martedì 23 agosto 2011

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. A passo di samba: il 18 settembre inizia il pellegrinaggio della Croce in Brasile, dal 23 al 28 luglio l'evento

Dal 23 al 28 luglio 2013 la gigantesca statua del Cristo Redentore sul Corcovado accoglierà nel suo abbraccio simbolico i giovani di tutto il mondo per la prossima edizione internazionale della GMG. Poco prima che calasse il sipario sulle giornate madrilene, il Papa ha dunque annunciato che la sede scelta è Rio de Janeiro e che l’avvenimento si terrà con un anno di anticipo rispetto al normale calendario delle Giornate Mondiali della Gioventù, perché nel 2014 in Brasile sono in programma i campionati mondiali di calcio "e quindi il tempo stringe", commenta a caldo l’arcivescovo Orani João Tempesta. Inoltre, ha detto a L'Osservatore Romano sul palco di Cuatro Vientos dove Benedetto XVI ha appena celebrato la Messa conclusiva della XXVI GMG, "vogliamo dimostrare che Rio non è solo sport e carnevale. La nostra giornata dovrà essere un’opportunità per quei giovani che sono afflitti da problemi come l’indigenza, la violenza e la droga". Ma l’anticipo di un anno sul calendario è reso necessario anche dal fatto che la città maravilhosa, come la chiamano da quelle parti, ospiterà due altri avvenimenti di rilievo mondiale, spostando di fatto nell’imminente futuro il baricentro dell’attenzione dei media sul "pianeta" Brasile: nel 2016 sarà infatti sede dei giochi olimpici e ancor prima, nel giugno 2012, della prossima Conferenza dell’Onu sullo sviluppo sostenibile, che dovrà verificare quanto accaduto a vent’anni di distanza dal primo grido di allarme sulla salute della Terra lanciato proprio da Rio de Janeiro nel 1992. C’è poi un’altra novità di grande rilievo: i giovani brasiliani sono venuti in massa a Madrid, ben sedicimila, accompagnati da una sessantina di vescovi, per accogliere la Croce e l’icona mariana simbolo delle GMG direttamente dalle mani dei coetanei della capitale spagnola, perché, spiega mons. Tempesta, "il Paese è immenso, e vogliamo che il pellegrinaggio tocchi tutte le 274 diocesi del Brasile, prima di arrivare a Rio, due mesi prima dell’appuntamento". Se si considera che a Sydney c’erano solo duemila brasiliani, appare chiara la svolta impressa alla pastorale giovanile. "Prima esisteva solo un Sector juventud, ora sono tutte le componenti della Chiesa a impegnarsi nella commissione istituita dalla Conferenza episcopale nazionale nel corso dell’ultima assemblea generale", spiega il responsabile, il vescovo salesiano Eduardo Pinheiro da Silva. Dopo Toronto 2002, la GMG torna dunque nel Nuovo continente americano. Mentre saranno trascorsi ben 26 anni dall’ultima tappa in America latina: accadde nel 1987 a Buenos Aires, ma da allora, complice la globalizzazione, molte cose sono cambiate. L’appuntamento del 2013 coinvolgerà l’arcidiocesi carioca, con i suoi sei milioni di abitanti; il Brasile impegnato in un colossale sforzo di sviluppo, con investimenti miliardari; e l’intero continente, che ospita il 47 per cento di tutti i cattolici del mondo. E l’arcivescovo Tempesta sottolinea proprio quest’ultima dimensione, che porterà alle luci della ribalta le Chiese latinoamericane e dei Caraibi: "L’organizzazione della GMG è una gioia e un’opportunità per i cattolici della nostra arcidiocesi, per quelli brasiliani e per i fedeli dell’America latina". Perché, aggiunge, "non si tratta solo di ricevere i giovani di tutto il mondo, ma di rinnovare la nostra fiducia nello Spirito Santo per essere discepoli missionari e confermare il nostro impegno per una vita sociale autentica e costruire la civiltà dell’amore", come richiesto dalla V conferenza dell’episcopato continentale svoltasi ad Aparecida. E lo stesso arcivescovo di Aparecida, il cardinale Raymundo Damasceno Assis, presidente della Conferenza Episcopale, ha affermato in una conferenza stampa tenuta a Madrid, che il presidente del Brasile, Dilma Rousseff, ha espresso la volontà di aiutare in tutti i modi possibili gli enti locali per la realizzazione di questo avvenimento. Essendo anche presidente del CELAM, il Consiglio episcopale latinoamericano, il porporato auspica inoltre una partecipazione "molto forte" da tutta l’America latina, sulla scia delle indicazioni scaturite da Aparecida. Del resto, fu proprio in quell’occasione, durante la sosta del Papa a San Paolo, il 10 maggio di quattro anni fa, che a nome dei vescovi brasiliani dom Eduardo gli avanzò la richiesta di ospitare la GMG. "Ricordo che Benedetto XVI rispose con un sorriso e ora eccoci già pronti a mettere in piedi un comitato organizzatore". Forse è anche per questo che la croce e l’icona della GMG arriveranno proprio nella metropoli paulista, il prossimo 18 settembre, per poi percorrere da lì tutto il Brasile. Un Paese, vale la pena ricordarlo, dove i cattolici superano i 150 milioni, sono cioè il 74 per cento di una popolazione di 220 milioni, con punte dell’84 nelle zone rurali. Nelle periferie delle grandi metropoli, invece, la percentuale scende al 65. "Facendo un rapido calcolo — aggiunge il presule — i giovani tra i quindici e i trent’anni dovrebbero essere cinquanta milioni". Se quella appena conclusasi è stata una Gmg a ritmo del chotis, il ballo tipico di Madrid, la prossima sarà a passo di samba. Un assaggio se ne è avuto già durante la celebrazione conclusiva della XXVI edizione, quando il Papa ha annunciato che la sede scelta è Rio de Janeiro e i ragazzi spagnoli hanno consegnato la grande croce di legno ai loro coetanei carioca: sui maxi-schermi nella spianata di Cuatro Vientos, si è vista l’esplosione di gioia dei diecimila giovani riuniti al Maracanãzinho, il palasport della metropoli brasiliana, che avevano seguito la Messa in diretta, nonostante, causa fuso orario e stagioni invertite, fosse notte fonda e tempo di scuole aperte. E festa è stata anche nella stessa Madrid, dove i sedicimila brasiliani iscritti , nonostante i costi di un viaggio così lungo, erano accompagnati da una sessantina di presuli. Una festa iniziata a Cuatro Vientos e proseguita in serata nel quartier generale della gioventù brasileira nella capitale spagnola, in una zona che per una singolare coincidenza si chiama "Madrid Rio". Con loro autorità del calibro del governatore dello stato di Rio de Janeiro, Sérgio Cabral, e del sindaco della città Eduardo Paes, e la delegazione formata da due ragazzi per ciascuna delle 274 diocesi del Brasile, che hanno ora il compito di riportare a casa dopo questa esperienza indicazioni, insegnamenti e passione in vista dell’appuntamento. È don Eric Jacquinet, alla sua prima GMG come responsabile della sezione giovani del Pontificio Consiglio per i Laici, a mettere in luce questo aspetto: "A Sydney nel 2008 non c’era il comitato organizzatore di Madrid, stavolta abbiamo voluto i brasiliani presenti, perché potessero rendersi conto sul campo del lavoro da farsi. Inoltre - aggiunge - questo tempo ravvicinato di soli due anni farà sì che tutti i giovani presenti oggi qui saranno i principali promotori della GMG nel loro Paese, perché in un periodo così breve normalmente non cambia il loro status sociale". Anche Yago de la Cierva, direttore esecutivo e portavoce della Giornata madrilena, ha parlato domenica, nel corso di un incontro con i giornalisti al Centro internacional de prensa, della collaborazione tra gli organizzatori della XXVI GMG e l’arcidiocesi brasiliana. "Continueremo a dare una mano per quanto riguarda gli aspetti pratici, mentre la pastorale non si insegna", ha detto sottolineando che la GMG del 2013 sarà per il Paese ospitante anche "un allenamento per i mondiali e le olimpiadi".

Gianluca Biccini, L'Osservatore Romano

Tutte le cifre della Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid: evento completamente autofinanziato, saldo in attivo per l'economia spagnola

Oltre cento milioni di euro incassati, ricavi, per commercianti e ristoratori, quattro volte superiori a quelli realizzati nello stesso periodo di agosto dello scorso anno. Tirando le somme dei tanto discussi costi della GMG di Madrid, risulta che a guadagnarci è stata proprio l’economia spagnola. Dati alla mano, gli organizzatori della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù hanno dimostrato l’infondatezza delle polemiche che hanno scandito, senza peraltro infastidire più di tanto, i ritmi del più grande avvenimento, non solo ecclesiale, svoltosi negli ultimi decenni in terra spagnola, con la partecipazione di quasi due milioni di giovani di tutta la penisola iberica e dei cinque continenti. Tanto da far ritenere che la GMG sia stata colta soltanto come uno spunto per replicare le manifestazioni di protesta sociale che hanno di recente scosso il Paese. Alle polemiche pretestuose gli organizzatori hanno risposto diffondendo un comunicato con il quale hanno voluto dimostrare che "nessun euro è stato a carico dei contribuenti spagnoli". Anzi, la GMG 2011 si è rivelata un affare anche in termini economici. Le giornate si sono completamente autofinanziate. Ed ecco le cifre fornite dall’organizzazione locale. La Giornata è costata effettivamente una cifra imponente: complessivamente 50.482.621 euro. Ma i soldi sono stati raccolti tra i giovani, le diocesi e 165 sponsor. Il comunicato elenca dettagliatamente, voce per voce, le entrate e le spese sostenute. Queste ultime sono state coperte "per il settanta per cento dai pellegrini e per il trenta per cento da donazioni. Nessun contributo è arrivato dal governo spagnolo o dalle amministrazioni locali". In un altro passaggio della nota si specificano ancor meglio le cifre: 31,5 milioni di euro sono arrivati dalle registrazioni dei pellegrini, 16,5 milioni di euro dagli sponsor, 2,4 milioni da altre donazioni di privati. Nella voce uscite sono elencati: 12,5 milioni di euro per l’organizzazione dei principali eventi in Plaza de Cibeles e all’aeroporto Cuatro Vientos, 5,5 milioni di euro per le spese di segreteria generale e di accoglienza pellegrini, 4,7 milioni di euro per le mochillas, gli zainetti, 7,2 milioni di euro per infrastrutture, 4,2 milioni di euro per i programmi culturali e la guida del pellegrino, 1,2 milioni per la sicurezza e quasi 4 milioni di euro per i volontari. Il direttore esecutivo e portavoce di Madrid 2011, Yago de la Cierva, rivela inoltre a L'Osservatore Romano qualche dettaglio in più: "2.500 sono stati gli interventi sanitari affrontati, dato poco rilevante per un evento così lungo. E oltre cinquanta i media che hanno collaborato a vario titolo. Senza dimenticare che i ticket restaurant hanno fruttato introiti impensabili per il mese di agosto, che è generalmente un mese morto".

L'Osservatore Romano

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Il governatore di Rio de Janeiro: vogliamo coinvolgere l'intera città in questa grande festa

“Penso che Rio sarà una cornice davvero speciale per la prossima Giornata mondiale della gioventù, un evento che per la prima volta si svolgerà in Sud America”: Sergio Cabral è governatore dello Stato di Rio de Janeiro, dove si svolgerà la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, nel 2013. Cabral, assieme al sindaco della città, Eduardo Paes, era presente domenica a Madrid, con l’arcivescovo mons. Orani João Tempesta e ad altri vescovi brasiliani, all’annuncio del Papa. “Siamo un popolo affettuoso e ci sarà facile socializzare con i giovani di tutto il mondo – prosegue Cabral -. Sono sicuro che i cristiani, ma anche i non cristiani, e i brasiliani di altre credenze, tutti sapremo collaborare per accogliere nel modo migliore i milioni di giovani che verranno a Rio”. Sérgio Cabral ha anche sottolineato l’importanza dell’evento per l’economia della città e dello Stato e ha dichiarato che il governo e la società lavoreranno insieme per rendere la Giornata “il giorno più bello della nostra storia”. Dal canto suo il sindaco di Rio, Paes, ha affermato: “La piazza del Flamengo, il luogo tradizionale che ha già ricevuto Papa Giovanni Paolo II, avrà un posto di rilievo nel quadro della manifestazione. Ma noi vogliamo coinvolgere in questo incontro giovanile internazionale anche le periferie e le aree a nord e a ovest. Vogliamo coinvolgere l’intera città in questa grande festa e sempre con la benedizione della statua del Redentore che ci guarda da lassù”.

SIR

Il bilancio del card. Rouco Varela: ho visto Benedetto XVI quasi piangere per l'emozione. La GMG di Madrid porterà molti frutti nel futuro

Il card. Antonio María Rouco, arcivescovo di Madrid e presidente della Conferenza Episcopale spagnola, ospite della Giornata Mondiale della Gioventù che si è appena conclusa, ha rivelato questa domenica che Papa Benedetto XVI “si è emozionato quasi fino alle lacrime” in alcuni momenti della Giornata. In alcune dichiarazioni a COPE, l'emittente di proprietà della Conferenza Episcopale Spagnola, il porporato ha affermato che per il Pontefice uno dei momenti più emozionanti è stata la Via Crucis. “Sapendo che era stata adottata questa formula della Via Crucis con la tradizione delle stazioni a partire dai 'pasos' della Settimana Santa, con l'insieme dei canti e della preghiera della Via Crucis, si è entusiasmato”, ha affermato. Tra gli incontri più significativi, al margine degli atti centrali, il cardinale ha definito “molto belli” quelli con le religiose e i giovani professori universitari a El Escorial, così come quello con i giovani portatori di handicap dell'Istituto San José. In altre dichiarazioni alla stessa catena, ha sottolineato l'atteggiamento dei giovani pellegrini di fronte alle difficoltà a Cuatro Vientos, prima con l'estremo calore e poi con il repentino nubifragio. I giovani partecipanti hanno dimostrato “molto più che tolleranza in tutti gli atti. Sono giovani che vivono nella Chiesa l'esperienza di Cristo in modo determinante per la loro vita, e quando si manifestano in modo condiviso lo fanno come veri cristiani. Un cristiano ha un mandato fondamentale e principale per configurare la propria vita, trattare l'altro come un fratello”. Il porporato si è riferito, tra gli altri momenti, all'“immenso silenzio” che hanno mantenuto i pellegrini all'arrivo del Santissimo, a Cuatro Vientos. “Lo stile di partecipazione liturgica dei giovani è stato impressionante. Anche di notte è stato mantenuto lo schema dell'atto ed è stato molto bello, accompagnato ovviamente da una musica eccezionale”, ha segnalato.
“Con questa GMG si è dimostrato che la vita diventa un'offerta piena di senso e di gioia quando si vive a partire dai valori che hanno dimostrato i giovani”, ha segnalato. In alcune dichiarazioni alla Radio Vaticana, il cardinale ha affermato che “per moltissimi giovani questa esperienza segnerà un cambiamento della loro vita”. “Un altro punto da sottolineare è che la comunione ecclesiale ne è uscita molto rafforzata. Tutte le varie realtà della Chiesa hanno lavorato insieme: ordini religiosi, movimenti, associazioni, nuove comunità, realtà parrocchiali e diocesane. Questo è un fatto che nessuno può negare e che porterà molti frutti nel futuro”.


Zenit

Il card. Rouco sulla GMG: bilancio umano e spirituale ricchissimo, splendida gioia dei giovani, testimonianza del Vangelo

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. Mons. Tempesta: occasione per rinnovare la nostra vita, la fede e mostrare il volto giovane di Rio de Janeiro

“Un’occasione per rinnovare tutta la nostra vita. Anche per le persone che vivono nella città di Rio de Janeiro sarà un'opportunità per rafforzare la loro fede, una maggiore partecipazione e soprattutto per mostrare il volto giovane di Rio de Janeiro”. Così l’arcivescovo di Rio, mons. Orani João Tempesta, commenta in un’intervista pubblicata sul sito dell’arcidiocesi brasiliana, l’annuncio dato oggi dal Papa. L’arcivescovo sottolinea quanto siano importanti tutte le iniziative che precedono la GMG nel Paese ospitante: “La visita della Croce in tutte le città, attraverso le diocesi; tutto il lavoro di approfondimento del tema, e poi i preparativi”. “E sono sicuro che anche chi verrà da lontano, avrà modo di conoscere il modo di essere cattolico della nostra gente in Brasile”. E ha aggiunto: “Papa Benedetto XVI richiama spesso l’attenzione del mondo sulle radici cristiane dell'Europa. Anche l’America Latina ha forti radici cristiane, che si stanno però perdendo a causa di una falsa comprensione della laicità, e da idee che stanno emergendo con la crisi dei valori. Credo che sia arrivato il tempo di vivere la nostra vocazione di Paese fondato sulle radici cristiane e di essere in grado di manifestarle. Sarà ciò che accadrà con la venuta del Papa che aiuterà il Brasile e la città di Rio a camminare meglio”. “Una grande sfida”, ma anche “un momento molto speciale per la Chiesa in Brasile”: con queste parole, i vescovi brasiliani hanno accolto con gioia la scelta di Benedetto XVI della Giornata Mondiale della Gioventù 2013 a Rio de Janeiro. Nella serata di domenica i rappresentanti della Conferenza Episcopale brasiliana hanno tenuto una conferenza stampa a Madrid per manifestare il proprio entusiasmo e la propria gratitudine al Pontefice. All’incontro con i giornalisti sono intervenuti il presidente della CNBB, card. Raymundo Damasceno Assis, l’arcivescovo di Rio de Janeiro e il presidente della Commissione episcopale per la Pastorale giovanile brasiliana, don Eduardo Pinheiro. Nel suo intervento, il card. Damasceno Assis ha ringraziato il Papa per aver scelto Rio de Janeiro ed ha parlato di “responsabilità” per affrontare “una grande sfida” come questa, ribadendo che si metterà presto in contatto con il Pontificio Consiglio per i Laici per avviare i preparativi. Stretta sarà anche la collaborazione con il CELAM, la Conferenza episcopale dell’America Latina, ha aggiunto il porporato, così da coinvolgere il maggior numero possibile di giovani in tutto il continente. “Il lavoro sarà particolarmente intenso – ha continuato il card. Damasceno Assis – dato che la prossima GMG è stata anticipata di un anno, rispetto ai tre canonici, poiché il Brasile ospiterà, nel 2014, i Mondiali di calcio”. Il presidente della CNBB ha quindi aggiunto: “L’America Latina è il continente con il maggior numero di cattolici al mondo, pari al 47% della popolazione, e quindi la XXVIII GMG darà molti frutti non solo per i giovani del Brasile, ma anche per tutta la zona latinoamericana”. Dal suo canto, mons. João Tempesta ha sottolineato che la tradizionale Campagna di Fraternità che la Chiesa brasiliana promuove ogni anno sarà dedicata, nel 2013, proprio alla gioventù. “La scelta di Rio de Janeiro – ha detto invece don Pinheiro – rappresenta un momento molto speciale per la Chiesa in Brasile. La prossima GMG mostrerà una Chiesa viva, creativa, in parte proprio grazie ai giovani”. Al momento, la CNBB non si è sbilanciata sul possibile numero di partecipanti all’evento, ma ha comunque assicurato che, da parte dello Stato, c’è stata la massima disponibilità per accogliere la GMG nel Paese. Da sottolineare che questa è la seconda GMG ad essere ospitata da un Paese latinoamericano: nel 1987, infatti, toccò all’Argentina, precisamente a Buenos Aires. Certo, nel frattempo l’America Latina è cambiata, sottolineano i vescovi, ma nonostante i miglioramenti, la realtà registra ancora un aumento della concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi e della povertà in moltissimi altri. “La globalizzazione – ha aggiunto il presidente della CNBB – ha inoltre portato alla standardizzazione della cultura, con la conseguente perdita di una propria identità culturale”, soprattutto fra i giovani, sui quali, a detta di don Pinheiro, influiscono molto anche i mass media. Intanto, il prossimo 18 settembre, il Brasile accoglierà la Croce e l’Icona Mariana simboli delle GMG, voluti da Giovanni Paolo II rispettivamente nel 1984 e nel 2003. La Croce sarà ricevuta dall’arcidiocesi di San Paolo e da qui partirà per un pellegrinaggio nelle 274 diocesi del Paese, nell’arco dei due anni di preparazione all’evento. Per accogliere la Croce, l’arcidiocesi di San Paolo ha organizzato una Messa solenne, che avrà luogo alle 16.30 a Campo di Marte. La Croce della GMG resterà a San Paolo fino al 31 ottobre; la tappa successiva sarà Belo Horizonte, dove arriverà il 19 novembre per il pellegrinaggio nella Regione ecclesiastica Leste 2. L’ultima tappa della Croce prima di arrivare a Rio de Janeiro sarà la Valle do Paraíba, nel marzo del 2013.

SIR, Radio Vaticana

"GMG 2013, Rio de Janeiro aspetta il mondo a braccia aperte"

Il Papa: Dio è il grande educatore del suo popolo, la guida amorevole, sapiente, instancabile nella e attraverso la liturgia, sua azione nella Chiesa

Si è aperta, ieri pomeriggio a Trieste, con la prolusione del cardinale Angelo Comastri, la 62.ma Settimana Liturgica nazionale italiana. Per l’occasione, il Papa ha indirizzato un messaggio, a firma del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, al presidente del "Centro Azione Liturgica", mons. Felice Di Molfetta, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano. Nel documento, letto all'apertura dei lavori, il Pontefice mette l’accento sul primato di Dio nell’azione liturgica. E ribadisce che la liturgia è una sorgente inesauribile per la vita della Chiesa. Il tema scelto per la Settimana Liturgica, che si concluderà venerdì prossimo, è “Dio educa il suo popolo. La liturgia, sorgente inesauribile di catechesi”. La Chiesa “non può essere ridotta al solo aspetto terreno e organizzativo”. Quando infatti celebra i divini misteri, sottolinea il Papa, “deve apparire chiaramente che il cuore pulsante della comunità è da riconoscersi oltre gli angusti e pur necessari confini della ritualità”. E questo, osserva, “perché la liturgia non è ciò che fa l’uomo, ma quello che fa Dio con la sua mirabile e gratuita condiscendenza”. Riprendendo poi il tema della Settimana, il messaggio ribadisce che “Dio è il grande educatore del suo popolo, la guida amorevole, sapiente, instancabile nella e attraverso la liturgia, azione di Dio nell’oggi della Chiesa”. La liturgia, soggiunge il Papa, “può essere chiamata catechesi permanente della Chiesa, sorgente inesauribile di catechesi”. Di qui l’invito a vescovi e sacerdoti ad approfondire “la dimensione educativa dell’azione liturgica, in quanto ‘scuola permanente di formazione attorno al Signore risorto’”. Il Papa augura, infine, che la Settimana liturgica sia fruttuosa per tutti i partecipanti e per l’intera Chiesa italiana. In particolare, auspica che le iniziative del Centro di Azione Liturgica “si pongano sempre più a servizio del genuino senso della liturgia, favorendo una solida formazione teologico-pastorale in piena consonanza con il Magistero e la vivente tradizione della Chiesa”.

Radio Vaticana

MESSAGGIO AI PARTECIPANTI ALLA LXII SETTIMANA LITURGICA NAZIONALE ITALIANA (TRIESTE, 22-26 AGOSTO 2011)

Giornata Mondiale della Gioventù 2013. L'entusiasmo dei giovani brasiliani per la GMG a Rio de Janeiro: la grazia più grande che Dio potesse farci

La scena si è ripetuta, l’entusiasmo è stato il medesimo. Tre anni fa, a Sidney, furono gli spagnoli a esultare all’annuncio che la successiva Giornata Mondiale della Gioventù sarebbe stata a Madrid. Al termine della GMG madrilena è toccato ai brasiliani sventolare sull’aerodromo di Cuatro Vientos le bandiere gialloverdi e saltare di gioia: il prossimo raduno mondiale di giovani sarà proprio da loro, a Rio de Janeiro, nel 2013. L’annuncio è stato dato, come da tradizione, da Benedetto XVI al termine dell’Angelus che ha concluso la XXVI GMG. Che la prossima meta fosse il Brasile era già noto da alcuni giorni, come pure l’“anticipazione” di un anno per non sovrapporsi ai mondiali di calcio, ma ciò non ha in alcun modo ridimensionato l’emozione. “È la grazia più grande che il Signore potesse farci”, esulta Bruna Carla Fidel Vicinguera di Foz do Iguoçu. “Siamo veramente fieri di poter vivere nel nostro Paese la grandezza di questo avvenimento”, commenta all'agenzia SIR Bruna Carla; pur essendo solo alla sua prima GMG dice con convinzione che “quando si vedono tutti questi giovani insieme la Chiesa è più forte”. “Per noi è una grande gioia accogliere nel 2013 la GMG a Rio de Janeiro”, sottolinea Jorge Axkar, ventiduenne studente brasiliano del Mato Grosso. “Sarà un momento importante – precisa – per la fede del nostro Paese. Vogliamo che sia una grande festa per tutti i giovani del mondo”. Anch’egli si dice “orgoglioso per la scelta del Santo Padre”, invitando “sin da ora tutti i giovani a venire in Brasile, in modo particolare coloro che vivono in Paesi dove sono in minoranza, dove sono perseguitati per la loro fede, che è la nostra, dove non possono professare liberamente, dove non godono di diritti”. Gli fanno eco Catalina Garzule e Jennifer Mattos a nome di un gruppo di 24 pellegrini da Rio, di cui il più giovane ha 16 anni e il più “attempato” 60. “Siamo venuti qui per mostrare al mondo la nostra fede e siamo entusiasti che la prossima GMG sia proprio in Brasile. È una speranza per il Paese e renderà vero un sogno. Ogni GMG è occasione d’incontro con il successore di Pietro, fortifica e rende ragione della nostra fede. Così è stato a Madrid, così sarà pure a Rio”.

SIR

'Restano loro, resto anch'io'. L’amore di una generazione che vede in questo Papa il suolo affidabile su cui tentare passi in un tempo di incertezze

"Restano loro, resto anch’io". Il senso della battuta con la quale il Papa, sorridente e imperturbabile, ha declinato sotto il diluvio di sabato notte a Cuatro Vientos la ragionevole proposta di attendere nel retropalco che spiovesse, riferito dal portavoce vaticano padre Lombardi, è la sintesi perfetta di un momento che resterà scolpito nel Pontificato di Joseph Ratzinger e rivela il punto di svolta maturato a Madrid nel suo legame con i giovani. Ma dentro l’immagine indimenticabile del Pontefice precariamente difeso da un muro di ombrelli che resiste dentro l’uragano di vento e pioggia, acclamato da un milione e mezzo di ragazzi zuppi e festanti, c’è anche molto di più. Benedetto ha fatto suoi i giovani della Giornata Mondiale madrilena prima ancora di arrivare: in Spagna si è solo rivelato al mondo l’amore di una generazione che vede in questo Papa, e nella Chiesa maestra e amica che egli esprime con la sua semplice presenza, il suolo affidabile su cui tentare passi e percorsi di un tempo d’incertezze senza precedenti. La persona e la parola di Papa Ratzinger aiutano a colmare quel che manca a questa gioventù vulnerabile e precaria, che però possiede l’identico desiderio di gioia e di verità di ogni nuova nidiata di uomini e donne, semmai moltiplicato dal congiurare di circostanze ostili: l’economia in crisi, la cultura relativista, un mondo adulto inaffidabile, il dilagare di nuove ideologie utilitariste e scettiche, tutto legno fradicio e inservibile per chi vuole dare a casa ai propri sogni.L’imprevedibile ondata di affetto che ha sostenuto ogni passo del Papa a Madrid è il segno di una sintonia maturata nel tempo, condizione necessaria per consentire a Benedetto XVI di depositare intatta nei cuori dei due milioni di giovani cristiani riuniti a Cuatro Vientos (tanti erano infine alla Messa domenicale conclusiva) e a tutti gli altri di ogni dove che quei ragazzi hanno rappresentato in terra spagnola la chiamata di Cristo, il "vieni e seguimi" che risuona inesauribile senza aver perso un’oncia di fascino. I giovani sentono che non è un’autorità morale tra le altre che parla, che dentro quella figura dolce e apparentemente fragile è il Signore stesso a rivolgersi loro. Il Papa mostra ciò che lo ispira e lo anima, e questo accade anche grazie a una visione soprannaturale di ogni più piccolo episodio che lo rivela per un uomo interamente di Dio. Ai giovani parlano i segni, e ai giovani, spesso diffidenti verso tutto e tutti, il messaggio di Benedetto XVI arriva ormai a destinazione persino prima delle sue parole. "Come questa notte, con Cristo potrete sempre affrontare le prove della vita. Non lo dimenticate!". L’uragano di vento e pioggia sabato notte non è stato un contrattempo del quale rammaricarsi, ma in quest’uomo integralmente evangelico si è tramutato all’istante nel magnete col quale attrarre la domanda inespressa dei giovani davanti alla provocazione della GMG 2011: ma come faccio a radicare questa mia fragile vita in Cristo, a stare saldo nella fede quando tutto attorno a me mi strappa via dal cristianesimo per farmi volare dentro il nulla? La risposta di Benedetto arriva insieme alla pioggia, si appiccica alla pelle. E quindi evviva la tempesta, il sacco a pelo si asciugherà, ma adesso bisogna esultare con quest’uomo che è un regalo di Dio per la gioventù del 2011 (e per gli adulti che sgranano gli occhi sbalorditi per la sopportazione allegra di privazioni d’ogni tipo nei giorni di Madrid): resta con noi, Santo Padre, non dar retta a chi ti dice di tenerti al riparo, affronta le altissime onde delle nostre domande, accompagnaci dentro il buio di uno sgomento che ci divora la speranza, ora sappiamo che guardando la Chiesa traspare già una risposta. Davvero c’è da essere infinitamente grati al Beato Giovanni Paolo II per l’intuizione di queste Giornate Mondiali nelle quali i giovani incontrano la fede così com’è, e scorgono una vita diversa, trasformata, capace di capovolgere la sintassi del mondo. Eccomi, Signore, cosa vuoi da me? Stando dentro l’immensa folla di volti e di storie raccolta domenica mattina a Cuatro Vientos, la papamobile che in un tripudio di festa solcava il campo di volo è parsa a un tratto la barca di Pietro che getta ancòra le reti sulla parola del Maestro. Ognuno fissato con amore, nessuno anonimo. Così la tempesta non fa più paura.

Francesco Ognibene, Avvenire

Il superiore generale della Fraternità Sacerdotale San Pio X convocato in Vaticano il 14 settembre. Allo studio l'istituzione di un'Ordinariato

Il vescovo Bernard Fellay (nella foto con Benedetto XVI), superiore generale della Fraternità San Pio X fondata da mons. Lefebvre, è stato convocato in Vaticano per il prossimo 14 settembre. È il primo incontro di vertice dopo i colloqui dottrinali che nell’ultimo anno hanno visto confrontarsi a Roma le delegazioni della Santa Sede e dei lefebvriani. Come si ricorderà, dal 2009 la Commissione Ecclesia Dei, che si occupa del rapporto con la Fraternità San Pio X è stata inglobata nella Congregazione per la Dottrina della Fede ed è stata affidata alla guida di mons. Guido Pozzo. I colloqui dottrinali, che hanno affrontato tutti i nodi considerati problematici dai lefebvriani, i quali ritengono che in alcuni punti il Concilio Vaticano II abbia rappresentato una rottura con la tradizione della Chiesa, si sono conclusi nei mesi scorsi. Ora il Vaticano dovrebbe sottoporre a Fellay dei protocolli d’intesa che chiariscono i punti dottrinali leggendo il Concilio secondo quell’ermeneutica della continuità nella riforma suggerita fin dal dicembre 2005 da Benedetto XVI quale interpretazione più autentica dei testi del Vaticano II. Soltanto se saranno superate le difficoltà dottrinali, sarà sottoposta alla Fraternità una proposta di sistemazione canonica, che risolva la situazione in cui si trovano le comunità lefebvriane. Come si ricorderà, anche se il Papa, con un gesto di benevolenza, nel gennaio 2009 ha tolto la scomunica ai quattro vescovi ordinati da Lefebvre, i vescovi e i sacerdoti della San Pio X vivono ancora in uno stato di irregolarità canonica. La proposta che è stata studiata dal Vaticano prevede per i lefebvriani l’istituzione di una Ordinariato simile a quello che il Papa ha offerto agli anglicani intenzionati a rientrare nella comunione con la Chiesa di Roma. In questo modo, la Fraternità dipenderebbe dalla Santa Sede, e precisamente dalla Commissione Ecclesia Dei, e potrebbe mantenere le sue caratteristiche senza dover rispondere ai vescovi diocesani. L’incontro del 14 settembre, che Vatican Insider è in grado di confermare rappresenta dunque un nuovo passo nel cammino travagliato di questi anni. Ma è prematuro sbilanciarsi in quanto alle conclusioni: è noto infatti che all’interno della Fraternità San Pio X convivono diverse sensibilità e c’è una parte che considera difficile arrivare a un accordo.

Andrea Tornielli, Vatican Insider

Benedetto XVI conclude a Madrid la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù: con la gioia della fede sulle vie del mondo. Non abbiate paura del futuro!

L’appuntamento è per il 2013 a Rio de Janeiro, in Brasile. È lì che il Papa ha convocato il prossimo raduno internazionale della gioventù. E verso la città carioca Benedetto XVI ha già invitato a mettersi in cammino i giovani dei cinque continenti che hanno partecipato alla XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, conclusasi domenica 21 agosto a Madrid. Con l’esplicita raccomandazione, rivolta loro al momento del congedo, di "diffondere in ogni angolo del mondo la gioiosa e profonda esperienza di fede" vissuta in questi giorni nella capitale iberica. Il passaggio di testimone tra la gioventù spagnola e quella brasiliana è avvenuto simbolicamente al termine della Messa che il Pontefice ha presieduto domenica mattina sulla spianata dell’aeroporto di Cuatros Vientos. La grande croce di legno, simbolo delle GMG, è stata consegnata da un gruppo di giovani della Spagna ai loro coetanei del Paese latinoamericano. E proprio spiegando il senso di questo gesto il Papa ha affidato a tutti i presenti un "grande compito": portare "la conoscenza e l’amore di Cristo a tutto il mondo". Perché, ha affermato, "Egli vuole che siate suoi apostoli nel ventunesimo secolo e messaggeri della sua gioia". Già durante la veglia di preghiera celebrata sabato sera il Pontefice aveva ricordato ai giovani che, "anche in mezzo a contrarietà e sofferenze", nell’amore di Cristo c’è sempre "la fonte della gioia e dell’allegria". Da qui l’appello a non lasciarsi scoraggiare dalle avversità della vita. "Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza" aveva raccomandato, aggiungendo: "Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo Nome in tutta la terra". Per Benedetto XVI, dunque, "vale la pena accogliere nel nostro intimo la chiamata di Cristo e seguire con coraggio e generosità il cammino che ci propone". La fede, infatti, non si oppone agli "ideali più alti" dell’uomo, ma "li eleva e li perfeziona". Aiutando così i giovani a riscoprire la loro vocazione nella Chiesa e nella società e "a perseverare in essa con allegria e fedeltà". Ma chi è veramente Gesù per l’umanità del nostro tempo? Il Papa se lo è chiesto parlando alla grande assemblea riunita domenica a Cuatros Vientos per la celebrazione eucaristica. E ha suggerito ai giovani di rispondere a questa domanda "con generosità e audacia", ripetendo a Cristo: "Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola. Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita nelle tue mani. Voglio che tu sia la forza che mi sostiene, la gioia che mai mi abbandona". Proprio dall’amicizia con Gesù "nasce la spinta che conduce a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza". E il mondo di oggi, ha ribadito Benedetto XVI, "ha bisogno certamente di Dio". Ne ha dato prova durante i giorni della GMG la stessa società spagnola, che in una convivenza sanamente aperta, pluralistica e rispettosa - si è detto convinto il Papa nel discorso pronunciato domenica sera al momento del congedo - sa e può progredire senza rinunciare alla sua anima profondamente religiosa e cattolica".

L'Osservatore Romano