domenica 8 maggio 2011

Benedetto XVI: esperienza meravigliosa, mi sento confermato nella fede dal viaggio. Il Patriarca Scola: il Nordest vuol bene al Papa, a questo Papa

Il Patriarca di Venezia card. Angelo Scola, prendendo oggi la parola alla fine del pranzo nel Patriarcato, ha ringraziato il Santo Padre Benedetto XVI per il dono della visita e ha detto tra l’altro: "Il Nordest vuol bene al Papa, vuol bene a questo Papa". Il Santo Padre, rispondendo al Patriarca, ha espresso questo pensiero: "La visita a Venezia è un'esperienza meravigliosa che mi conferma nel mio compito di 'confermare i fratelli nella fede', che è il compito del successore di Pietro. Anzi, io stesso mi sento confermato nella fede da questo viaggio”.Il Papa, inoltre, si è detto molto soddisfatto e compiaciuto della qualità della celebrazione eucaristica al Parco di San Giuliano e dell'entusiasmo manifestato lungo il Canal Grande durante il corteo acqueo.

Il Papa a Nordest

La visita alla restaurata Cappella della Trinità e l'inaugurazione dei locali della Biblioteca Marcianum. Il Papa rientra a Roma, conclusa la visita

Dopo l’incontro con il mondo della cultura e dell’economia nella Basilica della Salute, il Papa ha raggiunto il Seminario patriarcale attraverso il passaggio interno della sagrestia. Dopo aver sorseggiato una tazza di tè, Benedetto XVI ha visitato la restaurata Cappella della Santissima Trinità, che era stata danneggiata dall’incendio dell’estate scorsa. Si è recato infine alla Biblioteca dello “Studium Generale Marcianum”, polo pedagogico-accademico e di ricerca del Patriarcato di Venezia, dove ha inaugurato i nuovi locali. Il Papa ha potuto ammirare le preziosità della nuova Biblioteca che diventerà un punto centrale del Marcianum, vero fiore all’occhiello della cultura cattolica e interreligiosa creata qualche anno fa dal Patriarca Angelo Scola. Il cardinale gli ha mostrato alcuni veri "gioielli" del patrimonio della biblioteca antica del seminario: due preziosi incunaboli del Cinquecento e un libro "tascabile", pezzo unico e preziosissimo, di Sant’Agostino da Ippona. E infine, alcuni "Erbari" di inizio Cinquecento (il Papa ha la passione dell’Erboristeria) e un messale del XVI secolo finemente decorato.
Dopo una mezz’ora il Papa è uscito accolto dai bambini festanti della scuola San Giuseppe e del Giovanni Paolo I. Applausi e urla di "Viva il Papa" mentre il vento di bora rinforzava e per le barche in attesa cominciava ad esserci qualche problema. Sul sagrato della Salute, risistemato e ripulito per la visita del Papa, una compagnia di mimi, uomini del servizio d’ordine, centinaia di ospiti che si erano fermati per seguire la visita del Pontefice. Tra questi una signora portarice di handicap. Non riusciva a passare perché non aveva il pass. Ce l’ha fatta grazie all’interessamento di un ispettore di polizia, Mirco De Benetti. Poi il Papa ha salutato la folla raccolta sul sagrato della Chiesa della Salute, è salito sul motoscafo della Guardia di Finanza e si è diretto all’aeroporto di Tessera, dove era ad attenderlo l’aereo dell’Aeronautica militare che in serata lo ha riportato a Ciampino.

Zenit, La Nuova Venezia

L'abbraccio di Benedetto XVI all'operaia che si batte per non far morire la fabbrica di Marghera: coraggio, non perdete la speranza

Tra le trenta persone scelte per un breve incontro con il Papa al termine del suo discorso nella Basilica della Salute c'era anche l'operaia della Vinyls Nicoletta Zago, che si batte per non far morire la fabbrica dove lavora a Marghera. È stata l'unica ad avere l'onore di ricevere l'abbraccio del Papa. Nicoletta Zago (foto), che insieme ad alcuni suoi colleghi di lavoro è salita anche per protesta sulla cimiera a 150 metri d'altezza, è stata presentata al Pontefice dal card. Angelo Scola. "Mi sono permessa - racconta l'operaia - di portare al Santo Padre i saluti di tutti i lavoratori in cassa integrazione al Petrolchimico, non solo di quelli della Vinyls. L'ho visto sinceramente addolorato: mi ha abbracciato e io, all'orecchio, gli ho sussurrato: 'Si ricordi nelle sue preghiere di noi e soprattutto delle nostre famiglie in un momento di angoscia come questo'. E lui, stringendomi alla fine le mani, mi ha ripetuto: 'Coraggio, non perdete la speranza'. A casa, quindi, mi porto un cuore pieno di gioia e speranza''. Ad aprire la fila per gli incontri di saluto è stato il presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati che il Patriarca Scola ha introdotto presentandolo come il presidente del Mose; dietro di lui, tra gli altri, il direttore generale del Comune Marco Agostini, il rettore di Cà Foscari Carlo Carraro, il presidente di Confindustria Venezia Luigi Brugnaro e il presidente della Comunità Ebraica di Venezia Amos Luzzatto, con il quale Benedetto XVI si è intrattenuto più a lungo di tutti. Proprio Luzzatto è stato l'unico che il Papa ha citato con nome e cognome nel suo discorso, porgendo il suo saluto alla Comunità Ebraica di Venezia "che ha antiche radici - ha sottolineato il Santo Padre - ed è una presenza importante nel tessuto cittadino".

Il Gazzettino.it, La Nuova Venezia

Il Papa: una città che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo dalle sorgenti benefiche dell’arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini

Dopo la traversata del Canal Grande in Gondola, i'incontro con il mondo della cultura e dell'economia nella suggestiva Basilica di Santa Maria della Salute, ultimo grande appuntamento del visita di Benedetto XVI di due giorni ad Aquileia e a Venezia. Sono state tre le parole chiave del discorso del Papa. "Tre parole – ha spiegato - legate a Venezia e, in particolare, al luogo in cui ci troviamo: la prima parola è acqua; la seconda è Salute, la terza è Serenissima". "L'acqua è simbolo ambivalente: di vita, ma anche di morte; lo sanno bene le popolazioni colpite da alluvioni e maremoti. Ma l'acqua - ha detto il Pontefice - è anzitutto elemento essenziale per la vita. Venezia è detta la 'Città d'acqua'. Anche per voi che vivete a Venezia questa condizione ha un duplice segno, negativo e positivo: comporta molti disagi e, al tempo stesso, un fascino straordinario. L'essere Venezia 'città d'acqua' - ha sottolineato Papa Ratzinger - fa pensare a un celebre sociologo contemporaneo, che ha definito 'liquida' la nostra società, e così la cultura europea: una cultura 'liquida', per esprimere la sua 'fluidità', la sua poca stabilità o forse la sua assenza di stabilità, la mutevolezza, l'inconsistenza che a volte sembra caratterizzarla. E qui vorrei inserire la prima proposta - ha proseguito il Papa -: Venezia non come città 'liquida' - nel senso appena accennato - ma come città 'della vita e della bellezza'". "Certo - ha continuato Benedetto XVI - è una scelta ma nella storia bisogna scegliere: l'uomo è libero di interpretare di dare un senso alla realtà e proprio in questa libertà consiste la sua grande dignità".
"Nell'ambito di una città qualunque essa sia - ha spiegato il Pontefice - anche le scelte di carattere amministrativo culturale ed economico dipendono in fondo da questo orientamento fondamentale, che possiamo chiamare 'politico' nell'accezione più nobile e più alta del termine. Si tratta di scegliere tra una città 'liquida', patria di una cultura che appare sempre più quella del relativo e dell'effimero e una citta' che rinnova costantemente la sua bellezza attingendo alle sorgenti benefiche dell'arte, del sapere, delle relazioni tra gli uomini e tra i popoli". La seconda parola, 'salute'. "La salute è una realtà onnicomprensiva, integrale: va dallo stare bene che ci permette di vivere serenamente una giornata di studio e di lavoro, o di vacanza, fino alla 'salus animae', da cui dipende il nostro destino eterno". "Dio - ha spiegato il Papa - si prende cura di tutto l'uomo, senza escludere nulla. Si prende cura della nostra salute in senso pieno. Lo dimostra Gesù che ha guarito malati di ogni genere, ma ha anche liberato gli indemoniati, ha rimesso i peccati, ha risuscitato i morti". La fede, ha aggiunto, "guarisce dalla durezza di cuore, dalla chiusura egocentrica e gli fa gustare la possibilità di trovare veramente se stesso perdendosi per amore di Dio e del prossimo". Infatti, "gloria di Dio è la piena salute dell'uomo, e questa consiste nello stare in relazione profonda con Dio". "Possiamo dirlo - ha concluso Papa Ratzinger - anche con i termini cari al neo-beato Giovanni Paolo II: l'uomo è la via della Chiesa, e il Redentore dell'uomo è Cristo". Infine, "Serenissima", il nome della Repubblica Veneta. "Un titolo – ha detto il Santo Padre - davvero stupendo, si direbbe utopico, rispetto alla realtà terrena, e tuttavia capace di suscitare non solo memorie di glorie passate, ma anche ideali trainanti nella progettazione dell’oggi e del domani, in questa grande regione".
"Serenissima" in senso pieno è "solamente la Città celeste", eppure "il Cristianesimo concepisce questa Città santa, completamente trasfigurata dalla gloria di Dio, come una meta che muove i cuori degli uomini e spinge i loro passi, che anima l’impegno faticoso e paziente per migliorare la città terrena". Rilegge il Concilio Vaticano II Benedetto XVI: l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, ma stimolare il lavoro nella terra presente. "Noi ascoltiamo queste espressioni in un tempo nel quale si è esaurita la forza delle utopie ideologiche e non solo l'ottimismo ma anche la speranza è in crisi. Non dobbiamo allora dimenticare che i Padri conciliari, che ci hanno lasciato questo insegnamento - ha ricordato il Papa - avevano vissuto l'epoca delle due guerre mondiali e dei totalitarismi". "La loro prospettiva - ha sottolineato il Pontefice - non era certo dettata da un facile ottimismo ma dalla fede cristiana che anima la speranza al tempo stesso grande e paziente aperta sul futuro e attenta alle situazioni storiche". "In questa stessa prospettiva il nome 'Serenissima' ci parla di una civiltà della pace, fondata sul mutuo rispetto, sulla reciproca conoscenza, sulle relazioni di amicizia - ha spiegato Benedetto XVI - Venezia ha una lunga storia e un ricco patrimonio umano, spirituale artistico per essere capace anche oggi di offrire un prezioso contributo nell'aiutare gli uomini a credere in un futuro migliore e a impegnarsi a costruirlo". Ma per questo "non deve avere paura di un altro elemento emblematico, contenuto nello stemma di San Marco: il Vangelo. Il Vangelo è la più grande forza di trasformazione del mondo, ma non è un’utopia, né un’ideologia". Benedetto XVI ha concluso il suo intervento ringraziando il patriarca di Venezia, salutando la Comunità ebraica di Venezia e rivolgendo un pensiero anche ai musulmani che vivono in questa città.

SIR, TMNews, Adnkronos

VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - VI - il testo integrale del discorso del Papa

La traversata del Canal Grande di Benedetto XVI in gondola. L'emozione dei regatanti: una persona eccezionale, li è piaciuto e quasi si è divertito

A conclusione dell'Assemblea per la chiusura della Visita Pastorale diocesana Benedetto XVI è uscito dalla Basilica di San Marco dove ad attenderlo c'era una folla di fedeli e turisti. Il Papa è montato sulla mini Papamobile assieme al card. Angelo Scola e al segretario. Ha attraversato tutta la piazza tra ali di folla salutando quindi è salito sulla gondola che lo ha portato fino alla Basilica della Salute. Ha ammirato con entusiasmo e soddisfazione lo stupendo paesaggio della città dal Canal Grande che ha attraversato a bordo di una elegante 'balotina', la Dogaressa, una maxi-gondola bianca, guidata da quattro gondolieri. Era affiancato da sei gondole nere che realizzavano una vera e propria scorta alla 'gondola papale'. Lungo il tragitto ha potuto ammirare la Chiesa di San Giorgio Maggiore, del Palladio, la Punta della Dogana e infine la Basilica di Santa Maria della Salute, che si erge sulla punta estrema del sestiere di Dorsoduro. In laguna anche tantissime barche di turisti e veneziani che hanno voluto accompagnare il 'viaggio' del Papa e salutato il Pontefice nella sua visita in terra veneta.
"È più emozionante di una regata storica": così Bruno Dei Rossi, uno dei quattro regatanti, tutti gondolieri, che hanno portato Benedetto XVI. "La sento tantissimo - dice Dei Rossi - anche per il ricordo di mio padre, Albino "Strigheta" Dei Rossi, oggi faccio quello che ha fatto mio padre con il Papa precedente. Non capita tutti i giorni di portare in gondola il Pontefice, credo che questa sia davvero la più grande emozione della mia carriera". "Non ci sono regate che tengano, questa cosa la senti dentro - conclude - sono due giorni che non riesco a dormire, è una grande responsabilità". Il regatante Giampaolo D'Este, da parte sua, sente "di rappresentare la nostra categoria e la città, è un’emozione che non capita tutti i giorni". La divisa indossata dai quattro regatanti è da cerimonia, per l’occasione in bianco e giallo con i colori del Papa, ha spiegato. "Un grandissimo onore", afferma infine Igor Vignotto, il quarto regatante del Pontefice. "Stamattina volevo andare alla Messa a San Giuliano ma avevo paura ci fossero problemi per il rientro, ci è andata la mia famiglia - afferma - sono emozionato, ieri mi sono confessato, era già un po' di tempo che mi ero riavvicinato alla religione, e ora porterò il Pontefice".
Appena sceso il Pontefice per i quattro l'emozione era ancora viva. "Tutto bene - sono le parole, ovviamente in dialetto, di Giampaolo D’Este - sicuramente al Papa è piaciuto e direi quasi che si è divertito. Per me? Valeva la pena di arrabbiarsi per esserci, perché non so quante altre volte avrò questa opportunità". Il più emozionato è Bruno Dei Rossi. "Ho ancora la pelle d’oca: di solito, in gara, quando parti va via tutta l’emozione, ma stavolta non è andata così". E rivela un aneddoto: "Siamo stati io e Giampaolo ad aiutare il Santo Padre a salire a bordo: avevamo paura, ma direi che è saltato in barca da solo, senza nessun problema e anzi con una notevole agilità". "È una persona eccezionale - aggiunge il fratello Franco - perchè ci ha detto di ringraziare anche tutti i colleghi e ha voluto dare la mano a tutti i gondolieri presenti". Infine Igor Vignotto: la sua fama di duro, stavolta, proprio non emerge. "Ci ha ringraziato tante volte. Fino a poco prima di ricevere il Papa a bordo non ero tanto emozionato, ma l’emozione è poi arrivata tutta in un colpo ed è stata vera. Per fortuna, è andato tutto bene".

TMNews, Ansa

Video: il passaggio in gondola del Papa

Il Papa: amata Chiesa di Venezia non avere paura di andare controcorrente per incontrare Gesù, di puntare verso l’alto per incrociare il suo sguardo

Nella prima parte del pomeriggio a Venezia, presso la Basilica di San Marco, il Papa ha presieduto la terza Assemblea ecclesiale del Patriarcato di Venezia indetta per la chiusura della Visita pastorale del Patriarca e dei suoi principali collaboratori alle 128 parrocchie e alle varie realtà del territorio diocesano, iniziata nel 2005. La diocesi di Venezia ha presentato a Benedetto XVI il cammino compiuto sinora. Erano presenti nella cattedrale marciana circa mille rappresentanti delle parrocchie del Patriarcato, dei vari movimenti e delle associazioni ecclesiali, dei religiosi e delle religiose nonché delle diverse Chiese cristiane presenti in diocesi.
“Oggi devo fermarmi a casa tua. In fretta scese e l’accolse”: Benedetto XVI ha svolto il suo ragionamento partendo dall’incontro tra Gesù e Zaccheo, tema della visita pastorale del Patriarca Scola. "L'autentica realizzazione dell'uomo e la sua vera gioia non si trovano nel potere, nel successo, nel denaro, ma soltanto in Dio", ha detto. Zaccheo, ha ricordato il Papa, sembra avere tutto, ma in realtà si rende conto che quanto possiede non gli basta, sente il desiderio di andare oltre. Ed ecco che l’incontro con Gesù cambia per sempre la vita di Zaccheo:“Amata Chiesa che sei in Venezia! Imita l’esempio di Zaccheo e vai oltre! Supera e aiuta l’uomo di oggi a superare gli ostacoli dell’individualismo, del relativismo; non lasciarti mai trarre verso il basso dalle mancanze che possono segnare le comunità cristiane. Sforzati di vedere da vicino la persona di Cristo, che ha detto: 'Io sono la via, la verità e la vita'”. "Come successore dell’Apostolo Pietro, visitando in questi giorni la vostra terra – ha sostenuto il Pontefice -, ripeto a ciascuno di voi: "Non abbiate paura di andare controcorrente per incontrare Gesù, di puntare verso l'alto per incrociare il suo sguardo". "Avanzate fiduciosi nel sentiero della nuova evangelizzazione - ha proseguito Benedetto XVI - nel servizio amorevole dei poveri e nella testimonianza coraggiosa all'interno delle varie realtà sociali. Siate consapevoli d'essere portatori di un messaggio che è per ogni uomo e per tutto l'uomo; un messaggio di fede, di speranza e di carità".
Ai sacerdoti, il Papa ha chiesto di continuare a svolgere con generosità e dedizione il proprio ministero, cercando di donarsi totalmente a Dio. Rivolgendosi poi ai laici impegnati nella Chiesa, il Pontefice ha ribadito l'importanza del loro ruolo. "La Chiesa ha bisogno dei vostri doni e del vostro entusiasmo. Sappiate dire 'sì' a Cristo che vi chiama ad essere suoi discepoli, ad essere santi. Vorrei ricordare, ancora una volta - ha proseguito - che la "santità" non vuol dire fare cose straordinarie, ma seguire ogni giorno la volontà di Dio, vivere veramente bene la propria vocazione, con l'aiuto della preghiera, della Parola di Dio, dei Sacramenti e con lo sforzo quotidiano della coerenza. Sì, ci vogliono fedeli laici affascinati dall'ideale della "santità", per costruire una società degna dell'uomo, una civiltà dell'amore". Il Papa ha, così, elogiato l’impegno del Patriarcato nel rilanciare la catechesi degli adulti e delle nuove generazioni, a partire dalle piccole comunità, quasi dei “cenacoli domestici”. Dal Pontefice, inoltre, l’esortazione a non risparmiare energie nell’annuncio del Vangelo e nell’educazione cristiana, dedicando una particolare cura alla formazione dei bambini e dei giovani. Benedetto XVI ha ricordato la necessità di "rilanciare l’evangelizzazione e la catechesi degli adulti e delle nuove generazioni", di "dedicare particolare cura alla formazione cristiana dei bambini, degli adolescenti e dei giovani", "di un sempre maggiore impegno nella carità" e di "manifestare con chiarezza il volto missionario della parrocchia". Quindi, il Papa ha concluso il suo discorso ribadendo che “la comunione con il Signore è sempre anche comunione con gli altri”. Per questo, la nostra vita spirituale “dipende essenzialmente dall’Eucaristia”: “Dall’Eucaristia, fonte inesauribile di amore divino, potrete attingere l’energia necessaria per portare Cristo agli altri e per portare gli altri a Cristo, per essere quotidianamente testimoni di carità e di solidarietà e per condividere i beni che la Provvidenza vi concede con i fratelli privi del necessario”.

TMNews, SIR, Radio Vaticana

VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - V - il testo integrale del discorso del Papa

Benedetto XVI in motoscafo sul Canal Grande accompagnato dalle imbarcazioni a remi vestite a festa. In Patriarcato il pranzo con i vescovi

Terminata la Messa nell'immenso Parco San Giuliano di Mestre, gremito da oltre 300mila fedeli, il Papa ha fatto ritorno in motovedetta a Venezia, accompagnato da un corteo acqueo delle associazioni remiere della città lagunare. L'entusiasmo dei tanti fedeli presenti al parco di San Giuliano non è bastato per vedere da vicino Benedetto XVI al momento dell'imbarco per il suo ritorno a Venezia: al termine della celebrazione decine e decine di persone hanno corso per raggiungerlo, alcuni sono anche riusciti ad oltrepassare le transenne ed il cordone delle forze dell'ordine raggiungendo la riva della laguna. Al loro arrivo, però, il Papa si era gia' imbarcato sul motoscafo 'di rappresentanza' della Guardia di finanza che, seguito da un corteo acqueo ha percorso la laguna, passando anche per una parte del Canal Grande dove lo attendevano imbarcazioni delle associazioni remiere che lo hanno accompagnato fino al molo di San Marco. Le imbarcazioni a remi, segno vivo della tradizione e del rapporto di Venezia con l’acqua, si sono accodate al motoscafo papale. Tutte le barche erano addobbate con fiocchi con i colori vaticani a poppa e a prua. Molte persone hanno seguito il corteo dalle rive del Canal Grande e dalla finestre dei palazzi. In Patriarcato è previsto un pranzo a base di pesce e un dolce alla frutta.

Agi, Adnkronos, Ansa

Il Papa: nel Risorto ha inizio il mondo nuovo di amore e pace, profonda aspirazione di ogni cuore umano. La Vergine Maria ci conduce docilmente a Lui

A conclusione della Santa Messa, Benedetto XVI ha rivolto alcune parole dopo il canto del Regina Caeli e prima della benedizione conclusiva. Ricordando le molte chiese e cappelle dedicate alla Vergine Maria a Venezia e nel territorio, il Oapa ha detto: “In Lei si riflette il volto luminoso di Cristo. Se la seguiamo docilmente, la Vergine ci conduce a Lui. In questi giorni del Tempo pasquale, lasciamoci conquistare dal Cristo risorto. In Lui ha inizio il mondo nuovo di amore e di pace che costituisce la profonda aspirazione di ogni cuore umano”. "Il Signore conceda a voi, abitanti di queste terre ricche di una lunga storia cristiana - ha aggiunto il Pontefice - di vivere i Vangelo sul modello della Chiesa nascente". “Invochiamo – ha aggiunto - Maria Santissima, che ha sostenuto i primi testimoni del suo Figlio nella predicazione della Buona Novella, affinché sostenga anche oggi le fatiche apostoliche dei Sacerdoti; renda feconda la testimonianza dei Religiosi e delle Religiose; animi la quotidiana opera dei genitori nella prima trasmissione della fede ai loro figli; illumini la strada dei giovani perché camminino fiduciosi sulla via tracciata dalla fede dei padri; colmi di ferma speranza i cuori degli anziani; conforti con la sua vicinanza gli ammalati e tutti i sofferenti; rafforzi l’opera dei numerosi laici che collaborano attivamente alla nuova evangelizzazione”. Il Pontefice ha ringraziato in particolare i laici dell’Azione cattolica, il movimento dei Focolari, Comunione e Liberazione, il Cammino Neocatecumenale. “Tutti incoraggio – ha concluso - a lavorare con vero spirito di comunione in questa grande vigna nella quale il Signore ci ha chiamati ad operare. Maria, Madre del Risorto e della Chiesa, prega per noi!”.

AsiaNews, TMNews

VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - IV - il testo integrale del saluto del Papa

Il Papa: rendere conto della speranza cristiana all’uomo moderno sopraffatto da problematiche che pongono in crisi i fondamenti del suo essere e agire

Nel Parco San Giuliano di Mestre il Papa ha presieduto la Celebrazione Eucaristica per i fedeli di tutto il Nordest. A concelebrare la Santa Messa, in parte in italiano e in parte in latino, sul palco, con alle spalle la struttura che riproduce i mosaici interni alla Basilica di San Marco, assieme a Benedetto XVI 40 vescovi e 600 sacerdoti oltre a diaconi e seminaristi delle diocesi del Triveneto. A ricordare la vocazione 'internazionale' della chiesa di Aquileia sono state anche le preghiere dei fedeli che sono state lette in italiano, tedesco, sloveno, ungherese e croato. Tra i momenti più toccanti i canti liturgici: 1.066 i cantori provenienti da tutti i cori del Veneto diretti dal maestro Alessio Randon. Le musiche della celebrazione sono state composte dal maestro don Italo Bianchi, compositore di musica sacra di fama internazionale. Nel saluto iniziale al Papa, il Patriarca di Venezia Angelo Scola ha ricordato le comuni radici cristiane “dei popoli latini, slavi e germanici”, affermando come le Chiese nate da Aquileia, 57 diocesi tra Veneto, Friuli, Trentino, Lombardia, fino ai Paesi europei di confine e alla Baviera, abbiano ancora oggi “un nuovo compito comune a favore del nostro fratello uomo, per annunciare la bellezza di Cristo a tutte le nostre genti”.
All'inizio dell'omelia il Santo Padre si è detto lieto di celebrare l'Eucarestia nel parco mestrino: "Uno spazio dove abitualmente non si celebrano riti religiosi, ma manifestazioni culturali e musicali - ha detto -. Oggi questo spazio ospita Gesù risorto". Parole di gioia e speranza quelle del Papa, perchè la “conversione cristiana è anche e soprattutto fonte di gioia, di speranza e di amore. Essa è sempre opera di Cristo risorto, Signore della vita, che ci ha ottenuto questa grazia per mezzo della sua passione e ce la comunica in forza della sua risurrezione”.
Così come il tema della visita, "Tu conferma la nostra fede", il Pontefice ha affermato: "Sono venuto tra voi come vescovo di Roma, e continuatore del ministero di Pietro, per confermarvi nella fedeltà al Vangelo". "Come in passato, quando le comunità nate da Aquileia si distinsero per fervore apostolico e dinamismo pastorale, anche oggi occorre promuovere e difendere con coraggio la verità e l'unità di fede. Occorre rendere conto della speranza cristiana all'uomo moderno, sopraffatto non di rado da vaste ed inquietanti problematiche che pongono in crisi i fondamentali del suo stesso agire". Benedetto XVI non ha mancato di ricordare come nei secoli il cristianesimo abbia accompagnato il cammino di tanti popoli. Una fede che oggi trova testimonianze nelle chiese, nell’arte, negli ospedali, nelle biblioteche del territorio e nella tutela dell’ambiente. Il Pontefice ha sottolineato un rischio presente oggi nella Chiesa: “Questo essere di Cristo rischia di svuotarsi della sua verità e dei suoi contenuti più profondi; rischia di diventare un orizzonte che solo superficialmente - e negli aspetti piuttosto sociali e culturali -, abbraccia la vita; rischia di ridursi ad un cristianesimo nel quale l’esperienza di fede in Gesù crocifisso e risorto non illumina il cammino dell’esistenza”, situazione simile a quella dei discepoli di Emmaus che “facevano ritorno a casa immersi nel dubbio, nella tristezza e nella delusione”. “Il problema del male, del dolore e della sofferenza, il problema dell’ingiustizia e della sopraffazione, la paura degli altri, degli estranei e dei lontani che giungono nelle nostre terre e sembrano attentare a ciò che noi siamo, portano i cristiani di oggi a dire con tristezza: noi speravamo che il Signore ci liberasse dal male, dal dolore, dalla sofferenza, dalla paura, dall’ingiustizia”.
E proprio dall’episodio di Emmaus il Papa ha tratto alcune indicazioni per una conversione all’essere Santi: occorre “lasciarsi istruire da Gesù...ascoltando e amando la Parola di Dio”, “sedersi a tavola con il Signore” nell’Eucaristia, “rimanere con Gesù che è rimasto con noi, assimilare il suo stile di vita donata, scegliere con lui la logica della comunione tra di noi, della solidarietà e della condivisione”. “C’è un grande sforzo da compiere – ha sottolineato il Papa - perché ogni cristiano, qui nel Nord-est come in ogni altra parte del mondo, si trasformi in testimone, pronto ad annunciare con vigore e con gioia l’evento della morte e della risurrezione di Cristo”. "Conosco - ha assicurato il Pontefice - la cura che, come Chiese del Triveneto, ponete nel cercare di comprendere le ragioni del cuore dell'uomo moderno e come, richiamandovi alle antiche tradizioni cristiane, vi preoccupate di tracciare le linee programmatiche della nuova evangelizzazione, guardando con attenzione alle numerose sfide del tempo presente e ripensando il futuro di questa regione". "Desidero, con la mia presenza, sostenere - ha sottolineato - la vostra opera e infondere in tutti fiducia nell'intenso programma pastorale avviato dai vostri Pastori, auspicando un fruttuoso impegno da parte di tutte le componenti della Comunità ecclesiale". Anche un popolo cattolico, infatti, “può avvertire in senso negativo” i contraccolpi di una cultura che finisce per insinuare un modo di pensare nel quale viene “rifiutato” od ostacolato il messaggio evangelico: “Vi incoraggio a non cedere mai alle ricorrenti tentazioni della cultura edonistica ed ai richiami del consumismo materialista”.

Benedetto XVI ha invitato i fedeli: “Siate santi! Ponete al centro della vostra vita Cristo! Costruite su di Lui l’edificio della vostra esistenza. In Gesù troverete la forza per aprirvi agli altri e per fare di voi stessi, sul suo esempio, un dono per l’intera umanità”. In particolare, il Papa ha invitato “le Chiese generate da Aquileia” a unire “popoli di lingue e culture diverse”, davanti ai fenomeni di immigrazione contemporanea, sostenuti “dalla fede in Cristo e dalla civiltà ispirata dall’insegnamento evangelico, la Civiltà dell’Amore”. "La fede cristiana - ha assicurato Papa Ratzinger - può sicuramente contribuire alla concretezza di un tale programma, che interessa l'armonico ed integrale sviluppo dell'uomo e della società in cui egli vive". "La mia presenza tra voi vuole essere perciò - ha concluso - anche un vivo sostegno agli sforzi che vengono dispiegati per favorire la solidarietà fra le vostre diocesi del Nord-est. Vuole essere, inoltre, un incoraggiamento per ogni iniziativa tendente al superamento di quelle divisioni che potrebbero vanificare le concrete aspirazioni alla giustizia e alla pace". Ricordando gli esempi di santità venuti da queste terre il Papa ha citato, con Pio X e Giovanni XXIII, anche ''il venerabile Giuseppe Toniolo la cui Beatificazione, - ha ricordato - è ormai prossima. Questi luminosi testimoni del Vangelo sono la più grande ricchezza del vostro territorio: seguite i loro esempi - ha incoraggiato- e i loro insegnamenti, coniugandoli con le esigenze attuali''.

Adnkronos, Corriere del Veneto.it, AsiaNews

VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - III - il testo integrale dell'omelia del Papa

Oltre 300mila fedeli accolgono il Papa nel Parco di San Giuliano a Mestre. Il giro tra la folla in Papamobile e la carezza alla piccola Giuditta

Una folla festante e colorata di oltre 300mila fedeli ha accolto Papa Benedetto XVI nella spianata del Parco San Giuliano, a Mestre, dove il Pontefice presiede la Santa Messa e al termina la recita della preghiera mariana del Regina Caeli. Bandiere, palloncini, striscioni colorati: un'immensa distesa di pellegrini radunati da ore per accogliere il Papa, al secondo giorno della sua prima visita nella città lagunare. Il Papa è arrivato a bordo della papamobile e ha attraversato i vari settori della spianata salutato da una grande folla festante. Il palco è alto trenta metri e per consentire a tutti di seguire la celebrazione sono stati allestiti numerosi maxi-schermi. Tra le autorità presenti i ministri Giancarlo Galan e Roberto Sacconi. Si chiama Giuditta Bandini, è veneziana, non ha nemmeno un mese e poco prima delle dieci è salita sulla Papamobile. "Volevo che fosse benedetta", dice mamma Elena visibilmente emozionata. E così è stato. Con la vettura papale che si è fermata proprio davanti a madre e figlia e con la bimba che è salita tra le braccia del Pontefice. "Non era nulla di preparato - prosegue Elena tenendo in braccio la bambina avvolta in una copertina amaranto e nata lo scorso 16 aprile, lo stesso giorno di Benedetto XVI - mi è capitata questa grazia. Per noi è davvero una grandissima gioia. E la giornata al Parco di San Giuliano indimenticabile".

TMNews, Corriere del Veneto.it

Nella Basilica di Aquileia l'incontro tra Benedetto XVI e il vescovo Karl Golser, malato di Parkison: ti auguro tanta forza, prego per te

"Ti auguro di avere tanta forza. Prego per te". L'incontro, ieri ad Aquileia in occasione della prima giornata della visita pastorale, tra Papa Benedetto XVI e il vescovo Karl Golser è durato il tempo di un attimo: le mani che si stringono, gli sguardi che s'incrociano. È stato un momento molto inteso per entrambi che si conoscono ormai da anni. Quando Golser studiava e lavorava a Roma presso la Congregazione per la Dottrina della Fede, a presiedere l'organismo c'era proprio l'attuale Papa di cui è stato prezioso collaboratore. Si erano ritrovati, nell'agosto del 2008, a Bressanone: il Papa era in vacanza, Golser preside dello Studio teologico. Quando, pochi giorni dopo il ritorno di Papa Ratzinger a Roma, era morto improvvisamente mons. Wilhelm Egger, il Papa aveva scelto come successore proprio Golser. Fedeli e non hanno apprezzato subito la scelta di un vescovo che ha posto al centro della sua missione la trasparenza e il dialogo tra i tre gruppi linguistici. Poi, a consumare rapidamente le energie del vescovo e a limitarne l'attività, è arrivata la malattia. Una forma particolarmente aggressiva di Parkinson. Poco prima di Natale Golser era a Roma con una delegazione del Comune di Bressanone che ha regalato al Santo Padre l'albero di Natale, tagliato a Luson, da mettere in Piazza San Pietro. È stato un incontro molto breve, in cui Golser ha parlato con Papa Ratzinger della malattia. Ma allora ancora si sperava che le terapie potessero rallentarne il decorso. Così non è stato. Golser, sempre più affaticato, ha difficoltà a parlare e a muoversi. Ciononostante, ieri, ha voluto essere ad Aquileia per l'incontro del Papa con gli altri 14 vescovi del Triveneto. Il Santo Padre ha salutato tutti e ha avuto un'attenzione particolare per Golser. Papa Ratzinger, esattamente un mese fa, ha ricevuto la lettera in cui il vescovo rimetteva il mandato. Ieri, si è reso conto personalmente della gravità della situazione: ha visto la sofferenza sul volto del suo ex collaboratore. La lucidità e la voglia di fare sono rimaste intatte, ma le forze si riducono ogni giorno di più e i medici gli hanno imposto già da tempo di ridurre gli impegni. I suoi più stretti collaboratori sono preoccupati. La speranza è che l'incontro di Aquileia possa accelerare i tempi della decisione. Le possibilità sono sostanzialmente due: o gli si affianca un ausiliario o si nomina un successore. Si tratta, ovviamente, di una scelta non facile, proprio perché Golser è molto apprezzato dalle tre comunità, ma ormai non è più rinviabile. Sollevarlo dall'incarico o almeno affiancargli qualcuno non servirebbe ovviamente a bloccare la malattia, però consentirebbe al vescovo di avere una maggior tranquillità. Stamattina Golser sarà nel Parco di San Giuliano a Mestre per la Messa celebrata dal Papa alla quale parteciperanno anche 500 pellegrini altoatesini.

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