono segni preoccupanti dell'incapacità di tenere nel giusto conto non solo i diritti dei credenti alla libertà di coscienza e di religione, ma anche il ruolo legittimo della religione nella sfera pubblica. Vorrei pertanto invitare tutti voi, ciascuno nelle rispettive sfere di influenza, a cercare vie per promuovere ed incoraggiare il dialogo tra fede e ragione ad ogni livello della vita nazionale''. ''Il mondo è stato testimone delle vaste risorse che i governi sono in grado di raccogliere per salvare istituzioni finanziarie ritenute 'troppo grandi per fallire'. Certamente lo sviluppo integrale dei popoli della terra non è meno importante: è un'impresa degna dell'attenzione del mondo, veramente 'troppo grande per fallire'''.
Il Pontefice ha ricordato come il governo britannico si sia ''impegnato a devolvere entro il 2013 lo 0,7% del Reddito nazionale in favore degli aiuti allo sviluppo. E' stato incoraggiante, negli ultimi anni, notare i segni positivi di una crescita della solidarietà verso i poveri che riguarda tutto il mondo''. ''Ma - ha aggiunto - per tradurre questa solidarietà in azione effettiva c'è bisogno di idee nuove, che migliorino le condizioni di vita in aree importanti quali la produzione del cibo, la pulizia dell'acqua, la creazione di posti di lavoro, la formazione, l'aiuto alle famiglie, specialmente dei migranti, e I servizi sanitari di base. Quando è in gioco la vita umana, il tempo si fa sempre breve''. Il Papa ha quindi ricordato alcuni impegni comuni del Governo britannico e della Santa Sede, ad esempio nel campo della pace, dei diritti umani, dello sviluppo. “Spero e prego che questa relazione continuerà a portare frutto e che si rifletterà in una crescente accettazione della necessità di dialogo e rispetto, a tutti i livelli della società, tra il mondo della ragione ed il mondo della fede”. Una cooperazione che può portare frutti anche nel Regno Unito: “Sono certo – ha sostenuto Benedetto XVI - che anche in questo Paese vi sono molti campi in cui la Chiesa e le pubbliche autorità possono lavorare insieme per il bene dei cittadini, in armonia con la storica pratica di questo Parlamento di invocare la guida dello Spirito su quanti cercano di migliorare le condizioni di vita di tutto il genere umano”. È necessaria, però, una condizione, ha chiarito il Papa: “Affinché questa cooperazione sia possibile, le istituzioni religiose, comprese quelle legate alla Chiesa cattolica, devono essere libere di agire in accordo con i propri principi e le proprie specifiche convinzioni, basate sulla fede e sull’insegnamento ufficiale della Chiesa”. In questo modo, ha concluso il Santo Padre, “potranno essere garantiti quei diritti fondamentali, quali la libertà religiosa, la libertà di coscienza e la libertà di associazione”.

Il Foglio, Asca, SIR


Il colloquio privato: proclamare con convinzione il messaggio del Vangelo e continuare nel dialogo teologico. Il ricordo dei cristiani in Terra Santa

Al termine dell'incontro ufficiale nella cappella del palazzo di Lambeth, conclusosi con la recita del Padre Nostro da parte del Pontefice, i due leader religiosi, Williams accompagnato dalla moglie Jane, si sono recati nella residenza privata dell'arcivescovo di Canterbury dove hanno avuto un colloquio privato di trenta minuti e hanno poi compiuto una breve visita dei tesori della biblioteca di Lambeth Palace. Nel corso del loro colloquio privato, Benedetto XVI e Rowan Williams ''hanno affermato il bisogno di proclamare il messaggio di salvezza in Gesù Cristo del Vangelo, sia in un modo ragionevole e convincente nel contesto contemporaneo di profonda trasformazione culturale e sociale, sia vivendo in modo santo e puro al cospetto Dio''. E' quanto si legge in una nota congiunta del Vaticano e della Chiesa d'Inghilterra. Benedetto XVI e Williams ''concordano sull'importanza di migliorare le relazioni ecumeniche e continuare il dialogo teologico considerate le nuove sfide all'unità sia dall'interno della comunità cristiana sia al di là di essa''. In particolare ''hanno riaffermato l'importanza di continuare il dialogo teologico sulla nozione della Chiesa come comunione, locale e universale, e sulle implicazioni di questo concetto per il discernimento dell'insegnamento etico''. I due leader religiosi hanno anche ''riflettuto insieme sulla situazione seria e difficile dei cristiani in Medio Oriente, ed esortano tutti i cristiani a pregare per i loro fratelli, per sostenere la loro continua e pacifica testimonianza nella Terra Santa''. Benedetto XVI e Williams ''hanno anche discusso della necessità di promuovere un impegno generoso e coraggioso nei campi della giustizia e della pace, specialmente riguardo i bisogni dei poveri, sollecitando la leadership internazionale a combattere la fame e le malattie''.

Il Papa: mai esitare nel proclamare la fede nell’unicità della salvezza guadagnataci da Cristo. L'ecumenismo per promuovere pace e armonia nel mondo

Questo pomeriggio, lasciata la Nunziatura Apostolica a Wimbledon, Papa Benedetto XVI si è recato a Lambeth Palace per la visita di cortesia all’Arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. All’interno della Biblioteca, dove è allestita una mostra in occasione del 400° anniversario di fondazione, alla presenza dei vescovi della Comunione Anglicana dalle diverse parti del Regno Unito, dei vescovi diocesani cattolici di Inghilterra, Galles e Scozia e di alcuni consultori ecumenici, il Papa e il primate anglicano si sono scambiati degli indirizzi di saluto.
Nel suo discorso, Benedetto XVI ha preferito non soffermarsi sui problemi del dialogo ecumenico tra le due confessioni cristiane. ''Non è mia intenzione parlare oggi delle difficoltà che il cammino ecumenico ha incontrato e continua ad incontrare. Tali difficoltà sono ben note a ciascuno qui presente'', ha detto il Pontefice, soffermandosi invece sulla ''profonda amicizia che è cresciuta fra noi e per il ragguardevole progresso fatto in moltissime aree del dialogo in questi quarant'anni che sono trascorsi da quando la Commissione Internazionale Anglo-Cattolica ha cominciato i propri lavori''. ''Affidiamo - ha aggiunto Papa Ratzinger - i frutti di quelle fatiche al Signore della messe, fiduciosi che egli benedirà la nostra amicizia mediante un'ulteriore significativa crescita''. Il Papa ha, poi, parlato del mutato contesto nel quale ha luogo il dialogo fra anglicani e cattolici, evolutosi “in maniera impressionante” dall’incontro privato fra Giovanni XXIII e l’arcivescovo Geoffrey Fisher nel 1960, evidenziando come “da una parte la cultura che ci circonda si sviluppa in modo sempre più distante dalle sue radici cristiane, nonostante una profonda e diffusa fame di nutrimento spirituale. Dall’altra, la crescente dimensione multiculturale della società, particolarmente accentuata in questo Paese, reca con sé l’opportunità di incontrare altre religioni”.
Ciò apre la possibilità per i cristiani di “esplorare, assieme ai membri di altre tradizioni religiose, delle vie per rendere testimonianza della dimensione trascendente della persona umana e della chiamata universale alla santità, conducendoci a praticare la virtù nella nostra vita personale e sociale. La collaborazione ecumenica in tale ambito rimane essenziale, e porterà sicuramente frutti nel promuovere la pace e l’armonia in un mondo che così spesso sembra a rischio di frammentazione”. "Allo stesso tempo, noi cristiani non dobbiamo mai esitare di proclamare la nostra fede nell’unicità della salvezza guadagnataci da Cristo, e di esplorare insieme una più profonda comprensione dei mezzi che Egli ha posto a nostra disposizione per giungere alla salvezza". "La Chiesa è chiamata ad essere inclusiva, ma mai a scapito della verità cristiana''. ''Qui - ha aggiunto - si colloca il dilemma che sta davanti a tutti coloro che sono genuinamente impegnati nel cammino ecumenico''. Come modello per ''le virtù'' necessarie per l'ecumenismo, Benedetto XVI ha proposto la figura del card. John Henry Newman, convertito dall'anglicanesimo al cattolicesimo nel XIX secolo. ''Nella figura di John Henry Newman, che sarà beatificato domenica - ha detto il Papa -, celebriamo un uomo di Chiesa la cui visione ecclesiale fu alimentata dal suo retroterra anglicano e maturò durante I suoi lunghi anni di ministero ordinato nella Chiesa d'Inghilterra. Egli ci può insegnare le virtù che l'ecumenismo esige: da una parte egli fu mosso dal seguire la propria coscienza, anche con un pesante costo personale; dall'altra, il calore della continua amicizia con i suoi precedenti colleghi, lo portò a sondare insieme a loro, con vero spirito irenico, le questioni sulle quali divergevano, mosso da una ricerca profonda dell'unità nella fede''.
Lavorare insieme, cattolici e anglicani, in nome del “vero umanesimo”, del “comune e appassionato impegno per la dignità di ogni essere umano, dall'inizio alla fine della vita”, resistendo a chi “minaccia di soffocare o negare il posto del trascendente nelle vicende umane”. Così l’arcivescovo di Canterbury si è espresso rivolgendosi al Papa. “Noi come Chiese – ha detto l’arcivescovo anglicano – non cerchiamo il potere politico o il controllo, né tantomeno il predominio della fede cristiana nella sfera pubblica, ma l'opportunità di testimoniare, di discutere, a volte di protestare, a volte di affermare, in una parola di partecipare ai dibattiti pubblici delle nostre società”. E la testimonianza dei cristiani sarà tanto più “efficace” quanto più “avremo convinto i nostri vicini che la vita di fede è una vita ben vissuta e gioiosamente vissuta”. Facendo quindi riferimento al viaggio apostolico di Benedetto XVI, Williams ha detto: “La nostra preghiera fervente è che questa visita ci dia una rinnovata forza lavorare insieme”. Ed ha aggiunto: “Incontrandoci come vescovi di comunità ecclesiali separate, dobbiamo tutti sentire che ognuno dei nostri ministeri è reso più debole a causa della nostra divisione, una comunione reale ma imperfetta. Forse non riusciremo a superare gli ultimi ostacoli che impediscono una piena e restaurata comunione, ma nessun ostacolo potrà mai frapporsi alla nostra ricerca” dell’unità. Il Papa ha offerto una copia del "Codex Pauli", un volume di 424 pagine di grandi dimensioni, concepito nello stile degli antichi codici monastici, che contiene contributi inediti dei maggiori esponenti delle principali Chiese e confessioni cristiane. Rowan Williams ha donato a Benedetto XVI un volume rilegato in cuoio con le riproduzioni in fac-simile delle miniature della Bibbia di Lambeth, un esemplare del XII secolo. E’ la prima volta nella storia che un Papa rende visita ad un arcivescovo di Canterbury nella sua residenza ufficiale di Londra, al Lambeth Palace.

Asca, SIR

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO (16-19 SETTEMBRE 2010) (VI) - il testo integrale del discorso del Papa

Il video

Padre Lombardi: la serenità e la gioia di Benedetto del Regno Unito dalla trasparenza nel comunicare la fede in Cristo, dovere e missione della Chiesa

La serenità e la gioia con cui Benedetto XVI sta affrontando il suo viaggio nel Regno Unito, nonostante le proteste annunciate, deriva dalla coscienza che la forza della Chiesa sta nella sua trasperanza nel comunicare la fede in Cristo. E' quanto ha affermato padre Federico Lombardi nell’editoriale per "Octava Dies", il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. "Rispondendo sull’aereo alla domanda se fosse preoccupato per le critiche e le opposizioni che lo attendevano nel Regno Unito, il Papa ha risposto ai giornalisti che non era preoccupato, che andava avanti con coraggio e con gioia”, ha detto il direttore della Sala Stampa vaticana. “Ha anche aggiunto la ragione del coraggio e della gioia: ha detto che la Chiesa non si deve occupare tanto di dimostrarsi forte e attrattiva, quanto di essere del tutto trasparente della persona e delle parole di Gesù Cristo”. “Se la Chiesa cerca veramente di essere questa trasparenza per le persone che la incontrano, ha fatto il suo dovere, ha compiuto la sua missione e non ha alcun motivo di avere paura. Qui sta il semplicissimo segreto della serenità del Papa anche in situazioni difficili”. “Una serenità – ha continuato padre Lombardi –, che diventa messaggio essa stessa ed esempio per i credenti. Il segreto è, infatti, la fede in Gesù Cristo. Benedetto XVI la propone con intelligenza, con fiducia e con gioia, sapendo e rispettando le domande e le difficoltà dei suoi interlocutori”. “Non per nulla, evocando la figura del card. Newman mette in rilievo la sua modernità e la sua continua ricerca della verità – ha spiegato ancora –. Sa bene che oggi l’incontro con Dio e con la fede cristiana non sono facili e scontati; ci vuole una voce e una mano amica che proponga con chiarezza e accompagni con amore a riscoprire il bello e il valore della proposta cristiana”.
“Viene accolta o no, questa proposta? Qui vi è naturalmente lo spazio della libertà di chi ascolta e la responsabilità di chi è mediatore del messaggio e può facilitare, o rendere più difficile, il suo giungere all’ascoltatore”. “Ma la proposta è bella: è quanto di meglio il Papa può offrire. Perciò la fa con gioia. E chi la accoglie, partecipa a questa gioia”, ha infine concluso.


Vian: lo voce rispettosa, amichevole e chiara del Papa è stata ascoltata con attenzione e rispetto, con buona pace dei profeti di sventura

''Con buona pace degli immancabili profeti di sventura, la visita di Benedetto XVI nel Regno Unito non poteva iniziare meglio, come mostrano le cronache e i commenti in prevalenza positivi dei media britannici''. Lo nota L'Osservatore Romano, in un editoriale pubblicato nell'edizione odierna del quotidiano pontificio firmato dal direttore Gian Maria Vian. In questo modo, commenta il giornale vaticano a metà del secondo giorno del viaggio di Papa Ratzinger, si conferma ''la fiducia che il Papa ha manifestato ai giornalisti già mentre volava verso Edimburgo e, soprattutto, mostrando il suo volto gentile e persuasivo ai cittadini di questo grande Paese moderno e multiculturale''. ''La voce rispettosa, amichevole e chiara del Pontefice è stata ascoltata con attenzione e uguale rispetto in Scozia - nell'incontro con Elisabetta ii e durante la messa a Glasgow - e nei primi impegni londinesi'', scrive ancora Vian. ''Anche in contesti secolarizzati - è la concluzione del giornale del Papa - il punto di vista religioso resta significativo e prezioso. Anzi, di fronte al dilagare pervasivo del relativismo che oscura il bene autentico dell'uomo la religione è 'garanzia di libertà e di rispetto', ha sottolineato Benedetto XVI nella liturgia celebrata per i cattolici scozzesi''.

Asca

'Avvenire': Benedetto XVI nel Regno Unito senza reticenze, con grande coraggio e con gioia. Un Papa che non si affida a omissioni o furbizie

"Senza reticenze. Con grande coraggio e con gioia. Il viaggio di Papa Benedetto nel Regno Unito è così". Con queste parole Davide Rondoni, in un editoriale pubblicato oggi sul quotidiano Avvenire, definisce il viaggio apostolico del Pontefice, specificando che "chi si aspettava un cammino intimidito, complicato da nubi di polemiche", trova invece un Papa "che non si affida a omissioni o furbizie". "E a chi si aspettava la soggezione a un clima intimidatorio a riguardo dei casi di pedofilia - prosegue Rondoni - il Papa oppone il suo sgomento". Benedetto XVI "si espone. Dice di aver subito uno choc, non si ripara difendendosi dallo scandalo di sacerdoti che si trasformano in incubo per i piccoli, ma lo sta attraversando, lo assume come parte integrante del suo coraggio e della sua fede". Secondo Rondoni, il Papa "sa bene che oggi in quelle terre ci sono forme più aggressive di secolarismo" che si spingono fino a "configurare autentiche forme di intolleranza verso il cristianesimo", tuttavia "non sorvola, chiedendo ai britannici: 'volete cedere a questa intolleranza verso la vostra stessa storia?' Non si nasconde le difficoltà, ma le affronta con grande coraggio e gioia".

Adnkronos

Arrestati cinque algerini per minacce potenziali al Papa. Padre Lombardi: pienamente fiduciosi nella polizia, il programma non verrà cambiato

Cinque persone sono state arrestate per minacce potenziali al Papa. Lo ha annunciato Scotland Yard. I cinque uomini arrestati sono algerini secondo quanto afferma Sky News. I cinque uomini arrestati oggi a Londra per minacce al Papa sono algerini. L'annuncio degli arresti è arrivato mentre il Papa incontrava i leader di altre religioni al St. Mary's University College di Londra. Benedetto XVI è stato informato degli arresti oggi a Londra ed è tranquillo, hanno riferito a Sky News fonti vaticane. ''Siamo pienamente fiduciosi nella polizia e non è necessario cambiare il programma'': è la reazione del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. ''La polizia prende le misure necessarie di precauzione. La situazione non è particolarmente pericolosa e quando ad esempio eravamo a Sarajevo era più pericolosa. Il Papa è felice di questo viaggio e il suo stato d'animo è, come ha detto arrivando, quello di gioia'', ha dichiarato Lombardi. Fonti della polizia hanno rivelato alla stampa britannica che la 'soffiata' su un potenziale attentato contro il Papa, deve essere ancora verificata e che non sono stati trovati oggetti sospetti finora. Lo riferisce The Guardian. La notizia del possibile attacco terroristico è arrivata solo poco tempo prima degli arresti, ha aggiunto la fonte. Gli uomini fermati per le minacce al Pontefice sono stati portati in una stazione di polizia nel centro di Londra dove attualmente sono sotto interrogatorio degli inquirenti. Gli arresti sono stati effettuati a Londra alle 5.45, le 6.45 in Italia. Nella capitale sono stati perquisiti uffici e abitazioni, ma in base a un comunicato di Scotland Yard al momento non sarebbe stato rinvenuto nulla di rilevante per le indagini. I cinque uomini, arrestati in base al Terrorism Act, hanno rispettivamente 26, 27, 36, 40 e 50 anni. A quanto si è appreso Scotland Yard era a conoscenza di questa potenziale minaccia contro il Pontefice, ma ha deciso che il viaggio andasse avanti come da programma. I dispositivi per il viaggio sono stati attentamente rivalutati e la polizia britannica ha fatto sapere di essere rassicurata dal piano attuale. Anche per questo, non ci saranno cambiamenti all'itinerario del Santo Padre.

Leggo, Asca, Apcom

Il Papa: perché sia fruttuoso nel dialogo interreligioso occorre reciprocità. La ricerca del sacro l'unica a soddisfare le aspettative del cuore umano

Papa Benedetto XVI ha incontrato i leaders di altre religioni nella Waldegrave Drawing Room presso il St Mary’s University College di Twickenham. All’incontro hanno prenso parte i capi delle confessioni cristiane e delle religioni maggiormente presenti nel Regno Unito: ebrei, musulmani, hindu, sikh. Al Papa sono stati rivolti degli indirizzi di saluto dal Baron Sacks of Aldgate, Rabbino Capo delle "United Hebrew Congregations of the Commonwealth", e da Khaled Azzam, direttore del "Prince’s School of Traditional Arts",
''All'interno dei loro ambiti di competenza - ha detto il Papa nel suo discorso -, le scienze umane e naturali ci forniscono una comprensione inestimabile di aspetti della nostra esistenza ed approfondiscono la nostra comprensione del modo in cui opera l'universo fisico, il quale può essere utilizzato per portare grande beneficio alla famiglia umana. E tuttavia queste discipline non danno risposta, e non possono darla, alla domanda fondamentale, perchè operano ad un livello totalmente diverso''. Benedetto XVI ha ricordato che le scienze ''non possono soddisfare i desideri più profondi del cuore umano, nè spiegarci pienamente la nostra origine ed il nostro destino, per quale motivo e per quale scopo noi esistiamo, nè possono darci una risposta esaustiva alla domanda: 'Per quale motivo esiste qualcosa, piuttosto che il niente'?'''.
La gratitudine del Papa per la “importante testimonianza” che danno “uomini e donne dello spirito” “in un tempo nel quale le convinzioni religiose non sono sempre comprese o apprezzate”. “A livello spirituale tutti noi, in modi diversi, siamo personalmente impegnati in un viaggio che offre una risposta importante alla questione più importante di tutte, quella riguardante il significato ultimo dell’esistenza umana. La ricerca del sacro non svaluta altri campi dell'indagine umana''. ''Al contrario - ha spiegato -, li pone in un contesto che amplifica la loro importanza quali vie mediante le quali esercitare responsabilmente il nostro essere amministratori della creazione''. “La ricerca del sacro – ha spiegato - è la ricerca dell’unica cosa necessaria, l’unica a soddisfare le aspettative del cuore umano”. E “la vostra presenza e testimonianza nel mondo – ha aggiunto il Papa rivolto ai leader delle altre religioni – indica la fondamentale importanza per la vita umana di questa ricerca spirituale nella quale siamo impegnati”. ''Sin dal Concilio Vaticano II la Chiesa Cattolica ha posto speciale enfasi sull'importanza del dialogo e della collaborazione con i seguaci di altre religioni. E perchè sia fruttuoso, occorre reciprocità da parte di tutte le componenti in dialogo e da parte dei seguaci delle altre religioni''. ''Penso in particolare - ha aggiunto - a situazioni in alcune parti del mondo, in cui la collaborazione e il dialogo fra religioni richiede il rispetto reciproco, la libertà di praticare la propria religione e di compiere atti di culto pubblico, come pure la libertà di seguire la propria coscienza senza soffrire ostracismo o persecuzione, anche dopo la conversione da una religione ad un'altra''.
''Una volta che tale rispetto e attitudine aperta sono stabiliti - ha concluso Benedetto XVI -, persone di tutte le religioni lavoreranno insieme in modo efficace per la pace e la mutua comprensione, offrendo perciò una testimonianza convincente davanti al mondo''. “I cattolici, sia in Gran Bretagna sia in tutto il mondo, - ha rassicurato Benedetto XVI - continueranno ad edificare ponti di amicizia con altre religioni, per sanare gli errori del passato e per promuovere fiducia fra individui e comunità”. In precedenza, il Papa ha rivolto oggi i suoi auguri agli ebrei per la festività di Yom Kippur che inizia oggi pomeriggio al tramonto. Il Pontefice ha voluto ''formulare'' i suoi ''voti alla comunità ebraica in Gran Bretagna ed in tutto il mondo per una celebrazione felice e santa dello Yom Kippur''. L'incontro con i leader religiosi e' stato fissato nella giornata di oggi, già ricca di appuntamenti, proprio per permettere ai leader ebraici di partecipare prima dell'inizio delle festività. E parole di grande stima e gratitudine ha reso al Papa, il capo rabbino Lord Sacks. “45 anni fa – ha ricordato - fu la "Nostra Aetate" a realizzare la più grande trasformazione nelle relazioni interreligiose” e “la sua visita qui, oggi segna un nuovo e vitale capitolo di quella storia".

Asca, Radio Vaticana, SIR


Il Papa: giovani, Dio desidera maggiormente che diventiate santi. Non accontentatevi di seconde scelte e ponete le speranze più profonde in Lui

Terminato l’incontro nella Cappella del St Mary’s University College di Twickenham, il Papa attraversa il Campus fino al campo sportivo dove sono riuniti circa 4000 studenti delle scuole cattoliche britanniche. Tutte le scuole cattoliche dell’Inghilterra, del Galles e della Scozia erano collegate via internet per seguire in diretta l’evento. Introdotto dal saluto del vescovo di Nottingham e presidente della Commissione Episcopale per l’Istruzione, mons. Malcolm P. McMahon, e dalla testimonianza della giovane Siobhan Bellot, il Papa ha presieduto l’inaugurazione della Fondazione "John Paul II" per lo Sport, ha benedetto un’icona e una candela, simboli della missione della Fondazione, e una campana. Una festa per celebrare i giovani e l’educazione cattolica, un evento nel quale il Papa ha ribadito la responsabilità delle scuole cattoliche verso i ragazzi loro affidati.
“Non capita spesso ad un Papa - in verità nemmeno a qualsiasi altra persona - l’opportunità di parlare contemporaneamente agli studenti di tutte le scuole cattoliche dell’Inghilterra, del Galles e della Scozia. E dal momento che ora io ho questa possibilità, c’è qualcosa che mi sta davvero molto a cuore di dirvi”: sono queste le parole con le quali Benedetto XVI ha iniziato il suo discorso. “Ho la speranza che fra voi che oggi siete qui ad ascoltarmi vi siano alcuni dei futuri Santi del ventunesimo secolo. La cosa che Dio desidera maggiormente per ciascuno di voi è che diventiate Santi. Egli vi ama molto più di quanto voi possiate immaginare e desidera per voi il massimo. E la cosa migliore di tutte per voi è di gran lunga il crescere in santità”.
''Quando si è giovani - ha proseguito -, si è soliti pensare a persone che stimiamo e ammiriamo, persone alle quali vorremmo assomigliare. Potrebbe trattarsi di qualcuno che incontriamo nella nostra vita quotidiana e che teniamo in grande stima. Oppure potrebbe essere qualcuno di famoso. Viviamo in una cultura della celebrità ed i giovani sono spesso incoraggiati ad avere come modello figure del mondo dello sport o dello spettacolo''. Per sottolineare lo stile di vita e le scelte verso la santità, il Papa ha poi affermato: “Quando vi invito a diventare santi, vi sto chiedendo di non accontentarvi di seconde scelte. Vi sto chiedendo di non perseguire un obiettivo limitato, ignorando tutti gli altri”. Esortando gli studenti delle scuole cattoliche del Regno Unito a puntare alla “santità”, Benedetto XVI ha anche spiegato come farlo: “Avere soldi rende possibile essere generosi e fare del bene nel mondo, ma, da solo, non è sufficiente a renderci felici. Essere grandemente dotati in alcune attività o professioni è una cosa buona, ma non potrà mai soddisfarci, finché non puntiamo a qualcosa di ancora più grande. Potrà renderci famosi, ma non ci renderà felici”, ha detto. “La felicità è qualcosa che tutti desideriamo, ma una delle grandi tragedie di questo mondo è che così tanti non riescono mai a trovarla, perché la cercano nei posti sbagliati. La soluzione è molto semplice – ha detto -: la vera felicità va cercata in Dio. Abbiamo bisogno del coraggio di porre le nostre speranze più profonde solo in Dio: non nel denaro, in una carriera, nel successo mondano, o nelle nostre relazioni con gli altri, ma in Dio. Lui solo può soddisfare il bisogno più profondo del nostro cuore”. ''Tutti voi - ha ricordato il Pontefice - sapete cosa accade quando incontrate qualcuno di interessante e attraente, come desideriate essere amici di quella persona. Sperate sempre che quella persona vi trovi a sua volta interessanti ed attraenti e voglia fare amicizia con voi. Dio desidera la vostra amicizia. E, una volta che voi siete entrati in amicizia con Dio, ogni cosa nella vostra vita inizia a cambiare".
"Mentre giungete a conoscerlo meglio, vi rendete conto di voler riflettere nella vostra stessa vita qualcosa della sua infinita bontà. Siete attratti dalla pratica della virtù. Incominciate a vedere l'avidità e l'egoismo, e tutti gli altri peccati, per quello che realmente sono, tendenze distruttive e pericolose che causano profonda sofferenza e grande danno, e volete evitare di cadere voi stessi in quella trappola". Sintomi del cammino verso la santità, ha detto, ci sono quando “incominciate a provare compassione per quanti sono in difficoltà e desiderate fare qualcosa per aiutarli. Desiderate venire in aiuto al povero e all’affamato, confortare il sofferente, essere buoni e generosi. Quando queste cose iniziano a starvi a cuore, siete già pienamente incamminati sulla via della santità”. "Il mondo ha bisogno di buoni scienziati, ma una prospettiva scientifica diventa pericolosamente angusta, se ignora la dimensione etica e religiosa della vita, così come la religione diventa angusta, se rifiuta il legittimo contributo della scienza alla nostra comprensione del mondo. Abbiamo bisogno di buoni storici, filosofi ed economisti, ma se la percezione che essi offrono della vita umana all'interno del loro specifico campo è centrata su di una prospettiva troppo ristretta, essi possono seriamente portarci fuori strada''. Le scuole cattoliche, ha ricordato il Pontefice, devono sempre offrire ''un orizzonte piu' grande'', ''sopra e al di là delle singole materie del vostro studio e delle varie capacità che acquisite. Tutto il lavoro che fate è posto nel contesto della crescita nell'amicizia con Dio, e da quell'amicizia tutto quel lavoro fluisce. In tal modo apprendete non solo ad essere buoni studenti, ma buoni cittadini e buone persone''. Il Papa ha concluso il suo discorso sottolineando che una scuola cattolica deve incoraggiare la conoscenza ed amicizia con Dio come anche l’amicizia con i membri di altre tradizioni religiose.

SIR, Radio Vaticana, Asca

INCONTRO CON IL MONDO DELL’EDUCAZIONE CATTOLICA AL ST MARY’S UNIVERSITY COLLEGE DI TWICKENHAM - DISCORSO AGLI STUDENTI - il testo integrale del discorso del Papa

Il video

Il Papa: l'educazione non sia utilitaristica ma formi la persona umana per una vita in pienezza. La vera saggezza inseparabile dalla conoscenza di Dio

Nel secondo giorno del viaggio nel Regno Unito, dopo aver celebrato la Santa Messa in privato nella Cappella della Nunziatura Apostolica di Londra, Papa Benedetto XVI si è recato al St Mary’s University College di Twickenham, nel quartiere londinese di Richmond, dove ha incontrato il mondo dell’Educazione Cattolica. Nella Cappella del College, il Santo Padre ha salutato circa 300 religiosi e religiose impegnati nell’educazione cattolica e un coro di giovani.
“Il compito dell’insegnante non è solo quello di impartire informazioni o di provvedere ad una preparazione tecnica per portare benefici economici alla società; l’educazione non è e non deve essere mai considerata come puramente utilitaristica. Riguarda piuttosto formare la persona umana, preparare lui o lei a vivere la vita in pienezza – in poche parole riguarda educare alla saggezza. E la vera saggezza è inseparabile dalla conoscenza del Creatore”: con queste parole Benedetto XVI si è rivolto agli insegnanti e ai religiosi. “Questa dimensione trascendente dello studio e dell’insegnamento – ha proseguito il Papa - era chiaramente compresa dai monaci che hanno così tanto contribuito alla evangelizzazione di queste isole. Sto pensando ai Benedettini che accompagnarono Sant’Agostino nella sua missione in Inghilterra, ai discepoli di San Columba, che hanno diffuso la fede in Scozia e nell’Inghilterra del Nord, a San Davide e ai suoi compagni nel Galles”. “Poiché la ricerca di Dio – ha detto ancora – “richiede un attivo impegno coi mezzi tramite i quali egli si fa conoscere - la sua creazione e la sua parola rivelata - era semplicemente naturale che il monastero dovesse avere una biblioteca ed una scuola”.
Rivolgendosi ai “molti Religiosi di vita apostolica il cui carisma comprende l’educazione dei giovani”, Benedetto XVI ha ricordato la figura di Mary Ward, fondatrice dell'ordine delle 'Dame Inglesi'. ''Guardandomi attorno oggi - ha detto il Pontefice -, vedo molti Religiosi di vita apostolica il cui carisma comprendel'educazione dei giovani. Questo mi offre l'opportunità di rendere grazie a Dio per la vita e l'opera della Venerabile Mary Ward, nativa di questa terra, la cui visione pionieristica di vita religiosa apostolica per le donne, ha portato così tanti frutti. Io stesso da giovane ragazzo sono stato educato dalle 'Dame Inglesi' e devo loro un profondo debito di gratitudine. Molti di voi appartengono ad ordini dediti all'insegnamento, che hanno portato la luce del Vangelo in terre lontane come parte del grande lavoro missionario della Chiesa ed anche per questo rendo grazie e benedico il Signore''. Ward, di cui lo stesso Papa Ratzinger ha firmato l'anno scorso il decreto che l'ha resa ''venerabile'', il primo gradino sulla strada verso la canonizzazione, in vita era stata guardata con sospetto dalla Chiesa che l'aveva messa sotto accusa per eresia e chiuso l'ordine da lei fondato. Benedetto XVI ha quindi posto l’accento sul ruolo dei religiosi nell’educazione, affermando: “Hanno un contributo unico da offrire in questo apostolato, che è anzitutto quello di testimoniare con la vita consacrata a Dio e la fedeltà, l’amore a Cristo, il Sommo Maestro. Inoltre, la presenza dei religiosi nelle scuole cattoliche è un forte richiamo all’ampiamente discusso carattere cattolico, che è necessario permei ogni aspetto della vita scolastica”. Il Papa ha espresso apprezzamento ai laici "il cui impegno - ha detto - è quello di garantire che le nostre scuole assicurino un ambiente sicuro per i bambini e i giovani". "La nostra responsabilità verso coloro che ci sono affidati per la loro formazione cristiana non richiede - ha scandito - nulla di meno". Il Papa ha poi concluso sottolineando che “la vita di fede deve essere la forza guida alla base di ogni attività nella scuola”.

Asca, SIR

Positiva la reazione della stampa britannica al viaggio del Papa: dopo sole 10 ore Benedetto XVI ha già toccato il cuore del Regno Unito

''Il Papa abbraccia Londra''. Così titola il Times sullo storico viaggio nel Regno Unito di Benedetto XVI. Il Daily Mirror mette l'accento sull'accoglienza riservata al Papa dai fedeli. ''Lo accolgono in più di 200 mila a Glasgow e Edimburgo mentre il Papa accusa gli atei di estremismo'', si legge sul tabloid di sinistra, che non si risparmia una maliziosa critica. Entusiasta per l'arrivo di Benedetto XVI l'Indipendent, secondo cui la visita ''è un'occasione storica'' e l'incontro con l'arcivescovo di Canterbury ''una dimostrazione di unità delle due chiese''. Più scettico The Guardian, che concentra l'attenzione sul discorso ''più apertamente politico'' che il Papa terrà oggi, ''mentre continuano le proteste''. Anche i giornali scozzesi puntano i riflettori sul viaggio papale. Il Daily record ammette che Benedetto XVI, ''dopo sole 10 ore, ha già toccato il cuore della nazione''. The Scotsman invece è più critico e mette in risalto la ''feroce critica del Papa al mondo laico'', che ha attaccato ''l'ateismo aggressivo'', invitando i cattolici ''a respingere una vita brillante ma superficiale offerta dalla società moderna''. Lodi anche dall'Express, che sottolinea l'elogio del Papa ''alla tolleranza della Gran Bretagna'' e alla sua ferma presa di posizione contro il nazismo.

Asca

Il 'SIR': la risorsa decisiva delle radici cristiane nocciolo del viaggio di Benedetto XVI nel Regno Unito e grande nodo dell'Europa e dell'Occidente

Il ''nocciolo'' del viaggio di Papa Benedetto XVI in Inghilterra e Scozia è quello delle ''radici cristiane'', il ''nodo dell'Europa, dell'Occidente'', un ''nodo aggrovigliato, perchè le stesse classi dirigenti europee sanno che non si può fare a meno del cristianesimo ma, nello stesso tempo, non possono riconoscere questo fatto''. Lo afferma l'agenzia SIR in una sua nota dedicata al primo giorno del viaggio papale nel Regno Unito. ''Nel compito 'stimolante' di essere 'una società moderna e multiculturale' - si osserva - c'è una condizione, posta sotto forma di augurio: che la Gran Bretagna 'possa mantenere sempre il rispetto per quei valori tradizionali e per quelle espressioni culturali che forme aggressive di secolarismo non stimano più, nè tollerano più'. Insomma, 'le profonde radici cristiane che sono tuttora presenti in ogni strato della vita britannica' devono poter svilupparsi, sono una risorsa decisiva, nell'interesse di tutti''. Per Papa Ratzinger, quindi, ''non c'è insomma alcun inevitabile destino, nè alcuna identificazione tra i radicali processi di secolarizzazione e la modernità, che invece ha bisogno costante di essere vivificata e fecondata della sua radice cristiana''. Si tratta, conclude il SIR, di ''un punto cruciale e di grande delicatezza ma è il grande nodo della questione dell'Occidente, oggi. Su questo si può sviluppare anche il dialogo ecumenico. In ogni caso si deve sviluppare l'impegno''.

SIR