sabato 26 dicembre 2009

Comunicato del portavoce vaticano: previsto per domani l'intervento chirurgico al card. Etchegaray. La giovane giudicata dalla magistratura vaticana

L’onda di solidarietà a Benedetto XVI, dopo l’incidente causato al Pontefice da una giovane affetta da disturbi psichici, la Notte di Natale in San Pietro, accompagnata dagli auguri di pronta guarigione, ha raggiunto anche il card. Roger Etchegaray, vice-decano del Collegio cardinalizio, che nel corso dell’incidente in San Pietro ha riportato la frattura del collo del femore destro. L’87enne porporato si trova ricoverato al Policlinico Gemelli, dove ha ricevuto molte visite. Le sue condizioni generali “sono buone” e i medici - informa un comunicato del direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi - provvedono a verificare che siano tali da procedere alla operazione che avverrà - a quanto oggi tutto lascia prevedere - domani mattina, domenica 27. Se tutto si svolgerà come previsto - prosegue la nota - la Sala Stampa vaticana rilascerà il comunicato medico sui risultati dell’operazione verso la fine della mattinata”. I visitatori, prosegue la nota, “testimoniano la serenità e l’ottimo morale del cardinale, che offre le sue preghiere per il Papa e attende con ottimismo l’intervento chirurgico”. Il comunicato conclude con un cenno alla “giovane autrice dell’incidente di giovedì sera”, la quale - si precisa - “rimane sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio”, mentre il suo caso “rimane sotto la competenza della magistratura vaticana”. Il Promotore di giustizia, afferma la nota ufficiale, “nei prossimi giorni dovrà prendere in considerazione i rapporti dei medici e della Gendarmeria vaticana, e alla luce di essi valutare gli eventuali successivi passi da compiere”.

Radio Vaticana

L'Angelus di Santo Stefano. Il Papa: il martirio esempio di amore che non si arrende alla violenza. Sostegno ai cristiani che soffrono per la fede

La festa di Santo Stefano, il primo martire della Chiesa, che si festeggia il giorno dopo il Natale, “ci ricorda… i tanti credenti, che in varie parti del mondo, sono sottoposti a prove e sofferenze a causa della loro fede”. Così Benedetto XVI all’Angelus recitato dalla finestra del suo studio privato con una Piazza San Pietro tutta addobbata per le celebrazioni natalizie, con il grande presepio e il gigantesco albero di Natale. Il Papa non ha citato alcun Paese in particolare, ma ieri alla Benedizione 'Urbi et Orbi' ha parlato delle difficoltà vissute dai cristiani e dalle popolazioni in Terra Santa, Iraq, Sri Lanka, penisola coreana, Congo e America Latina. Il Pontefice ha continuato chiedendo a tutti i cristiani di affidare i fratelli perseguitati alla protezione di santo Stefano. “Impegniamoci – ha detto - a sostenerli con la preghiera e a non venir mai meno alla nostra vocazione cristiana, ponendo sempre al centro della nostra vita Gesù Cristo, che in questi giorni contempliamo nella semplicità e nell’umiltà del presepe”. Ma la celebrazione del martirio di santo Stefano, non è solo un ricordo della violenza. Stefano, “come il suo Maestro, muore perdonando i propri persecutori e ci fa comprendere come l’ingresso del Figlio di Dio nel mondo dia origine ad una nuova civiltà, la civiltà dell’amore, che non si arrende di fronte al male e alla violenza e abbatte le barriere tra gli uomini, rendendoli fratelli nella grande famiglia dei figli di Dio”. In più, il Papa ricorda che Stefano è uno dei primi diaconi, fattosi “servo dei poveri”, nella distribuzione di aiuti ai poveri di Gerusalemme. Per questo, ha concluso Benedetto XVI, “la testimonianza di Stefano, come quella dei martiri cristiani, indica ai nostri contemporanei spesso distratti e disorientati, su chi debbano porre la propria fiducia per dar senso alla vita. Il martire, infatti, è colui che muore con la certezza di sapersi amato da Dio e, nulla anteponendo all’amore di Cristo, sa di aver scelto la parte migliore. Configurandosi pienamente alla morte di Cristo, è consapevole di essere germe fecondo di vita e di aprire nel mondo sentieri di pace e di speranza. Oggi, presentandoci il diacono Santo Stefano come modello, la Chiesa ci indica, altresì, nell’accoglienza e nell’amore verso i poveri, una delle vie privilegiate per vivere il Vangelo e testimoniare agli uomini in modo credibile il Regno di Dio che viene”. Al termine della preghiera mariana, appello del Papa affinchè in Italia "si viva quel clima di intesa e di comunione che tanto giova al bene comune". Benedetto XVI ha chiesto "all'intera Nazione" italiana un "rinnovato impegno di amore vicendevole e di reciproca comprensione". "Rivolgo infine il mio cordiale saluto a voi, pellegrini di lingua italiana - ha detto il Pontefice nei saluti in italiano - ed auguro che la sosta di questi giorni presso il presepio per ammirare Maria e Giuseppe accanto al Bambino, possa suscitare in tutti un rinnovato impegno di amore vicendevole e di reciproca comprensione, affinchè all'interno delle famiglie e dell'intera Nazione si viva quel clima di intesa e di comunione che tanto giova al bene comune".

Padre Lombardi: buona la salute di Benedetto XVI, ha trascorso un'ottima giornata. Confermato l'Angelus di Santo Stefano

Confermati tutti gli appuntamenti di Papa Benedetto XVI anche per oggi. Dopo l'aggressione subita la Notte di Natale nella Basilica di San Pietro ad opera di una psicolabile che si è lanciata contro il Pontefice, facendolo cadere, Benedetto XVI "sta bene, non c'è nessun problema, ieri ha trascorso un'ottima giornata e questa mattina reciterà come programmato l'Angelus di Santo Stefano". Lo riferisce padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, contattato dall'agenzia Apcom. Sarà operato nei prossimi giorni, probabilmente lunedì, il card. Roger Etchegaray, ricoverato al Policlinico Gemelli in seguito alla frattura del collo del femore destro a causa della caduta in San Pietro nel trambusto seguito all'aggressione a Benedetto XVI. Etchegaray ha 87 anni e i sanitari intendono prepararlo adeguatamente all'intervento - che non ha carattere di urgenza - con le opportune terapie.

Apcom, La Repubblica.it

La solidarietà al Papa dai vescovi italiani, dal mondo politico e dal rabbino di Segni. Cordiale telefonata con il presidente Napolitano

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto pervenire "sentimenti di affettuosa solidarietà" a Papa Benedetto XVI per quanto è avvenuto nella Notte di Natale, quando il Pontefice è caduto nella Basilica di San Pietro dopo essere stato spinto da una donna italo-svizzera con problemi psichici. Una "cordiale telefonata", con la quale Benedetto XVI ha ringraziato il Presidente Napolitano per la premura mostrata e per la solidarietà manifestata. Lo comunica una nota del Quirinale, nella quale si legge anche che il Presidente ed il Papa, nell'occasione, si sono scambiati fervidi auguri per le festività.
Solidarietà a Papa Benedetto XVI dalla Conferenza Episcopale italiana. "Il gesto inconsulto di cui è stato oggetto il Santo Padre, provvidenzialmente senza gravi conseguenze - si legge in una nota della CEI - spinge i vescovi italiani a rinnovare affettuosa vicinanza a Benedetto XVI, il cui magistero di amore e di verità guida e sostiene la Chiesa e costituisce un punto di riferimento per la società civile, come è accaduto di comprendere anche in questa ricorrenza del Santo Natale. Assicuriamo la preghiera di tutte le comunità ecclesiali - concludono i vescovi - affinché il Papa possa continuare a svolgere con serenità la sua missione di Padre e di Pastore per il bene di tutti e di ciascuno". Lo ha riferito il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha appreso "con grande sollievo il fatto che il Santo Padre non abbia riportato conseguenze fisiche" e ha espresso la sua solidarietà personale e della Camera dei deputati a Benedetto XVI. Fini ha altresì espresso l'augurio di una pronta guarigione al card. Roger Etchegaray, vice decano del Collegio cardinalizio, infortunatosi nella stessa circostanza. Anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, hanno fatto giungere al Pontefice la loro solidarietà. Solidarietà a Papa Ratzinger, inoltre, anche da parte del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni e del leader dell'Udc Pierferdinando Casini, il quale si è detto certo che la sua testimonianza di fede trarrà nuova forza da questo evento tanto triste per l'intera comunita' cristiana". Il presidente del Senato, Renato Schifani, che si trovava a San Pietro quando il Pontefice è stato spinto dalla giovane italo-svizzera, ha dichiarato ai Tg di aver "sentito solo un trambusto perchè ero con mia moglie vicino all'altare principale. Abbiamo capito - ha aggiunto - che succedeva qualcosa, ma quando abbiamo visto arrivare il Santo Padre ci siamo subito rasserenati".

Apcom, Agi

Le prime parole della donna che ha spinto il Papa: non volevo fargli del male. La giovane ricoverata in una struttura sanitaria fuori Roma

"Non volevo fare del male al Santo Padre". Lo avrebbe detto ai soccorritori e ai medici che le hanno prestato assistenza, una volta ricoverata in ospedale, Susanna Maiolo, la donna che ha tentato di avvicinarsi al Papa facendolo cadere durante la Messa della Notte di Natale in San Pietro. Chi ha avuto modo di parlarle la definisce "una persona disturbata" con un "pensiero distorto" che probabilmente l'ha portata a tentare per due volte di avvicinarsi al Papa. Maiolo, secondo fonti vaticane era giunta direttamente dalla Svizzera, dove abita, per assistere alla Messa in Vaticano. La donna subito è stata subito trasportata all'ospedale Santo Spirito e presa in cura dai medici del servizio psichiatrico di diagnosi. Dopo le prime cure farmacologiche è stata trasferita in una struttura protetta fuori Roma dove rimarrà ricoverata.

Il Messaggero.it