domenica 8 maggio 2011
Benedetto XVI: esperienza meravigliosa, mi sento confermato nella fede dal viaggio. Il Patriarca Scola: il Nordest vuol bene al Papa, a questo Papa
Il Papa a Nordest
La visita alla restaurata Cappella della Trinità e l'inaugurazione dei locali della Biblioteca Marcianum. Il Papa rientra a Roma, conclusa la visita
Dopo una mezz’ora il Papa è uscito accolto dai bambini festanti della scuola San Giuseppe e del Giovanni Paolo I. Applausi e urla di "Viva il Papa" mentre il vento di bora rinforzava e per le barche in attesa cominciava ad esserci qualche problema. Sul sagrato della Salute, risistemato e ripulito per la visita del Papa, una compagnia di mimi, uomini del servizio d’ordine, centinaia di ospiti che si erano fermati per seguire la visita del Pontefice. Tra questi una signora portarice di handicap. Non riusciva a passare perché non aveva il pass. Ce l’ha fatta grazie all’interessamento di un ispettore di polizia, Mirco De Benetti. Poi il Papa ha salutato la folla raccolta sul sagrato della Chiesa della Salute, è salito sul motoscafo della Guardia di Finanza e si è diretto all’aeroporto di Tessera, dove era ad attenderlo l’aereo dell’Aeronautica militare che in serata lo ha riportato a Ciampino.
Zenit, La Nuova Venezia
L'abbraccio di Benedetto XVI all'operaia che si batte per non far morire la fabbrica di Marghera: coraggio, non perdete la speranza
Il Gazzettino.it, La Nuova Venezia
Il Papa: una città che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo dalle sorgenti benefiche dell’arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini
"Nell'ambito di una città qualunque essa sia - ha spiegato il Pontefice - anche le scelte di carattere amministrativo culturale ed economico dipendono in fondo da questo orientamento fondamentale, che possiamo chiamare 'politico' nell'accezione più nobile e più alta del termine. Si tratta di scegliere tra una città 'liquida', patria di una cultura che appare sempre più quella del relativo e dell'effimero e una citta' che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo alle sorgenti benefiche dell'arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini e tra i popoli". La seconda parola, 'salute'. "La salute è una realtà onnicomprensiva, integrale: va dallo stare bene che ci permette di vivere serenamente una giornata di studio e di lavoro, o di vacanza, fino alla 'salus animae', da cui dipende il nostro destino eterno". "Dio - ha spiegato il Papa - si prende cura di tutto l'uomo, senza escludere nulla. Si prende cura della nostra salute in senso pieno. Lo dimostra Gesù che ha guarito malati di ogni genere, ma ha anche liberato gli indemoniati, ha rimesso i peccati, ha risuscitato i morti". La fede, ha aggiunto, "guarisce dalla durezza di cuore, dalla chiusura egocentrica e gli fa gustare la possibilità di trovare veramente se stesso perdendosi per amore di Dio e del prossimo". Infatti, "gloria di Dio è la piena salute dell'uomo, e questa consiste nello stare in relazione profonda con Dio". "Possiamo dirlo - ha concluso Papa Ratzinger - anche con i termini cari al neo-beato Giovanni Paolo II: l'uomo è la via della Chiesa, e il Redentore dell'uomo è Cristo". Infine, "Serenissima", il nome della Repubblica Veneta. "Un titolo – ha detto il Santo Padre - davvero stupendo, si direbbe utopico, rispetto alla realtà terrena, e tuttavia capace di suscitare non solo memorie di glorie passate, ma anche ideali trainanti nella progettazione dell’oggi e del domani, in questa grande regione".
"Serenissima" in senso pieno è "solamente la Città celeste", eppure "il Cristianesimo concepisce questa Città santa, completamente trasfigurata dalla gloria di Dio, come una meta che muove i cuori degli uomini e spinge i loro passi, che anima l’impegno faticoso e paziente per migliorare la città terrena". Rilegge il Concilio Vaticano II Benedetto XVI: l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, ma stimolare il lavoro nella terra presente. "Noi ascoltiamo queste espressioni in un tempo nel quale si è esaurita la forza delle utopie ideologiche e non solo l'ottimismo ma anche la speranza è in crisi. Non dobbiamo allora dimenticare che i Padri conciliari, che ci hanno lasciato questo insegnamento - ha ricordato il Papa - avevano vissuto l'epoca delle due guerre mondiali e dei totalitarismi". "La loro prospettiva - ha sottolineato il Pontefice - non era certo dettata da un facile ottimismo ma dalla fede cristiana che anima la speranza al tempo stesso grande e paziente aperta sul futuro e attenta alle situazioni storiche". "In questa stessa prospettiva il nome 'Serenissima' ci parla di una civiltà della pace, fondata sul mutuo rispetto, sulla reciproca conoscenza, sulle relazioni di amicizia - ha spiegato Benedetto XVI - Venezia ha una lunga storia e un ricco patrimonio umano, spirituale artistico per essere capace anche oggi di offrire un prezioso contributo nell'aiutare gli uomini a credere in un futuro migliore e a impegnarsi a costruirlo". Ma per questo "non deve avere paura di un altro elemento emblematico, contenuto nello stemma di San Marco: il Vangelo. Il Vangelo è la più grande forza di trasformazione del mondo, ma non è un’utopia, né un’ideologia". Benedetto XVI ha concluso il suo intervento ringraziando il patriarca di Venezia, salutando la Comunità ebraica di Venezia e rivolgendo un pensiero anche ai musulmani che vivono in questa città.
SIR, TMNews, Adnkronos
VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - VI - il testo integrale del discorso del Papa
La traversata del Canal Grande di Benedetto XVI in gondola. L'emozione dei regatanti: una persona eccezionale, li è piaciuto e quasi si è divertito
"È più emozionante di una regata storica": così Bruno Dei Rossi, uno dei quattro regatanti, tutti gondolieri, che hanno portato Benedetto XVI. "La sento tantissimo - dice Dei Rossi - anche per il ricordo di mio padre, Albino "Strigheta" Dei Rossi, oggi faccio quello che ha fatto mio padre con il Papa precedente. Non capita tutti i giorni di portare in gondola il Pontefice, credo che questa sia davvero la più grande emozione della mia carriera". "Non ci sono regate che tengano, questa cosa la senti dentro - conclude - sono due giorni che non riesco a dormire, è una grande responsabilità". Il regatante Giampaolo D'Este, da parte sua, sente "di rappresentare la nostra categoria e la città, è un’emozione che non capita tutti i giorni". La divisa indossata dai quattro regatanti è da cerimonia, per l’occasione in bianco e giallo con i colori del Papa, ha spiegato. "Un grandissimo onore", afferma infine Igor Vignotto, il quarto regatante del Pontefice. "Stamattina volevo andare alla Messa a San Giuliano ma avevo paura ci fossero problemi per il rientro, ci è andata la mia famiglia - afferma - sono emozionato, ieri mi sono confessato, era già un po' di tempo che mi ero riavvicinato alla religione, e ora porterò il Pontefice".
Appena sceso il Pontefice per i quattro l'emozione era ancora viva. "Tutto bene - sono le parole, ovviamente in dialetto, di Giampaolo D’Este - sicuramente al Papa è piaciuto e direi quasi che si è divertito. Per me? Valeva la pena di arrabbiarsi per esserci, perché non so quante altre volte avrò questa opportunità". Il più emozionato è Bruno Dei Rossi. "Ho ancora la pelle d’oca: di solito, in gara, quando parti va via tutta l’emozione, ma stavolta non è andata così". E rivela un aneddoto: "Siamo stati io e Giampaolo ad aiutare il Santo Padre a salire a bordo: avevamo paura, ma direi che è saltato in barca da solo, senza nessun problema e anzi con una notevole agilità". "È una persona eccezionale - aggiunge il fratello Franco - perchè ci ha detto di ringraziare anche tutti i colleghi e ha voluto dare la mano a tutti i gondolieri presenti". Infine Igor Vignotto: la sua fama di duro, stavolta, proprio non emerge. "Ci ha ringraziato tante volte. Fino a poco prima di ricevere il Papa a bordo non ero tanto emozionato, ma l’emozione è poi arrivata tutta in un colpo ed è stata vera. Per fortuna, è andato tutto bene".
TMNews, Ansa
Video: il passaggio in gondola del Papa
Il Papa: amata Chiesa di Venezia non avere paura di andare controcorrente per incontrare Gesù, di puntare verso l’alto per incrociare il suo sguardo
“Oggi devo fermarmi a casa tua. In fretta scese e l’accolse”: Benedetto XVI ha svolto il suo ragionamento partendo dall’incontro tra Gesù e Zaccheo, tema della visita pastorale del Patriarca Scola. "L'autentica realizzazione dell'uomo e la sua vera gioia non si trovano nel potere, nel successo, nel denaro, ma soltanto in Dio", ha detto. Zaccheo, ha ricordato il Papa, sembra avere tutto, ma in realtà si rende conto che quanto possiede non gli basta, sente il desiderio di andare oltre. Ed ecco che l’incontro con Gesù cambia per sempre la vita di Zaccheo:“Amata Chiesa che sei in Venezia! Imita l’esempio di Zaccheo e vai oltre! Supera e aiuta l’uomo di oggi a superare gli ostacoli dell’individualismo, del relativismo; non lasciarti mai trarre verso il basso dalle mancanze che possono segnare le comunità cristiane. Sforzati di vedere da vicino la persona di Cristo, che ha detto: 'Io sono la via, la verità e la vita'”. "Come successore dell’Apostolo Pietro, visitando in questi giorni la vostra terra – ha sostenuto il Pontefice -, ripeto a ciascuno di voi: "Non abbiate paura di andare controcorrente per incontrare Gesù, di puntare verso l'alto per incrociare il suo sguardo". "Avanzate fiduciosi nel sentiero della nuova evangelizzazione - ha proseguito Benedetto XVI - nel servizio amorevole dei poveri e nella testimonianza coraggiosa all'interno delle varie realtà sociali. Siate consapevoli d'essere portatori di un messaggio che è per ogni uomo e per tutto l'uomo; un messaggio di fede, di speranza e di carità".
Ai sacerdoti, il Papa ha chiesto di continuare a svolgere con generosità e dedizione il proprio ministero, cercando di donarsi totalmente a Dio. Rivolgendosi poi ai laici impegnati nella Chiesa, il Pontefice ha ribadito l'importanza del loro ruolo. "La Chiesa ha bisogno dei vostri doni e del vostro entusiasmo. Sappiate dire 'sì' a Cristo che vi chiama ad essere suoi discepoli, ad essere santi. Vorrei ricordare, ancora una volta - ha proseguito - che la "santità" non vuol dire fare cose straordinarie, ma seguire ogni giorno la volontà di Dio, vivere veramente bene la propria vocazione, con l'aiuto della preghiera, della Parola di Dio, dei Sacramenti e con lo sforzo quotidiano della coerenza. Sì, ci vogliono fedeli laici affascinati dall'ideale della "santità", per costruire una società degna dell'uomo, una civiltà dell'amore". Il Papa ha, così, elogiato l’impegno del Patriarcato nel rilanciare la catechesi degli adulti e delle nuove generazioni, a partire dalle piccole comunità, quasi dei “cenacoli domestici”. Dal Pontefice, inoltre, l’esortazione a non risparmiare energie nell’annuncio del Vangelo e nell’educazione cristiana, dedicando una particolare cura alla formazione dei bambini e dei giovani. Benedetto XVI ha ricordato la necessità di "rilanciare l’evangelizzazione e la catechesi degli adulti e delle nuove generazioni", di "dedicare particolare cura alla formazione cristiana dei bambini, degli adolescenti e dei giovani", "di un sempre maggiore impegno nella carità" e di "manifestare con chiarezza il volto missionario della parrocchia". Quindi, il Papa ha concluso il suo discorso ribadendo che “la comunione con il Signore è sempre anche comunione con gli altri”. Per questo, la nostra vita spirituale “dipende essenzialmente dall’Eucaristia”: “Dall’Eucaristia, fonte inesauribile di amore divino, potrete attingere l’energia necessaria per portare Cristo agli altri e per portare gli altri a Cristo, per essere quotidianamente testimoni di carità e di solidarietà e per condividere i beni che la Provvidenza vi concede con i fratelli privi del necessario”.
TMNews, SIR, Radio Vaticana
VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - V - il testo integrale del discorso del Papa
Benedetto XVI in motoscafo sul Canal Grande accompagnato dalle imbarcazioni a remi vestite a festa. In Patriarcato il pranzo con i vescovi
Agi, Adnkronos, Ansa
Il Papa: nel Risorto ha inizio il mondo nuovo di amore e pace, profonda aspirazione di ogni cuore umano. La Vergine Maria ci conduce docilmente a Lui
AsiaNews, TMNews
VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - IV - il testo integrale del saluto del Papa
Il Papa: rendere conto della speranza cristiana all’uomo moderno sopraffatto da problematiche che pongono in crisi i fondamenti del suo essere e agire
All'inizio dell'omelia il Santo Padre si è detto lieto di celebrare l'Eucarestia nel parco mestrino: "Uno spazio dove abitualmente non si celebrano riti religiosi, ma manifestazioni culturali e musicali - ha detto -. Oggi questo spazio ospita Gesù risorto". Parole di gioia e speranza quelle del Papa, perchè la “conversione cristiana è anche e soprattutto fonte di gioia, di speranza e di amore. Essa è sempre opera di Cristo risorto, Signore della vita, che ci ha ottenuto questa grazia per mezzo della sua passione e ce la comunica in forza della sua risurrezione”.
Così come il tema della visita, "Tu conferma la nostra fede", il Pontefice ha affermato: "Sono venuto tra voi come vescovo di Roma, e continuatore del ministero di Pietro, per confermarvi nella fedeltà al Vangelo". "Come in passato, quando le comunità nate da Aquileia si distinsero per fervore apostolico e dinamismo pastorale, anche oggi occorre promuovere e difendere con coraggio la verità e l'unità di fede. Occorre rendere conto della speranza cristiana all'uomo moderno, sopraffatto non di rado da vaste ed inquietanti problematiche che pongono in crisi i fondamentali del suo stesso agire". Benedetto XVI non ha mancato di ricordare come nei secoli il cristianesimo abbia accompagnato il cammino di tanti popoli. Una fede che oggi trova testimonianze nelle chiese, nell’arte, negli ospedali, nelle biblioteche del territorio e nella tutela dell’ambiente. Il Pontefice ha sottolineato un rischio presente oggi nella Chiesa: “Questo essere di Cristo rischia di svuotarsi della sua verità e dei suoi contenuti più profondi; rischia di diventare un orizzonte che solo superficialmente - e negli aspetti piuttosto sociali e culturali -, abbraccia la vita; rischia di ridursi ad un cristianesimo nel quale l’esperienza di fede in Gesù crocifisso e risorto non illumina il cammino dell’esistenza”, situazione simile a quella dei discepoli di Emmaus che “facevano ritorno a casa immersi nel dubbio, nella tristezza e nella delusione”. “Il problema del male, del dolore e della sofferenza, il problema dell’ingiustizia e della sopraffazione, la paura degli altri, degli estranei e dei lontani che giungono nelle nostre terre e sembrano attentare a ciò che noi siamo, portano i cristiani di oggi a dire con tristezza: noi speravamo che il Signore ci liberasse dal male, dal dolore, dalla sofferenza, dalla paura, dall’ingiustizia”.
E proprio dall’episodio di Emmaus il Papa ha tratto alcune indicazioni per una conversione all’essere Santi: occorre “lasciarsi istruire da Gesù...ascoltando e amando la Parola di Dio”, “sedersi a tavola con il Signore” nell’Eucaristia, “rimanere con Gesù che è rimasto con noi, assimilare il suo stile di vita donata, scegliere con lui la logica della comunione tra di noi, della solidarietà e della condivisione”. “C’è un grande sforzo da compiere – ha sottolineato il Papa - perché ogni cristiano, qui nel Nord-est come in ogni altra parte del mondo, si trasformi in testimone, pronto ad annunciare con vigore e con gioia l’evento della morte e della risurrezione di Cristo”. "Conosco - ha assicurato il Pontefice - la cura che, come Chiese del Triveneto, ponete nel cercare di comprendere le ragioni del cuore dell'uomo moderno e come, richiamandovi alle antiche tradizioni cristiane, vi preoccupate di tracciare le linee programmatiche della nuova evangelizzazione, guardando con attenzione alle numerose sfide del tempo presente e ripensando il futuro di questa regione". "Desidero, con la mia presenza, sostenere - ha sottolineato - la vostra opera e infondere in tutti fiducia nell'intenso programma pastorale avviato dai vostri Pastori, auspicando un fruttuoso impegno da parte di tutte le componenti della Comunità ecclesiale". Anche un popolo cattolico, infatti, “può avvertire in senso negativo” i contraccolpi di una cultura che finisce per insinuare un modo di pensare nel quale viene “rifiutato” od ostacolato il messaggio evangelico: “Vi incoraggio a non cedere mai alle ricorrenti tentazioni della cultura edonistica ed ai richiami del consumismo materialista”.
Benedetto XVI ha invitato i fedeli: “Siate santi! Ponete al centro della vostra vita Cristo! Costruite su di Lui l’edificio della vostra esistenza. In Gesù troverete la forza per aprirvi agli altri e per fare di voi stessi, sul suo esempio, un dono per l’intera umanità”. In particolare, il Papa ha invitato “le Chiese generate da Aquileia” a unire “popoli di lingue e culture diverse”, davanti ai fenomeni di immigrazione contemporanea, sostenuti “dalla fede in Cristo e dalla civiltà ispirata dall’insegnamento evangelico, la Civiltà dell’Amore”. "La fede cristiana - ha assicurato Papa Ratzinger - può sicuramente contribuire alla concretezza di un tale programma, che interessa l'armonico ed integrale sviluppo dell'uomo e della società in cui egli vive". "La mia presenza tra voi vuole essere perciò - ha concluso - anche un vivo sostegno agli sforzi che vengono dispiegati per favorire la solidarietà fra le vostre diocesi del Nord-est. Vuole essere, inoltre, un incoraggiamento per ogni iniziativa tendente al superamento di quelle divisioni che potrebbero vanificare le concrete aspirazioni alla giustizia e alla pace". Ricordando gli esempi di santità venuti da queste terre il Papa ha citato, con Pio X e Giovanni XXIII, anche ''il venerabile Giuseppe Toniolo la cui Beatificazione, - ha ricordato - è ormai prossima. Questi luminosi testimoni del Vangelo sono la più grande ricchezza del vostro territorio: seguite i loro esempi - ha incoraggiato- e i loro insegnamenti, coniugandoli con le esigenze attuali''.
Adnkronos, Corriere del Veneto.it, AsiaNews
VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - III - il testo integrale dell'omelia del Papa
Oltre 300mila fedeli accolgono il Papa nel Parco di San Giuliano a Mestre. Il giro tra la folla in Papamobile e la carezza alla piccola Giuditta
TMNews, Corriere del Veneto.it
Nella Basilica di Aquileia l'incontro tra Benedetto XVI e il vescovo Karl Golser, malato di Parkison: ti auguro tanta forza, prego per te
Alto Adige