sabato 19 febbraio 2011

Cottier: la serenità del Papa non poggia su qualche trovata o ricetta particolare, per lui a tenere accesa nella Chiesa la fiamma della fede è Gesù

"I libri noiosi esistono, come sappiamo tutti, ma non è questo il nostro caso, per fortuna". Il card. Georges Cottier, teologo emerito della Casa Pontificia sta spiegando "Come leggere Joseph Ratzinger". L'incontro, organizzato dalla Libreria Editrice Vaticana e coordinato da Neria De Giovanni e don Giuseppe Costa, si è svolto ieri nella Libreria Internazionale Paolo VI a Roma; lo spazio della libreria dedicato alle conferenze non è stato sufficiente a contenere tutte le persone presenti e molte sedie supplementari sono state aggiunte al piano terra, in mezzo agli scaffali dei libri, davanti a uno schermo che ha permesso a tutti di seguire il raffinato excursus del cardinale. "Io suggerirei di prendere alla lettera il Papa - ha spiegato Cottier, parlando degli scritti e del pensiero del teologo diventato Benedetto XVI, dalle prime opere fino all'ultimo avvincente libro-intervista con Peter Seewald, "Luce del mondo" - la teologia è il tentativo umano, e quindi perfettibile, di indagare il mistero di Dio. Il teologo ha il suo punto di vista, può sbagliarsi e cambiare opinione. Il carisma del successore di Pietro, invece, ha il ruolo di mantenere nella Chiesa l'unità e la rettitudine del messaggio rivelato. Quando il Papa si firma Joseph Ratzinger intende ribadire questo; sembra una distinzione ovvia, ma temo non sia stata sufficientemente capita". "Nell'opera del card. Ratzinger - continua Cottier - ci sono dei temi ricorrenti, uno di questi è il "divorzio" tra fede e ragione, un tema cruciale della modernità. La fede è stata ridotta a superstizione o sentimento, senza avere più niente a che fare con la verità. Ma la ragione è presente nella Bibbia, nella teologia cristiana, in Agostino, Tommaso, abbiamo grandissimi pensatori nella nostra tradizione. Il problema della nostra epoca è una ragione che pretende di essere sufficiente a se stessa e nega, ignora o bolla come irragionevole tutto ciò che non riesce a raggiungere con le proprie forze". In ambito esegetico, un'analoga frattura è nata tra il "Cristo storico" e il "Cristo della fede". Il metodo storico-critico in esegesi, spiega il cardinale, "ha portato a risultati preziosi, ma bisogna diffidare di quelle "vite di Gesù" che tradiscono tale metodo e nelle quali l'autore parla più di se stesso che del Nazareno". Se il Settecento aveva la ragione filosofica come misura, adesso è la ragione scientifica a proporsi come unico criterio di conoscenza. "I grandi spiriti pensano alle cose più evidenti che noi non vediamo - chiosa Cottier, continuando la sua "visita guidata" ai temi principali della teologia di Joseph Ratzinger - è il Verbo, il Lògos fatto carne di cui parla il Vangelo di Giovanni il ponte fra la ragione umana e la ragione divina. Dio si è rivelato, mi ha raggiunto, questo significa il Verbo si è fatto carne". "Quello che stupisce di più di Benedetto XVI - conclude il teologo - è che rimane un uomo felice. Il tema della gioia è molto presente, anche nelle prediche, e tanti lettori sono rimasti colpiti dall'autenticità e dalla semplicità delle cose dette dal Papa in 'Luce del mondo'. La gente si è chiesta: ma è lo stesso uomo di cui parlano i giornali, la stessa persona che viene trasformata dai media in una caricatura di cattivo gusto? In molte pagine del libro si riconosce un Papa rilassato, fiducioso, che si esprime con libertà senza nascondere niente. Prende atto senza censure della secolarizzazione e del relativismo che prevalgono nel vissuto reale di tanti. Davanti a questo, la sua serenità non sembra appoggiarsi su qualche sua trovata, o su qualche ricetta particolare; ripete semplicemente che a tenere accesa nella Chiesa la fiamma viva della fede è Gesù stesso".

Silvia Guidi, L'Osservatore Romano

Ufficiale la nomina di mons. Ivan Jurkovič a nunzio apostolico in Russia a due giorni dall'incontro del Papa con il presidente Medvedev

Come riportato nei giorni scorsi, Papa Benedetto XVI ha nominato Nunzio Apostolico in Russia mons. Ivan Jurkoviae, arcivescovo titolare di Corbavia, finora Nunzio Apostolico in Ucraina. A Mosca, mons. Jurkovic sostituisce nel delicato incarico mons. Antonio Mennini, nominato dal Pontefice nunzio in Gran Bretagna. La nomina avviene due giorni dopo l’incontro in Vaticano tra il Papa e il presidente russo Medvedev.

Asca, Radio Vaticana

Mons. Fellay: distinguere l'obiettivo della Santa Sede e quello della Fraternità San Pio X dei colloqui dottrinali prossimi alla conclusione

Il Vaticano e i tradizionalisti lefebvriani non hanno un obiettivo comune nei colloqui dottrinali iniziati nell'ottobre 2009. Lo confessa lo stesso superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, mons. Bernard Fellay (nella foto con Benedetto XVI), al sito La Porte Latine. ''Bisogna distinguere l'obiettivo di Roma e il nostro - dice il vescovo lefebvriano -. Roma ha indicato che c'erano dei problemi dottrinali con la Fraternità e che bisogna chiarirli prima di un riconoscimento canonico - problemi che sarebbero manifestamente di nostra responsabilità, dato che si tratta dell'accettazione del Concilio. Ma per noi si tratta di un'atra cosa, noi vogliamo dire a Roma quello che la Chiesa ha sempre insegnato e, quindi, manifestare le contraddizioni tra questo insegnamento secolare e ciò che si fa nella Chiesa a partire dal Concilio. Da parte nostra, questo è il solo obiettivo che perseguiamo''. Mons. Fellay spiega anche di non aver notato nessuna ''evoluzione'' del pensiero dei suoi interlocutori vaticani nel corso dei colloqui. D'altra paret, spiega, ''non si tratta nè di un negoziato, nè della ricerca di un compromesso, perchè è una questione di fede''. Per il vescovo lefebvriano, i colloqui sono prossimi alla conclusione ''perchè abbiamo trattato tutti i grandi temi posti dal Concilio'', anche se non si sbilancia sul loro esito. I lefebvriani non hanno nascosto la loro irritazione per alcune recenti mosse del Papa, dalla decisione di beatificare il suo predecessore, Giovanni Paolo II, a quella di convocare un meeting interreligioso ad Assisi quest'anno dopo quelli già tenuti nel 1986 e del 2002. Benedetto XVI è ''probabilmente impaurito delle violenze anticattoliche'' in Medio Oriente, come le bombe in Egitto e in Iraq, e per questo ha deciso di convocarlo. Forse, aggiunge, il Pontefice ha anche ''subito delle pressioni e delle influenze'' per dare il suo avallo: in passato, il card. Ratzinger aveva più volte espresso i suoi dubbi nei confronti dell'incontro di Assisi. L'incontro interreligioso per la pace, secondo Fellay, ''è un atto non dico di disperazione, ma cui manca disperatamente una causa''. Per il vescovo lefebvriano, Benedetto XVI e Giovanni Paolo II ''intendono l'ecumenismo nello stesso modo'', malgrado i distinguo fatti in passati che sono come ''spaccare un capello in quattro''. ''Cerca di giusitificare Assisi - prosegue Fellay -. Sono curioso di vedere come sarà possibile farlo il prossimo ottobre. Per il superiore tradizionalista, Papa Ratzinger ha sì ''una certa simpatia'' per i lefebvriani ma ''con dei limiti''.

Asca

ll Papa: una formazione sacerdotale completa non si esaurisce nell’aspetto accademico, cogliere ogni opportunità per crescere nella fede

Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in Vaticano la comunità del Pontificio Collegio Filippino, in occasione del 50° anniversario di fondazione ad opera di Giovanni XXIII. L’indirizzo d’omaggio al Pontefice è stato rivolto dal rettore del Collegio, padre Gregory Ramon D. Gaston. Il Papa si è soffermato sugli aspetti più importanti che devono caratterizzare gli anni di formazione dei giovani sacerdoti, dagli studi teologici al servizio pastorale. Benedetto XVI ha elogiato l’impegno del Pontificio Collegio che, in mezzo secolo, ha permesso a centinaia di sacerdoti di tornare nelle Filippine dopo aver perfezionato i propri studi nelle istituzioni e università pontificie presenti a Roma. Il Papa ha incoraggiato la presente generazione di studenti del Collegio a “crescere nella fede”, “eccellere negli studi” e “cogliere ogni opportunità disponibile per conseguire una maturità teologica e spirituale” così da affrontare le tante sfide future. “Una formazione sacerdotale completa – ha poi osservato – non si esaurisce nell’aspetto accademico”. Gli studenti filippini, ha soggiunto, sono infatti formati anche attraverso “la storia viva della Chiesa di Roma e il luminoso esempio dei suoi martiri” per Gesù Cristo. Ha dunque invitato i sacerdoti a rispondere alla chiamata alla santità. Ed ha auspicato che possano tornare nella loro terra con la consapevolezza della storia della Chiesa di Roma, delle sue radici nel mistero pasquale di Cristo e della sua meravigliosa universalità: “Anche quando siete a Roma – ha poi detto il Papa – non trascurate la dimensione pastorale”. Ha dunque esortato gli studenti del Collegio a rispondere alle necessità dei più bisognosi, in particolare dei membri della comunità filippina che vive a Roma. Il Papa ha infine voluto sottolineare il suo affetto per il popolo e i fedeli delle Filippine invocando ogni benedizione per l’amata nazione filippina.

Presentato a Benedetto XVI l'Annuario Pontificio 2011. In aumento i cattolici nel mondo, più 15 milioni. La metà vive in America

Cresce il numero dei cattolici nel mondo. Secondo i dati contenuti nell'Annuario Pontificio 2011, presentato questa mattina a Papa Benedetto XVI dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e dall’arcivescovo Fernando Filoni, sostituto alla Segreteria di Stato per gli Affari Generali, i fedeli battezzati nel mondo sono passati da 1.166 milioni nel 2008 a 1.181 nel 2009 con un aumento assoluto di 15 milioni di fedeli e percentuale pari all'1,3%, ma con una distribuzione geografica ineguale. In particolare, l'America, dal 2008 al 2009, ha mantenuto quanto a popolazione, un'incidenza costante sul totale planetario pari al 13,6%; di contro i cattolici hanno raggiunto nei due anni, il 49,4% della popolazione cattolica nel mondo. In Asia la crescita è stata dal 10,6% al 10,7%, ma essa è notevolmente inferiore a quella che il continente ha per quanto riguarda la popolazione mondiale (60,7%). L'Europa ha un peso per la popolazione inferiore di tre punti percentuali a quello dell'America, ma la sua incidenza nel mondo cattolico è quasi la metà di quella dei paesi americani (24%). Tanto per i Paesi africani quanto per quelli oceanici il peso della popolazione sul totale è poco dissimile da quello dei cattolici (15,2% e 0,8%, rispettivamente, per l'Africa e Oceania). Nello stesso periodo, è cresciuto, anche se lievemente, sia il numero dei vescovi nel mondo, che è passato, dal 2008 al 2009, da 5002 a 5065, con un aumento dell'1,3%, sia quello dei sacerdoti, che continua con un trend di crescita moderata inaugurata nel 2000, dopo un lungo periodo di risultati piuttosto deludenti. Il numero dei sacerdoti, sia diocesani che religiosi, aumenta, infatti, nel corso degli ultimi dieci anni (+ 1,34% a livello mondiale), passando da 405.178 nel 2000 a 410.593 nel 2009. In particolare, nel 2009, i sacerdoti sono cresciuti dello 0,34% rispetto al 2008.

Congregazione per la Dottrina della Fede dichiara un sacerdote cileno colpevole di abusi sessuali su giovani. Imposta una vita di orazione e penitenza

La Congregazione per la Dottrina della Fede ha dichiarato colpevole di abusi sessuali nei confronti di alcuni giovani il sacerdote cileno Fernando Karadima, 80 anni. Lo ha reso noto ieri con un comunicato ufficiale l’arcivescovo di Santiago del Cile, card. Ricardo Ezzati Andrello. Il dicastero della Curia romana ha emesso il suo verdetto al termine di indagini durate circa sei mesi. Fernando Karadima, noto in Cile, è stato denunciato a suo tempo da quattro uomini che lo hanno accusato di aver abusato di loro a lungo quando erano giovani. "Alla luce delle prove acquisite il reverendo è stato dichiarato colpevole, soprattutto per il reato di abuso", precisa la sentenza della Congregazione. In merito il card. Ezzati ha precisato che "tenendo conto della sua età, gli è stato imposto di ritirarsi ad una vita di orazione e penitenza". "Come pastore della Chiesa di Santiago sento una profonda pena e dolore per le persone danneggiate, alle quali una volta di più voglio esprimere la mia vicinanza come padre e pastore", ha anche aggiunto l’arcivescovo.

Avvenire

ll card. Ruini compie 80 anni: una fede rispettosa ma non timida, fondata nella carità ma ben ferma nella verità non posseduta ma ricevuta in dono

Compie oggi ottant'anni il card. Camillo Ruini (nella foto con Benedetto XVI), per oltre vent'anni anni, prima come segretario e poi come presidente, ai vertici della Conferenza Episcopale italiana. Per l'occasione, il porporato ha rilasciato un'intervista al quotidiano dei vescovi Avvenire. ''Io mi ritengo solo un interprete fedele della volontà del Papa - spiega Ruini- prima di Giovanni Paolo II, poi di Benedetto XVI. In questo senso, cioò che spero di avere tramesso è la certezza che la secolarizzazione non è l'ultima parola sul cristianesimo, e che la fede in Cristo conserva intatta la sua giovinezza e la sua verità. Quindi ho desiderato una fede rispettosa, ma non timida, fondata nella carità ma ben ferma nella verità - verità non posseduta, ma ricevuta in dono. Una fede che parla, che si manifesta nell'arena pubblica''. Per il cardinale, l'Italia ha una ''vocazione'' particolare: ''Mantenere vivo per l'intera Europa il patrimonio di fede e di cultura innestato a Roma da Pietro e Paolo. Sul nostro Paese sono ottimista. Smettendo di autoflagellarci e autocommiserarci potremmo guardare realisticamente ai problemi, per risolverli. Difficoltà contingenti superabili se ogni istituzione ha rispetto delle altre''. Preoccupazione, invece, per le sorti dell'Europa che, dice Ruini, ''ha perso la sua centralità economica e politica nel mondo, ma non può rinunciare alla sua vitalità spirituale e culturale. E questo è possibile solo superando ciò che Benedetto XVI ha chiamato un 'odio di se stessà dell'Europa''. Questo, aggiunge, ''non significa affatto evocare uno scontro tra civiltà, ma avere una coscienza della propria missione: l'Europa deve ricordarsi di essere la patria di quell'umanesimo cristiano che ha messo al suo centro l'uomo''.

Asca