domenica 1 aprile 2012

Fino a Pasqua a Roma il Forum UNIV 2012 sul tema 'La forza della bellezza'. Il grazie a Benedetto XVI per il viaggio in Messico e a Cuba

Sono 3000, provengono da ogni parte del mondo e ogni anno a Pasqua si riuniscono a Roma. Sono gli studenti che partecipano al Forum UNIV 2012 dal 31 marzo all’8 aprile e quest’anno consegneranno al Papa una lettera di ringraziamento per il suo recente viaggio in America Latina. “La forza della bellezza” è il tema scelto come argomento di dibattito fra gli universitari di 200 università di tutto il mondo riuniti per la 45° edizione del Forum 2012. Mercoledì 4 aprile i partecipanti del Forum saranno presenti all'Udienza generale del mercoledì con il Santo Padre. In quell’occasione consegneranno a Benedetto XVI una lettera con le dediche di studenti di tutto il mondo per esprimere al Pontefice la gratitudine per il suo recente viaggio in America Latina. Giovanni Vassallo, portavoce del Forum, spiega che gli studenti accolgono “con gioia il richiamo del Papa a tutti i popoli dell’America Latina a "non cedere alla mentalità utilitaristica, che finisce sempre per sacrificare i più deboli ed indifesi. Per questo gli siamo grati”. Il Forum prevede numerose manifestazioni culturali in vari luoghi di Roma: conferenze, colloqui, mostre, concerti, gruppi di studio, tavole rotonde. Tra gli ospiti delle conferenze di quest’anno il musicista Ennio Morricone, l’artista giaponese Etsuro Sotoo, architetto che da tempo lavora alla Chiesa della Sagrada Familia a Barcellona e i professoriScott Hahn e Jeffrey Langan, della Holy Cross College at Notre Dame, Indiana, USA. Una delle attività centrali del Convengo è il Forum di Iniziative sociali, uno spazio dedicato alla presentazione di progetti di volontariato e solidarietà di cui sono protagonisti gli studenti universitari di tutto il mondo. Tra questi, particolarmente significativi sono i campi di lavoro di giovani italiani in Guatemala, Nicaragua, Camerun; di giovani australiani in Vietnam; di giovani spagnoli in Kenya, Costa d’Avorio; di giovani statunitensi in Messico ed Ecuador. Saranno inoltre presentate attività sociali a favore dei più poveri nelle periferie delle grandi città universitarie del mondo.“L’UNIV - dice Vassallo – vuole essere, per i giovani di tutto il mondo, un luogo di incontro e di ricerca per studenti universitari che vogliono essere utili, che cercano l’impegno, che desiderano servire la società". E aggiunge: "Questo incontro universitario vuole contribuire a superare i pregiudizi: nell’università è possibile un dialogo fra le persone e fra i saperi, tra fede e ragione, tra scienza e rivelazione, fra tecnica ed etica, fra credenti e non credenti. Questa, almeno, è la nostra esperienza”. Presidente del Forum UNIV 2011 è il professore tedesco Stefan Moeckl. Gli incontri UNIV sono nati nel 1968 su ispirazione e incoraggiamento di San Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei. Sono coordinati dall’Istituto per la Cooperazione Universitaria (ICU) di Roma. Il numero di partecipanti in questi ultimi 44 anni è stato di più di 100.000. Ogni anno gli studenti universitari sono stati ricevuti dal Pontefice, prima Paolo VI, poi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Il testo di quegli incontri e l’elenco dei temi delle 44 edizioni precedenti dell’Univ assieme ad altre informazioni sul congresso sono disponibili sul sito www.univforum.org. La Prelatura dell'Opus Dei organizza attività di formazione cristiana che accompagnano il programma del convegno. L’incontro costituisce un'opportunità per conoscere la città di Roma seguendo le orme della storia della Chiesa sin dai primi secoli.

Korazym.org

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Online il sito ufficiale del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile italiana

Da oggi, 1° aprile, Domenica delle Palme e XXVII Giornata Mondiale della Gioventù, è online il nuovo sito ufficiale www.gmgrio2013.it del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile italiana della Conferenza Episcopale italiana. Inizia l'itinerario di preparazione alla XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, che si svolgerà a Rio de Janeiro, in Brasile, dal 23 al 28 luglio 2013. Verranno condivise, sulla piattaforma, tutto ciò che nelle diocesi italiane sarà messo in cantiere per accompagnare i giovani a vivere l’incontro con il Papa e i giovani di tutto il mondo. Interazione, condivisione, comunicazione, formazione, sono le coordinate entro le quali sarà costruito e animato il nostro sito, perché la GMG sia l’occasione per “crescere insieme” nella Fede e nella comunione con Cristo, nella Chiesa, tra tutti noi, cari amici e “abitanti digitali”.

GMG 2011

Il Papa in Messico e a Cuba. La Pasqua dell'isola. In ogni gesto del Pontificato di Benedetto XVI la carità segna il senso stesso del suo agire

La pioggia fa fiorire il deserto. A Cuba il vento Benedetto ha portato ai cristiani la possibilità di celebrare il Venerdì Santo. Un segno molto positivo, dice padre Lombardi, con l'augurio "che ciò favorisca la partecipazione alle celebrazioni religiose e felici festività pasquali, e che anche in seguito la visita del Santo Padre continui a portare i frutti desiderati per il bene della Chiesa e di tutti i cubani". E pensare che in Italia è ancora giorno lavorativo! Merito del teologo della carità. Potrà essere questo il modo di definire nella storia della Chiesa Benedetto XVI. E non solo per la bellissima Enciclica "Deus Caritas est", un vero inno da “grande innamorato” di Dio più che da “grande inquisitore” come qualcuno ha voluto descrivere Joseph Ratzinger. In ogni gesto del suo Pontificato la carità segna il senso stesso del suo agire. E in modo teologicamente profondo. Perché carità, amore è la parola chiave del cristianesimo che semplifica la vita e chiarisce le idee. Come a Cuba ad esempio. Quando Benedetto XVI ha lasciato l’aeroporto de L’Habana pioveva. Lo stesso successe 14 anni fa quando Giovanni Paolo II partì dallo stesso aeroporto. Il primo Papa a visitare l’isola ne trasse un insegnamento ed un incoraggiamento: “Quando noi cantiamo nella liturgia 'Rorate coeli desuper et nubes pluant iustum', questo rappresenta un incoraggiamento...Questa pioggia delle ultime ore della mia permanenza a Cuba può significare un incoraggiamento. Voglio esprimere il mio augurio che questa pioggia sia un segno buono di un rinnovato incoraggiamento nella vostra storia”. Dare coraggio è un gesto forte, un gesto di carità, di amore. Benedetto XVI non ha improvvisato nulla a sulla pioggia, ma poco prima aveva offerto un grande gesto di carità intellettuale ad un uomo che ha fatto della avversione alla fede la sua bandiera: Fidel Castro. Un uomo sopravvissuto al suo stesso mito, segnato dalla malattia e tormentato dai dubbi, dalle domande di senso che solo con la carità, l’amore possono trovare risposta. Ecco il gesto che i cieli di Cuba hanno salutato con la pioggia, forse. Il colloquio di Benedetto XVI con Fidel Castro è una testimonianza della carità che solo un uomo di grande fede e di grande sapienza può offrire. Nessuno sa che cosa c’è nel cuore di un uomo come lui, ma forse per il Papa è stato il vero incontro con le sofferenze del popolo cubano. Un incontro senza protocollo, senza politica, senza retorica. Perfino Fidel ha parlato di carità, grato per la Beatificazione della maestra contemporanea della carità: Madre Teresa di Calcutta. Un incontro che lo stesso Benedetto XVI ha voluto riassumere per il resto del mondo, con un gesto di riservatezza che si adatta perfettamente al suo stile. Carità anche questa. L’esortazione improvvisata di Karol Wojtyla e il colloquio intimo di Joseph Ratzinger sono due aspetti dello stesso cuore palpitante della Chiesa che ascolta e ama. E un’ottima occasione per la Chiesa, la Sede Apostolica di dimostrare con i gesti la carità attraverso Cor Unum, strumento di carità che da decenni si occupa di aiuti umanitari per Cuba. La pioggia fa fiorire il deserto, e come nel 1997 in Natale divenne giorno festivo in preparazione alla visita di Giovanni Paolo II, così il Venerdì Santo del 2012 la gente di Cuba non dovrà lavorare. É il grazie del presidente Raúl Castro al Papa. Chissà se consigliato dal fratello Fidel. Un’ottima introduzione alla Settimana Santa, tempo in cui l’Amore diventa Salvezza.

Angela Ambrogetti, Korazym.org

Il Papa: nel vostro cuore abiti la vera gioia, che deriva dall’amore e che non viene meno nell’ora del sacrificio. Siate lieti testimoni di Cristo!

Al termine della solenne celebrazione liturgica della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, il Santo Padre Benedetto XVI ha recitato l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini presenti in Piazza San Pietro: "Desidero rivolgere un cordiale saluto a tutti i presenti: ai signori cardinali, ai fratelli vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose e a tutti i fedeli. Un saluto speciale rivolgo al Comitato organizzatore della scorsa GMG di Madrid e a quello che sta organizzando la prossima, di Rio de Janeiro; come pure ai delegati all'Incontro Internazionale sulle Giornate Mondiali della Gioventù, promosso dal Pontificio Consiglio per il Laici, qui rappresentato dal presidente, card. Riłko, e dal segretario, mons. Clemens". In spagnolo Benedetto XVI si è rivolto in particolar modo ai giovani madrileni, accompagnati dal loro pastore, il card. Antonio María Rouco Varela: "All’inizio della Settimana Santa – ha affermato – vi invito a partecipare con fede e devozione alla celebrazione annuale dei misteri della Passione e Risurrezione di Gesù Cristo e sperimentare la grandezza del suo amore, che ci libera dal peccato e dalla morte, e ci apre le porte a un’autentica gioia". In portoghese ha
sottolineato: "Con spirito allegro, così connaturato ai brasiliani, saprete accogliere Cristo, unico Redentore". In francese l’esortazione ad "aprire le porte del cuore a Cristo", a cui dobbiamo affidare "i giovani che conoscono la malattia, l’handicap, la sofferenza morale, la disperazione, l’incertezza per il futuro". In polacco ha evidenziato: "La gioia, che scaturisce dalla consapevolezza che Dio ci ama, è un elemento centrale dell’esperienza cristiana. In un mondo spesso segnato da tristezza e inquietudini, è una testimonianza importante della bellezza e dell’affidabilità della fede. Siate lieti testimoni di Cristo!".
"Cari amici, prego perché nel vostro cuore abiti la vera gioia, quella che deriva dall’amore e che non viene meno nell’ora del sacrificio. A tutti l’augurio di una buona Settimana Santa e una buona Pasqua!", ha concluso nei saluti in italiano.
Al termine, il Papa ha compiuto in jeep scoperta e con ancora i paramenti liturgici un giro nei settori gremiti da circa 100mila persone (ai 60mila presenti per l'inizio del rito se ne sono aggiunti infatti molti altri arrivati per l'appuntamento dell'Angelus). "Viva il Papa", gridavano in italiano i fedeli tra i quali migliaia di studenti di tutto il mondo presenti a Roma in occasione del raduno "Univ 2012" organizzato dalla Prealtura dell'Opus Dei.

TMNews, SIR, Agi

LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS

Il Papa: siamo chiamati a seguire il Re che sceglie come trono la croce, un Messia che non ci assicura una facile felicità terrena ma quella del cielo

Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, in Piazza San Pietro, la solenne celebrazione liturgica della Domenica delle Palme e della Passione del Signore. Il Papa ha benedetto le palme e gli ulivi e, al termine della processione, ha celebrato la Santa Messa della Passione del Signore. Circa 60mila persone hanno assistito alla celebrazione, con un centinaio di cardinali e prelati della Curia romana che precedevano Benedetto XVI in preghiera sulla jeep bianca scoperta. Alla celebrazione hanno preso parte, in occasione della ricorrenza diocesana della XXVII Giornata Mondiale della Gioventù sul tema "Siate sempre lieti nel Signore!" (Fil 4,4) giovani di Roma e di altre diocesi.
"La Domenica delle Palme - ha esordito il Pontefice nell'omelia - è il grande portale che ci introduce nella Settimana Santa, la settimana nella quale il Signore Gesù si avvia verso il culmine della sua vicenda terrena. Egli sale a Gerusalemme per portare a compimento le Scritture e per essere appeso sul legno della croce, il trono da cui regnerà per sempre, attirando a sé l'umanità di ogni tempo e offrendo a tutti il dono della redenzione". Nell’ultimo tratto del percorso sono due gli episodi che si verificano: la guarigione del cieco Bartimeo, un segno prodigioso, e la processione di Gesù verso Gerusalemme, con i pellegrini che esultano perché “il Messia desiderato è finalmente giunto”. Sull'acclamazione con cui i giovani ebrei hanno accolto Gesù, "Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli!", Benedetto XVI ha affermato: "Questa acclamazione festosa, trasmessa da tutti e quattro gli Evangelisti, è un grido di benedizione, un inno di esultanza: esprime l'unanime convinzione che, in Gesù, Dio ha visitato il suo popolo e che il Messia desiderato finalmente è giunto. E tutti sono lì, con la crescente attesa per l'opera che il Cristo compirà una volta entrato nella sua città. Ma qual è il contenuto, la risonanza più profonda di questo grido di giubilo?". "Colui che è acclamato dalla folla come il benedetto è, nello stesso tempo, Colui nel quale sarà benedetta l’umanità intera. Così, nella luce del Cristo, l’umanità si riconosce profondamente unita e come avvolta dal manto della benedizione divina, una benedizione che tutto permea, tutto sostiene, tutto redime, tutto santifica". Benedetto XVI ha quindi evidenziato "un primo grande messaggio che giunge a noi dalla festività di oggi: l'invito ad assumere il giusto sguardo sull'umanità intera, sulle genti che formano il mondo, sulle sue varie culture e civiltà. Lo sguardo che il credente riceve da Cristo è lo sguardo della benedizione: uno sguardo sapiente e amorevole, capace di cogliere la bellezza del mondo e di compatirne la fragilità". "In questo sguardo traspare lo sguardo stesso di Dio sugli uomini che Egli ama e sulla creazione, opera delle sue mani", ha detto ancora il Papa. "Il nodo della festa di oggi è proprio questo: chi è per noi Gesù di Nazaret? Che idea abbiamo del Messia, che idea abbiamo di Dio? È una questione cruciale, questa, che non possiamo eludere, tanto più che proprio in questa settimana siamo chiamati a seguire il nostro Re che sceglie come trono la croce; siamo chiamati a seguire un Messia che non ci assicura una facile felicità terrena, ma la felicità del cielo, la beatitudine di Dio". "Dobbiamo allora chiederci: quali sono le nostre vere attese? quali i desideri più profondi, con cui siamo venuti qui oggi a celebrare la Domenica delle Palme e ad iniziare la Settimana Santa?", ha detto il Santo Padre. Il Papa si è quindi rivolto ai giovani: "Questa è in modo particolare la vostra Giornata, dovunque nel mondo è presente la Chiesa. Per questo vi saluto con grande affetto! La Domenica delle Palme sia per voi il giorno della decisione, la decisione di accogliere il Signore e di seguirlo fino in fondo, la decisione di fare della sua Pasqua di morte e risurrezione il senso stesso della vostra vita di cristiani". "E' la decisione che porta alla vera gioia, come ho voluto ricordare nel Messaggio ai Giovani per questa Giornata - 'Siate sempre lieti nel Signore', e come avvenne per santa Chiara di Assisi - ha ricordato Benedetto XVI -, che, ottocento anni or sono, trascinata dall'esempio di san Francesco e dei suoi primi compagni, proprio nella Domenica delle Palme, lasciò la casa paterna per consacrarsi totalmente al Signore: aveva diciotto anni ed ebbe il coraggio della fede e dell'amore, di decidersi per Cristo, trovando in Lui la gioia e la pace". Il Pontefice ha espresso l'auspicio che "siano in particolare due i sentimenti di questi giorni: la lode, come hanno fatto coloro che hanno accolto Gesù a Gerusalemme con i loro 'osanna'; ed il ringraziamento, perché in questa Settimana Santa il Signore Gesù rinnoverà il dono più grande che si possa immaginare: ci donerà la sua vita, il suo corpo e il suo sangue, il suo amore. Ma a un dono così grande dobbiamo rispondere in modo adeguato, ossia con il dono di noi stessi, del nostro tempo, della nostra preghiera, del nostro stare in comunione profonda d'amore con Cristo che soffre, muore e risorge per noi. Gli antichi Padri della Chiesa hanno visto un simbolo di tutto ciò nel gesto della gente che seguiva Gesù nel suo ingresso in Gerusalemme, il gesto di stendere i mantelli davanti al Signore. Davanti a Cristo – dicevano i Padri – dobbiamo stendere la nostra vita, le nostre persone, in atteggiamento di gratitudine e di adorazione". Concludendo la sua omelia, il Papa ha rievocato le bellissime parole di Sant’Andrea, vescovo di Creta che, guardando al gesto di stendere i mantelli per terra davanti al Signore, esortava a stendere la nostra vita, in atteggiamento di adorazione e gratitudine, a stendere noi stessi “rivestiti della sua grazia”. “Prostriamoci ai suoi piedi come tuniche distese...per poter offrire al vincitore della morte non più semplici rami di palma, ma trofei di vittoria”.

AsiaNews, TMNews, Radio Vaticana

CELEBRAZIONE DELLA DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE - il testo integrale dell'omelia del Papa