martedì 30 dicembre 2008

'L'Osservatore Romano': Benedetto XVI un uomo di pace in tempi di guerra

Benedetto XVI ''è un Papa di pace in tempi di guerra, ossia nelle stagioni, come la nostra, in cui prevalgono le polemiche, le incomprensioni sino al ricorso alle armi invece che alla verita' e ai diritti umani''. Lo scrive L'Osservatore Romano, in un commento a firma del vicedirettore, Carlo Di Cicco, per il quale accanto a ''una crisi economica dai contorni devastanti per gran parte dell'umanità, si registrano conflitti acuti e persistenti in diverse aree del mondo. Ultimo, denso di incognite ma non improvviso, la rappresaglia di Israele nella Striscia di Gaza''. ''L'anno nuovo che giunge - sottolinea Di Cicco - si trascinera' i tanti problemi rimasti insoluti nell'anno che se ne va. E' in questo navigare a vista, nell'involuzione della speranza che blinda il cuore di tanti, che Benedetto XVI ha qualcosa di significativo da dire: in tempi difficili emerge meglio l'intensita' della sua riflessione sulla fede, mai banale, mai impositiva''. Per Di Cicco, ''la fede in Papa Ratzinger è, infatti, discorso sulla speranza che apre a quello sul senso di ogni esistenza''. ''Chi ci aiuta a vivere?'', la domanda che è titolo di una fortunata raccolta delle piu' illuminanti pagine di spiritualita' disseminate nell'opera teologica di Joseph Ratzinger (edita dalla "Queriniana") rappresenta, continua l'articolo, ''la questione che percorre l'intera riflessione cristiana di Benedetto XVI: si tratta di una domanda che egli ha posto sempre anzitutto a se stesso, ma che rivolge alla Chiesa e a ogni uomo e donna, una prospettiva esistenziale - conclude Di Cicco - incarnata nella vita di ogni giorno che per tanti, troppi, è impastata di fatica''.

Libertà nella Verità. Il Magistero e il Ministero pastorale di Benedetto XVI nel 2008

Tre viaggi apostolici internazionali, quattro visite pastorali in Italia, 42 udienze generali, oltre due milioni di fedeli presenti agli incontri pubblici in Vaticano e a Castel Gandolfo, oltre venti capi di Stato e di governo incontrati, 28 gruppi di vescovi di tutto il mondo ricevuti in visita ad Limina. Sono alcuni dei numeri del 2008 di Benedetto XVI. Un anno intenso quello del Papa, ricco di avvenimenti significativi.
Annunciare la gioia della speranza cristiana, testimoniare la bellezza dell’incontro con Cristo, mostrare la forza della verità che rende liberi, sfidando lo spirito del tempo. Questo, Benedetto XVI, ha fatto instancabilmente in questo anno che volge al termine, sia che parlasse ad una moltitudine di giovani a Sydney o dinnanzi ai rappresentanti delle nazioni al Palazzo di Vetro, o ancora pellegrino tra i pellegrini al Santuario mariano di Lourdes.
Un 2008 che Benedetto XVI ha iniziato con un accorato appello per la concordia tra i popoli. Il primo gennaio, Giornata Mondiale della Pace, indica nella famiglia un modello per il dialogo tra le nazioni: “Lo stesso amore che costruisce e tiene unita la famiglia, cellula vitale della società, favorisce l’instaurarsi tra i popoli della terra di quei rapporti di solidarietà e di collaborazione che si addicono a membri dell’unica famiglia umana”. E’ il primo di una serie di appelli per la pace che il Papa rivolgerà ogni volta che il fragore delle armi sopraffarrá la voce dei più deboli. Benedetto XVI ha chiesto la fine delle violenze anticristiane in Iraq, culminate nell’uccisione dell’arcivescovo di Mossul, mons. Rahho. Ha condannato come disumani gli atti di terrorismo a Mumbai. Ha esortato alla riconciliazione in Terra Santa, nuovamente sconvolta dalla violenza, alla pace nel Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo. Particolarmente drammatica l’estate del 2008 con il conflitto in Caucaso tra Russia e Georgia e lo scatenarsi della violenza anticristiana nello Stato indiano dell’Orissa. Il Papa è stato vicino ai fedeli provati dalla sofferenza: “Imploro il Signore che li accompagni e sostenga in questo tempo di sofferenza e dia loro la forza di continuare nel servizio d’amore in favore di tutti. Invito i leader religiosi e le autorità civili a lavorare insieme per ristabilire tra i membri delle varie comunità la convivenza pacifica e l’armonia che sono sempre state segno distintivo della società indiana” (Udienza generale, 27 agosto 2008).
La pace e la difesa della legge naturale iscritta nel cuore di ogni uomo, vero fondamento dei diritti umani, sono stati al centro dello storico discorso che Benedetto XVI rivolge nell’aprile scorso all’Assemblea Generale dell’ONU a New York. Un viaggio apostolico, quello negli Stati Uniti, in cui il Papa non ha mancato di esprimere vergogna per gli abusi compiuti su minori da sacerdoti e religiosi. Un coraggio e una chiarezza che aiutano a sanare le ferite. Tantissimi giovani hanno partecipato alle Messe che il Papa ha celebrato in terra americana. Speranze e difficoltà della gioventù stanno particolarmente a cuore a Benedetto XVI che all’inizio dell’anno a loro, in particolare a quelli della diocesi di Roma, dedica una Lettera sull’emergenza educativa.
Poi, a luglio a Sydney, la XXIII GMG incentrata sull’azione della Spirito Santo nella vita dei giovani cristiani. Non un punto d’arrivo, ha detto il Papa, ma di partenza: “Al termine di questa straordinaria esperienza di Chiesa, che ci ha fatto vivere una rinnovata Pentecoste, tornate a casa rinvigoriti dalla forza dello Spirito Santo. Siate testimoni di Cristo risorto, speranza dei giovani e dell’intera famiglia umana!" (20 luglio 2008).
Nuovi positivi sviluppi si sono registrati in questi mesi nel rapporto con l’Islam: a novembre si è tenuto a Roma il seminario organizzato dal Forum cattolico-musulmano. Sono i frutti del dialogo nella verità, indicato da Benedetto XVI fin dall’inizio del suo Pontificato. Nel 2008, sono stati particolarmente significativi i progressi sulla via dell’ecumenismo. A maggio, il Patriarca armeno Karekin II ha visitato il Papa in Vaticano. A novembre è stata la volta del Catholicos Aram I. Il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I è stato a Roma tre volte nel corso dell’anno. Vicinanza agli ortodossi russi è stata espressa dal Papa alla morte di Alessio II a dicembre con l’auspicio che Roma e Mosca proseguano sulla via del dialogo.
A sostenere gli sforzi ecumenici contribuisce anche una grande iniziativa voluta da Benedetto XVI: l’indizione dell’Anno Paolino. Ecco come il Pontefice ne ha spiegato le motivazioni, il 28 giugno, durante la Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Pietro e Paolo: “Paolo vuole parlare con noi - oggi. Per questo ho voluto indire questo speciale "Anno Paolino": per ascoltarlo e per apprendere ora da lui, quale nostro maestro, ‘la fede e la verità’, in cui sono radicate le ragioni dell’unità tra i discepoli di Cristo”. All’Apostolo delle Genti, il Papa dedica inoltre un ciclo di catechesi dell’udienza generale del mercoledì.
Con l’Anno Paolino, l’altro grande evento ecclesiale voluto dal Papa nel 2008 è stato il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, convocato in ottobre in Vaticano. Così, il Papa presenta il tema dell’assise, nella Messa d’apertura a San Paolo fuori le Mura, il 5 ottobre: “Solo la Parola di Dio può cambiare in profondità il cuore dell’uomo, ed è importante allora che con essa entrino in una intimità sempre crescente i singoli credenti e le comunità. L’Assemblea sinodale volgerà la sua attenzione a questa verità fondamentale per la vita e la missione della Chiesa. Nutrirsi della Parola di Dio è per essa il compito primo e fondamentale”.
In questo 2008, Benedetto XVI ha intensificato le occasioni di dialogo con il mondo della scienza. Ricorrenti sono le riflessioni del Papa sulla crisi economica globale. Nei messaggi ai vertici della Fao come anche all’incontro dell’Onu sugli Obiettivi del Millennio, Benedetto XVI chiede di rimettere la persona, e la sua dignità, al centro dei rapporti economici. Significativamente, nel Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2009, ha sottolineato “le ripercussioni negative che la situazione di povertà di intere popolazioni finisce per avere sulla pace”. Ecco la sua esortazione, nell’udienza del maggio scorso ai membri della Fondazione “Centesimus Annus”: “Al centro di ogni programmazione economica, specialmente considerando la vasta e complessa rete di relazioni che caratterizza l’epoca post-moderna, occorre che ci sia sempre la persona, creata a immagine di Dio e da Lui voluta per custodire ed amministrare le immense risorse del creato” (31 maggio 2008).
Altro tema sempre in primo piano nel Magistero di Benedetto XVI è stato il sì alla vita, la sua difesa dal concepimento alla morte naturale. In particolare, il Papa è tornato più volte sull’insegnamento dell’Enciclica “Humanae Vitae”, di cui ricorre il 40° anniversario. Con quel documento, sempre attuale, ha sottolineato, Paolo VI ha mostrato coraggiosamente che l’amore coniugale, aperto al dono inestimabile della vita, deve coniugare libertà e verità.

Il 2008 di Benedetto XVI: grandi successi, ma non nel rapporto con i media

La difficoltà emersa con evidenza nelle ultime settimane di presentare e far recepire per quello che sono le posizioni della Chiesa fa apparire in chiaroscuro il bilancio del 2008 che invece Benedetto XVI avrebbe tutto il diritto di archiviare come un anno di straordinari successi. Con il viaggio dello scorso aprile negli Stati Uniti e le sue coraggiose denunce è riuscito a riconquistare alla Chiesa il credito perso con lo scandalo dei preti pedofili; a Sydney la Giornata Mondiale della Gioventù ha rappresentato il più vasto raduno mai tenuto in Oceania e ha aperto nuovi sconfinati territori - lontani non solo geograficamente - all'annuncio del Vangelo; inattese folle lo hanno acclamato anche in Francia, a settembre, accogliendo con fiducia il suo invito alla laicità positiva. E anche nei quattro pellegrinaggi italiani (a Savona e Genova, a Santa Maria di Leuca e Brindisi, a Pompei e a Cagliari) culminati nell'appello lanciato in Sardegna a dar vita a una nuova classe politica, Papa Ratzinger ha mobilitato grandi platee e restituito un ruolo di primo piano a un cattolicesimo che con l'uscita di scena di due grandi personaggi come Carlo Maria Martini e Camillo Ruini sembrava aver perso smalto. Infine, con il Sinodo dei Vescovi di ottobre gli è riuscita l'operazione più ardita: mettere la Bibbia al centro della vita cristiana riaffermando però che essa deve essere letta nell'alveo della Tradizione cattolica, una sintesi tra nuovo e antico che ha raccolto il consenso unanime dei Vescovi che non era stato così netto l'anno scorso sul tema della liturgia, al momento della liberalizzazione dell'uso del messale in latino.
Benedetto XVI, poi, può compiacersi anche del passo in avanti compiuto sul piano diplomatico grazie all'iniziativa del concerto offerto in Vaticano dalla figlia di Deng, che ha rilanciato il dialogo con Pechino dopo le difficoltà che appena un anno prima aveva evidenziato il gelo con il quale era stata accolta la lettera ai cattolici cinesi. Accanto a questi innegabili successi non sono mancate tuttavia incomprensioni, e qualche volta vere e proprie contestazioni, attirate sulla Santa Sede da una serie altrettanto lunga di equivoci se non errori di comunicazione.
L'episodio più clamoroso è stata la gaffe compiuta dall'osservatore permanente all'ONU Celestino Migliore che ha affidato a una scarna risposta ad un'agenzia cattolica francese la complessa posizione della Santa Sede in tema di discriminazione dei gay, che è stata così interpretata come una condanna senza appello a una condizione verso la quale la Chiesa - e per primo il Papa - fedelmente all'insegnamento evangelico sull'adultera manifesta invece comprensione. In proposito si può certamente affermare, come autorevolemente è stato fatto, che alcuni media hanno ''forzato'' le parole di mons. Migliore ma resta il fatto che la posizione della Santa Sede è stata affidata alle poche e evidentemente poco chiare righe dell'agenzia. L'episodio ha avuto del resto dimensioni che ricordano la ''crisi'' innescata dalla citazione di Ratisbona, e se conferma la necessità di una mediazione giornalistica più attenta e corretta ripropone anche il tema di una gestione più accorta della comunicazione. Un'occasione mancata, in questo senso, è stata l'istruzione della Congregazione della Dottrina della Fede "Dignitatis personae" sulla procreazione assistita che per la prima volta affermava la liceità morale dei tentativi, purcheè rispettosi della morale, di dare un figlio a coppie che soffrono di non poterlo avere, è stata di fatto presentata come una serie di ''no'' senza appello. E certo non giovano all'immagine del Papa, ad esempio, gli estemporanei commenti di capi dicastero che ''gridano'' sulle leggi laiciste in Spagna o sul caso Eluana, per di più mentre i giudici sono ancora in camera di consiglio, utilizzando in entrambi i casi un linguaggio così forte da suonare provocatorio, essendo scontato che le semplificazioni dei media restituiranno all'opinione pubblica una rissosita' che ha poco a che vedere con la Chiesa reale. Prudenza oltre che nel linguaggio sarebbe raccomandabile anche nella politica degli annunci ai quali poi non seguono i fatti: così la terza Enciclica, quella sui temi sociali, annunciata ufficiosamente almeno cinque volte, sembra impigliata in chissà quali meandri mentre è del tutto normale evitare che i documenti pontifici si sovrappongano, e si attenda almeno un anno tra un'Enciclica e l'altra. Anche i dati relativi alle presenze dei fedeli alle udienze e agli angelus del Papa nel 2008 sono stati diffusi in modo incompleto, cioè senza fornire la possibilità di un raffronto con quelli degli anni precedenti che avrebbe messo in evidenza che essi si riferivano a un numero inferiore di incontri: due udienze generali e ben quattro angelus in meno, con il risultato di mostrare un calo che di certo non è così rilevante. Ma soprattutto si è rivelata un vero e proprio boomerang l'anticipazione fatta dal patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal circa il viaggio che Benedetto XVI dovrebbe compiere in Terra Santa a maggio. Invece dell'atteso annuncio, infatti, il Papa è stato costretto a una ferma condanna dei raid israeliani e delle provocazioni di Hamas.

L'Africa, il rapporto tra fede e ragione, il dialogo ecumenico e interreligioso: il 2009 di Benedetto XVI

Un viaggio in Camerun e Angola a marzo, un altro in Terra Santa a maggio - meno certo a causa dell'escalation di violenza nella Striscia di Gaza - e un terzo, probabile, nella Repubblica Ceca a settembre. Un'enciclica sui temi sociali, già più volte annunciata e altrettante volte rinviata, che dovrebbe intrecciare, per il frangente in cui cade, la 'dottrina sociale della Chiesa' e la crisi economica. La pubblicazione del suo secondo libro su 'Gesù di Nazaret', dedicato ai primi anni della sua vita e alla Pasqua. Sono alcuni degli eventi che caratterizzeranno il 2009 di Papa Benedetto XVI. Che l'anno prossimo avrà anche nuove occasioni per parlare del rapporto tra fede e ragione - è il bicentenario della nascita di Darwin, il 150° della pubblicazione del suo libro 'Sull'origine delle specie', e l'anno galileiano che ricorda le scoperte col telescopio dello scienziato pisano - e per affrontare, con l'80° anniversario dei Patti lateranensi e il 25° della revisione del Concordato, a febbraio, il tema dei rapporti tra Stato e Chiesa.
Nel corso dell'anno prossimo Benedetto XVI non mancherà di intervenire - con appelli e con la discreta azione diplomatica delle feluche vaticane - sulla situazione delle minoranze cristiane in aree di crisi come l'India e l'Iraq. Il 2008 è stato particolarmente infelice, tra 'pogrom' dei cristiani nello stato indiano dell'Orissa e progetti di ghettizzazione o di espatrio dei cristiani iracheni. E il 2009 - tra il graduale ritiro delle truppe americane volute da Obama e l'inazione del governo indiano sui fondamentalisti hindu - non promette nulla di buono. Il Papa, ad ogni modo, interverrà in materia già a inizio anno, con il discorso al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, l'8 gennaio, tradizionale occasione per una panoramica sulla geopolitica vaticana.
Di certo l'Africa nel 2009 sarà ancora di più tra le priorità di Benedetto XVI. Con il viaggio che compirà a marzo in Angola e Camerun e, a ottobre, con il II Sinodo dei Vescovi per l'Africa. "Cosa dobbiamo fare - si è domandato il direttore della sala stampa vaticana - perché un continente dalle grandi potenzialità, dalle grandissime risorse non solo materiali ma soprattutto umane, possa dare il suo contributo all'umanità e alla Chiesa di oggi e di domani? L'impegno del Papa ci dà un esempio, ma tutti - ha aggiunto padre Federico Lombardi - dovremo guardare verso questo continente nell'anno che viene".
Nel corso del 2009 il Papa compirà almeno tre viaggi in Italia: a Montecassino (24 maggio), a San Giovanni Rotondo sulla tomba di Padre Pio (21 giugno) e a Viterbo e Bagnoregio (6 settembre). Il segretario di Stato vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, sostituitrà invece il Papa in Messico a gennaio al VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Durante l'estate, infine, Benedetto XVI trascorrerà le vacanze estive, come l'anno scorso, nella cittadina sudtirolese di Bressanone.
Benedetto XVI, 82 anni ad aprile, continuerà a concentrare molte sue energie nell'attività intellettuale. Nel 2009 potrebbe uscire anche una Esortazione Apostolica sulla Parola di Dio che Papa Ratzinger elaborerà a partire dalle conclusioni del Sinodo dei Vescovi che si è svolto in Vaticano lo scorso ottobre. Un'occasione per dare ai fedeli indicazioni sul rapporto tra la Bibbia e la Chiesa, tra l'interpretazione dei singoli e il magistero ecclesiastico, nonché per mettere in guardia dagli opposti rischi di una lettura fondamentalista delle Sacre Scritture e di una interpretazione eccessivamente intellettuale, rappresentata da alcune correnti del metodo 'storico-critico'.

Sotto il pontificato di Benedetto XVI, inoltre, potrebbero essere pubblicati già nel 2009 gli atti integrali del processo a Galileo Galilei. Uno scienziato, puntualizzano nei Sacri Palazzi, che non è mai stato condannato dal tribunale ecclesiastico. Al Papa spetterà poi il governo della Chiesa con nuove nomine episcopali, a partire dal sostituto dell'uscente arcivescovo di Hong Jong Zen Ze-kiun, e all'interno della Curia romana. Anche se Papa Ratzinger ha dimostrato di procedere con estrema ponderatezza alle nuove nomine è un fatto che nel 2009 i cardinali Walter Kasper, Giovanni Battista Re, Renato Raffaele Martino, Javier Lozano Barragan si troveranno oltre l'età pensionabile di 75 anni.
Nel 2009 non mancheranno, poi, occasioni di dialogo della Chiesacon le altre confessioni cristiane e le altre religioni. Certo, la replica del recente forum con alcuni intellettuali musulmani, in Vaticano, non averrà prima del 2010. E con la comunità ebraica - a prescindere dal possibile viaggio in Israele e al netto delle polemiche su Pio XII e sulla preghiera di conversione del Venerdì Santo - proseguono i colloqui guidati dal card. Walter Kasper. Ma è con gli ortodossi che si potrebbe verificare un'auspicata accelerazione. Il 28-29 gennaio verrà eletto il sostituto di Alessio II. Il Vaticano non prende posizione ufficiale ma spera che diventi Patriarca di Mosca e di tutte le Russie l'attuale 'ministro degli Esteri' Kirill, o comunque, un altro uomo del dialogo. In modo da coronare il sogno di un incontro a lungo accarezzato da Papa Wojtyla, ma che potrebbe essere presto raggiunto da Papa Ratzinger.